Qualcuno mi caghi, perfavore!

Beh Coock ha già iniziato il filone in modo egregio. Si accettano racconti, ora do le regole:

1) Ci devono essere i draghi. I draghi sono fondamentali. Draghi VERI, non quelli rincoglioniti di Dragonlance, insomma quelli che di solito incontrate quando girate per i boschi e le montagne dopo esservi fatti anche voi abbondantemente di funghetti allucinogeni. In mio onore possono avere anche le ALONE.

2) Si devono fare di canne e fumo di varia origine, non meglio specificata, meglio se originale jamaicana. FUMO. Non vanno bene coca, ecxtasy, LSD e sta roba, che sarà delegata a un altro sottogenere (un po' come cyberpunk e steampunk).

3) Devono indossare caschi e guidare moto, ma soprattutto combattere tra bande (rosso/verde, nero/bianco, argento/oro e altre combinazioni MAGIChe).

4) Se sono punk in qualche modo è meglio, ma non è proprio NECESSARIO eh. Cioè, suonava meglio il nome, però se ascoltano roba punk e vanno sfasciando cose in giro, vestendo in modo rozzo e ignorante sarete più considerati.

5) Come fa notare Saggio, il GENIO della fondatrice deve essere citato in qualche modo nei dialoghi dei personaggi o, in alternativa, sottolineato nelle recensioni. Questo mi serve per i punti carisma.

Aloona ha scritto:

Tra l'altro, ho letto la difesa del Duca e mi spiace dirlo... la trovo in perfetto stile con tutto ciò che lui e Gamberetta stessa aborriscono e combattono.

Più che altro, invece di difendere Gamberetta, attacca chi la ha criticata.

Il motivo è solo che mi faceva ridere l'articolo e che il personaggio è conosciuto anche qui, senza contare che l'ho seguita anch'io spesso; quindi, essendomi imbattuta in questa cosa in una delle mie molte notti insonni, mi è venuto naturale condividere le mie impressioni qui, dove parliamo anche di scrittura.
Il punto è che l'utente in questione si è fatta largo seguito in rete... e con ottima ragione! Nessuno lo nega. Dice cose vere e intelligenti, le sue critiche sono spietate ma accurate e per gran parte le condivido, forse non condivido certi eccessi, ma si sa come sono gli haters e tante volte mi fa passare buoni quarti d'ora di risate.
Il problema è che quando ti fai un seguito, specie di una certa entità, inizi ad influenzare le persone. Ora, in questo blog si esorta a distruggere letteralmente e non comprare determinate opere perché sono merda, sulla base di una serie di dettami che sarebbero giusti in teoria; il che va benissimo, viva la sincerità e la sana brutalità costruttiva; almeno finché la popolarità non ti da tanto alla testa da arrivare ai deliri mistici, tipo sostenere che Tolkien non sa scrivere (in pratica), per poi auto-celebrare un tuo racconto fatto malissimo sostenendo di aver inventato un sotto-genere nuovo. Il che, se tanto mi da tanto, ai tuoi stessi occhi ti rende meglio di un Tolkien. Non solo, ma nello stesso blog si fanno fuoco e fiamme contro certi atteggiamenti dell'editoria italiana, precisamente: l'autoincensarsi tra amichetti, il buonismo sempre per via di amicizie, l'editing pessimo o inesistente e altre cose bellissime e giustissime. Peccato che sempre lì si giudichi un'intera raccolta di racconti horror scadente, TRANNE quello di un'amica (giudicato addirittura MAGISTRALE). Peccato che se G. avesse editato il proprio racconto con i suoi stessi canoni si sarebbe impiccata da sola, come dice ad altri di impiccarsi. Peccato che UN AMICO liquida come "menzogne", "aggressioni" e merda varia una critica fatta da un altro CON GLI STESSI METODI E TONI di lei. E che c'è poco da chiamare "menzogna", stanno nero su bianco le puttanate. Allora, finché uno ci va a leggere due recensioni per ridere, va tutto bene. Se già ti ammiro abbastanza per il tuo lavoro, mi crolli a bestia e ci resto letteralmente male. Se pensi che lei e l'amico hanno influenza su altri, allora ho diritto di inquietarmi del fatto che questa gente non sia in grado di mantenere i propri stessi principi e che alla fine si riveli, né più né meno, come tutti quei liberali che fanno le guerre per togliere il tiranno dal trono e diventano tiranni appena lo fanno. Se insegni che è giusto accettare critiche feroci, che E' un BENE, allora te le prendi quando tocca a te e taci. Se sostieni che la colpa dell'editoria è quella di mettere a tacere tali critiche per aiutare gli amici, quando l'amico tuo ti difende (cosa che, secondo i vostri stessi criteri NON DOVREBBE FARE, ma si può comprendere) lo blocchi TU STESSA e gli dici: "no, ferma, caro mio. Grazie, ma così perdo di credibilità per tutto quel che ho sostenuto finora".
Se hai le palle di farlo, si intende.
Solitamente, quando penso queste cose è perché in fondo riconosco delle qualità e mi dispiace sempre quando penso che vengano sprecate sbagliando direzione, altrettanto spero sempre che chi lo fa se ne renda conto. Dall'altra, mi diverte oggettivamente che ogni tanto qualcuno restituisca il giusto aspetto umano ai falsi "dei", scoprendone i lati deboli: in questo caso, la mancanza di coerenza e una immotivata esaltazione. E' un monito da tenere sempre a mente.

No no, è come dici, l'ho pensato anch'io. In una società capitalista, teoricamente, ci si occupa di guadagnare... e se è vero che un certo popolo abbonda in una città, la prima cosa che dovrebbe esserci in una società tale è preoccuparsi di produrre prodotti che possano attirarli. Quindi, semmai, il contrario.