Cari amici, cari utenti, vi ringrazio tutti di cuore per i commenti e i voti! Ringrazio per i complimenti, che mi aiutano a sentirmi un bravo scrittore, ma soprattutto per le critiche, che mi aiutano a diventare un bravo scrittore.
Sono felice di avere conquistato il secondo posto, perché significa che ho ancora amplissimi margini di miglioramento. In realtà anche chi vince può ancora migliorare, ma dovevo mettere qualche frase ottimista, da motivatore.
Adesso passo a rispondervi uno per uno, chiarendo vari punti "oscuri", nei limiti delle mie possibilità. Mettetevi comodi con una bella bibita ghiacciata, perché sarà un post molto lungo.
Pronti, attenti, via!
Charles Petrie-Smith ha scritto:
Par 40: uno spezzatino è un piatto di carne in umido, non arrosto. Al massimo brasata (tecnica che prevede prima un breve arrostimento seguito dalla cottura in umido).
Mannaggia! Mi hai subito beccato! La mia vergogna è doppia, perché tra gli amici ho anche fama di essere una buona forchetta (pare costi meno vestirmi che sfamarmi).
Ma su questo mi ha bacchettato anche la mamma, dopo aver letto il racconto ("Ma per chi ho cucinato per tutti questi anni?").
Scusatemi ancora, correggerò in vista di una futura pubblicazione.
FinalFabbiX ha scritto:
Da segnalare un paio di leggerissimi difetti (alcuni refusi, l'uso di linguaggio scurrile quando poteva essere benissimo omesso, alcuni problemi con le path; ne è un esempio la parola Manciacani, di cui non si capisce il senso dato che è nella path opposta a quella in cui l'avevamo già sentita)
Il linguaggio scurrile lo ho usato per creare un forte distacco tra il tono usato dai Giovannini nella prima e nella seconda parte del racconto: passano dall'uso del "lei" con l'epiteto "signorina" a insulti e minacce. Anche Mary Ann non deve essere proprio un'educanda.
Sì, capisco l'obiezione. Però "manciacani" è una parola utilizzata comunemente per definire gli abitanti di Manduria (Wikipedia docet). Nel primo caso Piera si risente perché non è ancora in confidenza con Mary Ann, nel secondo caso lascia correre (anche perché ha altre preoccupazioni). Il mio errore è stato sicuramente dare per scontato che questo soprannome fosse di pubblico dominio, cosa che ovviamente non è.
FinalFabbiX ha scritto:
Da segnalare un paio di leggerissimi difetti (alcuni refusi, l'uso di linguaggio scurrile quando poteva essere benissimo omesso, alcuni problemi con le path; ne è un esempio la parola Manciacani, di cui non si capisce il senso dato che è nella path opposta a quella in cui l'avevamo già sentita)
Capisco la critica, ma il combattimento era proprio l'ultima cosa che volevo inserire in questo racconto. Piera è una ragazzina di ventitré anni ed è pure di corporatura minuta. Non è pensabile che possa affrontare due uomini ben oltre il quintale, armata di un semplice coltello; ricordiamo che anche loro hanno una mannaia e una pistola di ordinanza. Un agguato a sangue freddo, poi, è ancora meno plausibile, per come immagino la "mia" Piera.
In realtà, a voler essere pignoli, al 12 il Forestale si becca una coltellata di striscio (ho volutamente evitato di specificare quanto sia grave il colpo) e al 32 Palmiro viene steso, sia pure per pochi secondi.
Le scene di azione le riservo a Armand che al 14, benché ferito, tiene testa per un po' ai due fratelli e a Mary-Ann che si sacrifica eroicamente al 36. In questo caso, però, si tratta di due giovani fisicamente prestanti (si vedano le rispettive descrizioni) e quindi ci si aspetta che sappiano difendersi.
FinalFabbiX ha scritto:
Questa e altre scelte (come l'istant death se non svoltiamo a bordo della vespa) mi fanno parecchio arrabbiare, perchè si nota la volontà dell'autore di mantenersi sempre sui binari, mentre invece finali totalmente diversi, raggiungibili solo attraverso determinate scelte, avrebbero fatto respirare di più quest'opera.
ù
Più che altro si nota la mancanza di paragrafi. Ho dovuto accorciare la scena dell'inseguimento perché dovevo conservare qualche spazio per il gran finale. A mia (parziale) discolpa posso solo dire che c'è una logica di fondo: una Vespa, per quanto truccata, non può distanziare una Campagnola su una strada sterrata, da qui la necessità di svoltare bruscamente per sfruttare la nebbia.
Purtroppo, come giustamente fai notare, "dovevo" portare Piera alla tomba della Sig.ra Giovannini (buonanima) e non avrei saputo come fare, se la avessi fatta fuggire nei boschi del Mugello.
Hieronymus ha scritto:
Ad ogni modo, il vero motivo per cui non mi fa dire che questo è il miglior corto di tutti è l'aspetto ludico. Un librogioco, lo dice la parola stessa, è sia un libro che un gioco. La parte ludica qui non è assente del tutto, ma quasi. Il regolamento prevede solo parole d'ordine ed equipaggiamenti. Io le considero annotazioni, non regolamento. Da questo punto di vista questo corto lo considero più un "Scegli la tua avventura" che un librogame.
In un librogame io mi aspetto un regolamento dove oltre all'aspetto strategico si dia risalto anche alla casualità, quella che ti lascia col fiato sospeso sino all'ultimo paragrafo.
Hieronymus, Matteo, alla luce di quanto scrivi il tuo voto è ben motivato e fin troppo generoso. Il punto è che la semplicità nel regolamento era il mio scopo. Il LibroNostro che sto rivedendo ora ha il meccanismo di Realtà Virtuale che, come tu mi insegni, non è certo l'apice della complessità.
È che ho visto troppe partite "perfette" rovinate all'ultimo da un lancio di dadi sfortunato; per me il "fiato sospeso" deve essere causato solo dall'ansia nel fare una scelta.
Hieronymus ha scritto:
Ad ogni modo non sto dicendo che questo corto sia una ciofeca. Anzi, l'autore ha fatto un bel lavoro. Per me dovrebbe però puntare a un "lungo" che non sia un librogioco, ma un vero romanzo thriller. Per me ne verrebbe fuori qualcosa di molto gradevole.
Hai fatto centro, campione! Sto scrivendo un thriller che...
Ne riparliamo, ok?
babacampione ha scritto:
La stringatezza del regolamento e della variabile aleatoria sono elementi che mi piacciono, dal momento che la moltiplicazione delle scelte è così elevata da rendere superfluo il tiro di dado, così come complicati inventari e combattimenti improbabili, che davvero stonerebbero in questo contesto.
Baba, si vede che abbiamo collaborato in questi anni!
babacampione ha scritto:
Dal punto di vista del gioco, le scelte mi sembrano tutte più che logiche e ben incastrate tra di loro, a eccezione di qualche passaggio un po' forzato e del collegamento dal par. 50 all'Epilogo.
Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa!
Il 50 è un finale "agrodolce" che non conduce all'Epilogo. Ti chiedo scusa e vedrò di correggere in futuro.
babacampione ha scritto:
Mancherebbe una frase per togliere qualche perplessità, ma il peccato è veniale, così come la presenza di qualche incongruenza (gli zoccoli che diventano sandali e lo spezzatino-arrosto) e di un paio di refusi (concentrati entrambi in un'unica frase, che mi fanno intuire che sia stata aggiunta poco prima di consegnare il Corto, mancando quindi nel necessario controllo ortografico).
Ecco, appunto: chiarirò tutto.
Per lo spezzatino chiedo di nuovo perdono, col capo cosparso di cenere sugo. Idem per gli zocco-sandali magici, anche se ho la scusante di non essere un esperto modaiolo. Qual è la frase con i refusi, aggiunta all'ultimo? C'è in effetti un paragrafo aggiunto "al volo" (il 37): è quello?
Charles Petrie-Smith ha scritto:
Ma maledizione! Ha ripreso a sloggarmi e quindi perdo gli interventi.
Copiaincolla e passa la paura!
Charles Petrie-Smith ha scritto:
Non ho intenzione di riscrivere tutto, ma il punto è che mi lascia un po' perplessa la protagonista: a mio avviso le donne meridionali che andavano a fare l'università fuori sede nel 1966 erano ancora una rarità assoluta.
Prima di leggere le date, dalla descrizione del ménage tra Piera e la coinquilina ho immaginato il tutto tra i 5 e i 10 anni dopo.
A mio avviso sarebbe bastato spostare tutto di 3 anni in avanti, con il fatidico '68 che si svolge durante l'ultimo anno di liceo di Piera, e la situazione avrebbe avuto una maggiore verisimiglianza.
Questa volta i miei genitori (rispettivamente classe '49 e '52) smentiscono il tuo dubbio. A Firenze, anche prima del '68, gli studenti meridionali non erano rarissimi. Ovviamente sia mio padre che mia madre hanno fatto l'università (Matematica e Giurisprudenza), quindi parlano a ragion veduta.
Dario III ha scritto:
La confusione arrosto/spezzatino invece mi ha profondamente turbato... Ma insomma!!!
Un altro commento su questo e divento vegano!
Anima di Lupo ha scritto:
L'autore di Legami di sangue è senza dubbio il miglior scrittore del Concorso 2015.
Non solo è preciso e articolato (ho trovato un solo refuso nell'introduzione, finestre/festre) ma è soprattutto bravo nel mostrare cosa sta accadendo, con una emotività degna di un professionista.
Sembra di vedere gli eventi narrati attraverso una telecamera, sopra le teste dei personaggi.
Davvero un gradino sopra tutti e un punto di riferimento per me nelle prossime opere.
Non sbagli e non mi offendi, perché io (come ho già accennato sopra) coltivo da sempre il sogno di dedicarmi alla narrativa "di genere".
Grazie per avere giocato!
Charles Petrie-Smith ha scritto:
poi la macchina, nonostante la foratura la trovavo in giro lo stesso...
Anima di Lupo ha scritto:
Anch'io ho notato la macchina indistruttibile che come Terminator non si ferma nemmeno fondendola...
Teniamo conto che si tratta pur sempre di un veicolo a trazione integrale (e che Piera è a piedi e scalza).
Charles Petrie-Smith ha scritto:
A parte il fatto che non si capisce che tipo di finale configuri: sei nelle mani della polizia, non del pazzo, anche se all'inizio non crederanno alla tua storia difficilmente il Forestale riuscirà a far sparire tutto prima che delle indagini confermino le tue parole; quindi, anche se si sente impunibile in quanto appartenente a un corpo dello Stato, ha ben poco senso il secondo fratello Giovannini si comporti in quel modo.
È un finale "agrodolce" perché le prove sono contro Piera: alla guida di un mezzo rubato e carica di Marijuana. Il Forestale, per quanto ne sappiamo, potrebbe anche essere d'accordo con i due Carabinieri. Oppure è solo un grosso idiota, visto che il "cervello" del duo era chiaramente Palmiro (pace all'anima sua) e starebbe agendo solo per ripicca. Lascio al lettore il gusto di decidere.
Charles Petrie-Smith ha scritto:
Però, a parte questo, ci sono due inesattezze storiche: tu che dici agli agenti "so di essere senza casco", quando all'epoca il casco NON era obbligatorio e quasi nessuno lo usava per andare in vespa. E poi l'atteggiamento dei poliziotti quando scoprono la marijuana: siamo infatti prima della legge Cossiga del 1975, e non credo - anche se non sono sicurissimo - che il possesso di cannabinoidi costituisse reato all'epoca.
Quella del casco è una gravissima inesattezza storica (l'obbligo sarà introdotto solo nel 1986) e qui non ho scuse. Mi sono documentato su tantissimi dettagli degli anni '70 e questo lo ho proprio ignorato. Certo, in vita mia non ho mai guidato un ciclomotore, ma come scusa non regge.
Sulla droga non sono sicuro. Ho chiesto ad alcuni coetanei di Piera e mi hanno spiegato che, a quanto ricordano loro, le leggi erano ancora più severe perché non era previsto il concetto di "modica quantità per uso personale". Comunque dubito fortemente che la gente andasse in giro con sacchetti di erba senza problemi, dai.
Boole ha scritto:
Quello che non mi è piaciuta è proprio la storia, non mi piace il crossover tra "mondo reale" e "eventi fantastici", quindi tutta la parte sugli incubi che si rivelano reali e sulla tomba della mamma con tanto di spettro mi fanno abbastanza storcere la bocca. Oltretutto, se personalmente avessi sognato una locanda in cui mi accoglie un buzzurro con una mannaia l'ultima cosa che farei sarebbe andare a passarci la notte indifeso...ma magari negli anni '60 usava così...
Purtroppo il bando di quest'anno imponeva anche non meglio definiti "elementi fantastici", quindi ho dovuto mettere i sogni premonitori. Forse avrei potuto risparmiarmi lo spettro, ma anche lì si tratta di un evento tra sonno e veglia.
Pirata delle Alpi ha scritto:
Un domanda mi è venuta in mente e volevo la vostra opinione: secondo voi, la scelta dell'anno in cui si svolge l'azione è casuale o possiamo pensare alla serie di omicidi del Mostro di Firenze? mi ricordo che questi omicidi risalgono alla fine degli anni 60 e l'inizio degli anni 70 ma non sono sicuro.
Onestamente non pensavo ai Compagni di Merende mentre scrivevo, ma è possibile (anzi probabile) che io sia stato influenzato a livello inconscio durante la stesura. Dopo tutto il processo a Pietro Pacciani ebbe luogo mentre andavo alle medie (sono del 1984) e ricordo che ne parlavamo in classe.
Anzi, ora che ci penso, anche qui abbiamo tre personaggi che richiamano quelli della realtà: il delinquente violento che sa assumere una facciata bonaria (Pacciani/Palmiro), l'energumeno ottuso (Lotti/Forestale) e il vecchio burbero apparentemente inoffensivo (Vanni/Stefano). Mi sa che il nostro Pirata delle Alpi ha fatto centro!
Pirata delle Alpi ha scritto:
Un' unica cosa mi è dispiaciuta: non si sa niente di questa "madre" né dei suoi figlioli così simpatici (ironia...) l'autore avrebbe dovuto includere quest'elemento.
Hai ragione.
Avrei voluto dilungarmi in merito, magari inserendo qualcosa in appendice. Purtroppo Piera non ha tempo materiale (né mezzi) per indagare sulla signora. In una prima bozza, la Vedova Giovannini era stata addirittura linciata dagli abitanti del paese, ma poi ho abbandonato l'idea perché era eccessiva. Possiamo immaginare che fosse una sorta di Leonarda Cianciullio (la "Saponificatrice di Correggio") e anche qui saranno i lettori a scegliere una storia.
Aloona ha scritto:
innanzitutto, non mi è chiaro perché questi decidano di fare 'sta strage proprio stavolta, quando (a giudicare dalla foto e dall'annuncio) altri visitatori sono usciti indenni in altre occasioni. Avrei capito qualcosa alla "Non aprite quella porta", dove a sparire è chiunque si avvicina... però, però, mi sono detta, la foto potrebbe essere un falso ad arte, messo come esca, quindi ci può stare e lascio in sospeso la questione. Mi è poi piaciuta molto la connivenza del fratello Forestale, mi ha ricordato la scena iniziale del celebre racconto di Matheson "I figli di Noè".
Diciamo che loro ammazzano quando vogliono. Se ci pensi bene, Mary-Ann e Armand sono chiaramente "di passaggio" e Piera è a propria volta forestiera.
Non avevo pensato alla foto messa come esca, ma semplicemente come testimonianza di un soggiorno più "fortunato". Se ci pensi, Giovannini non può ammazzare un gruppo di ragazzi che, probabilmente si presentano come studenti in gita organizzata.
Non ho letto Matheson, mi spiace. Però c'è sempre lo Sceriffo Hoyt (Robert Lee Ermey) di "Non aprite quella porta" (il remake di Nispel), da te giustamente citato.
Aloona ha scritto:
L'altra vera perplessità ce l'ho nell'apparizione di Madre: fino a quel momento Piera ha solo sogni premonitori, ora ci troviamo di fronte a un vero fantasma, ma soprattutto... perché ammazza il figlio e sembra quasi congratularsi con lei prima di scomparire, se i figli agiscono in nome della madre, quasi come esigesse un tributo di sangue?
Lo dice il figlio stesso che "ancora lo guida". Avrebbe quindi dovuto rivoltarsi contro di noi o magari distruggere il ciondolo avrebbe solo dovuto annientarla, ma...
Non è che lo ammazzi, se lo hai pensato è un errore mio. Può essere solo che lo porti via con sé, finalmente riuniti. O magari il sorriso è una sorta di "onore delle armi" a un'altra donna. Ci sta che la scena al 15 venga corretta in futuro.
Aloona ha scritto:
... c'è un nesso tra i ragazzi della foto e lo spezzatino?
Ti assicuro che non era nelle mie intenzioni infilare anche il cannibalismo.
Charles Petrie-Smith ha scritto:
Piera è un nome bruttissimo, e proprio per questo è perfetto.
Aloona ha scritto:
Sul fatto del nome, non sono d'accordo: le protagoniste degli horror hanno sempre nomi fighissimi o molto evocativi: roba come Eather, Rachel, Kimberly... modestamente, negli horror è anche molto quotato Laura (crepano quasi sempre). Certo che siamo in Italia qui, ma di nomi migliori ce ne abbiamo... ora, non vorrei star facendo una gaffe, che magari Piera è il nome della ragazza dell'autore o della sorella e via dicendo, quindi chiedo scusa a prescindere. Sono gusti del tutto personali, se può consolare ho odiato anche Lodovica. Oh... e poi non sono IO che la faccio crepare ad accettate, in fondo.
Dimentichi Jennifer.
Piera esiste e ne parlerò dopo.
Charles Petrie-Smith ha scritto:
Va beh, ormai ho esplorato tutto il corto, dovrei scrivere valutazione e voto... ma mi è presa una fiacchezza tremenda.
Sarà il clima di sbaraccamento; sarà che purtroppo quasi sicuramente NON risulterà primo (pur essendo MOLTO meglio della Triade, non è che più lavoro voglia sempre dire risultato migliore); sarà che in realtà delle magagne ce le ha; sarà che sono stufo di analizzare e motivare, sta di fatto che l'idea di farlo mi strema.
Meno male che poi ci hai ripensato!
ulnar primo ha scritto:
Forse sarò io tardo di mente ma ho dovuto leggere il paragrafo 14 tre volte per capire bene il parapiglia che viene delineato.
E pensare che io ero fiero della scena di azione!
ulnar primo ha scritto:
Poi non ho capito una cosa sul medaglione: da qualche parte è scritto che se lo distruggiamo può aiutarci contro Palmiro oppure la scelta di distruggerlo ci viene data come forzatura per arrivare alla fine della storia?
Lo chiedo perché se io mi trovassi rincorso da uno con la mannaia l’ultima cosa a cui penserei sarebbe quella di spaccare un medaglione. Ma ripeto, forse mi è sfuggito qualcosa, se così fosse ditemelo e il mio voto si alzerà.
Non è scritto da nessuna parte, ma il lettore potrebbe capire che c'è un forte legame tra Palmiro e la tomba della madre (qualcosa tipo "Psycho" o "Venerdì 13").
ulnar primo ha scritto:
Piuttosto mi ha infastidito la faccenda delle ascelle del forestale. Dircelo una volta che puzzano va bene, ma ripetercelo a più riprese lo ho trovato fastidioso. Inizio a sospettare che l’autore sia un’autrice che ha avuto un ex che non si lavava mai le ascelle. Cosa molto probabile.
E dove sarebbe questa ripetizione? Io ho indicato la scarsa igiene dell'agente solo al 25.
Prodo ha scritto:
(ma siamo sicuri poi che la fanciulla sia davvero fittizia? E se la narrazione si basasse su un racconto un po' noir, ovviamente estremizzato, fatto da qualche parente, per esempio la madre dell'autore?).
Piera esiste, come accennavo. Seguiranno chiarimenti.
Prodo ha scritto:
Di contro il comparto interattivo è forse troppo ridotto: oltre ai 25 paragrafi privi di scelta citati in un precedente commento, ce ne sono altri in cui i bivi sono solo teorici (per esempio tutti quelli intorno alla croce della madre defunta: in realtà in questa fase la strada percorribile è una sola, e le altre opzioni ci conducono dritti alla tomba).
Questa rigidità strutturale è compensata in parte dalla possibilità di raggiungere l'epilogo migliore anche perdendosi oggetti o parole chiave per strada: si è deciso di rinunciare al true path ed è stata una scelta saggia, perché l'approccio selezionato non solo aumenta la rigiocabilità del corto garantendo molti percorsi diversificati, ma evita il sopraggiungere della noia e della frustrazione.
Esatto: il 37 e il 32 sono stati aggiunti proprio per evitare l'odioso (almeno secondo me) true path.
Prodo ha scritto:
Una cosa che mi ha infastidito è il finale alternativo: procurarsi un oggetto aggiuntivo (le chiavi della vespa) e avere la capacità di conquistare la fiducia della nostra conterranea Mary Ann (quindi riuscire a portare a termine un percorso più complesso e ostico) ci propone un bivio ulteriore in cui, se incappiamo in una scelta errata, perdiamo la possibilità di imporci a un passo dal traguardo migliore. Mi è sembrata una decisione un po' cattiva e forse gratuita, anche se ho apprezzato molto la presenza di un doppio epilogo.
Magari avrei invertito le evoluzioni, premiando quella che comporta un passaggio in più e abbinandola alla conclusione maggiormente soddisfacente.
È vero, ma volevo piazzare un "trappolone" per il lettore abituato ai librigioco "classici".
Prodo ha scritto:
Piera ha solo 1000 lire in tasca e non può fare colazione, ma 1000 lire nel '70 avevano un potere di acquisto pari a circa 20 euro odierni
Una ricerchina in merito la avevo fatta, è che mi sono spiegato male. Piera ha 1000£ e potrebbe benissimo permettersi colazione e pranzo, ma deve risparmiare perché ha un budget limitato. Non ho specificato che i soldi sarebberp dovuti bastare ancora per N giorni.
Prodo ha scritto:
possibile che nel 1966, prima del 68, fosse così facile e naturale per delle ragazze del sud andare a fare l'università fuori sede e vivere da sole?
Abbastanza, almeno a Firenze. O almeno lo dicono Babbo & Mamma.
Prodo ha scritto:
la tematica del posto quieto e ameno che ha molto da nascondere, e sotto le cui pieghe di apparente tranquillità cela l'orrore, è resa davvero bene e strizza l'occhio ad alcuni registi nostrani che hanno reso grande il genere (Bava, Fulci, Argento e anche l'Avati de La casa dalle finestre che ridono).
Sono tutti registi che adoro.
phantom ha scritto:
Il prologo invece secondo me è troppo lungo e andrebbe snellito, questo ha un po' influito sul mio voto.
Il "problema" è che amo scrivere e, avendo tanti caratteri a disposizione...
Sabretooth ha scritto:
PS2
dal paragrafo 50 NON si va all'epilogo.. anche se forse doveva essere un po' più chiaro..
Correggerò.
Sabretooth ha scritto:
PS3.. ma se sulla corriera sale il vecchio rincitrullito, chi o cosa pestiamo a piedi scalzi in cucina??? O_o
Stefano non sale sulla SITA. Non è presente al massacro perché, dopo cena, torna a Vaglia. Se ti riferisci al 28, pestiamo qualsiasi schifezza appiccicosa che si possa trovare in cucina.
Dario III ha scritto:
infine, scusate, il tedesco di Armand, non esente da refusi (schon per schön) e soprattutto continuamente incerto tra maiuscolo e minuscolo (avrei accettato se fosse stato tutto minuscolo, ma così no)... Può sembrare una stupidaggine ma, dal momento che non ce lo prescrive il dottore di usare il tedesco in un Corto, se si decide di farlo un po' più di cura ci sta.
E qui mi scuso nuovamente, come uomo di origini austriache e come studente di questa bellissima lingua: ho voluto strafare e ho toppato.
Ma come mai parli di maiuscolo e minuscolo? In maiuscolo dovrebbero esserci i sostantivi che possono essere preceduti da articolo. Forse fai riferimento al corsivo, che ho usato per quando Armand parla la propria lingua.
EGO ha scritto:
L’introduzione mi ha già detto chi è Piera, che si chiama così, che cosa fa, e che io lettore “sono Piera” in questo racconto. L’unica aggiunta è la sua data di nascita e l’anno in cui si svolge la vicenda; informazioni che, in qualche modo, si potevano fornire nell’introduzione stessa. Magari accennando che da poco Piera ha compiuto, o che di lì a poco compirà, ventiquattro anni. Magari mettendo una data di luglio 1970 su uno dei documenti della bacheca universitaria, o su un giornale osservato di sfuggita.
Non era nemmeno necessario introdurre Piera come “una che fa sogni premonitori”. Penso anzi che il racconto avrebbe potuto guadagnarci in tensione, se quello non fosse “uno dei sogni premonitori di Piera”, ma un sogno qualsiasi che però comincia ad avere riscontri nella realtà, e su cui Piera vuole vederci più chiaro.
Nel “regolamento” c’è anche il solito “spieghino” su che tipo di racconto si tratta; peccato che poi si specifichi che non ci saranno poteri magici o punteggi numerici. Prima parti dal presupposto che il lettore possa non sapere con che cosa ha a che fare, e poi ti rivolgi a un altro tipo di lettore, quasi a scusarti con i fanatici del librogame classico. Questa imbarazzata ambiguità è una crosta che molti di noi continuano a portarsi dietro. Dovremmo seriamente sbarazzarcene. Lasciamo che il lettore meno “scafato” capisca da solo come funziona il testo: ne è capace. Da bambini aveste bisogno che vi spiegassero che se il testo dice “vai al 47”, non devi continuare a leggere sotto, ma recarti al paragrafo che inizia col numero 47? Io no, certamente. E se ci arrivava un bambino degli anni Ottanta, ci può arrivare chiunque. Lasciamo a Chiunque il piacere della scoperta, che tanto difficile non è. E non sentiamoci in dovere di giustificarci con chi invece giudica i racconti su LGL: se non gli piace l’assenza di regolamenti complessi, non è un problema di chi scrive. Scriviamo quello che vogliamo scrivere, non quello che qualcun altro vuole leggere (che poi si scopre che neanche loro sanno bene quel che vogliono leggere).
Hai ragione: mi sono fatto influenzare dal bando, con la solita raccomandazione di avere un regolamento fruibile da un generico lettore e ho fatto un pastrocchio.
Nella prossima stesura il Regolamento sarà all'inizio e ancora più stringato.
EGO ha scritto:
- il paragrafo 14, di una forza espressiva impressionante per la media di questi racconti;
Piace molto anche a me, eppure qualcuno non lo ha apprezzato.
EGO ha scritto:
Raccontato bene, eccetto che le maiuscole per i nomi dei mesi e delle stagioni mi stonano.
Mi sono fatto influenzare dalla lingua tedesca.
EGO ha scritto:
Altro bonus, forse più importante, è che probabilmente è dedicato ad una Piera in carne e ossa.
Questo è il più bel complimento che tu mi potessi fare!
Adriano ha scritto:
Personalmente quel che mi scoraggia di più in questo genere di racconti è la lunghezza delle parti parlate: paragrafi lunghi e pieni di dialoghi non è che non li apprezzo, è che non li gradisco in un racconto-game.
Io ho sempre paura di stare scrivendo troppo poco!
Jhongalli ha scritto:
-auto con ruota bucata: se foriamo la gomma dopo scappiamo a piedi, al buio e con scarpe inadatte, i due fratelli hanno chiaramente avuto il tempo di cambiarla e raggiungerci. La foratura ci fa solo guadagnare tempo.
Questa è una delle interpretazioni possibili. Oppure, come ipotizzato sopra, una 4X4 può procedere lo stesso a velocità moderata.
Al mattino comunque, il Forestale ha trovato il tempo di cambiare la ruota, con o senza l'aiuto del fratello.
Mornon ha scritto:
Non so se il racconto potrebbe essere allungato senza snaturarlo. Anzi, direi di no. Però sfrutterei l'occasione dell'eventuale pubblicazione per aggiungere alcuni passaggi interni nella storia e rendere tutto più interattivo.
È anche il mio timore. Una vicenda come questa è adatta alla cinquantina di paragrafi. Potrei aggiungerne alcuni, ma sarebbe faticoso e rischierei di spezzare l'equilibrio.
Mornon ha scritto:
Magari si possono anche equiparare Oggetti e Codici e annullare anche la scheda:
"Tieni a mente di aver incontrato Mary-Ann"
"Tieni a mente di aver preso il Coltello"
... qualcosa del genere...
In questo modo si può accorpare il breve regolamento nel prologo e passare direttamente al gioco, in maniera più fluida.
Questo mi pare un po' drastico, poi davvero è uno SLTA. Un minimo di regolamento lo lascio volentieri.
Heimdall di Bifrost ha scritto:
vi è, ad esempio, qualche diramazione in cui la protagonista conosce i nomi degli altri ragazzi senza che questi si siano presentati
Eh no, caro Heimdall, questa volta no.
Il 40, che è un checkpoint, ha proprio lo scambio in cui Mary-Ann e Armand si chiamano per nome. È una scena un po' forzata,ma la ho dovuta inserire proprio per giustificare il fatto che Piera conosca i nomi dei due sfortunati viaggiatori.
Heimdall di Bifrost ha scritto:
nel 1970 non avrebbero mai usato il termine “fotocopiato”, perché non esisteva ancora: quella era l’epoca del “ciclostile”
E qui invece mi cogli in fallo!
Heimdall di Bifrost ha scritto:
Il vero plus del racconto è nell’accuratissima geografia fiorentina, nella minuziosa descrizione del viaggio coi mezzi pubblici locali
Eh, si vede che giocavo "in casa"!
Heimdall di Bifrost ha scritto:
Ben riusciti i due giovani coprotagonisti: lo studente straniero e la ragazza hippy. Su quest’ultima in particolare sarebbe stato facile scivolare cadendo nei più triti luoghi comuni: l’autore invece ci traccia uno squisito ritratto di questa ragazza del sud, emancipata e curiosa senza essere caricaturale, tanto da far quasi pensare che possa nascondere in filigrana una persona reale, così come peraltro la nostra Piera, protagonista del racconto, vera e presente in carne ossa quanto nessun altro personaggio io abbia trovato nei corti in gara quest’anno, tanto che sono curioso di sapere direttamente dall’autore se questa intuizione corrisponda al vero.
Come accennato, Piera esiste. Anche Armand e Mary-Ann sono ispirati a persone reali, chiaramente calate nel 1970.
Apologeta ha scritto:
"Legami di sangue" è un esempio di bella scrittura per tutti gli autori di Corti. Dalla lettura di questo racconto tutti abbiamo da imparare: ecco uno stile che scorre liscio, permettendo un'immersione totale nella storia. Termini precisi, punteggiatura corretta, nessuna frase inutilmente contorta. Gli avvenimenti sono perfettamente mostrati e il punto di vista è ben gestito, caratteristiche vincenti che - ahimè - mancano troppo spesso anche nella narrativa "commerciale" che si trova in giro. Ecco il piacere della lettura: chapeau.
Sappiamo entrambi che ho avuto dei buoni maestri: uno sei tu.
Apologeta ha scritto:
Con uno stile così ben rifinito, è piacevole per noi bastardi editor concentrarsi sui pochi dettagli da correggere: i troppi refusi (accidenti, autore, stampa e rileggi!), la ruota "frontale" anziché "anteriore", l'uomo che "tira su col naso" poi parla "con voce nasale", il capoverso dell'introduzione dove abbiamo, in 4 righe, 4 "finestre" - anzi, 3 "finestre" e 1 "festre". Poi, prendiamo il periodo "è così alto che non gli arrivi alla spalla, [il libro che stava leggendo è una guida turistica] e ha la pelle più chiara della tua": autore, separa la descrizione fisica dal resto. È meglio se sposti l'inciso [] alla fine, è più lineare.
Provvederò senza dubbio.
Apologeta ha scritto:
Altri dettagli che mi piacciono ma che non pesano ovviamente sul voto: la giustificazione corretta, la mitica È accentata, i tre asterischi per separare il testo. Ti mancano solo le virgolette « » poi ci siamo.
Piano piano mi stai forgiando.
Apologeta ha scritto:
però mi è mancato qualcosa. Forse per scelta dell'autore, non sono riuscito a comprendere a sufficienza le motivazioni che stanno dietro queste stragi. Mi sarebbe piaciuto tagliare qualcosa per fare spazio alla figura inquietante della madre morta: che so, riferimenti nascosti in diversi paragrafi a questa signora Bates. In questo modo, lo "scontro" finale avrebbe assunto ancora maggior pathos.
Diciamo che è stata una scelta forzata, in quanto non riuscivo a infilare lo "spiegone" in maniera plausibile. Ho quindi cercato di far capire la cosa in maniera allusiva.
Mornon ha scritto:
Anzi, vedo nell'Agenda di Piera e nell'Equipaggiamento solo una concessione agli aficionados, più che una reale utilità: perché non utilizzare unicamente le parole d'ordine? Trovi un coltellaccio? Segna il codice MiracleBlade. Hai le chiavi della Vespa? Segna il codice VacanzeRomane. Più pulito ed elegante, ugualmente funzionale per il gioco.
Ecco, questa soluzione potrebbe essere un buon compromesso rispetto a quella "mnemonica" suggerita da Mornon e alla situazione attuale.
Mornon ha scritto:
E basta tabelle in word, per favore! Non le posso più vedere!
Se ti consola, fanno schifo anche a me. È che, con poco tempo a disposizione, non sapevo come fare.
Mornon ha scritto:
Ah, una cosa che mi ha fatto davvero storcere il naso: bruttissimo infilare nel regolamento i due paragrafi dedicati a Piera. Non ce n'era alcuna necessità, sono tutte informazioni facilmente reperibili dall'introduzione.
Come già detto a EGO, provvederò senz'altro a riformulare Introduzione e Regolamento.
Signori, vi ringrazio per avermi letto fino a questo punto. Chiedo scusa se ho tralasciato qualcuno, ma davvero sono qui da due ore e le mie facoltà possono essere un po' ottuse.
È stato per me un onore e un piacere partecipare a questo concorso e farò tesoro di tutti i vostri consigli.
Più tardi (entro domani) vi elargirò anche un post "making of" che spiegherà le origini di questo racconto e svelerà il mistero sull'identità di Piera.
Grazie ancora e arrivederci!
"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"