SkarnTasKai ha scritto:

gabrieleud ha scritto:

3) per quanto denaro lavorate.

ecco, questa è una domanda a cui non sarei in grado di rispondere, non ho proprio idea dei compensi per un autore (su commissione e all'esordio, in questo caso).

Ti capisco benissimo. Molti di noi hanno la mentalità "da dipendente", cioè: vado a sostenere un colloquio di lavoro e chiederò quanto mi pagano.
In questo caso però vale la regola del libero professionista, cioé: mi è stato chiesto un lavoro, ed io sono disposto a farlo in questi tempi e per questo compenso.
Non esistono tariffe preconfezionate. Né è giusto fare la tariffa media degli "altri" autori. Quindi, suggerirei di valutare il tempo che si prevede di dedicare a tale realizzazione, e moltiplicarlo per una cifra che si ritiene congrua come paga oraria*

(*come sistema, secondo me è pessimo. Se io sono velocissimo a lavorare dovrei essere pagato di più, e non di meno. Tuttavia è pur sempre un inizio.)

Ho un'ulteriore domanda: questo discorso del compenso prevede una sorta di "approvazione"?
Esempio: mi metto a scrivere un racconto ed arrivo a 400 paragrafi, lo mando e mi dicono: "Bravo, non va bene. Grazie comunque per aver partecipato". E finisce così.
Ci sono parametri da rispettare?
Non per farne un semplice discorso economico, ma volevo capire se/come verrà giudicato il lavoro.

SkarnTasKai ha scritto:

100 paragrafi per un buon room escape sono proprio pochi, rischia di uscirne un libro molto meccanico e in cui ti tocca dare la pappa pronta al lettore

Dovrebbe essere un prototipo da 100 paragrafi. Però a pensarci bene, se si crea una struttura a mappa, è possibile rivisitare i luoghi (cassetti, cassaforti, scrivanie) varie volte, sbloccando di volta in volta qualcosa di nuovo. Una specie di "Polizia" della Tattica Games.