EGO ha scritto:
L'Italia è un Paese di enormi gap culturali e generazionali.
È un Paese dove i nostri nonni sono cresciuti leggendo fumetti (negli anni Trenta l'editoria del fumetto in Italia era immensa), ma dove i fumetti sono roba da bambini non sempre intelligenti, alcuni genitori rifiutano categoricamente di far leggere fumetti ai figli ancora negli anni 2010, e in libreria trovi 1/20 delle pubblicazioni che trovi in Francia o in Spagna. Poi i mercatini sono pieni di 50-60enni che cercano il volumetto di Tex che lessero da bambini per ritrovare l'emozione di allora, ma tutti fanno finta di non vederli.
È un Paese dove o lavori di braccia o lavori di testa. Se sei nato da chi lavora di braccia, non va bene che ti interessi ai lavori di testa e ai passatempi connessi.
È un Paese scettico nei confronti di tutta la nuova cultura di massa che non si mangia.
Un tempo andavano bene le patatine fritte, ma i blue jeans erano l'abito del demonio, il rock 'n roll la musica del demonio, il bikini e il topless ti portavano in guardina.
Fantasy e fantascienza sono rimasti nel ghetto finché non sono stati scritti (per lo più male) da autori italiani, e conditi con sapienti dosi di elementi in stile romanzo Harmony. Oppure finché non sono arrivati al cinema, con tutti gli effetti speciali del caso; allora aver visto il film equivale ad aver letto il libro.
I videogiochi sono diventati popolari solo quando hanno cominciato a offrire simulazioni di calcio abbastanza realistiche da poter somigliare a quanto si vede in televisione.
Negli anni Ottanta, la "letteratura per ragazzi" era ancora considerata quella dei nostri nonni e genitori, quindi Salgari e Calvino e Pinocchio e i romanzi ottocenteschi di Verne, London, Alcott ecc. Topolino era all'apice della sua diffusione ed era la lettura "infantile" di riferimento. Lo sbarco sulla Luna aveva avuto grande risonanza, ma non abbastanza da sdoganare la fantascienza tra il grande pubblico; il fantasy poteva benissimo non esistere, perché se qualcuno si accorgeva della sua esistenza, chiamava l'esorcista.
I movimenti operai e l'ingerenza cattolica nella politica e nella cultura erano ancora forti e freschi.
Ora immaginate che improvvisamente, bambini delle elementari e delle medie si mettono a leggere (1) dei libri (2) con illustrazioni in bianco e nero (3) per nulla pucciose come si conviene ad un libro per i più piccoli (4) ma anzi di carattere inquietante o letteralmente demoniaco (5), ad ambientazione quasi sempre fantasy (6), dove si parla di divinità che nulla hanno a che fare col Dio di Abramo (7) e compaiono nomi e termini di nessun significato e nessun precedente in italiano (8), tirando dadi durante la lettura (9).
Tali libri sono scritti in paragrafi brevi (10), che non si leggono in sequenza (11) e includono dettagliate scene di morte (12). Ogni tanto, il giovane lettore chiude il libro tutto incazzato (13) e sbuffando "Sono morto!" (14).
I protagonisti di questi libri non lavorano (15), non votano (16), non pagano tasse (17), non hanno quasi mai storie romantiche (18), non tengono famiglia (19), trovano soldi in giro o se li procurano ammazzando qualcuno (20), non sono quasi mai soggetti alla giustizia o all'autorità costituita (21), raramente devono mangiare (22) e il loro obiettivo nella vita non è fare soldi o istruirsi (23).
E questi libri sono "in realtà" dei giochi (24) e il loro nome contiene una parola in inglese (25).
Potrei continuare, ma siamo già a 25 ottimi motivi perché l'italiano adulto medio degli anni 1980 nutrisse per lo meno una sospettosa diffidenza nei confronti dei librogame e li considerasse robaccia.
A me è andata bene di avere genitori giovani e lettori, ma mia nonna restò convinta che quei libri mi avrebbero portato alla perdizione finché continuai a leggerli. Probabilmente ai suoi occhi mi salvò solo il fatto di essere un bravo studente.
.....Mi hai quasi convinto che la causa di tutte le mie sfighe sia aver intrapreso la via dannata dei librogame da piccolo (nonostante fossi un bravo studente anche io...)

In questo libro il protagonista sei TU!