Re: I Corti 2015 - Legami di sangue
Sabretooth ha scritto:(e zoccoli o sandali.. raga.. ma non sono fondamentalmente la stessa cosa? "ciabatte" con una sola striscia sul collo del piede, lasciano le dita e i talloni scoperti)
Beh no, immagino che questi siano quegli enormi zoccoli di legno che andavano in quegli anni, e che difficilmente mi sentirei di assimilare a sandali. Per altro spesso le dita non erano scoperte, in quei modelli. Detto ciò è indubbio che siano efficaci nel rendere più disperata la situazione (ho maledetto Piera già nel prologo, quando li ha presi).
Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.
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Re: I Corti 2015 - Legami di sangue
Pur avendo apprezzato le varie sperimentazioni, ho atteso per tutta la durata del concorso un Corto che fosse classico e tradizionale nella struttura, ma ottimamente concepito e perfettamente realizzato; questo è forse quello che gli si avvicina di più: avvincente nella trama, pulito ed efficace nello stile. Un horror classico ben declinato, con tutti i pregi e tutti i difetti del genere, e direi che, se ho inteso correttamente le intenzioni dell'autore, ci stanno gli uni e gli altri. Bravo dunque!
Purtroppo però, neppure questo Corto riesce per me a superare la «barriera dell'8» (cosa che, debbo dire, capita molto, molto di rado). C'è infatti qua e là qualche imprecisione (un paio di refusi iniziali, zoccoli, sandali, spezzatini e arrosti, per intenderci) e qualche fattore di ambientazione che non mi ha convinto del tutto, ma non sono questi gli elementi a contrarre il voto, quanto piuttosto: la tendenza alla prolissità e alla «narratività» (in un librogame preferisco essere chiamato a decidere più spesso e in maniera più incisiva, anche se ho apprezzato che, nel finale, si tendesse a premiare le scelte accorte); la presenza di alcune incongruità (per esempio, ho scoperto con sorpresa di sapere che Mary-Ann è pugliese come me; l'informazione viene data in un percorso che non era quello che avevo seguito alla prima lettura); infine, scusate, il tedesco di Armand, non esente da refusi (schon per schön) e soprattutto continuamente incerto tra maiuscolo e minuscolo (avrei accettato se fosse stato tutto minuscolo, ma così no)... Può sembrare una stupidaggine ma, dal momento che non ce lo prescrive il dottore di usare il tedesco in un Corto, se si decide di farlo un po' più di cura ci sta.
Tirando le somme: un'ottima prova, che mi ha catturato, specie nel finale, costringendomi a ponderare con estrema attenzione ogni scelta, più di quanto non faccia in genere leggendo un librogame, e penso che questo la dica lunga sull'efficacia dello stile e la vivacità della trama. Un po' più di attenzione ai dettagli e qualche concessione in più al gioco l'avrebbero sparato nell'empireo. In breve,
VOTO 8
PS: sinceri auguri all'autore!
PPS: ero io ad aver sbagliato anno, ma dopo l'intervento di Charles mi ero ravveduto!
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Re: I Corti 2015 - Legami di sangue
E quest'anno abbiamo scoperto i temi su cui LGL discute più accanitamente:
1) la patata
2) lo spezzatino (con patate)
3) le zoccole (di legno)
Ma passiamo alla critica settimanale.
Mi sono ritrovato a interrogarmi sui tempi e i modi della letteratura interattiva.
Questo Corto ha un’introduzione lunga; troppo lunga, per un Corto. Eppure, essa è quasi indispensabile per stabilire il tono, il personaggio, la storia. Poche cose si potrebbero tagliare (ad esempio, alcuni passaggi del dialogo con Monia). Insomma: serve, e a non poco. Ma è anche troppo lunga. Arrivi alla fine e la tua mente si è preparata a leggere un racconto “normale”. E ti trovi lo stacco con un breve “regolamento” che, sfortunatamente, sembra trovarsi nel posto sbagliato e con gli intenti sbagliati. L’introduzione mi ha già detto chi è Piera, che si chiama così, che cosa fa, e che io lettore “sono Piera” in questo racconto. L’unica aggiunta è la sua data di nascita e l’anno in cui si svolge la vicenda; informazioni che, in qualche modo, si potevano fornire nell’introduzione stessa. Magari accennando che da poco Piera ha compiuto, o che di lì a poco compirà, ventiquattro anni. Magari mettendo una data di luglio 1970 su uno dei documenti della bacheca universitaria, o su un giornale osservato di sfuggita.
Non era nemmeno necessario introdurre Piera come “una che fa sogni premonitori”. Penso anzi che il racconto avrebbe potuto guadagnarci in tensione, se quello non fosse “uno dei sogni premonitori di Piera”, ma un sogno qualsiasi che però comincia ad avere riscontri nella realtà, e su cui Piera vuole vederci più chiaro.
Nel “regolamento” c’è anche il solito “spieghino” su che tipo di racconto si tratta; peccato che poi si specifichi che non ci saranno poteri magici o punteggi numerici. Prima parti dal presupposto che il lettore possa non sapere con che cosa ha a che fare, e poi ti rivolgi a un altro tipo di lettore, quasi a scusarti con i fanatici del librogame classico. Questa imbarazzata ambiguità è una crosta che molti di noi continuano a portarsi dietro. Dovremmo seriamente sbarazzarcene. Lasciamo che il lettore meno “scafato” capisca da solo come funziona il testo: ne è capace. Da bambini aveste bisogno che vi spiegassero che se il testo dice “vai al 47”, non devi continuare a leggere sotto, ma recarti al paragrafo che inizia col numero 47? Io no, certamente. E se ci arrivava un bambino degli anni Ottanta, ci può arrivare chiunque. Lasciamo a Chiunque il piacere della scoperta, che tanto difficile non è. E non sentiamoci in dovere di giustificarci con chi invece giudica i racconti su LGL: se non gli piace l’assenza di regolamenti complessi, non è un problema di chi scrive. Scriviamo quello che vogliamo scrivere, non quello che qualcun altro vuole leggere (che poi si scopre che neanche loro sanno bene quel che vogliono leggere).
Legami di sangue è un racconto avvincente. E ciò è fondamentale, per un thriller. La storia parte lenta, poi improvvisamente, come si dice in inglese, la merda colpisce la ventola e gli eventi successivi si svolgono freneticamente. L’autore è stato bravo, bravo, proprio bravo a gestire il ritmo di ogni passaggio. Per un Corto basato quasi tutto sulla narrazione degli eventi, con pochi elementi di gioco, dubito che si potesse fare di molto meglio, con la storia scelta. E la ridotta parte “game” è implementata molto bene, senza sprechi né eccessi. Per farla breve, l’autore ha scelto bene quello che voleva raccontare, e ha scelto un ottimo modo per raccontarlo.
L’unico problema è quello tipico di questi racconti: se lo finisci al primo colpo, lo penserai troppo facile, avrai pochi stimoli a rileggerlo, e rimarrai deluso; se non lo finisci al primo colpo, le letture successive perderanno in tensione e coinvolgimento, e rimarrai parimenti deluso. A questo aspetto viene però incontro lo stile narrativo, di livello tale da rendere comunque interessanti le riletture. La tensione rimane sempre alta in ogni paragrafo, qualsiasi scelta si faccia, e in particolare due momenti mi hanno colpito:
- il paragrafo 14, di una forza espressiva impressionante per la media di questi racconti;
- il paragrafo 26, dove ho riflettuto: “la porta principale sarà chiusa a chiave… La finestra! Ah no, le finestre non si aprono! Allora la cucina…” e mentre ho pensato alla cucina, un angolino della mia mente strillava “La Casa Infernale! La Casa Infernale!”. Tant’è vero che al primo tentativo, proprio in cucina ho trovato la morte, e già lo sapevo quando sono stato mandato all'inossidabile 13.
La “instant death” (che poi death non è) dopo la “vittoria” a me è piaciuta un sacco, invece di indispettirmi. A parte che il testo ti dice chiaramente che c’è il rischio di essere notati, quindi un po’ la puzza di fregatura si sente, ma considero quel paragrafo un valore aggiunto al racconto, in quanto “finale alternativo” e perfettamente coerente.
Possiamo magari lamentarci del fatto che, alla fine, di tutto quanto accaduto non sappiamo i perché e i percome, e nemmeno paiono interessare a Piera, che chissà se poi andrà alla polizia a denunciare il tutto. Ma il punto del racconto non sono i perché e i percome, bensì quello che effettivamente accade e viene raccontato. Raccontato bene, eccetto che le maiuscole per i nomi dei mesi e delle stagioni mi stonano.
Di Legami di sangue posso dire questo: vivrebbe bene come racconto “normale”, non guadagna particolarmente dall’essere un racconto-game, ma l’essere un racconto-game non gli toglie nulla. È un’opera ben equilibrata, ben realizzata, senza inutili orpelli, piacevole da leggere. Bonus non indifferente, è senza dubbio il Corto che più fa onore al tema del concorso 2015. Altro bonus, forse più importante, è che probabilmente è dedicato ad una Piera in carne e ossa.
VOTO: 8
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EGO
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Re: I Corti 2015 - Legami di sangue
EGO ha scritto:Possiamo magari lamentarci del fatto che, alla fine, di tutto quanto accaduto non sappiamo i perché e i percome, e nemmeno paiono interessare a Piera, che chissà se poi andrà alla polizia a denunciare il tutto. Ma il punto del racconto non sono i perché e i percome, bensì quello che effettivamente accade e viene raccontato. Raccontato bene, eccetto che le maiuscole per i nomi dei mesi e delle stagioni mi stonano.
Secondo me invece questo fatto rappresenta un valore aggiunto, perfettamente in linea con il momento storico descritto. Siamo tra la fine dei '60 e l'inizio dei '70, epoca di rivolte, tensioni sociali, terrorismo, serial killer e il primo assassino mediatico della storia italiana, il Mostro di Firenze. Il rifugio è gestito da due pazzi sanguinari, non si sa perché né percome, e non solo è giusto così, ma questa ambiguità regale pathos e adrenalina al racconto.
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Re: I Corti 2015 - Legami di sangue
dunque procedo anche io al mio voto....
l'ambientazione mi è piaciuta abbastanza, cosi come l'atmosfera creatasi, veramente avvolgente anche grazie all'ottima scrittura e tecnica narrativa dell'autore... refusi ed incongruenze… ad essere sincero non mi importa granché della loro presenza, a meno che non fossero stati veramente gravi, quindi nel mio voto rimarranno praticamente ininfluenti…stesso discorso per quanto riguarda piccoli errori eventuali o meno in ambito cronologico, prendendo tutto per buono la storia in se non ne inficia minimamente…
voglio però concentrarmi sulla meccanica di gioco… qui sono stato piuttosto deluso dalle scelte dell'autore. Entrando nel dettaglio, la scelta dell'interattività ridotta all'osso, paragrafi prettamente descrittivi e senza una reale possibilità di interagire continuamente nella storia: ok che è un corto e le possibilità di sviluppo sono ridotte, ma renderle striminzite lo trovo piuttosto eccessivo… diciamoci la verità, di libro-GIOCO ha veramente ben poco, paradossalmente levando le poche scelte di interazione, poteva tranquillamente concorrere in un contest per un romanzo breve, perché in termini di gioco, obiettivamente quest'ultimo si vede col binocolo (a meno che ovviamente, per giocabilità non si intenda il semplice cambio paragrafo che in questo caso equivale a un semplice cambio capitolo/volta pagina).
Per essere più chiaro, non mi riferisco solo al fatto, come ha già esposto un altro commentatore, che ci sono ben 25 paragrafi dove non puoi fare nessuna scelta, ma anche alle “scelte” possibili che per la maggior parte dei casi non sono vere scelte ma semplicemente delle “hai questo oggetto? Vai al xx” ; “hai questa parola d’ordine? Vai al yy”.
Per quanto mi riguarda la lettura è stata piacevole, mi sono sentito coinvolto emotivamente ma non partecipativamente (oddio, non so se questo termine sia giusto ma penso abbiate capito cosa intendo dire). Insomma, mi sono sentito un lettore passivo e non attivo come dovrebbe essere il lettore di un libro-gioco.
In un libro-gioco possiamo accettare il mancato uso di regolamento, il mancato uso di dadi, la pochezza di paragrafi con scelta, la quasi totale assenza di strategia ma…se uniamo tutte queste cose assieme in un unico volume…io direi che non siamo davanti a un libro-gioco.
Mi vedo molto in difficoltà per dare un voto. Se fosse un semplice corto, ovvero un romanzo breve, sparerei tranquillamente un 9, ma in questo modo mancherei di rispetto a tutti gli altri partecipanti che, magari dimostrando minor talento, hanno sfornato dei veri corti-gioco.
Se io andassi a una gara per il cane più bello, e in finale ci fossero un cane brutto e un procione bellissimo, io pretenderei la vittoria del cane, per quanto brutto. Un procione per quanto bello, non potrà mai essere un cane.
E per me questo corto è come il procione della gara canina. E’ un bellissimo corto, ma non è un corto-gioco. Discorso che hanno ribadito altri e io mi accodo pienamente.
Il mio voto finale è infine 6. Dare di meno mi sembrerebbe mancare di rispetto all’autore che ha dimostrato di saperci fare, dare di più mi sembrerebbe di mancare di rispetto agli altri autori.
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johnny83
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Re: I Corti 2015 - Legami di sangue
Mi è piaciuto abbastanza.
Non riuscirò a scrivere un intervento molto lungo, quindi cercherò di essere breve: il racconto mi ha coinvolto molto, peccato per l'eccessivo peso della parte narrativa (comunque eccellente) rispetto alla parte game.
E peccato anche per le poche possibilità di scelta tra i vari paragrafi: in troppi casi si sente la mancanza di altre opzioni.
Personalmente quel che mi scoraggia di più in questo genere di racconti è la lunghezza delle parti parlate: paragrafi lunghi e pieni di dialoghi non è che non li apprezzo, è che non li gradisco in un racconto-game.
A parte questi aspetti, il lavoro è veramente molto buono.
Narrazione: 9
Divertimento: 8
Giocabilità: 6
Voto finale: 8
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Adriano
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Re: I Corti 2015 - Legami di sangue
sancio ha scritto:e Mary-ann inchiodata al muro con una mannaia.
Beh, in un muro di legno la cosa non è impossibile...
Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.
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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti 2015 - Legami di sangue
Quattro dita di pelle d'oca per un pezzo sulla nebbia.
E su chi sa che libertà e verità vengono prima di ogni legge e governo.
Grazie per l'attenzione, ragazzi.
E per quest'anno...
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Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.
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