Gran bella discussione anche questa.
Però secondo me bisogna partire da un presupposto, e cioè che ci sono due tipi di "paragrafi senza bivi":
- il paragrafo senza bivi propriamente detto;
- il paragrafo di raccordo.

(scusate, li chiamo così perché questa suddivisione non è scientifica, è solo per diversificarli).

Il paragrafo senza bivi propriamente detto è quello che dicevi tu: un paragrafo lungo che, per effetto visivo, viene "spezzettato" in tanti paragrafi ad una sola uscita.
Il paragrafo di raccordo, invece, è quello in cui confluisce un'altra strada.
Esempio:

11
descrizione di una stanza.
Vai al 54.

54
si sente un rumore provenire da dietro una porta di quella stanza.

I paragrafi 11 e 54 sembrano far parte di un unico paragrafo "spezzettato", ma in realtà potrebbe non essere così: magari c'è un altro percorso nel librogame in cui si torna in quella stanza, e allora la descrizione del paragrafo 11 non serve più (perchè l'abbiamo già visitata). Quello che serve è sentire il rumore, da qui l'accesso al paragrafo 54 (che, appunto, "raccorda", unisce due percorsi differenti. In parole povere, in questo paragrafo confluiscono più percorsi).

Ecco, non ce l'ho sotto mano, ma credo che ne I Signori delle Tenebre gran parte di quei 140 paragrafi siano paragrafi di raccordo, e non paragrafi senza bivi propriamente detti.
Spero di essermi spiegato bene.

Rispondendo alla tua domanda, secondo me non devono esserci per forza troppi bivi. Se ci sono ok, aumentano la ramificazione della storia e gli eventi raccontati. Per come la vedo io, meno paragrafi senza bivi propriamente detti ci sono, meglio è.

Per altro nel caso di Dever i paragrafi senza bivi propriamente detti servivano anche per arrivare al fatidico numero di 350 paragrafi.

Preferisco avere dei bivi "veri". I bravi autori riescono ad evitare gli spiegoni, inserendo le informazioni un po' alla volta durante la narrazione.

Quello che ha detto Adriano è giusto.

Sarebbe certamente interessante fare una statistica analoga in un libro di Steve Jackson.

Comunque bisogna ricordare che molti paragrafi "senza bivio" non sono neanche di raccordo, bensì situazioni esclusive che magari aprono strade che in un bivio precedente non sono offerte. Esempio clamoroso è proprio al paragrafo 1 dei Signori delle Tenebre: hai 2 opzioni, più la possibilità di usare il Sesto Senso. Se usi il Sesto Senso ricevi informazioni altrimenti inaccessibili, e ti si apre un'altra opzione, del tutto differente da quelle del paragrafo 1.

Altro esempio: usi una chiave o una parola segreta in Sortilegio, e finisci ad un paragrafo nascosto che ti rimanda a un altro paragrafo, senza bivi. Ma non è un paragrafo di raccordo: ti viene descritta una situazione esclusiva, e vieni mandato su un percorso che altrimenti non sarebbe esistito. Giustamente, queste informazioni vanno descritte in una sezione separata da ciò che segue.

Non si tratta quindi di "spezzare" un potenziale paragrafo più lungo per creare ritmo all'azione, o di ricollegare nello stesso finale due strade alternative.

Altro esempio ancora: in un librogame a mappa, andando al paragrafo X esplori una casa diroccata e trovi qualcosa, dopodiché vieni rimandato al paragrafo Y dove si trova la mappa con tutti i rimandi del caso. In questa situazione, è più che sensato che il paragrafo X abbia una sola uscita, ma non per questo è spazio sprecato o sfruttato male, anzi!

Il problema di molti Corti è che, spesso, il paragrafo "di raccordo" non descrive niente di esclusivo, e separarlo da ciò che viene prima o dopo non altera significativamente il ritmo del racconto.

Due esempi tratti dal mio Corto La Voragine della Morte:
1) Al primo bivio decidi di andare a Eshnar. Segue un paragrafo dedicato al dialogo col Duca di Eshnar, da cui si procede poi con l'esplorazione della città. In questo caso, per motivi di ritmo, è chiaro che il dialogo va trattato in una sezione separata.
2) Dopo la battaglia con l'Helghast, tutte le strade si riuniscono in un solo paragrafo dove discutiamo col Re, e questo paragrafo ha un'unica "uscita". Però, da un lato si tratta di un paragrafo "di raccordo" tra più strade possibili; dall'altro, il paragrafo seguente inizia con le parole "Un mese dopo", perciò non potevano certo essere uniti in un paragrafo solo! Ci troviamo letteralmente alla fine di un "capitolo" della storia.

Se usati in questo modo, i paragrafi "a senso unico" sono giustificati.
Il problema è quando ce ne sono tanti che non offrono varietà. Tipico esempio: il Joe Dever della serie Nuovo Ordine. Tantissimi paragrafi sono di raccordo, servono solo a descrivere l'esito dell'aver usato l'Arco piuttosto che il Magi-Magic, e non aprono nuove strade, né conducono a esiti radicalmente differenti. Sono certamente paragrafi scenografici, specie per chi non conosce ancora bene la tipica struttura di quei libri, ma è facile insinuare che servono solo ad aumentare il numero di paragrafi senza offrire sbocchi significativi agli eventi.

Adriano ed EGO hanno praticamente esaurito l'argomento.
Contiamo anche che quest'anno non c'era tetto al numero dei paragrafi... novità sconvolgente che - secondo me - rende impossibile paragonare i Corti di quest'anno con tutti i precedenti.