Il Rosso, dalla sua posizione, annuisce alle parole del cacciatore.
La situazione si sta facendo interessante, finalmente, sembra dire il suo sorriso ghignante.

Zagrabal accenna un sorriso alle parole della fattucchiera: "Dama Lorelai, sembrate spaventata e preoccupata. Non ve ne faccio una colpa. La vostra vita, sotto la protezione della vostra maestra deve essere stata ben facile. Ma qui non stiamo giocando, e non abbiamo nessuno che ci protegga.
Ad ogni modo, non mi sono mai imbattuto in entità soprannaturali che mettessero trappole... Se abbiamo dei nemici in questa torre, essi possono essere feriti con armi convenzionali.
Io propongo di avanzare, e permettetemi di fare da avanguardia, come già concordato. Non muovetevi se non vi ho fatto un lampo con il pugnale, e, dama Lorelai, se proprio dovete parlate, fatelo a bassa voce...".

LORELAI:
Le parole di Zagrabal sembrano colpirmi come uno schiaffo. Resto dove sono, a bocca aperta come per replicare, ma senza dire nulla. Serro poi le labbra, immobile, apparentemente seguendo le sue istruzioni.

LORELAI:
Mi volto di sfuggita a guardare il ragazzo, annuendo distrattamente, mentre emetto un lento sospiro, come a rilasciare i pensieri non espressi. Dopo qualche secondo passo velocemente una mano sul volto e torno a scrutare la torre. D'improvviso, sembro non considerare niente altro attorno a me.

Il Rosso scavalca il filo stando estremamente attento sia a non toccarlo, sia a dove mette i piedi.