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Ian Livingstone, cosa ne pensate?

Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

Ragazzi, ce la metterò tutta per finirlo e, in fase di revisione, chiederò al Master di aprire una discussione apposita nella quale cercherò di spiegare da dove nasce l'idea ed illustrerò il mondo in cui si muoverà il protagonista.

Torgan
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Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

Ragazzi, sto visitando il blog del programma per la creazione di Librogame.
Spero mi aiuti a creare il libro, anche se io preferirei la classica creazione con world ed i collegamenti ipertestuali

Torgan
Novizio
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Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

Torgan ha scritto:

non sono venuto alla vita con l'arte "capisci le altre lingue" e, di conseguenza, non sono mai stato un asso con le lingue straniere!

Basta che ammazzi qualche Giak, magari un Helghast, passi a prendere la Spada del Sole e poi allla prossima avventura puoi scegliere una nuova arte da aggiungere a quelle che gia' hai.
Che ci vuole? wink

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
re fuso
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Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

Ahahahahahha!

Torgan
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Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

Il mio parere riguardo Ian Livingstone è molto critico.
Non posso dire di aver giocato a tutti i suoi libri, ma ne ho letto qualcuno e in due casi (Caverns of the Snow witch e Crypt of the Sorcerer) ho avuto il piacere di esserne addirittura il traduttore.

Posso dire che per quanto non mi faccia impazzire il suo stile, è da considerarsi uno dei padri fondatori del genere dei librogame e di altri tipi di narrativa interattiva. Ha dato tanto sia in qualità di scrittore che di promotore, basti pensare che (insieme a Steve Jackson) è stato il curatore della serie Fighting Fantasy che conta ben 59 volumi e che (fonte wikipedia) ha venduto più di 16 milioni di copie in tutto il mondo.

Andando più nello specifico, ho notato che in fase di costruzione i suoi libri hanno una struttura spesso molto simile, con un true path più o meno stretto, ma con ramificazione di paragrafi simili. Anche gli avversari che incontri a volte si ripetono o sono simili, e questo solo in parte è giustificato dal fatto che le avventure si svolgono sempre nello stesso continente Fantasy da lui ideato (il famoso regno di Allansia).

Da qualche parte ho letto che, negli anni 80, visto l'enorme successo che i librogame stavano avendo in UK, il suo editore lo incitava a scrivere più libri in poco tempo per vendere di più.

Aiutami a completare la collezione:
https://www.librogame.net/index.php/for … =2#p129392

El_tipo
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Maestro Ramas
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Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

El_tipo ha scritto:

Da qualche parte ho letto che, negli anni 80, visto l'enorme successo che i librogame stavano avendo in UK, il suo editore lo incitava a scrivere più libri in poco tempo per vendere di più.

E difatti uno dei primi paragrafi che scriveva era proprio quello conclusivo (il famoso "400"). Questo perché il paragrafo finale deve essere un paragrafo gratificante, che sicuramente il giocatore avrebbe prima o poi letto. Scrivendolo all'inizio, in caso di fretta dell'ultima ora, Ian si assicurava che per lo meno il libro avrebbe avuto un degno finale.

Cosa che non è successa, ad esempio, con la conclusione di DA 3...

"La grammatica è tutto ciò che conta"

gabrieleud
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Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

Dirò subito che Dever, Jackson e Livingstone sono tre colossi nella storia dei Librogame, il povero Jan forse sconta il fatto che al contrario degli altri due non ha mai scritto una "saga" organica (vabbè Sortilegio è una mini-saga però è diventata un cult)!
A me i suoi libri piacciono ed è anche meno cervellotico-puzzle di Jackson, ad ogni modo il discorso delle uscite a raffica e la conseguente diminuzione di qualità dei libri riguarda tutti gli autori e tutte le serie secondo me, prendersela con Fighting Fantasy non sarebbe giusto.

"Leggi, e diventerai capace di creare i personaggi DELLA fantasy!"
Terza di copertina di Tunnel & Troll Edizioni Mondadori

Mimimmi
Avalôtrahzar
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Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

El_tipo ha scritto:


Andando più nello specifico, ho notato che in fase di costruzione i suoi libri hanno una struttura spesso molto simile, con un true path più o meno stretto, ma con ramificazione di paragrafi simili. Anche gli avversari che incontri a volte si ripetono o sono simili, e questo in un certo qual modo è giustificato dal fatto che le avventure si svolgono sempre nello stesso continente Fantasy da lui ideato (il famoso regno di Allansia).

Da qualche parte ho letto che, negli anni 80, visto l'enorme successo che i librogame stavano avendo in UK, il suo editore lo incitava a scrivere più libri in poco tempo per vendere di più.

Mah, il tuo non mi sembra un commento "molto critico" smile

La ripetizione di avversari e situazioni non è dovuta al fatto che è tutto ambientato ad Allansia (Allansia è un mondo creato "a posteriori" intorno al 1985-86, mettendo insieme tutti gli elementi che Steve e Ian avevano messo nei loro LG fino a quel momento), bensì al fatto che Ian aveva capito benissimo quanto sia importante citare più volte le tue opere precedenti allo scopo di fidelizzare il lettore. Riprendendo elementi già visti, crei una continuity interna e mandi strizzatine d'occhio ai fan della prima ora. Trucchetto sempre valido e strausato da altri grandi commercianti come George Lucas, JJ Abrams, Terry Brooks, solo per citarne alcuni. Il mio Corto La Voragine della Morte non è altro che questo stratagemma portato all'esasperazione, ai confini con la ruffianata  smile2 (in mia difesa, va detto che la vera essenza della fanfiction è proprio quella...)

Rendiamoci conto che Ian ha portato i lettori DUE VOLTE nel Deathtrap Dungeon, e li ha fatti scontrare con Zagor per TRE VOLTE. In assenza di una continuity alla Joe Dever, e nel contesto di una serie di avventure one-shot come FF, vuol dire molto.

Non è che poi i paragrafi 400 di Ian fossero chissà cosa. Poche righe, descrizioni di generici festeggiamenti. Certo, meglio di finali "al brucio" tipo DA5, ma siamo lontanissimi da finali curati ed epici come quelli di Morris e Brennan.

EGO
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Re: Ian Livingstone, cosa ne pensate?

Dever ha avuto il merito di fare le cose "per bene" (secondo la mia visione maniacale) prima si crea l'ambientazione, "il mondo" poi si srotola la saga e le avventure che a quel punto posso essere sequenziali o one-shot. Se non sbaglio il Magnamund nasce come ambientazione per AD&D. Titan invece è il tentativo a posteriori di riunire e dare una coerenza a tutto il mondo dei Fighting Fantasy ed è un po' un fritto misto a cui manca la coerenza che invece troviamo nel Magnamund.
Titan ha sicuramente comunque un suo fascino, Magnamund e Titan sono le due grandi sub-creazioni (alla Tolkien...) nel mondo dei Librogame.
Fighting Fantasy, per quello che possiamo giudicarla noi italiani, a cui sono arrivate poche traduzioni, e per la sua intrinseca natura di avventure one-shot, ha un'ambientazione un po' sfilacciata, meno monolitica e coerente del Magnamund. Va anche ricordata una cosa importante: la scelta di usare diversi disegnatori nei volumi contribuisce a creare questo, a me sgradevole, effetto puzzle o patchwork nell'ambientazione di Titan.

E' inutile recriminare però Dever ci ha messo più cura, Ian e Steve hanno invece voluto mettere tantissima carne al fuoco quindi è ovvio che qualche bistecca la bruci e qualche altra ti viene cruda, ma la colpa, paradossalmente è proprio del successo commerciale di FF, se il pubblico è famelico e vuole riempirti le tasche di quattrini tu che fai?
Ti tiri indietro? Prendi tempo perché vuoi fare solo libri di qualità? Vai al paragrafo 341 (vita da morto di fame)
Ti metti a scrivere e fai scrivere e pubblicare tutto il massimo che puoi? Vai al paragrafo 400 (vita da ricco)

E visto come poi il fenomeno Librogame si è "sgonfiato", Ian e Steve non hanno poi sbagliato a voler mettere più fieno in cascina possibile.

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Mimimmi
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