Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia
Finalmente ho trovato il tempo di leggere il Corto.
Ho trovato il racconto confusionario, con una scrittura un po' troppo stringata e con qualche errore grammaticale di troppo. Decisamente inappropriate le molte frasi fra parentesi che uccidono la narrazione.
Ma il punto secondo me più debole è la mancanza di immedesimazione. In un librogame l'immedesimazione è tutto: il protagonista sei tu.
Faccio un singolo esempio per far capire cosa intendo.
Se al paragrafo 13 voglio seguire il bandito con l'elfa prigioniera è chiaro che io, lettore-protagonista, ho a cuore le sorti della fanciulla. Vengo rimandato al 9... e al 9 leggo che il protagonista manda al diavolo l'elfa. Ma come? A quella fanciulla ci tenevo, porca miseria! E l'immedesimazione è irrimediabilmente perduta.
Ho anche voluto controllare se per caso a quel paragrafo 9 si arrivi in un altro modo, e in quel caso poteva trattarsi di un errore di progettazione dei bivi, ma mi pare proprio che sia raggiungibile solo dal 13.
Non posso che dare un voto basso, anche se non da stroncatura completa.
Voto complessivo: 4,5
Chiudo con un bravo all'autore per averci provato, non è un incoraggiamento di circostanza. Non scoraggiarti e se te la senti provaci ancora in futuro, facendo tesoro dei suggerimenti ricevuti.
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phantomfh
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia
gabrieleud ha scritto:Adriano ha scritto:Dove intendi colpire l'elfa?
Scusa, ma perché mai mi dovrebbe essere data l'opzione di colpire l'elfa? E' entrata tutta tremante nella stanza, c'è anche il percorso in cui la liberiamo... a questo punto se ho capito di essere un vampiro la aggredisco, ma il testo non dovrebbe condurmi obbligatoriamente ad attaccarla. Tantomeno non me lo dovrebbe suggerire!
Hai ragione. Visto che c'erano altri dieci paragrafi da sfruttare si poteva introdurre quell'amore in qualche modo, oppure altre azioni.
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Adriano
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia
Non mi dilungherò troppo sui difetti, visto che se ne è largamente parlato; mi limiterò a sottolineare le cose che io trovo particolarmente gravi ed enumerare quelli che a mio dire sono i pregi. Secondo me il Corto non merita la stroncatura; d'altronde, poiché nessuno ci obbliga a scrivere Corti, essa servirebbe soltanto a incoraggiare l'abbandono, ma non c'è motivo di abbandonare un hobby innocente, finché ci dà piacere, quindi invito l'autore a non farsi abbattere e a prendere nota di quello che dicono gli utenti, se lo desidera, e continuare comunque a coltivare questa passione, tenendo a mente che le nostre sono al massimo ben ponderate opinioni. Esporsi al giudizio altrui richiede sempre un grande coraggio o una grande incoscienza, e io ammiro il primo e provo simpatia per la seconda; detto questo, per rispetto nei confronti degli altri concorrenti non potrò che essere ultrasincero!
1) Ci sono qualche sgrammaticatura e bruttura stilistica di troppo; siamo in ambito amatoriale, certo, però è la cura per il dettaglio a testimoniare la passione.
2) Un finale sbrigativo e confuso è come finire la cena della vita con una panna cotta andata a male. Ci rovinerà tutto, sonno compreso.
3) Quasi tutte le opzioni presentate sono fittizie; ogni velleità di incidere sulla trama è liquidata rapidamente (quasi con fastidio, come scrive Prodo), e siamo di fatto costretti a seguire lo svolgimento previsto dall'autore. Questo è per me di gran lunga il difetto più grave. Certo, il lettore va condotto verso un finale, ma permettendogli di tessere la sua storia, di sentirsi protagonista, di plasmare un proprio alter ego in base alle scelte fatte. Senza questi margini di libertà, non è un librogame.
Passiamo ora ai pregi o comunque ai «non difetti».
1) A me non dà fastidio che gli elementi di ambientazione siano appena accennati (l'ordalia del labirinto, per dire), anzi, ciò stuzzica la mia immaginazione; è vero che il rischio supercazzola è sempre in agguato, però, facendomi intuire un mondo più vasto, questi dettagli mi aiutano a non soffocare in una ambientazione troppo angusta, senza però sommergermi in spiegazioni prolisse. In ogni caso tira aria Warhammer o sbaglio?
2) L'essere samurai del personaggio rimane sul vago ma non mi pare venga mai contraddetto in modo clamoroso. Potrei sbagliarmi, ma nel bushido non mi risulta che si dica che il samurai deve astenersi dal sesso, e comunque la storia samurai è tanto vasta e variegata che ci rientra quasi di tutto.
3) Punto importante: l'illogicità di passaggi, ambienti, situazioni. Ragassi! Una volta capito che siamo in un sogno mi pare strano lamentarsene. Cavolo, in un sogno è normalissimo essere prima al chiuso poi all'aperto, aprire una porta e trovarsi catapultati in una situazione del tutto diversa, cambiare improvvisamente linea di azione e via dicendo.
4) Lo stile è carente, ma anche qui l'eccesso di dettagli mi avrebbe portato fuori strada, rompendo l'inganno ovattato tipico di quando si sogna. E, comunque, meglio stare su poca terra asciutta che annaspare in acque sporche!
5) C'è indubbiamente una punta di ironia in questa storia, che scorre avventurosa e lieve fino al finale, dove invece si fa cupa e contorta; pur notando i difetti, io l'ho letta con piacere, e i moventi oscuri e spesso contraddittori del protagonista hanno gettato fin da subito sugli eventi una vaga luce inquietante, instillandomi una punta di sospetto e facendomi presagire il finale.
6) Nel complesso di buone idee e intuizioni ce n'è, anche se implementate in modo incerto. Per dire, il lancio del legnetto è semplicemente mitico! Trasformare un fatto casuale in una decisione del lettore per me è geniale, e ho trovato molto evocativa la storia della fiaba ascoltata da bambino.
Insomma, non posso dare a questo corto la sufficienza, ma non mi sento di scendere molto in basso, semplicemente perché non ho mai provato il desiderio di interrompere la lettura né rimpiango di averlo letto; insomma, mi ha divertito, pur con i suoi difetti. Se l'autore vuol proseguire negli esperimenti di scrittura, mi unisco a gpet esortandolo a leggere, leggere, leggere! E anche scrivere, scrivere, scrivere!
VOTO 5.5
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Dario III
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia
Dario III ha scritto: Potrei sbagliarmi, ma nel bushido non mi risulta che si dica che il samurai deve astenersi dal sesso, e comunque la storia samurai è tanto vasta e variegata che ci rientra quasi di tutto.
Ma ci mancherebbe anche... il bushido è già abbastanza stronzo così com'è senza aggiunge questa ulteriore aberrazione.
Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.
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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia
Charles Petrie-Smith ha scritto:Dario III ha scritto: Potrei sbagliarmi, ma nel bushido non mi risulta che si dica che il samurai deve astenersi dal sesso, e comunque la storia samurai è tanto vasta e variegata che ci rientra quasi di tutto.
Ma ci mancherebbe anche... il bushido è già abbastanza stronzo così com'è senza aggiunge questa ulteriore aberrazione.
Concordo!!!
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Dario III
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia
Seven_Legion ha scritto:speriamo Gpet sia andato in vacanza...
gpet74 ha scritto:So di non essere incoraggiante, quindi vedrò di esserlo: ragazzo mio, peggio di così non può andare, quindi da ora in poi non potrai che migliorare.
Sarà per i nostri continui punzecchiamenti o per l'età che avanza, ma pare Gpet si sia ammorbidito un pochino... anticamente avrebbe spaccato la testa dell'autore contro un angolo acuto.
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monpracem
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Re: I Corti 2015 - La locanda nella nebbia
Secondo me l'autore ha provato a confezionare un Corto per il Concorso, sapendo bene di non averne il tempo e, forse, anche l'esperienza.
Il soggetto di per sé è anche interessante, ma andava senza dubbio approfondito di più.
Nel caso l'autore volesse rimettere le mani al racconto, dovrebbe partire proprio dallo spunto del passato del protagonista e ampliarlo per rendere più avvincente l'evoluzione del gioco e stimolarci a ripercorrere strade diverse per aggiungere un pezzettino di più alla storia del protagonista.
Il gioco è in sostanza inesistente, a parte qualche tiro di dado e scelte casuali. Bastava investire qualche ora di più per tirare fuori qualcosa di più originale.
Il tono della narrazione oscilla tra l'umoristico (scadendo in qualche occasione nel demenziale) e l'eroico. Mi sembra poco coerente in un racconto di 8 pagine e forse stonerebbe anche in un'opera più ampia.
Mi sforzo di trovare altri pregi, ma non ne trovo e ringrazio comunque l'autore di averci provato e di non aver proposto un Corto dal regolamento troppo corposo, che in questo periodo mi avrebbe addirittura scoraggiato a leggerlo.
Assegno, mio malgrado, un'insufficenza, con il voto di 5.
Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...
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babacampione
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Assassino della Grammatica
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