LORELAI:
Raggiungo gli altri, lanciando a Zagrabal un'occhiataccia. Poi mi avvicino al Rosso, parlandogli sempre con voce bassa:
"Hai fatto un ottimo lavoro" - gli sorrido, incoraggiante - "E' evidente che sono ben corazzati contro i curiosi". 
Poi, a mia volta, estraggo dal fodero attaccato alla cintura sottile il pugnale e lo offro al ragazzo.
"Tienilo tu. A me non serve, non sono a mio agio ad usarlo...per combattere. Ma per quelli usa qualcosa che non si spezzi".
Faccio d'occhi verso la spranga tesa dall'assassino.

Zagrabal continua a porgere la spranga al Rosso: "Coraggio ragazzo, non demoralizzarti. È vero che hai fallito, ma non ti devi crucciare di ciò! La vita è un susseguirsi di fallimenti inframezzati da pochi, sporadici successi. Dacci dimostrazione di saper imparare dai tuoi errori..."

Il Rosso continua ad ignorare Zagrabal.
Sta tenendo un broncio ben piantato sul suo viso.

Ketharr
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Il cacciatore si volta verso gli altri, visibilmente infastidito.
"Non ho visto nulla di particolare, ho solo percepito un leggero puzzo di putrefazione. Nulla di strano per questo luogo."
Poi, indicando con la mano il baule ancora chiuso si rivolge all'Assassino.
"Mastro Zagrabal, di grazia, puoi pensarci tu?"

Zagrabal risponde visibilmente infastidito alla richiesta di Kethar: "Messer cacciatore, non è mia abitudine scassinare vetusti bauli, sgraffignando oggetti di valore come un qualunque ladruncolo. Non intendo sporcarmi le mani con tale volgare gesto. Piuttosto sono incuriosito da questa porta e da ciò che cela...".