Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
@Charles Petrie-Smith: postare a "tappe" successive, ma mano che le cose ti vengono in mente, e' un vecchio trucco per mandar su il conteggio dei post ma ruba troppo spazio al topic.
Sappi che c'e' un tasto con cui puoi editare i tuoi post precedenti (e quindi aggiungere quello che vuoi)
@EGO, non lo sapevo che eri medico... bella questa!
@Danilo Baldoni, non ti preoccupare perche' su questo forum non si sono mai seguiti (ne' consigliati) manuali di scrittura. Io stesso non ne conosco e non mi reputo certo un fan di Gamberetta. Comunque sia, la revisione dei Librinostri, (che da noi si chiama betatesting), c'era da prima di Gamberetta ed e' sempre statta fatta in collaborazione con l'autore, tramite corrispondenza diretta e privata. L'unica richiesta agli autori e' di non copiare materiale altrui e di non mandare in betatesting delle "bozze" del tutto sgangherate, pretendendo che i betatester facciano il lavoro di mette in bella.
In passato e' accaduto anche questo, ma abbiamo sempre risolto senza ricorrere a sputtanamenti pubblici... come vedi, qui funziona diversamente, anche perche' non abbiamo ambizioni lettererarie e facciamo a meno di appesantirci l'aria come purtroppo accade in certi luoghi "culturali".
@mornon, ....quindi un sito che gia' si chiama "mela avvelenata" e dovi ci trovi utenti che si chiamano "sociopatico" (di nome e di fatto) ...ma quella bella voglia di relax & take easy di una volta, dov'e' finita? 
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
EGO ha scritto:Ma infatti E.A., non hai letto bene quello che scriveva Danilo. Ha scritto che Ende, se si trovasse a pubblicare oggi, farebbe una fatica enorme a trovare un editore, e anche un pubblico; ma per le caratteristiche del mercato, degli editori e del pubblico, non per la qualità dei suoi scritti!
Scusa ma c'è un malinteso io ho detto che secondo me è infamante che di Ende si parli anche solo in questa discussione. Rispetto a Unika e cumpa è su un altro continente, di un altro pianeta, in un'altra galassia.
Poi.
In germania il mercato, gli editori, il pubblico e la tradizione letteraria sono diverse che in Italia: hanno un mercato librario più vasto degli editori diversi, il pubblico legge di più, hanno una tradizione del fantastico che l'Italia se la sogna.
Del resto, non è che Ende sia comunque tra i più citati quando si parla di letteratura fantastica. Nella mente collettiva c'è Tolkien, c'è Lewis, c'è Herbert, tra poco ci sarà Scott Card per quelli che già non lo conoscono. Poco altro. E la maggior parte li conosce grazie a film recenti. Poi il film della Storia Infinita l'han visto in tanti, ma il nome di Ende non è rimasto in molti (all'epoca era meno frequente che i libri venissero ripubblicati/ricopertinati/pubblicizzati come diretta conseguenza dell'uscita del film).
Ende è un'autore strano perché è ingenuo all'apparenza ma ha una tremenda profondità, non va bene per le nuove generazioni che preferiscono delle robe più facili: personaggio punto di vista, costrutti semplici, poche menate, molto dialogo.
Ma non è che Ende sia malvagio o tutti i lettori tonti, è che non è in sintonia coi gusti dell'epoca, tutto lì. ...Unika è una cacata senza se e senza ma.
Quello che stiamo dicendo -come se ce ne fosse bisogno!- è che alla qualità non corrispondono la fama, le vendite, il passaparola. Narnia è vecchio e sempliciotto come pochi, guarda quanti ne hanno venduti e fatti leggere grazie a un film dove ci sono tre bambini imbarazzanti (la più piccola recita meglio di tutto il cast) e un leone che parla in siciliano sdentato...
C'è da dire che neanche Tolkien sia un capolavoro e che i film tra Sauron segnale e surf sullo scudo è imbarazzante come poche robe. Tolkien e Lewis però non erano scrittori erano accademici e quelle robe lì le facevano per gioco e si vede, specie in Tolkien, che c'era dietro molto bricolage più che alta ingenieria ma ci staà.
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Seven_Legion ha scritto:@mornon, ....quindi un sito che gia' si chiama "mela avvelenata" e dovi ci trovi utenti che si chiamano "sociopatico" (di nome e di fatto) ...ma quella bella voglia di relax & take easy di una volta, dov'e' finita?
Non mi dire niente, guarda... sono gli stessi che producono delle "fan fiction" (mi vergogno anche a chiamarle così di genere slash su personaggi de Lo Hobbit e del SdA. Per chi non lo sapesse, lo slash sono racconti pornografici con protagonisti gli eroi di altri libri, quasi sempre in chiave "abusi" e "omosessualità maschile". Ho letto per esempio di Bilbo brutalizzato dai nani e cose così...
Volevo strapparmi gli occhi, ve lo giuro...
"Un velo nero ti impedisce di vedere altro. La tua vita termina qui: nel campo di battaglia, con la mitica Blood Sword tra le mani, felice per la sconfitta dei Veri Maghi." Adriano, Blood Sword PBM http://www.caponatameccanica.com
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Seven_Legion ha scritto:@Charles Petrie-Smith: postare a "tappe" successive, ma mano che le cose ti vengono in mente, e' un vecchio trucco per mandar su il conteggio dei post ma ruba troppo spazio al topic.
Sappi che c'e' un tasto con cui puoi editare i tuoi post precedenti (e quindi aggiungere quello che vuoi)
Uso la modifica di continuo, perché sono solito correggere i miei post anche più volte, anche a distanza di giorni, se mi accorgo di un errore (mi riferisco sopratutto ad altri forum).
Ma non la utilizzo mai per aggiunte consistenti. E continuerò a NON farlo.
Del conteggio dei post per altro me ne impipo abbastanza.
Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
E.A., quel che dici è in parte inesatto -almeno pensanso al contesto-: ho scritto infatti della storia di Ende, che non ti sarà nascosta se leggi wiky... egli è partito dalla sua Germania socialista proprio perché accusato (come lo era anche Tolkien) di escapismo, cioè di rifuggire dai problemi del reale con delle fiabe che non sfruttano pensieri moderni o non si occupano di risoluzioni pratiche.
Per quanto il Fantasy sia oggi molto più in voga che all'epoca -anche se con gli amari risvolti che non ci sono nuovi- la cosa si verifica in parte anche oggi, pur se, in linea del tutto teorica, c'è più spazio per tutti.
Ti basti pensare che i suoi libri per bambini erano criticatissimi, attaccati ferocemente, perché la Germania socialista non si risparmiava ferocità nemmeno in questo: dovevi sì occuparti dell'infanzia, ma secondo certi termini, secondo certe prerogative, indottrinando, potremmo dire, più che educando (nell'etimo: non mettere dentro, ma 'educere', tirar fuori, e lui era certamente in questo filone).
Per approfondire la sua storia e il suo pensiero, o meglio, la sua condotta in qualità d'artista, vi consiglio 'Storie Infinite' di Simonelli, una raccolta di lettere e pensieri dello stesso autore... allungherò un po' questo post con degli spunti interessanti, non penso la casa editrice me ne vorrà; degli assaggi che a mio avviso risultano illuminanti per gli argomenti affrontati e per questi tempi in particolare.
"C'è al riguardo un parallelo tra poesia e vita. Pensate se dovessimo poter vivere soltanto le cose che comprendiamo. Ne vivremmo letteralmente pochissime. Nella realtà della vita non c'è alcuna spiegazione del fatto che ci si innamori di una donna invece che di un'altra. E non ce lo chiediamo neppure, lo viviamo e basta.
Bisogna essere così sufficientemente razionalisti da prendere coscienza dei limiti di un pensiero puramente razionale. Laddove c'è il mistero, una pluralità di significati, il sogno, la sostanza della vita, come avviene nell'arte e nella poesia, il razionalismo risulta mortifero. Non c'è una chiave universale per ogni ambito della vita. Ciò che è normativo per alcuni ambiti e secondo dei criteri di fondo può invece non esserlo per altri.
Ecco allora che potrei affermare, usando anche un'espressione sopra le righe: "E' arte proprio ciò che non si comprende", ma per metterla come tra virgolette e con meno enfasi retorica "E' arte ciò che 'percepisco' e che si rivolge a me con un messaggio spirituale". Non passa attraverso il cervello ma attraverso la percezione sensoriale. Nella nostra lingua abbiamo questa meravigliosa ambivalenza della parola 'senso': i sensi e il senso. E il senso che parla attraverso i sensi è l'arte, che costituisce un atteggiamento vitale assolutamente contrapposto a quello fondato sulle conoscenze. Per cui si può dire che quello artistico sia perfettamente contrapposto a quello scientifico. L'artista non esercita una conoscenza. In un senso molto ampio l'arte ha più a che fare con un principio erotico. E il principio erotico non è un principio di conoscenza, ma un principio che si fonda su un'attuazione nella realtà, su un'incarnazione. E' un principio che assume corporeità.
Ecco perché nei miei libri la cosa che cerco sempre di evitare sono le spiegazioni. Io non voglio spiegare nulla con i miei libri. Mi dico spesso che qualora non mi riesca di tradurre un concetto in un'immagine, - che il lettore può accettare o rifiutare - in una semplice sequenza narrativa di immagini, allora preferisco non scriverlo, perché altrimenti ritornerei nella logica didattica o nella logica dell'argomentare che non è traducibile poeticamente. Spiegare per me è qualcosa di non artistico. L'arte non si deve spiegare, nemmeno la poesia".
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Danilo Baldoni
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Seven_Legion ha scritto:Vi assicuro che a leggere di queste assurde manovre c'e' da sganasciarsi... ma anche da pregare che soggettoni del genere non giungano mai sui nostri lidi... o saremmo belli che fritti!
Sergio Rocca 1
Sergio Rocca 2
Letti con gran divertimento! Una su tutte: Zen San. Ci voleva davvero un esperto di culture orientali per partorire un nome così banale, ovvio e scontato! :-)
La vita è dura per i soldati di ventura.
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Jhongalli
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Danilo Baldoni ha scritto:E.A., quel che dici è in parte inesatto -almeno pensanso al contesto-: ho scritto infatti della storia di Ende, che non ti sarà nascosta se leggi wiky... egli è partito dalla sua Germania socialista proprio perché accusato (come lo era anche Tolkien) di escapismo, cioè di rifuggire dai problemi del reale con delle fiabe che non sfruttano pensieri moderni o non si occupano di risoluzioni pratiche.
Questo qui è un altro genere di problema che non centra niente.
Che il fantastico fa rincoglionire le persone perché le distrae dai problemi reali lo scrivevano già i Cistercensi a proposito dei poemi cavallereschi.
Il fantastico è accusato di fomentare l'escapismo? Si e su internet c'è anche la pornografia, siamo nel campo dell'ovvio.
Per quanto il Fantasy sia oggi molto più in voga che all'epoca -anche se con gli amari risvolti che non ci sono nuovi- la cosa si verifica in parte anche oggi, pur se, in linea del tutto teorica, c'è più spazio per tutti.
Ende fa un fantasy che va per la tangente.
Ti basti pensare che i suoi libri per bambini erano criticatissimi, attaccati ferocemente, perché la Germania socialista non si risparmiava ferocità nemmeno in questo: dovevi sì occuparti dell'infanzia, ma secondo certi termini, secondo certe prerogative, indottrinando, potremmo dire, più che educando (nell'etimo: non mettere dentro, ma 'educere', tirar fuori, e lui era certamente in questo filone).
Il fantasy è criticato: anche qui bella scoperta.
Da che mi ricordo io il fantasy è sempre stato criticato ovunque.
Che nei paesi socialisti tarpavano le ali agli scrittori d'intrattenimento è un'ovvietà che centra niente e non ha bisogno di essere sottolineata ma l'URSS che tarpava le ali alla carriera accademica di Propp, ha anche prodotto un Bulgakov che è un grandissimo del fantastico perché dietro ha una tradizione della prosa e una tradizione del fantastico coi controcazzi.
Poi se si parla di cosa vende e cosa no e di cosa viene rivalutato e cosa no, alla fine il tempo è un buon giudice Ende e Bulgakov sono due grandi e nelle bibblioteche li trovi ancora e tanto mi basta.
Il muro di Berlino è caduto nel 1989, vi ricordo.
Comunque in Germania si legge di più, si legge più fantasy, e alla fine della fiera hanno delle paccate di autori cazzuti ma dalla notte dei tempi: pensa Gustaf Merink, ad esempio.
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Re: La waterloo del fantasy: UNIKA!
Ti faccio i complimenti perché sicuramente sai il fatto tuo... in merito ad autori che ad oggi non conosco e che probabilmente prima o poi, salvo tempo, affronterò; il punto però rimane: perché ingigantisci senza alcun perché...? Se ami Ende, qui non ti poteva dire meglio, in fatto d'interlocutori, e se supponi che abbia bisogno della tua difesa, ti sbagli perché le mie parole non l'hanno nemmeno scalfito...
Tirarlo in ballo come metro di misura per certificare quanto ballerine siano le convinzioni in merito all'oggettivo, non lo trovo affatto OT, anzi... questo sta a dire: pur togliendo la mondezza nella quale navighiamo, cosa credete, che poi non ci saranno montagne da valicare...?
E' una piccola doccia fredda che per me ed altri non è inutile... e che forse può spronarci a rendere per il meglio in questi ed altri ambiti; teniamo conto che Ende è uno scrittore che ha pubblicato molto poco, in vita, e che ha portato a termine questa fatica con molti sacrifici, avendo un bagaglio esperenziale non indifferente alle spalle...
La mia rottura di scatole è di altro genere: a me piacerebbe che qualcuno organizzi la materia informe che naviga su internet... mi piacerebbe che si creino riviste, perché misurarsi con dei libri è qualcosa di estremamente dispendioso, impossibile da chiedersi a dei ventenni trentenni.
E mi piacerebbe che SI PAGHINO gli autori, per questo, perché se molti non lo sanno, la scrittura è tempo e fatica...
Sono sicuro che degli e-book/rivista, che assimilano molto del materiale in giro, non sarebbe una cattiva idea... perché ragazzi, il problema di fondo è anche questo: queste penne, se si cimentassero in racconti, non farebbero le vaccate che fanno ora... o le farebbero in una misura correlata alla loro stagione, che poi muta, e dunque o ti ravvedi sulla scrittura, o la modifichi...
E' come chiedere a dei mingherlini neofiti di alzare 50 libre quando a stento ne solleverebbero 10.
Howard s'è sempre confrontato con una scrittura relativamente breve, anche Lovecraft.
Quello che si chiede a 'noi generazione' -per favore: fate un altro SdA- è praticamente impossibile da dare al mercato... è per questo che credo in riviste e-book; a meno che non pubblichino sempre le solite demenzialità, ma almeno sarebbero caccolette anziché caccoloni...
Non sto esattamente dicendo che non debbano esserci dei romanzi (anzi: quando la cosa riesce a Mornon o Forlani, non posso che gioire); dico solo che:
1) La cosa non riesce così spesso per una serie di motivi (un romanzo, anche un romanzo breve, è cosa di molto faticosa).
2) Tra un buon libro e l'altro ne passano troppi troppo poco belli -lista smisurata d'esempi.
3) Molti di questi romanzi hanno di romanzo solo 'il volume' -molte volte aiutato da interlinee e caratteri esageratamente pompati.
4) La cosa non fa bene agl'alberi e agli scaffali...
5) Ciò non costituisce 'humus fertile'... l'humus fertile, ad oggi, rimane internet, che però è piattaforma gratuita.
Quel che intendo dire, insomma, è che il contesto che ci circonda (salvo che costoro non vanno presi per dei guru della narrativa, certo), non è il migliore per formar VERI scrittori, e semmai è esattamente l'opposto: è il peggiore; perché in poco tempo:
1) ha invertito i ruoli (chi dovrebbe leggere scrive e chi dovrebbe scrivere legge).
2) ha chiesto loro fatiche poco digeribili persino a sessant'anni.
3) li getta alla berlina in un sistema di cose non semplice quale il mercato librario, la critica sociale e professionale.
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Danilo Baldoni
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