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I Corti che non ci sono stati

I Corti che non ci sono stati

Oltre ai sette Corti sparsi tra concorso, fuori concorso e sezione speciale, ne avevo ideati altri che per un motivo o per l’altro non sono riusciti ad arrivare a compimento. Pasolini nel Decameron faceva dire al suo Giotto «Perché realizzare un’opera quando è così bello sognarla soltanto?»: giudicate voi se è stato un bene o un male non aver dato seguito alle seguenti tracce:

Råtan-Îmrät doveva unire il tema del robot con quello della scoperta dell’Europa: degli aruspici mesoamericani hanno previsto l’arrivo di Cristoforo Colombo con i conseguenti stermini che ne sarebbero derivati, e quindi hanno creato un golem/robot per varcare l’oceano e verificare se i vaticini fossero corretti ed esistesse veramente un continente sconosciuto che avrebbe dato i natali alla loro rovina.
L’azione sarebbe cominciata in realtà con Råtan-Îmrät che già approda sulla costa iberica qualche secolo prima della nascita di Colombo, e nel corso della sua missione avrebbe percorso la Spagna per attingerne la cultura così aliena ai suoi occhi e raccogliere informazioni (una delle prime scelte che avevo previsto era se ibernarsi o meno per alcuni secoli in attesa che arrivasse il momento giusto per attivarsi e agire). Alla fine Råtan-Îmrät avrebbe anche potuto non uccidere Colombo ritenendolo un pazzo sognatore che mai sarebbe arrivato alla sua meta (che effettivamente era tutt’altra), ma anche se lo avesse ammazzato avevo previsto un finale amaro in cui qualcun altro avrebbe preso il suo posto e avrebbe dato inizio allo sterminio degli Incas.
Il sistema di combattimento sarebbe stato molto simile a quello di Misteri d’Oriente, i punteggi di Råtan-Îmrät sarebbero stati fissi ma altissimi in modo da agevolarlo nella lotta e per rappresentare la potenza della “scienza religiosa” incaica. All’inizio il giocatore avrebbe potuto scegliere delle migliorie al robot (umanoide ma dalle fattezze “latine”, quindi avrebbe risaltato in un contesto europeo) come un rivestimento esterno più robusto che gli avrebbe garantito più punti ferita, oppure degli arti telescopici o la capacità di mimetizzarsi. Inoltre l’aspetto divino di cui era imbevuto gli avrebbe garantito anche poteri speciali legati alle divinità da usare una sola volta per avventura: ad esempio la pioggia di Tlaloc che avrebbe ucciso istantaneamente i suoi nemici. Sarebbe stato un Corto decisamente facile per il giocatore (come piacciono a me!), che sarebbe partito con punteggi alti e avrebbe avuto a disposizione molte caratteristiche aggiuntive con cui risolvere i problemi: fondamentalmente, mi interessava che arrivasse alla fine.
Anche se è stato uno tra i primi Corti che ho ideato non ne rimangono che 6 paginette frammentarie: la documentazione mi avrebbe preso troppo tempo (uno dei primi scontri sarebbe stato contro un orso, ma c’erano veramente degli orsi nel XIII secolo in Andalusia, e di che tipo? Molti incontri sarebbero stati caratterizzati dalla fede dei “png”, tra cui immaginavo ebrei, musulmani, cattolici e protestanti, ma com’era veramente la situazione religiosa nella Spagna del XV secolo? Sarebbe stato anacronistico inserire la Santa Inquisizione? E poi il protagonista sarebbe arrivato in Spagna o in Portogallo? Com’era la situazione dei due paesi alla fine del XV secolo?) e inoltre avevo progettato di usare un linguaggio libresco con termini desueti, cosa che mi avrebbe fatto perdere altro tempo per “tradurre” alcuni passaggi con una terminologia più ricercata.
Di fondamentale aiuto per la terminologia incaica sarebbero stati i due volumi della collana Historica dedicati alla serie a fumetti franco-belga Quetzalcoatl.

Manuale per inserire i link ipertestuali in Word sarebbe stata un’altra cosetta metanarrativa, una sfida lanciata dal libro stesso al lettore per vedere se il lettore/giocatore riusciva a mettere dei link senza ricorrere a LGC. Ne riporto l’unica pagina che ho scritto:

Ciao, stronzo.
Questo è un librogame. Un nerd come te lo sa cos’è un librogame, vero?
“Ehi, io non sono un nerd!”
Ti sei iscritto a un forum di librogame e hai deciso di prendere parte come giudice a un concorso di Corti, o almeno di scaricarne alcuni. Rassegnati: sei un nerd.
Quindi eccoti a leggere questo librogame che come sai bla bla bla è una forma di letteratura interattiva e bla bla bla dove il protagonista sei tu.
Cazzate.
Il protagonista qui sono io, il Corto che dovrai affrontare. E tu sei il mio trastullo. Facciamo finta che tu voglia scrivere un Corto per partecipare a un concorso in un forum. Ce l’hai un’idea buona? Riesci a seguire le regole del bando? Cristo santo, sai mettere almeno due parole di fila?
Non me ne frega niente. Quello che devi sapere è solo come si mettete un fottuto link ipertestuale in un testo per collegarlo a un paragrafo. E non lo voglio fatto con LibroGameCreator 2 o 3 o 4 o 3000. Lo voglio in Word. Per un nerd come te è una cazzata, vero?
Adesso lo vedremo, cazzone.

Come facilmente intuibile, questo Corto mi era stato dettato dalla frustrazione di non sapere come mettere i link multimediali, e avrebbe dovuto concludersi con tante scuse a Shaman e un sentito ringraziamento a Yaztromo, di cui avevo ripescato una risposta in un thread in cui si chiedeva come mettere un link in Word sin dal prologo (procedimento che vale anche per i link interni ai paragrafi, ovviamente, e che una volta copiaincollato in un file apposito è diventato il mio vangelo).
Sarebbe stato un Corto-pamphlet assolutamente velleitario e non so come avrei risolto la cosa dell’altro tema (il protagonista poteva essere un cattivo o un nerd, a seconda di quale dei due si considerasse, il lettore o li libro stesso), appiccicarci un’invasione o l’apocalisse non sarebbe stato poi così facile.

Invasione! (proprio come quello del Duergar, tanto per intorbidire le acque e far pensare che fossero di due autori diversi visto che lo stesso autore non avrebbe mai usato lo stesso titolo) avrebbe avuto come protagonisti una squadra di robot che affrontava un’invasione di alieni rettiliformi sul loro pianeta interamente tecnologico, creato dai terrestri eoni prima. Ogni squadra sarebbe stata composta da un Protagonista da scegliersi tra sei possibili opzioni, due Gregari da scegliersi tra nove possibilità e quattro Comparse da scegliersi tra nove o dodici altri robot. Ovviamente scendendo di grado le abilità dei singoli robot sarebbero decresciute in proporzione.
Ogni robot (ce n’erano di antropomorfi, zoomorfi e ancora più strambi) sarebbe stato definito da varie caratteristiche, ovvero LOTTA, EMISSIONE (se lanciava raggi laser et similia), RESISTENZA, CONNESSIONE (se aveva l’abilità di connettersi al sistema informatico del pianeta e raccogliere informazioni). Il sistema di gioco potrei riciclarlo in futuro quindi non entro nello specifico. Inoltre alcuni robot potevano avere delle ulteriori caratteristiche come l’abilità di volare o levitare, che avrebbe evitato la loro dipartita istantanea in alcune situazioni.
I Protagonisti erano inoltre definiti anche dal loro CARATTERE, che ne avrebbe condizionato il finale specifico: immagino che Faith (“Carattere: fanatica, protettiva”) avrebbe imposto una teocrazia in cui era d’obbligo la venerazione degli antichi umani, laddove Hive Master (“Carattere: riflessivo, distaccato”) avrebbe collegato tutti i robot superstiti in un’unica rete che avrebbe controllato in prima persona.
Il Corto sarebbe stato una corsa al massacro, in cui i singoli robot sarebbero morti uno dopo l’altro a partire dalle Comparse: avevo previsto che certe azioni le potessero compiere inizialmente solo Gregari o Comparse, perché i Protagonisti non si sarebbero abbassati a farle, o comunque sarebbero stati indietro nell’ordine di marcia, protetti dai loro cadetti. A seconda del robot Protagonista scelto, il giocatore avrebbe dovuto intuire quale potesse essere la strada migliore da percorrere per quello specifico Protagonista (Bolt, a cui ho associato l’appunto “testa che spara raggi”, aveva un punteggio alto in EMISSIONE, quindi le lotte a distanza sarebbero state il suo forte, immagino).
Noto che il file che avevo elaborato inizialmente era stato poi ribattezzato 1NVA51ON3! per dargli un tocco informatico.
Non l’ho concluso perché è stata una delle ultime idee che mi sono venute e non ho fatto in tempo a svilupparla, inoltre gli organizzatori erano stati estremamente decisi nel cassare i disegnetti con cui avevo originariamente decorato La Prova della Negromante, e a me sarebbe piaciuto mettere dei ritratti dei singoli robot (Protagonisti, Gregari o Comparse che fossero) per permettere al lettore di cogliere immediatamente di cosa si trattava. Ma non erano immagini strettamente necessarie al Corto e quindi probabilmente non sarebbero state accettate, rendendo le pagine che avevo previsto degli sterili tabulati di dati e numeri.
Avevo anche previsto di dare una numerazione ordinata ma non progressiva ai paragrafi (ad esempio facendone solo 50, ma numerandoli 1, 7, 89, 101, ecc.), in modo da non dover perdere tempo a farmi altri file in cui elencare i numeri di paragrafo già usati, come avevo fatto in precedenza per gli altri Corti. Due palle.

Un Corto che avrebbe unito un cattivo e la scoperta dell’Europa avrebbe dovuto vertere su un turista statunitense apparentemente normale che decide di visitare le capitali europee, nonostante i fantomatici “rischi” che a suo dire ciò avrebbe comportato, e di cui inizialmente il lettore non sapeva nulla. Nel corso della lettura sarebbe risultato progressivamente evidente che la terminologia impiegata all’inizio sulla “merce” da acquistare e usare, sui “deliziosi regali” che si faceva, ecc. lo identificavano come un pedofilo. Chiaramente per rendere al meglio le situazioni avrei dovuto documentarmi un minimo, quindi penso che per il bene di tutti è stato meglio che questo Corto non si sia concretizzato!

Altro cattivo: quello che compare nell’ultimo romanzo di Gianrico Carofiglio, di cui non spoilero troppo limitandomi a dire che è un poliziotto che a un certo punto fantastica sullo stuprare una collega della Buoncostume. Sarebbe stato un protagonista azzeccato, tanto più che proprio nel romanzo viene descritto come appassionato di enigmistica e giochi di parole. Ma anche qua era troppo tardi per lavorarci seriamente sopra, e poi come diavolo ci infilavo dentro un’invasione o l’apocalisse?

Altra suggestione letteraria: Seno Grande, Fianchi Larghi di Mo Yan, stupenda e urticante epopea familiare di cui mi sarebbe piaciuto fare una fan fiction in cui veniva narrato qualcosa dei sei anni che non vengono coperti nel romanzo relativi al ritorno della sorella che faceva la prostituta. Ma era troppo difficile, troppa documentazione da raccogliere e troppo complicato ficcarci dentro un protagonista come quelli richiesti dal bando, oltre al fatto che avrei dovuto restare fedele a quello che viene raccontato successivamente nel romanzo originale.

Mi è anche venuta un’idea di Corto metatestuale e collaborativo estremo, che magari proporrò in futuro.

Ma il Corto che più di tutti rimpiango di non aver concluso sarebbe stato uno che non avrebbe comunque mai visto la luce. Quando inviai La Prova della Negromante, il primo Corto, gli organizzatori mi fecero notare le varie XX sparse per i paragrafi e la altre incongruenze, attribuendole inizialmente alla conversione da un formato diverso di Word. Ovviamente subito dopo aver avanzato questo dubbio si rifecero vivi chiedendomi se non fosse una cosa voluta, e confermai che servivano per trovare il paragrafo segreto.
Da quella volta mi venne però la voglia di mandare un ultimo Corto composto da 50 pagine riempite con caratteri assolutamente casuali, dicendo che io lo leggevo benissimo e che probabilmente avevano un problema di conversione che intimavo di risolvere il prima possibile, perché quello era il mio Corto migliore! smile2

GGigassi
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Re: I Corti che non ci sono stati

Ah, tu lo sai come la penso sull'idea degli Indios che scatenano l'astronave contro l'Europa. Era proprio quel che speravo sarebbe saltato fuori e sto ancora rosicando che tu abbia scritto TUTTO tranne quello.

A head full of dreams

Aloona
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Re: I Corti che non ci sono stati

Confesso di avere pensato di partecipare al Concorso, ma la mia ormai cronica mancanza di tempo (e in realtà anche un po' di motivazione) mi ha poi fatto desistere.
Per il Corto che avrei voluto scrivere, avevo in mente solamente una bozza di trama, senza regolamento.

Il titolo, provvisorio era Homo Roboticus e narrava le vicende del tentativo di colonizzazione di un esopianeta.
La Terra è vittima di una lenta Apocalisse (lenta per modo di dire, perché si prevede che distrugga l'umanità nel giro di due-tre generazioni), causata da disastri ecologici provocati dall'uomo. La colonizzazione di altri pianeti risulta impossibile dal punto di vista tecnologico. La vita umana è troppo breve per poter sperare di raggiungere un pianeta abitabile e gli escamotage utilizzati nei film di fantascienza sono solo fantasie irrealizzabili (ibernazione, costruzione di astronovani talmente grandi da poter permettere ad una colonia di sopravvivere sufficientemente a lungo,...).
L'unico tentativo con qualche probabilità di successo che l'uomo riesce a sviluppare è di trasferire (o meglio duplicare) l'intera coscienza degli esseri umani in super computer, integrati in robot.
Ecco quindi l'Homo Roboticus del titolo.
Ma le risorse non sono infinite, così come gli esopianeti su cui tentare una colonizzazione.
Sono stati identificati 5 possibili esopianeti con probabilità di successo maggiori del 20% di trovare un ambiente consono alla vita umana. I pianeti sono stati (con poca fantasia) chiamati Africa, America, Asia, Europa e Oceania e vengono quindi costruite 5 astronavi, ognuna delle quali contenenti decine di migliaia di ovuli umani, di spermatozoi e un centinaio di Homo Roboticus (vabbeh, sarebbe Homini Robotici, ma permettetemi la licenza narrativa).
I prescelti, la cui coscienza viene trasferita nelle macchine, sono i potenti della Terra più qualche grande scienziato.
Lo scopo è quello di colonizzare un esopianeta e, nel frattempo, di sviluppare un modo di ritrasferire la coscienza umana dall'Homo Roboticus agli embrioni umani. Eh, sì, perché la tecnologia permette di trasferire la coscienza dell'uomo in una macchina, ma non viceversa. Non ancora perlomeno.
Le 5 grandi astronavi partono nella più grande segretezza. Gli Homo Roboticus sono in stand by, per impedire che, durante il lungo viaggio, la mente umana, soggetta a decenni di attesa su un'astronave, possa impazzire. L'astronave è governata da un computer che risveglierà le macchine una volta giunte a destinazione.
Il protagonista è un hacker che riesce a veicolare un virus all'interno di un Homo Roboticus sull'astronave per Europa, proprio all'uscita dal sistema solare, quando ormai le comunicazioni di ritorno sono impossibili. Nessun rischio di essere scoperti, per l'hacker e per la sua missione. Il protagonista è anche un eco-terrorista. La sua idea è che se l'uomo ha distrutto il proprio pianeta, finirà per distruggere anche gli altri e vuole impedire la colonizzazione o meglio, come la chiama lui, l'invasione.
All'ingresso nell'atmosfera di Europa gli Homo Roboticus si risvegliano e il virus veicolato dal protagonista installa la propria coscienza all'interno dell'Homo Roboticus hackerato, un esploratore.
Il protagonista dovrà boicottare l'invasione, senza insospettire gli altri Homo Roboticus e il super computer dell'astronave.

La mia bozza di trama termina qua. Con un solo colpo avrei beccato il nerd, il robot e il cattivo, nonché la scoperta dell'Europa, l'invasione e l'apocalisse.
Mi sarebbe piaciuta svilupparla oltre e chissà che prima o poi non mi vada di scrivere davvero un libro (o un librogame) su questa falsariga.

Quando hai poche carte è importante sapere in che modo ed in quale istante giocarle...

babacampione
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Re: I Corti che non ci sono stati

babacampione ha scritto:

Confesso di avere pensato di partecipare al Concorso, ma la mia ormai cronica mancanza di tempo (e in realtà anche un po' di motivazione) mi ha poi fatto desistere.
Per il Corto che avrei voluto scrivere, avevo in mente solamente una bozza di trama, senza regolamento.

Il titolo, provvisorio era Homo Roboticus e narrava le vicende del tentativo di colonizzazione di un esopianeta.
La Terra è vittima di una lenta Apocalisse (lenta per modo di dire, perché si prevede che distrugga l'umanità nel giro di due-tre generazioni), causata da disastri ecologici provocati dall'uomo. La colonizzazione di altri pianeti risulta impossibile dal punto di vista tecnologico. La vita umana è troppo breve per poter sperare di raggiungere un pianeta abitabile e gli escamotage utilizzati nei film di fantascienza sono solo fantasie irrealizzabili (ibernazione, costruzione di astronovani talmente grandi da poter permettere ad una colonia di sopravvivere sufficientemente a lungo,...).
L'unico tentativo con qualche probabilità di successo che l'uomo riesce a sviluppare è di trasferire (o meglio duplicare) l'intera coscienza degli esseri umani in super computer, integrati in robot.
Ecco quindi l'Homo Roboticus del titolo.
Ma le risorse non sono infinite, così come gli esopianeti su cui tentare una colonizzazione.
Sono stati identificati 5 possibili esopianeti con probabilità di successo maggiori del 20% di trovare un ambiente consono alla vita umana. I pianeti sono stati (con poca fantasia) chiamati Africa, America, Asia, Europa e Oceania e vengono quindi costruite 5 astronavi, ognuna delle quali contenenti decine di migliaia di ovuli umani, di spermatozoi e un centinaio di Homo Roboticus (vabbeh, sarebbe Homini Robotici, ma permettetemi la licenza narrativa).
I prescelti, la cui coscienza viene trasferita nelle macchine, sono i potenti della Terra più qualche grande scienziato.
Lo scopo è quello di colonizzare un esopianeta e, nel frattempo, di sviluppare un modo di ritrasferire la coscienza umana dall'Homo Roboticus agli embrioni umani. Eh, sì, perché la tecnologia permette di trasferire la coscienza dell'uomo in una macchina, ma non viceversa. Non ancora perlomeno.
Le 5 grandi astronavi partono nella più grande segretezza. Gli Homo Roboticus sono in stand by, per impedire che, durante il lungo viaggio, la mente umana, soggetta a decenni di attesa su un'astronave, possa impazzire. L'astronave è governata da un computer che risveglierà le macchine una volta giunte a destinazione.
Il protagonista è un hacker che riesce a veicolare un virus all'interno di un Homo Roboticus sull'astronave per Europa, proprio all'uscita dal sistema solare, quando ormai le comunicazioni di ritorno sono impossibili. Nessun rischio di essere scoperti, per l'hacker e per la sua missione. Il protagonista è anche un eco-terrorista. La sua idea è che se l'uomo ha distrutto il proprio pianeta, finirà per distruggere anche gli altri e vuole impedire la colonizzazione o meglio, come la chiama lui, l'invasione.
All'ingresso nell'atmosfera di Europa gli Homo Roboticus si risvegliano e il virus veicolato dal protagonista installa la propria coscienza all'interno dell'Homo Roboticus hackerato, un esploratore.
Il protagonista dovrà boicottare l'invasione, senza insospettire gli altri Homo Roboticus e il super computer dell'astronave.

La mia bozza di trama termina qua. Con un solo colpo avrei beccato il nerd, il robot e il cattivo, nonché la scoperta dell'Europa, l'invasione e l'apocalisse.
Mi sarebbe piaciuta svilupparla oltre e chissà che prima o poi non mi vada di scrivere davvero un libro (o un librogame) su questa falsariga.

Era un gran soggetto, e oltretutto riprendeva la genialata di Monpracem (con il suo Corto non realizzato) di intendere l'Europa come un'"altra" Europa!

GGigassi
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Re: I Corti che non ci sono stati

Anch'io ho scartato altre tre idee prima di scegliere definitivamente “Fermate Monna Lisa!”

L'ultimo Re: America del Nord, 65 milioni di anni fa. Sei uno degli ultimi cuccioli del tuo branco che ha raggiunto l'età adulta, ma ti sei dato da fare: le femmine dicono che appena uscito dall'uovo, avevi aggredito e ucciso due dei tuoi fratelli e che gli avresti sterminati tutti se la tua madre non fosse intervenuta. Crescendo, hai sfidato gli altri maschi in giochi pericolosi e a volte mortali. Passarono le stagioni e se diventato un Deinonico adulto, pronto a sfidare il Vecchio: quello che mangia e che si riproduce per primo, che ti fa fatto capire che non ci si ribella... ma fino ad oggi. Sfidi il vecchio, mai perdi e sei messo al bando del branco. Dovrai sopravvivere da solo e trovare nuove forze per tornare a casa e sfidare il Vecchio una seconda volta... senti le cose che stanno per cambiare e questa grossa luce nel cielo, che trasforma la notte in giorno, è un segno.
Adoro Jack London e volevo fare una specie di “Richiamo della Foresta” preistorico con dei dinosauri. Il Protagonista è un vero Cattivo e l'Apocalisse (la meteorite che li avrebbero ucciso tutti) non è lontana... ma non sono riuscito a fare niente.

Quindi, dovevo fare di meglio...

Il fantastico viaggio di un allegro scozzese: Sei Arthur O'Leary, un ingegnere che ha realizzato una macchina volante battezzata “Icarus”. Tuo cugino, Lord James Dunnington, scommette che il  “ferro da stiro volante” non potrà mai andare oltre il Tamigi. Offeso, dici che visiterai almeno 5 paesi e tornerai a casa entro un mese al massimo con dei souvenirs. Il Lord accetta e dice che se ci riesci, parlerà di te a Sua Maestà. Così, ti prepari e fai decollare l'Icarus per scoprire l'Europa... il problema? La Gran Bretagna è sotto attacco di una flotta di pirati dei cieli e la tua aeronave non ha nessuna arma! Semmai riesci a superare il blocco dei predoni, dovrai lottare contro le correnti atmosferiche e anche fare i conti con l'ignoranza della gente che non ha mai visto una macchina volante prima...

L'idea mi piaceva e volevo fare un regolamento semplice con i tiri di D a sei facce, la gestione del carbonio, le prove da superare in caso d'inseguimento o di venti contrari. Ma mi sono reso conto che “solo” 40 pagine A5 non sono abbastanza per il volo dell'Icarus: si poteva andare in Irlanda, nel Belgio, nei Paesi Bassi, in Francia, in Germania o in Norvegia e in Svezia con tutti i problemi che vi si potevano incontrare! Ma, purtroppo, non ce l'ho fatta e ho dovuto rinunciare a questa simpatica scampagnata steampunk.

Poi, ho avuto un'altra idea...

Operazione Wotan: 1942, la Seconda Guerra Mondiale infuria in tutta Europa. L'Alto Commando Britannico riceve un messaggio da una spia a Berlino, sul punto di morte: I nazisti hanno concepito una superfortezza volante chiamata “Wotan”: la sua corazza resiste a tutte le armi conosciute e ha una tale potenza di fuoco che potrebbe annichilare Londra in un batter d'occhio. Inoltre, questo mostro volante sta per partire di Monaco di Baviera. Il Premier Churchill convoca una riunione segreta a cui partecipano il Re, lo Stato Maggiore britannico, il vescovo di Westminster e il Gran Maestro della Loggia Madre: viste la gravità della situazione, decidono di utilizzare un modo non convenzionale per neutralizzare il Wotan. Grazie ad un rituale proibito scritto nelle pagine di un libro di magia, Churchill e gli altri fanno tornare in vita Jack Lo Squartatore, fecero un patto con lui e lo teletrasportano all'interno del Wotan mediante un incantesimo.
Tu sei Jack lo Squartatore tornato dai morti, sei stato costretto a uccidere l'equipaggio di questa strana nave volante. Se riesci, torni nel mondo dei vivi per almeno cinquant'anni. Ma semmai perdi la vita durante questa missione, tornerai dritto all'inferno...

Avevo un cattivo (e che cattivo!) che invadeva la fortezza volante nazista (immaginate il veicolo volante dello  S.H.I.E.L.D). Si massacrava dei nazisti, ci si poteva travestire, c'erano gli enigmi ed i codici... una specie di “Monna Lisa!” in più trash. Ma non sono andato avanti: l'argomento è quello di un fumetto pulp, ma temevo di disturbare qualcuno utilizzando il tema del nazismo. Anche se si tratta solo di finzione, come in “Hellboy” o “Captain America”,  è un argomento difficile e non volevo che qualcuno si senta ferito. Quindi, ho lasciato stare questo progetto ed ho lasciato Jack lo Squartatore e i nazisti dov'erano.

Dopo questo, ho deciso di approfondire il mio “Clownverse” e sfornare un'avventura che ne fa parte. Così, ho lavorato su “Monna Lisa!” e l'ho presentato ai Corti

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re: I Corti che non ci sono stati

Di quelli di Pirata delle Alpi il mio preferito è "Il fantastico viaggio di un allegro scozzese".

GGigassi
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Re: I Corti che non ci sono stati

Beh, anche io avevo pensato di partecipare, e anche io con la cronica mancanza di tempo ho desistito.
Il mio corto, di cui avevo appena abbozzato il soggetto, verteva sul cosidetto "out of africa 2" ovvero la seconda ondata migratoria che ha portato gli ominidi fuori dall'Africa alla conquista di altri continenti. Nello specifico l'homo sapiens arriva in un Europa già occupata dall'uomo di Neanderthal e deve liberarsene per impossessarsi delle risorse disponibili.
Il lettore avrebbe interpretato il capo della tribù dei Sapiens migratori. Immaginavo uno stile narrativo particolare che tenesse conto della cultura e della lingua poco evoluta dei Sapiens e di quella ancor più rozza dei Neanderthal (secondo alcuni studi addirittura non in grado di articolare che pochi fonemi).
Tutto bello, tutto abortito nell'affannosa ricerca di un modo per sbarcare il lunario che quanto meno si è trovato.

ilsaggio79
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Re: I Corti che non ci sono stati

ilsaggio79 ha scritto:


Il mio corto, di cui avevo appena abbozzato il soggetto, verteva sul cosidetto "out of africa 2" ovvero la seconda ondata migratoria che ha portato gli ominidi fuori dall'Africa alla conquista di altri continenti. Nello specifico l'homo sapiens arriva in un Europa già occupata dall'uomo di Neanderthal e deve liberarsene per impossessarsi delle risorse disponibili.
Il lettore avrebbe interpretato il capo della tribù dei Sapiens migratori. Immaginavo uno stile narrativo particolare che tenesse conto della cultura e della lingua poco evoluta dei Sapiens e di quella ancor più rozza dei Neanderthal (secondo alcuni studi addirittura non in grado di articolare che pochi fonemi).

Solo l'idea di partenza è fantastica! applauso

GGigassi
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Re: I Corti che non ci sono stati

Ti ringrazio;

in effetti, come si dice a Roma, ho proprio "rosicato" era un idea che mi andava veramente di sviluppare, ma qua negli ultimi anni il tempo è stato sempre meno...

Mi piaceva soprattutto questa cosa di poter mettere in risalto (se non ricordo male nel bando era richiesto che il protagonista fosse un malvagio) di poter gettare una luce diversa sul Neanderthal, che nell'immaginario comune è un primitivo brutale, quando è ormai accertato che fu sopraffatto dal Sapiens, cugino più evoluto (in effetti il Neanderthal non dovrebbe essere un nostro diretto progenitore, alcuni ipotizzano un incrocio minimo tra le due specie per portare al sapiens moderno; o quanto meno questo era lo stato delle conoscienze in materia quando feci l'esame di antropologia, ormai 14 anni fa...)

La cosa mi interessava anche per mettere in luce come (almeno a mio parere) un evoluzione psicologica si correli con un aumento dell'aggressività, della viziosità e via dicendo; insomma c'erano di temi da sviluppare...

ilsaggio79
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Re: I Corti che non ci sono stati

babacampione ha scritto:

Il protagonista è un hacker che riesce a veicolare un virus all'interno di un Homo Roboticus sull'astronave per Europa, proprio all'uscita dal sistema solare, quando ormai le comunicazioni di ritorno sono impossibili. Nessun rischio di essere scoperti, per l'hacker e per la sua missione. Il protagonista è anche un eco-terrorista. La sua idea è che se l'uomo ha distrutto il proprio pianeta, finirà per distruggere anche gli altri e vuole impedire la colonizzazione o meglio, come la chiama lui, l'invasione.
All'ingresso nell'atmosfera di Europa gli Homo Roboticus si risvegliano e il virus veicolato dal protagonista installa la propria coscienza all'interno dell'Homo Roboticus hackerato, un esploratore.
Il protagonista dovrà boicottare l'invasione, senza insospettire gli altri Homo Roboticus e il super computer dell'astronave.

VOGLIO LEGGERLO!!!!!!!!

ilsaggio79
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