ilsaggio79 ha scritto:

Una punteggiatura del genere può anche essere un espediente molto interessante e funzionale, in altro contesto e genere però, e usata meglio.

No ma non è la punteggiatura, quella è la mia "interpretazione" dello scritto.

È che il testo originale è una sequela di azioni inutilmente dettagliate e per nulla interessanti. È non-narrativa.
Sembra quelle volte che ti chiedono "cos'hai fatto stamattina?", tu sei scazzato e non ti è successo niente di particolare, e allora ti metti a dire "boh, ha suonato la sveglia, l'ho spenta, mi sono alzato, mi sono lavato la faccia, sono andato in cucina, ho aperto il frigo, ho preso uno yogurt, l'ho aperto, l'ho mangiato, era buono, poi mi sono vestito" ecc ecc ecc.

Un vero amico ti manda a cagare dopo "mi sono lavato la faccia".

Una donna sconosciuta ascolta tutto con un sorriso che lentamente ma inesorabilmente degenera in una smorfia di disgusto misto a compassione, ti dice "ti chiamo io" e non la vedrai mai più.

E il lettore di una roba del genere, be', spero per lui che se non vuole scrivere un post che prende per il culo il libro, smetta di leggere subito. Perché una roba del genere non si vuole far leggere.

Aridatece le fatine Disney!

ilsaggio79 ha scritto:

Una punteggiatura del genere può anche essere un espediente molto interessante e funzionale, in altro contesto e genere però, e usata meglio.

Che qualcuno ke tolga la penna, la tastiera, o quel cavolo che usa per scrivere...

Io quando scrivo per il circuito hobbistico faccio conto che:
1) chi legge sia un cazzone,
2) che legge sia molto stanco o molto "stupido" o, come me, molto stanco e molto stupido;
perciò preferisco la paratassi alla sintassi, preferisco le frasi brevi alle lunghe, tolgo le parentesi, ripeto fino allo sfinimento le cose, tanto ho visto che se non ripeto mi fanno sempre le solite domande; lo faccio anche a livello subliminale usando delle strutture stilizzate e ripetute così la gente si abitua

so qeutse csoe pcrehé a sucola ho sutdiato un po' di piscoolgia dlela perziocene e so che tpio voi sciriute a lggere qeusto tseto.

E su questo siamo perfettamente d'accordo, come siamo d'accordo che se io non scrivo, ma ho letto centinaia di libri, posso avere occhio più che critico. Semplicemente, magari, non sono capace di elaborare le mie nozioni per produrre qualcosa, ma sono bravissimo a vedere dove siano le pecche altrui. Sacrosanto.
Però, sapendo ciò, non mi metto a scrivere. O scrivo, ma dopo certe dichiarazioni sto BEN ATTENTO a farmi editare prima di pubblicare qualcosa. Gli erroracci che vengono riscontrati nell'articolo sono quelli per cui nel blog vengono massacrati altri scrittori (o anche per meno) e tacciati di avere editor inesistenti o di merda.
Coerenza. Coerenza anche nelle reazioni alle critiche: vuoi che gli altri accettino le critiche feroci? Lamenti che l'editoria italiana è tutta fatta di sgomitate tra amichetti che si criticano in modo edulcorato e positivo e ciò nuoce al miglioramento della letteratura? Mi porti a esempio addirittura la ferocia delle critiche sparate a suo tempo contro un grande come Bradbury, affermando che se lo facevano con lui figuriamoci uno scrittore italiano mediocre? Allora poi mi aspetto di non sentire un amico tuo che ti difende, quando quello che hai scritto è indifendibile, secondo I TUOI STESSI canoni critici. Come anche mi lascia perplessa vedere che l'unico racconto di una raccolta da poco uscita giudicato da te "magistrale" (e minchia, visti i metri di giudizio, lo devo leggere: minimo deve essere una cosa a livello di Omero!), in un panorama di altri racconti giudicati con poco entusiasmo o poco più che sopra la media... sia quello di una tua amica. Poco conta che per dare una parvenza di obiettività non hai dato il voto ufficiale. Conta che di 10 racconti, l'unico buono sembra quello della tua amica.
Queste sono le cose che mi fanno calare chi anche ammiro per MOLTI altri versi. E' difficile stabilire delle regole di comportamento e poi seguirle per primi, ma si dovrebbe, almeno se ti poni come "insegnante" e "guida" e vuoi mantenere una credibilità.

EGO ha scritto:

ilsaggio79 ha scritto:

Una punteggiatura del genere può anche essere un espediente molto interessante e funzionale, in altro contesto e genere però, e usata meglio.

No ma non è la punteggiatura, quella è la mia "interpretazione" dello scritto.

È che il testo originale è una sequela di azioni inutilmente dettagliate e per nulla interessanti. È non-narrativa.
Sembra quelle volte che ti chiedono "cos'hai fatto stamattina?", tu sei scazzato e non ti è successo niente di particolare, e allora ti metti a dire "boh, ha suonato la sveglia, l'ho spenta, mi sono alzato, mi sono lavato la faccia, sono andato in cucina, ho aperto il frigo, ho preso uno yogurt, l'ho aperto, l'ho mangiato, era buono, poi mi sono vestito" ecc ecc ecc.

Un vero amico ti manda a cagare dopo "mi sono lavato la faccia".

Una donna sconosciuta ascolta tutto con un sorriso che lentamente ma inesorabilmente degenera in una smorfia di disgusto misto a compassione, ti dice "ti chiamo io" e non la vedrai mai più.

E il lettore di una roba del genere, be', spero per lui che se non vuole scrivere un post che prende per il culo il libro, smetta di leggere subito. Perché una roba del genere non si vuole far leggere.

Aridatece le fatine Disney!

per quanto riguarda la punteggiatura, potrebbe anche essere funzionale o interessante, solo che prima dovrebbe prendere lezioni dal collettivo Blisset per renderla efficace.

la penso esattamente come EGO: sono solo azioni in sequenza in stile elementari... li chiamavano "pensierini", o sbaglio?

la gamberetta scrittrice è davvero sopravvalutata, e tanto pure...

Minchia, allora se scrivo un racconto in cui i draghi si fanno di marjuana e indossano caschi da moto ho inventato un nuovo sottogenere: la "dragon street jamaican fighting punk"!

30 anni a meditare qualcosa di realmente nuovo... ed era così semplice.