Sollevi una questione a mio avviso molto interessante!
Sono d'accordo con te: curare il vivaio, se così si può dire, è essenziale in ogni settore. Purtroppo però non sono molto ottimista sul fatto che un hobby del genere si possa riaffermare tra le nuove generazioni: nel frattempo si sono sviluppate e diffuse nuove forme di intrattenimento molto competitive (videogiochi, app, e quant'altro), e non credo che il librogame, almeno quello classico con cui siamo cresciuti, abbia più molto spazio. Però la mia valutazione potrebbe essere pessimistica... Tienici dunque aggiornato sulle tue esperienze!
Chissà cosa ne pensano gli altri?

Mah.. Facciamo un distinzione:

1) Storie a Bivi
2) Librogame (con dadi o altro, punteggi, combattimenti)

Le storie a bivi sono sicuramente più adatte ai bambini, le scelte del lettore influenzano la storia, la quale in genere, ha più di un finale, caratteristica questa in gran parte assente nei librogame. Il librogame è, a mio avviso, un prodotto prettamente pre-adolescenziale (11-13 anni), questo non vuol dire che non possa appassionare anche un bambino di 9 anni o un ragazzo di 17. Il librogame inoltre, almeno quelli che abbiamo conosciuto noi, sono libri orientati verso un pubblico maschile, fa fede il fatto che ci si trovi quasi sempre ad interpretare eroi maschili.
Non esistono, secondo me, Librogame per adulti (a meno di non scrivere un Librogame a luci rosse!), e non è vero che i Librogame sono diventati "più maturi", semplicemente hanno un pubblico di adulti. Ma attenzione questo pubblico di adulti nella maggiornaza dei casi ha scoperto i Librogame da ragazzino e ci è rimasto affezionato. Ti faccio un esempio: è difficile trovare un 45enne che oggi cominicia a giocare a Risiko da zero, ma il 95% dei 45enni che giocano a Risiko ci giocavano anche da ragazzi. E' facile trovare una persona di 60anni che ascolta i Beatles perchè li ascoltava da giovane, ma trovami un uomo che a 60 anni scopre i Beatles da zero.
Il fatto che oggi ci sono adulti appassionati di Librogame non vuol dire che il prodotto sia diventato più "maturo".

Ma torniamo alle Storie a Bivi per bambini, per stimolare la fantasia proiettiva di tua figlia dovresti provare a fargli interpretare una storia non in prima persona. Che ne dici di un'avventura in cui il protagonista non è lei ma il suo orsetto Teddy? Che strada prenderebbe Teddy di fronte al bivio nel bosco? Questo sistema può essere utile anche nella gestione delle emozioni (in particolare della paura) perchè mettendoci Teddy di fronte alla strega cattiva la bambina si sentira meno coinvolta e meno spaventata.

Mah, Mimimmi, di questo abbiamo parlato, seppur brevemente, dal vivo e siamo generalmente d'accordo: anche per me il periodo in cui si godono al massimo i librogame è quello delle scuole medie, però non concordo su alcuni punti. Per esempio quello del sessantenne e i Beatles: il fatto è che ha scelto male il gruppo, è impossibile trovare un sessantenne che non li conosca, ma altrimenti sarebbe anche possibile farglieli apprezzare da zero (con tutti che io gli Scarafones non è che li ami poi tanto, eh...)
E per quanto riguarda la figlia di phantomfh: ha detto che va in terza elementare, non al terzo anno di materna...

Però, più generalmente ci sono due problemi distinti: uno è quello delle passioni che si acquisisco in gioventù e l'altro è quello di fenomeni legati a una specifica generazione e non ad altre.
Credo che siamo tutti d'accordo nel prevedere che tra 50 anni - posto che ci sia ancora la civiltà - i fumetti esisteranno ancora, per quanto incalzati da videogame e similia; mentre probabilmente i librogame no: ci saranno alcuni 80-90enni sopravvissuti che - malattie degenerative permettendo - se ne ricorderanno, e pochi 50-60enni (i nostri figli) che diranno "ah, erano una cosa che piaceva ai miei genitori, me ne avevano anche fatto leggere un paio".
La letteratura a bivi, in qualche forma, potrà sopravvivere di più, ma quello che sono convinto sia costretto a scomparire è proprio il nostro amato librogame con punteggi combattimenti e dadi.

177, tutta la vita (che mi rimane).

Sono abbastanza d'accordo con te, il mondo dei giochi ha delle regole strane. Alcuni giochi sopravvivono per generazioni, forse perchè sono troppo belli, posso affermare, per esempio, che il figlio di mio figlio giocherà ancora a "palla prigioniera" o con le biglie in spiaggia mentre pochi di noi da piccoli hanno giocato al giro di italia o a calcio con i tappi delle bottiglie (anche perchè avevamo già il subbuteo).
Questo discorso vale anche per i giochi da adulti, pensa cosa era il bridge per le signore degli anni 70-80, una vera e propria mania, adesso lo vedo abbastanza in declino. Poi c'è il gioco d'azzardo ma è tutta un'altra storia. Oggi con gli smartphone, ipad, ipod e tutto il resto sarà difficile salire su un treno e trovare un gruppo di adolescenti con un mazzo di carte che giocano a "Merda" sui sedili per passarsi il tempo..