Io ci andavo per trollare chi lo prendeva seriamente...

Prova a passare a Quag: io mi ci trovo bene.

Ma di che si parlava?

Charles Petrie-Smith ha scritto:

Ma di che si parlava?

Ho chiesto allo staff di Yahoo perché invece di rompere i coglioni a me cancellandomi domande a pene di secugio non cancellasse i troll e gli spammer che mi rovinavano le domande.

A me qualche troll ignorante dello staff si è permesso di cancellare due risposte esatte, studiate a scuola, per incitamento all'odio, una cosa francamente inaccettabile allora chiudiamo le scuole e stop.

Qui siamo alla censura davvero più becera: mi hanno cancellato due risposte esatte solo per trollare, tutto questo mentre venivo accusato di fare pastette coi punti o di essere un utente fake, cosa non vera perché io non sono Pietro Planezio, ma due accuse di una gravità inaudita con in più la paraculata della cancellazione è davvero il peggio del peggio che abbia mai visto in 16 anni che sto sulla rete.

Io mi sono affacciato su Yahoo Answers per qualche tempo alcuni anni fa e sono subito scappato. Non vorrei fare il sociologo della mutua, ma YA mi pare uno degli spaccati più rappresentativi della presunta 'società 2.0' in cui viviamo: un mondo dotato dei più potenti strumenti di interconnessione e privo della grammatica elementare del loro funzionamento.

YA è diventato un folle mondo del tutto autoreferenziale, dove ogni cosa accade col solo scopo di generare dei punteggi che sono utilizzabili solo in quel contesto: un ottimo esempio di come un mezzo (i punteggi, ideati a mo' di feedback da riconoscere agli altri utenti) possa trasformarsi in un fine.

Chiunque può chiedere qualunque cosa e chiunque altro gli può rispondere, di solito alla velocità della luce, col solo scopo di accaparrarsi i punti messi in palio dal domandante: è prassi normale trovare domande del tenore: "Ma s può rimanere incinta dp 1 bacio col mio raga?". Sia tra chi pone le domande, sia tra chi risponde ormai troll e bimbiminkia sono indistinguibili e, pure se vi sono risposte date seriamente - a patto di saperle discernere - non si ha nessuna garanzia della credibilità di chi le ha scritte.