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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

C'è un punto in cui questo Corto cade in quello che secondo me è un tipico errore dei librogame troppo guidati:

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 al paragrafo 65 (obbligatorio se ho controllato bene) in cui viene deciso dall'Autore che dobbiamo per forza andare a casa di Larry (sebbene a mio avviso non c'è nulla che ci costringa) e, ancora più inspiegabilmente, ci viene detto che "non puoi certo prendere la metropolitana". Le possibilità per giungerci sono tante (essere in possesso dei 10$ per il taxi non è certo difficile - puoi averli presi da Larry, dal cadavere del sicario ed è persino possibile arrivare a questo punto senza aver speso nulla del proprio gruzzolo iniziale, e comunque anche se ne siamo sprovvisti ci sono altri mezzi), ma non è questo il problema, bensì che questa non giustificata ma assoluta necessità di andare a casa di Larry, e di arrivarci in fretta, è tale da farci addirittura morire di fatica se per caso siamo costretti ad andarci a piedi e non disponiamo di cocaina per sostenerci. Francamente ciò è gratuito e pretestuoso: la nostra vita non è in gioco se non dovessimo riuscire ad arrivare in tempo. Una ID che l'Autore voleva ma non ha saputo motivare e rendere necessaria e coerente
Di fatto potrei esprimere il mio voto già ora, ma darò ancora una lettura per controllare tutte le diramazioni possibili*.


*edit: per esempio sono finalmente riuscito a trovare il punto in cui utilizzare il derma di dorfina.

Ho vinto È un gioco da ragazzi E In cerca d'avventura al primo tentativo.

Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

che per inciso, che genere di oggetto sarebbe?

io leggo: Il derma (dal Greco: dèrma, «pelle») è lo strato della cute posto sotto l'epidermide...

Seven_Legion
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

Si tratta di una sorta di cerotto che rilascia rapidamente nell'organismo farmaci, ormoni etc. Tipico oggetto cyberpunk.

NB: a mio avviso non averlo spiegato meglio NON è un errore del Corto da sottolineare in sede di giudizio; anche nelle serie commerciali si presuppone nel lettore un minimo di conoscenze relative a quella che è l'ambientazione generale di riferimento. Poi quella cyberpunk può essere meno familiare ai più di una medioeval/fantasy, ma in ogni caso la storia funziona anche se qualcuno non riesce a visualizzarsi un derma.

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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

PREGI

La trama è avvincente

Lo stile di scrittura è molto buono: secco, efficace e ironico come nel migliore hard-boiled

Le regole sono semplici, intuitive e facili da ricordare e usare

Tutto sommato il Corto è molto facile e francamente è stato gratificante finirlo al primo colpo! (anche se deduco dai commenti sopra che per alcuni questo non è affatto un pregio)

Simpatico il gioco dell’autore con il lettore, per cui in più di un’occasione mi sono trovato a chiedermi “ma se faccio la scelta più logica o più cauta sarò veramente ricompensato o mi ha preparato un tranello?”

Pur non essendo programmaticamente originalissima (si rifà esplicitamente a contesti abbondantemente codificati e conosciuti) l’ambientazione ha dei buoni margini di interesse

Praticamente tutti i personaggi (persino il tassista) sono splendidamente caratterizzati

Le citazioni sono simpatiche e per nulla invasive

Bello il titolo, che gioca col doppio significato di “chip” e quindi anche con le aspettative del lettore

Molto bello il finale che è senz’altro un anticlimax ma può starci. Dell’epilogo ho apprezzato anche il cinismo della situazione.

DIFETTI

Purtroppo oltre all’errore che ho evidenziato all’inizio (l’apostrofo mancante) ci sono altri errorini e la punteggiatura, soprattutto nei dialoghi, non è perfetta.

CONCLUSIONI

Questo Corto è stato veramente un piacere da leggere, così come True Path è stato una bellissima sfida da giocare. Il mio voto è 9,5

GGigassi
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

Vediamo un po’:

REGOLAMENTO
Semplice ma efficace: solo una gestione degli oggetti/soldi/parole d’ordine, che in fin dei conti mi è piaciuto proprio per la sua semplicità.

TRAMA/AMBIENTAZIONE
Il racconto è iniziato benissimo, creando ottime premesse, ma è andato calando di paragrafo in paragrafo.
La cosa più strana è che, se inizialmente il protagonista sembra avere un’aria scazzata nei confronti di tutto, improvvisamente si trasforma: a Larry avevo appena detto che non mi interessava la sua proposta, ed è bastato che un sicario sconosciuto entrasse nel locale e gli sparasse in petto per diventare improvvisamente attivo, correre a scassinare una macchina, fiondarsi lungo le strade rischiando la vita, giungere a casa di Larry, scassinare la porta, salire e affrontare una sconosciuta fino ad ammazzarla. Il tutto senza neanche sapere perché. Mmhhh...
Come per True Path, mi è piaciuto molto il gioco che l’autore fa col titolo: ci si aspetta tutt’altra cosa, e invece si viene piacevolmente smentiti durante la lettura.

STRUTTURA
Semplice e lineare, nulla da dire.
Ho però trovato qualche passaggio che, probabilmente, andrebbe rivisto:
-  al 40 si scopre un personaggio di nome Mac, e si dà per scontato che lo si conosca, ma in realtà ci sono percorsi che non te lo fanno incontrare proprio;
-  al 40 una macchina sgomma, al 38 frena: qualcosa stride nella descrizione;
-  al 2 c’è un errore in uscita (non 75 ma 17).

PARTE LUDICA
Niente enigmi, né paragrafi nascosti, né combattimenti: nonostante questo il racconto funziona bene e la parte ludica riprende i concetti più semplici dei classici librogame.
L’avventura procede più o meno nello stesso modo in tutte le partite: arrivo al locale, aggressione, fuga, arrivo a casa di Larry. Le varie scelte che si possono compiere cambiano davvero poco la trama: mi sarebbe piaciuta maggior variabilità, più ambienti e situazioni che cambiano a seconda delle scelte, invece tutto sembra ben delineato (l’esempio più eclatante è quello della risposta a Larry: sia che accettiamo, sia che rifiutiamo, ci troviamo comunque a fuggire verso casa sua).
Insomma, mi sarebbe piaciuto poter scegliere qualche azione diversamente, soprattutto nei casi in cui non intendo accettare la proposta di Larry.

NARRAZIONE
Ottima davvero. L’autore rende bene la sensazione di disagio del protagonista, le descrizioni sono precise, dettagliate e incisive. Grande autore!



Un Corto davvero gradevole, che ha proprio nella sua semplicità e nella narrazione i suoi grandi punti di forza, e che avrebbe potuto prendere sicuramente di più se fosse stato meno “guidato”: è proprio questa sua monodirezionalità indipendente dalle scelte a bloccarlo, secondo me, sul 7,5.
Faccio comunque un applauso all’autore, che è riuscito a creare una storia semplice e diretta: dopo quattro libri intricati, devo dire che ci voleva.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

Mi sono divertita come una cyber-scimmietta sotto sintecoca, ciononostante devo tenere in considerazione tutto.
Parto col dire che non sono molto d'accordo con te, Adriano, riguardo il cambiamento di Jake: mi sembra plausibile che anche un uomo dal carattere scazzato e apparentemente indifferente a tutto, nasconda qualcuno capace di incazzarsi di brutto alla morte di un amico e soprattutto contro chi gli spara addosso.
Insomma, IO personalmente mi stranirei parecchio.
Sono già più d'accordo con la perplessità di chi ha notato che non abbiamo l'assoluta necessità di correre a casa sua a recuperare il chip, ma anche questa voglio farla passare da gesto di riscatto nei confronti dell'amico, che si è fatto ammazzare per questo, e magari preoccupazione per la sua ragazza, da sola a casa in potenziale pericolo... anche se qui c'è da notare come in un solo paragrafo (cioè quello in cui accettiamo la missione subito) Larry se ne esca dicendo che in casa c'è lei a custodire il chip. Comunque, è un passaggio interpretabile e non "errato". Non mi ha dato particolare fastidio, né l'ho sentito una forzatura al punto da punire il racconto, magari sarebbe stato perfetto con una "scusa" in più.
Il linguaggio l'ho trovato perfettamente adeguato al contesto e non lo paragonerei a Tarantino, che eccede quasi continuamente anche senza senso, mentre qui abbiamo più a che fare con un gergo da film americano di genere action medio. Lo stile di scrittura è a dir poco godurioso, dal mio punto di vista: pulito ma dettagliato, incalzante, si vede che c'è la mano di uno pratico in questo genere di racconti e che sa come trattare una scena adrenalinica, così come un personaggio quale Jake, lasciandoci intuire il suo passato con pochi cenni mirati e funzionali. Certo, c'è da dire che siano tutti personaggi molto standard e classici del genere, ma ciò non significa che sia automatico renderli "vivi". Peccato mortale per quei refusi sparsi (vedi "Rigurardati", ecc.) e per il rimando sbagliato del 75/17. Autori, mannaggia, perché non rileggete BENE prima di inviare, specie quando inviate buoni racconti? Comunque, non sono tanti e così gravi (=non sono errori di GRAMMATICA, ma un paio di refusi banali; inoltre nella versione online il link è comunque corretto) da far calare il voto drasticamente o anche solo molto.
Passiamo a quel che non mi è piaciuto: non ho registrato questo calo che molti hanno avvertito, ma in effetti ho provato più una sensazione di... troncamento (?) in alcuni finali. Ad esempio, quando fuggiamo dalla killer e non abbiamo la sintecoca. Beh? Tutto quel bordello per riscattare il nostro amico (o fare un sacco di soldi), rischiamo la pelle già dal bar, si presuppone quindi che siamo pronti non dico a tutto ma a MOLTO... e poi ce ne andiamo semplicemente a casa con la coda tra le gambe? Eh no, almeno aggiungimi una postilla, se proprio vuoi metterci una fine, che non finisce qui, che torneremo più belli e più incazzati, che avremo tempo per riorganizzarci (magari reclutando ancora quel simpaticone del buttafuori), quel che vuoi... così mi delude un po'.
L'Epilogo, avrei preferito almeno un accenno su cosa contiene sto maledetto chip, anche se non sta scritto da nessuna parte che i compratori debbano dircelo, ma insomma... tanti morti, amici nostri per giunta, e un tipo come Jake non pianta un poco i pugni per sapere qualcosa? Intanto, per pura pignoleria, faccio presente all'autore che avrei fatto sparire il chip nel cassetto solo DOPO la consegna dei soldi: pensaci, sei un agente che ha intenzione di far soldi con un chip rubato e sei di fronte a un corporativo senza scrupoli (come tutti, praticamente) e gli dai il chip prima di vedere la grana? Ci mette cavoli a farlo sparire e piantarti un colpo in testa o dire "Chip? Quale chip?". A dire il vero, potrebbe piantarti lo stesso una pallottola dopo la consegna, appena ti giri, e riprendersi i soldi... a voler proprio renderla realistica, avrei sfruttato di nuovo la figura del buttafuori come protettore per la consegna.
Ultima considerazione: i combattimenti sono determinati un po' TROPPO dall'arma in alcuni casi; vedi par.22, dove basta avere la pistola per "vincere", senza varianti. Capisco che l'autore non volesse utilizzare il solito sistema di combattimento, preferendo i bivi, capisco il limite di parole e la scelta di usarle più per buone descrizioni che per questo scopo, ma... non so, avrei tagliato da qualche parte per ricavare varianti in più su questo punto. Nel complesso, però, mi ha dato "fastidio" giusto dove più marcato, come nel paragrafo citato.
Buono il modo di usare le parole d'ordine senza strafare e solo dove necessario.
Il fatto che sia molto, forse troppo facile, beh... va considerato, anche se non saprei QUANTO positivamente e QUANTO negativamente; lo scopo era fornire un'avventura godibile soprattutto per la narrazione e in questo riesce benissimo, l'adrenalina è alta anche solo nelle scene descritte; certo, però, un po' più di "ansia" da ID ci sarebbe stata, altrimenti è troppo come leggere un fumetto.
Considerando tutto ciò, assegno un 7,5 con lode (dettata SOLO dal mio gusto personale).

Ah... dimenticavo: il gioco di parole del titolo è assolutamente una figata.

(Mi sa che quest'anno concorro per il titolo di "Cuore D'Oro", vero?)

A head full of dreams

Aloona
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

Non ho motivo per tirarla in lunga: data la sua struttura semplice ho già potuto esplorare in lungo e in largo il Corto e quindi posso procedere alla valutazione.

Innanzitutto esprimo a mia volta il sollievo nel trovarmi di fronte a una storia facilmente gestibile e leggibile, ne sentivo il bisogno (anche perché, ma questo è forse un discorso da fare in altra sede, io cerco proprio quello che è stato definito "il compitino ben fatto", dal momento che, in realtà, anche le opere nuove che fanno meta-riflessione sul concetto stesso di librogame le abbiamo già viste).

L'ambientazione cyberpunk rientra nelle mie corde e - come ho già scritto - apprezzo la scelta di restare fedele ai canoni passati e sorpassati (il riferimento all'Unione Sovietica su tutti): ormai non si tratta più di prefigurare un futuro possibile, ma quasi un presente alternativo. L'autore sa gestire bene questo immaginario vetero-cyberpunk, lo stile è adeguato al contesto e anche il linguaggio forte non mi è parso affatto eccessivo.
Un po' stereotipata, forse, la scelta di un protagonista (un Solitario, per usare le classi del vecchio gioco di ruolo) "loser" e alcolizzato, ma in linea con la tendenza a fare del cyberpunk l'erede dell'hard boiled.

La mancanza dell'alea è una scelta legittima: personalmente in assoluto prediligo i sistemi ad alea presente ma ridotta - in cui cioè ogni tiro di dado (o simili) è modificato dalle scelte fatte, dall'equipaggiamento, dalle abilità selezionate - ma questo non ha una sostanziale influenza sulla mia valutazione (al massimo toglie il bonus che posso assegnare a quei Corti che mi entusiasmano particolarmente).

Un po' più penalizzante è invece la struttura troppo guidata... ma anche qui, non sarebbe un vero problema, non fosse che c'è una grave pecca di coerenza (come ho già evidenziato in un precedente intervento): in un punto nodale della trama l'Autore ci costringe a seguire un percorso senza averci giustificato la necessità assoluta di farlo. E non sarebbe stato poi difficile inventarsi un mero espediente, uno stratagemma convenzionalistico, per rendere più plausibile il tutto. Per altro

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 la mancanza di una "questione di vita e di morte" che ci costringa a recarci a casa di Larry è evidenziata dall'unico paragrafo in cui è previsto un finale alternativo, di sconfitta ma non di morte: il 52 in cui siamo scampati alla killer nell'appartamento dell'amico morto e ce ne torniamo mestamente e lentamente a casa senza grossi problemi.
Questo per me è un errore che influisce pesantemente nella valutazione finale.

Un'altra pecca che influisce ad abbassare il mio voto (molto meno) è
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 la mancanza di una possibilità di prendere davvero di sorpresa la donna: se abbiamo letto attentamente sappiamo bene che quella che abbiamo davanti non è la ragazza di Larry (è bruna e non bionda), eppure non possiamo usare l'astuzia fingendo di collaborare con lei e poi tipo puntarle la pistola alla schiena, anzi, il fatto di averla può metterci in una situazione molto pericolosa: mi va benissimo che il possesso di un oggetto possa rivelarsi uno svantaggio, ma andava lasciata la possibilità di sfruttare diversamente la situazione.
Ci sono anche due minuzie che mi hanno fatto storcere un po' il naso: la gestione e il valore del denaro (sulla quale ho già scritto) e dei Punti Vita: ho capito che Jake è un rottame con problemi di vita insalubre che si rivela però molto più tosto in caso di scontro fisico violento, però che dover andare a piedi al bar ci faccia perdere "1 punto di Energia Vitale" (ma non si chiamavano Punti Vita?) e un colpo di pistola al fianco solo 3 è un po' troppo irrealistico.

L'epilogo, infine, non mi ha entusiasmato: non perché anticlimatico o per la voluta sgradevolezza dei comportamenti (tutti elementi che ci stanno, nel genere) ma per l'eccessiva facilità - e senza meccanismi di protezione - con cui avviene lo scambio del famoso chip per il quale non si è esitato a mandare dei sicari a commettere un (e potenzialmente di più) omicidio in pieno giorno in un locale pubblico

In considerazione di tutto ciò esprimo il mio
VOTO: 7


Edit: ho impiegato un certo tempo a scrivere la mia valutazione, e quindi non ho potuto leggere prima quella di Aloona che è stato pubblicata nel frattempo; nell'ordine in cui sono state pubblicate le recensioni alcune mie considerazioni appaiono ripetizioni, ma non lo erano al momento in cui le scrivevo.

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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

Sul finale vedo che siamo d'accordo. Il fatto della donna che non è bionda... non ci avevo pensato. In effetti, un agente esperto dovrebbe accorgersene, ma su... facciamo che il povero Jake è affetto da distrazione temporanea dovuta a stress da fuga e mancanza di allenamento (dopotutto è stato mesi "tappato in quel buco").
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Aloona
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

Siamo d'accordo perché entrambi mastichiamo il cyberpunk e sappiamo che non può filare così liscio. Per altro anche il "rotolo di banconote"... non ha il sapore giusto, a mio avviso.

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Charles Petrie-Smith
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Re: I Corti di LGL 2016 - 5° - Fish and Chip

Preferivi cyber-dollari eh? -__^

Anche se, in realtà, in tutte le storie scritte per Cyberpunk (il gioco) si parla generalmente di "denaro".
C'è comunque da supporre che le banconote, salvo non siano completamente diverse da quelle cartacee da noi conosciute, abbiano fatto il loro tempo. E non tiriamo in ballo Nathan Never con le sue collezioni di roba cartacea, perché se c'è una cosa che non ho mai sopportato di quel fumetto (che ho amato fino a un certo numero) è proprio questo espediente di "comodo" per sceneggiatori poco fantasiosi e lettori ancora più pigri.

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Aloona
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