Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria
Adriano ha scritto:A chiunque abbia scritto il commento #12, che si tratti di abeas o di qualche entità astratta:
Ma prima che tornassi da queste parti, accadevano queste cose?
A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria
Un corto coi controciuffoli! Ma è VERAMENTE un corto? . Avrei tutto il diritto di menarlo su sta costa, visto che l'anno scorso lo menarono a me in lungo e in largo sul fatto che i miei... corti non erano corti per nulla XD, ma in realtà Ultima speranza ad Alessandria dimostra che si può creare un racconto complesso, articolato e che non sembri come spesso accade un "antipasto" di qualcosa che non arriverà. Mi piace come la storia inizia e si conclude: mi piace anche il modo in cui ci si sente davvero all'interno della biblioteca, spaesati di fronte alle sue tanti opzioni. Ma soprattutto mi piace il fatto che venga messo al centro del gioco il ragionamento e non solo il girare da un bivio all'altro sperando di beccare quello giusto: una cosa che sempre apprezzo nei librigioco e che qui è stata svolta in modo buonissimo (e ti credo, sembra un sistema inventato da me )... ma non eccellente.
Non mi è piaciuto il fatto che una struttura così interessante sia stata affiancata alla meccanica del true path. Più in generale, non ritengo che una struttura di gioco complessa come quella delle parole chiave stia bene e sia "digeribile" in un corto affiancata a quella del true path, con l'ulteriore aggiunta della gestione dell'inventario. Non avrei nessun problema se si trattasse di un libro fatto e finito ma è un corto in un'edizione che punta alla semplicità. Non sto dicendo che la mole di meccaniche da padroneggiare sia troppa, perché non lo è, ma personalmente al posto dell'autore avrei snellito il sistema di gioco.
L'altra cosa che non mi è piaciuta è stata (critica personale) il sistema per tradurre le parole chiave in numero. E' funzionale e si vede l'enorme lavoro che c'è stato per far funzionare ogni rimando, ma il dover giocare con una calcolatrice sottomano non è ciò che mi aspetto da uno dei potenziali vincitori di questa edizione: con tutte le differenze del caso, il sistema di conversione fonetica di SE: Londra mi sembra fosse più facile da padroneggiare.
Al netto di questi difetti abbiamo un corto che si posizionerà quasi sicuramente sul podio, salvo sorprese. Bravo autore!
voto inviato a Dario III
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Zakimos
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria
Mi dispiace ma per me è un grande no. Immagino che non sarà un grande problema per l'autore, visti i tantissimi complimenti.
Mi piace moltissimo tutto il lavoro sulla parte storica, da quel punto di vista è davvero interessante leggerlo. E' scritto indubbiamente bene. Le mie osservazioni sono quasi esclusivamente sulla parte di gioco, che proprio non fa per me (e infatti dopo un po' ho visto la soluzione proposta da Prodo). L'unico dubbio che mi è venuto da un punto di vista narrativo è che a un certo punto una guardia mi pare, da del lei alla sacerdotessa. Non che sia sbagliato, non so come parlassero a quel tempo - e date le conoscenze storiche dell'autore avrà utilizzato la formula più adatta - è solo che mi fa strano. Aggiungo, per completezza, che secondo me la protagonista non è molto caratterizzata, ma non è un grande problema visto il tipo di racconto.
A livello di gioco: a me il true path non piace proprio, lo trovo frustante, soprattutto in questo caso dove alcune scelte secondo me sono un po' casuali. So che ci sono degli appassionati ma tra questi non ci sono io. A questo però si aggiunge il sistema delle parole che per quanto interessante, è davvero complesso. Oltretutto, da neofita quale sono, mi sono bloccato perché non ho minimamente considerato i numeri negativi. Nel senso che se un risultato era -7, davo per scontato che non potesse essere, anche se c'era ancora da sommarlo/sottrarlo al numero della parte della biblioteca da fare. La maggior parte dei lettori del forum sarà di certo più avvezza di me a questo tipo di giochi, ma io sono convinto che se si chiede un grosso sforzo al lettore, per risolvere enigmi complessi, lo debba fare anche l'autore semplificandogli un po' la vita: sia per quanto riguarda i risultati negativi che per quanto riguarda anche somme parziali. Se con la prima parola sto a -3, immaginavo non fosse valida.
Il sistema di parola da trasformare in numeri + capitolo della sezione, da una parte è interessante perché bisogna usare un po' il cervello (anche se rischia di diventare un provare con le parole del paragrafo, che nella maggior parte dei casi prima o poi quella giusta esce), dall'altra è davvero complicato, sopratutto perché inserito in due paragrafi diversi: prima devo convertire la parola da una parte, poi andarmi a cercare l'elenco delle sezioni della biblioteca da un'altra. Insomma, per me, nonostante l'abbia trovato abbastanza originale, è davvero troppo macchinoso.
Altra cosa che mi è sembrata un po' fastidiosa è l'utilizzo degli oggetti. Se ne possono tenere solo 4 e ne viene dato un'altro subito, giusto per fare una scelta che se fatta male, farà arrivare ad una fine frustrante. Tutti credo abbiano eliminato prima mele e cipolle, ma non era meglio lasciarlo riempire piano piano e far scegliere gli oggetti giusti? Oltretutto, quando ad un certo punto si perdono tutti gli oggetti che si hanno, non si capisce se vale anche per l'anello di Serapide (che non era nella sacca), oppure no. Certo, per l'autore non ha molto senso dirlo, tanto senza gli altri oggetti non si potrà comunque e in ogni caso arrivare alla fine, ma il giocatore, magari al primo o al secondo tentativo non lo sa.
Aspetto un paio di giorni a inviare il voto, sia per riflettere un po': per me sarebbe molto basso e mi sembra un po' strano rispetto agli altri giudizi, magari a freddo lo rivaluto. Quando invio il voto lo scrivo comunque qui.
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria
ggigassi ha scritto:
Stavolta almeno nessuno ha ancora criticato il fatto che nel Corto non si possano utilizzare degli oggetti che ci vengono dati in partenza, mi sembra un bel passo avanti!
Allora dovrei strangolare Brennan...
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria
GGigassi ha scritto:Zakimos ha scritto:lo menarono a me in lungo e in largo sul fatto che i miei... corti non erano corti per nulla XD
Io c'ero
Non condivido le critiche di Gabrieleud e Kinn sul percorso "sbagliato" e sull'inventario: il fatto che l'autore abbia messo un percorso superfluo se non dannoso è un rischio in più per il leggiocatore, che è già nel pieno dell'avventura senza saperlo. Stesso discorso per gli oggetti: decidere quale sacrificare per tenere il passaporto lo mette nella condizione di pensare che magari uno di quelli che già ha sia fondamentale e quindi deve scegliere bene quale eliminare.
Stavolta almeno nessuno ha ancora criticato il fatto che nel Corto non si possano utilizzare degli oggetti che ci vengono dati in partenza, mi sembra un bel passo avanti!
Quello per me è un dettaglio, nel senso che sono rimasto un po' stranito da dover subito rinunciare a un oggetto, della serie: ma che me l'hai messo a fare? Poi ho anche aggiunto che secondo me tutti avranno abbandonato il cibo, quindi non è che è questa cosa così determinante. Il dubbio più grande è se, nel corso dell'avventura, si è costretti ad abbondare oggetti importanti tipo le chiavi della stanza. Come detto io mi sono arreso e nella soluzione di Prodo c'era ma magari si potevano fare scelte anche diverse. Perché uno che abbandona le chiavi della stanza per qualsiasi altro oggetto è un gran sprovveduto, anche in un contesto sotto assedio.
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