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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

Recensione "Ultima speranza ad Alessandria"
Bello, bello, bello.
Certo, non perfetto, ma sicuramente sarebbe un degno vincitore.
Questo corto è stato una lettura piacevole dall'inizio alla fine.

I pregi sono tantissimi:
-l'ambientazione: un'epoca con il fascino dell'antico e dell'orientale, senza dubbio molto originale e suggestiva
-l'atmosfera: fatta di tante piccole perle che bene immergono il lettore nel periodo storico, la scena del teatro, l'incontro con Euclide, l'esercito romano.
-la scrittura: chiara, pulita e allo stesso tempo molto evocativa e intensa
-il minigioco della ricerca dei libri: davvero ben congegnato, si vede che l'autore ne sa a pacchi
-la gestione degli oggetti: uno dei pochi corti in cui mi è piaciuta la gestione dello zaino, perché non è troppo complessa e ha un suo senso
-il regolamento: l'idea di spiegarlo in game è fantastica e molto adatta al tipo di corto


L'unico difetto che ho trovato è stata la non consequenzialità di alcuni passaggi del racconto. Spesso risolvendo un enigma si apre una strada in modo imprevedibile e solo grazie a una coincidenza si riesce a proseguire (vedi materiale del papiro e catenella di Sobek). Fa un po' storcere il naso perché, considerando che gli enigmi hanno sempre una soluzione logica ci si aspetterebbe che anche le conseguenze dell'aver risolto un enigma fossero altrettanto logiche.

Ho trovato un po' superficiali critiche mosse da altri utenti: capiamoci, non che non fossero fondate, ma mi sembra che siano state un po' il cercare il pelo nell'uovo.
Io capisco che non sia realistico lo zaino che tiene quattro oggetti indipendentemente dalla dimensione che hanno (che diciamocelo, in Blood Sword c'è molto di peggio e non si è mai lamentato nessuno): ma cosa avrebbe dovuto fare il povero autore? Assegnare un volume a ogni oggetto? Oppure lasciare, come fanno molti racconti interattivi, una borsa infinita?
È chiaro che si tratta di una semplificazione.


In definitiva, tanti complimenti all'autore per nulla misterioso che per quanto mi riguarda ha fatto un grandissimo passo in avanti.

Voto inviato ad Adriano.

FinalFabbiX
Signore del Totoautori 2016
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

FinalFabbiX ha scritto:

Io capisco che non sia realistico lo zaino che tiene quattro oggetti indipendentemente dalla dimensione che hanno (che diciamocelo, in Blood Sword c'è molto di peggio e non si è mai lamentato nessuno): ma cosa avrebbe dovuto fare il povero autore? Assegnare un volume a ogni oggetto? Oppure lasciare, come fanno molti racconti interattivi, una borsa infinita?
È chiaro che si tratta di una semplificazione

In realtà è una complicazione inutile in un racconto in cui, nonostante il true path e gli enigmi, tutto fila come un treno. Come fa un lettore a capire che uno degli oggetti sarà più utile di altri già all'inizio? E perché bisogna possedere un certo oggetto per "ricordare" un avvenimento?

"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"

Rygar
Tetro Lettore / Grim Reader
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

Stop al televot... ehm... volevo dire: si chiudono le votazioni per questo terzo corto. Seguiranno i voti dei sacri giudici.

"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".

Adriano
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

Parola alla Terna!



Qualche anno fa, Lenny Kravitz ha detto che avrebbe voluto scrivere dei Librogame, ma Steven Jackson gli ha consigliato di dedicarsi alla musica. Questa potrebbe essere una fake news, ma non importa perché arrivano le recensioni della Terna!

Adriano ha scritto:


NARRAZIONE
Davvero ottima, complimenti all’autore. Dietro questo corto c’è stato un intenso lavoro di ricostruzione storica, la storia è strapiena di rifermenti, appunti, dettagli, indicazioni. Ben fatto, veramente.
Mi sarebbe piaciuto vedere la stessa attenzione anche nelle instant death, che al contrario sono spesso frettolose e descritte all’essenziale. È un po’ un peccato, a tratti mi ha dato l’idea di una bella torta, buonissima, sulla cui fetta ci sono delle sfiziose gocce di cioccolato: mangi la torta ed è davvero gustosa, arrivi alle gocce lasciate come dulcis in fundo e non sono buone per niente...

TRAMA
Di bene in meglio: la storia fila che è un piacere, anche se i corti storici non sono il mio forte. I paragrafi più lunghi, che di solito tendono ad annoiarmi, qui non hanno avuto lo stesso effetto, sia per la bravura dell’autore, sia perché non si ha l’impressione di leggere un trattato storico, insomma gli elementi narrativi sono ben diluiti tra i vari paragrafi.
Personalmente avrei dato più corpo ai paragrafi dentro la biblioteca, ma ne parlerò appena sotto.

STRUTTURA
Non ho nulla contro i true path, che tra l’altro qui è gestito anche molto bene.
Quello che mi fa storcere un po’ il naso è che ci sono bivi troppo spesso ambigui:
- confisca delle candele: la guardia non poteva confiscarci qualcos’altro? Perché proprio le candele? Considerando che questo porta ad un’ID, magari era opportuno fare una scelta strutturale differente.
- testi Imhotep e Epocheuro: cegliere uno o l’altro in entrambi i bivi non cambia nulla;
- Antinorus: ok il true path, ma qui stiamo nel cul... ehm, volevo dire fortuna-path.
Per fare un altro esempio, l’intero blocco dei paragrafi interni alla Biblioteca non aggiungono molto, mentre invece sarebbero potuti diventare il vero valore aggiunto del libro.
Un’ultima considerazione, di tipo estetico: alcuni paragrafi iniziano alla fine della pagina (es: 1), altri hanno il problema alla fine (es: 9, togliendo lo spazio ci sarebbe stato benissimo in quella pagina, senza far andare l’ultima riga nella pagina successiva). Sottigliezze, ovviamente, ma anche in un corto l’aspetto visivo vuole la sua parte.

REGOLAMENTO
Secondo me non va criticata la scelta di dare 4 oggetti + 1 subito all’inizio: è come se l’autore avesse voluto dire: hai un oggetto (pergamena) e tre a scelta tra questi quattro.
Il problema viene fuori a partire dalla seconda partita, perché si capisce benissimo che mele e cipolle sono state messe lì giusto per riempire uno spazio vuoto, quindi si capisce subito che si possono scartare, e la gestione degli oggetti va un po’ a farsi benedire, perché praticamente non c’è più.
Viceversa, io pensavo che in un punto qualsiasi della storia ci sarebbe stata l’occasione per cucinare qualcosa, quindi mele e cipolle potevano servire entrambe: questo sì che avrebbe dato vita ad una “gestione degli oggetti”, magari mele e cipolle potevano dare qualche tipo di bonus più avanti.
Insomma, si sono rivelati non due oggetti, ma due elementi del true path che non mi hanno dato alcun tipo di scelta se non scartarli meccanicamente.

PARTE LUDICA
Tolta la gestione degli oggetti, che praticamente non c’è più, rimane il true path, e qui da una parte bisogna fare i complimenti all’autore per aver creato un’architettura di gioco davvero eccezionale, dall’altra bisogna pur dire che la soluzione è abbastanza complessa.
Il problema più grande credo sia, come nell’altro corto, il discorso degli indizi: sarò legnoso io, ma mi sembrava tutto tranne che ovvio che parole come passerella e fichi fossero parole d’ordine... E’ un peccato, perché il racconto è pieno di riferimenti, dettagli ed indicazioni, estrapolare una parola invece che un’altra è abbastanza complesso, ammetto di aver proceduto per tentativi, ma procedere per tentativi o a ritroso è più una questione di betatest. Insomma, difficoltà abbastanza alta.

Detto questo, rimane un racconto davvero pregevole, che ha dalla sua una narrazione eccellente, una buona trama ed un’atmosfera rilassante, dall’altra un sistema di gioco che promette ma non dà (gestione degli oggetti) e a tratti di difficoltà inconcepibile (parole d’ordine).

Dario III ha scritto:


Eccoci con LA Biblioteca; c’era da pensare che qualcuno l’avrebbe tirata in ballo, così è stato e non ce ne dispiace perché, diciamolo, l’Autore l’ha fatto come si deve. Ma andiamo con ordine.
Lo stile è sobrio ed efficace, il testo alquanto pulito. L’ambientazione storica fa vibrare corde profonde nel mio cuore; svolta in modo raffazzonato avrebbe finito coll’irritarmi, ma l’autore si muove bene, descrivendo il setting con disinvoltura e senza perdersi in pedanterie. La ricostruzione storica è accurata e verosimile e si basa su un buon lavoro documentario. 
Probabilmente il corto riesce a scansare il piglio didascalico anche in virtù dello sguardo attraverso cui è filtrato: quello di una giovane colta, sì, ma vivace, libera, proiettata verso un mondo che desidera cambiare quanto comprendere; che prima di riconoscersi in una lunga tradizione e di bramare di preservarla, cerca di usarla per incidere sullo stato delle cose. Sempre riguardo la protagonista, tra le righe mi pare di leggere uno schema piuttosto inconsueto, e che mi ha colpito favorevolmente: l’autore aveva in mente un suo personaggio, credibile (in sintesi, una ragazza curiosa, intraprendente, accorata), e tende a premiare chi lo interpreta (cioè lo fa agire di conseguenza). Preciso però che questa è una mia semplice interpretazione e potrebbe essere del tutto fantasiosa.
Riguardo la gestione degli oggetti: anche se da un punto di vista ludico può sembrare strano avere un inventario pieno in partenza e dover abbandonare da subito qualcosa, a ben vedere ciò non viola alcun criterio di verosimiglianza; anzi, è una di quelle circostanza che mi aiutano a dimenticare di essere in un librogame: perché, mentre è tipico di un gioco avere un giusto spazio nell’inventario, la vita reale non si cura affatto di queste cose; ed è solo verosimile, per dire, che la ragazza abbia qualcosa da mangiare con sé (e che poi, giunta al Museo, questo cibo non le serva più molto).
Andando alla struttura, Ultima speranza ad Alessandria mi ha ricordato le vecchie avventure grafiche: usa l’oggetto x qui, tocca la leva y là, consulta il tomo k, parla con w… Il tutto in un serrato true path di difficile soluzione (proprio come sono in genere le avventure grafiche, o almeno quelle che ricordo io). Ciò premesso, due fattori mi saltano all’occhio. In primo luogo, l’Autore recupera con grazia il sistema ‘old school’ dell’oggetto promemoria: un dato oggetto testimonia un evento, un percorso. In secondo luogo, il binomio SEZIONE+ARGOMENTO mi pare davvero un’ottima soluzione per quello che qui si configurava come il problema dei problemi: come gestire in un Corto la vastità di una immensa biblioteca? Come circoscrivere una ricerca potenzialmente infinita? Così: la sezione mi dà il numero di base (insomma, mi dice dove andare), l’argomento me lo modifica (insomma, mi dice che cosa cercare di specifico nella sezione). Questa soluzione mi è molto piaciuta, ha spessore ed è funzionale. La chiave numerica risulta però un po’ troppo complessa (diciamo pure noiosa) da calcolare, soprattutto quando a monte si deve individuare una ‘parola candidata’ ed è assai probabile fare più di un tentativo (per es., non c’è nulla di sbagliato, secondo me, nel cercare ‘acquitrini’ come prima opzione al par 29); il limite ai tentativi (due o addirittura uno), poi, complica il problema più che semplificarlo, perché a rigore costringe il giocatore a proseguire inutilmente col corto per poi ricominciare da capo. Infine, l’infilata di traduzioni numeriche poteva essere snellita o distribuita in modo più sparso (ma questo, lo so, avrebbe alterato molto l’architettura del tutto). Sempre riguardo la difficoltà, il vero collo di bottiglia del corto secondo me è raggiungere il paragrafo 37; arrivarci è frutto di una serie di scelte che hanno sì una logica, ma che risulta forse un po’ troppo severa.
Per concludere questa rassegna (un po’ disorganica, e me ne scuso), tanti gli spazi inutili, o comunque puramente flavour; forse l’autore avrebbe potuto gestire la cosa diversamente, anche se percepisco il dilemma: dare un assaggio dell’immensità di quel mondo, senza però perdere troppo ‘tempo’ (ovvero spazio).
Un corto dunque difficile, ma frutto di una progettazione attenta, che mette al centro il lettore, la sua abilità e la sua ostinazione, com’è tipico dei true path meglio concepiti. Per me potrebbe stare con disinvoltura sul podio, ma questo ovviamente dipende dalla concorrenza!

Pirata delle Alpi ha scritto:



Non ho molto da dire su quello che è uno dei miei corti preferiti… per il momento.

Narrazione: Un fantastico viaggio nello spazio e nel tempo che ci porta nei giorni gloriosi del tempio del sapere che era la leggendaria Biblioteca d'Alessandria. Tutto è bello, l'autore ha fatto un' approfondita ricerca storica per rendere il suo Corto credibile. Questo corto piacerà agli appassionati di storia. Il “divertimento” non consiste nelle battute o i riferimenti ai corti precedenti, ma nel rivivere il periodo antico come se ci fossimo. Quello che mi fa sorridere è il fatto che quel che sembra essere la sceneggiatura di una partita D&D possa essere realistica, profonda e interessante: la grande sacerdotessa sta morendo, una delle sacerdotesse subalterne deve recarsi in una grande città per trovare la cura al suo male, vivere mille peripezie, tornare a casa e diventare un'eroina.

Parte Ludica: Un regolamento snello, ma degli enigmi con delle parole da convertire in numeri per ottenere il paragrafo dove andare. E questo la vera pecca di questo corto: gli enigmi sono di una difficoltà molto alta, il che lo rende frustrante e può scoraggiare i lettori che non sono esperti in questo tipo di gioco. Non ho capito bene il fatto degli oggetti all'inizio… ma deve essere un'indicazione sul path da seguire:
 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 se si danno le candele alla milizia, abbiamo un po' di spazio libero.
. Purtroppo, le ID sono molte e non sono un grande fan del True Path.

Conclusione: “Ultima Speranza” è una delle piccole perle di questa nuova edizione e non ha tante pecche. Puoi essere fiero di te amico autore, perché hai firmato un bel corto!

Il divo Cesare e tutte le ragazze del gruppo C.L.E.O.P.A.T.R.A mi ordinano di dare un voto positivo, altrimenti mi gettano ai leoni.

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
Erede di Misson
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

Ottimo corto che mi ha catturato fin da subito. Per ora il mio pesonale campione di questa edizione.

monpracem
Scienziato Pazzo
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

Seguo l'esempio del buon Rygar su Il Mondo dei Libri e propongo una mia recensione aggiornata - per quanto il bando non mi sembra prevedesse la necessità di inserirla per rendere valido il voto dell'art. 22

È un bel Corto? Certo, è bellissimo: nel suo genere è sicuramente un capolavoro.

Mi è piaciuto giocarci? No, per niente, è stata una cosa frustrante che ha tolto quasi del tutto il piacere della lettura. Se la storia fosse stata meno interessante o virata sul comico probabilmente non avrei percepito quest’ansia da prestazione per cui devi star lì a soppesare ogni singola parola per trovare quella giusta. Anche se poi le parole giuste hanno una loro logica, ma magari le avevi incontrate in un paragrafo precedente…

Per quanto non l’abbia esattamente gradito, o meglio non sia nelle mie corde, non posso certo dare un voto basso al Corto o solo “altino” visto che riconosco la grandissima abilità dell’autore e il lavoraccio che si è sobbarcato, ma adesso che ho un quadro più chiaro degli altri Corti in gara posso dire che narrativamente molti erano migliori, con una scrittura più elaborata e coinvolgente, e come struttura e regole presentavano delle soluzioni altrettanto se non più raffinate.

Per quel che può valere, i miei più sentiti complimenti all’autore: se avessi letto questo Corto in un libro cartaceo lo avrei scaraventato contro il muro bestemmiando al pensiero dei soldi buttati via, e immagino che questa sia la più grande soddisfazione per chi scrive un true path!

VOTO INVIATO A DARIO III

GGigassi
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

AdL, congratulazioni per il secondo posto! applauso  applauso
L'ennesimo podio della tua carriera di cortista, complimenti! bigsmile2

Il tuo corto è stato uno dei miei preferiti, come dimostra il voto che gli ho dato (9,5).

Escine lo spiegone!

A un certo punto esce fori un vecchio che fà dice: “Presto chiamate un’ambulanza”, dico “Ma che chiami? Non lo vedi che questi c’hanno si e no trenta secondi de vita?”. Aò so passati venti secondi, so’ spirati proprio così, all’unisono… Mortacci l£%0%0%0%0%0

¿„ãßꪧ¬
Arkham Lêgãcy ¬
Arcimaestro
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Escine lo spiegone!

Grazie per il votone, che apprezzo molto perché erano anni che inseguivo la tua approvazione.

Per lo spiegone invece, sto scrivendo.
Ci vorranno ancora diversi giorni di attesa.

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

http://imgur.com/eyc21Sd.png
(due cartine di Alessandria: sopra quella moderna presa dalla guida turistica sull'Egitto della National Geographic mentre sotto quella antica presa da uno dei volumi che possiedo sul mondo dei faraoni)


Amici di LGL, ciao a tutti!
È con grande emozione che vado a postare il thread finale del Concorso 2018 per quanto riguarda il mio racconto.

Il Concorso dei Corti è una manifestazione favolosa tra amici che mi ha sempre dato moltissimo. Spero in questi anni di aver ricambiato almeno in parte ma ne dubito.
Sono felicissimo del mio 2° posto e ringrazio tutti gli amici che hanno apprezzato Ultima speranza ad Alessandria.

Ho già deciso che il prossimo anno non parteciperò ai Corti come scrittore.
Continuerò a seguire il Concorso e parteciperò come votante.
Tenuto conto che il futuro nessuno lo sa, una cosa è certa: quando si smette di fare una cosa poi è dura riprendere. Così ho scritto USA come fosse il mio ultimo Corto in assoluto.


Ecco le risposte:


-------



Prodo ha scritto:

Grande, titolo fantastico.

E sì, quest'anno ho scelto un tema, l'Antico Egitto, che avevo in mente da anni.
Nelle mie intenzioni iniziali non volevo trattare però l'età tolemaica ma quella faraonica classica.
Ho dovuto cambiare rotta per colpa del tema 2018, la Biblioteca.
Inizialmente avevo in mente una trama dinamica molto ramificata, alla "Dever", senza true path serrato come invece mi è venuto fuori alla fine con USA (una volta scelto il true path mi sono orientato decisamente verso la via stretta). Volevo metterci un viaggio di notte sul Nilo, un'esplorazione nella Valle dei Re a Tebe Ovest e altre cose ma ho dovuto rinunciare a tutto.
Devo dire che però dopo un primo momento di fastidio, l'ho fatto volentieri e ho preso la palla al balzo.
Come ho sempre detto la bellezza dei Corti sta anche nell'incastrare la propria idea nel Bando corrente, nel rispetto dei paletti dell'anno in corso.
Essendo un appassionato di Egittologia da anni, ripassare tutta l'età tolemaica è stato quasi più bello che scrivere il Corto in sè.
La vera sfida è stata trovare informazioni credibili sulla Biblioteca di Alessandria, dato che tra tra archeologi e guide turistiche mi sembra di aver capito che gira un detto:
"ad Alessandria quello che non c'è è più di quello che c'è".
La storia della città è immensa e degna di attenzione ma la Biblioteca e il Museo sono forse l'apice dell'interesse.
Entrambe le istituzioni non hanno lasciato traccia e allo stato attuale delle cose non possiamo stabilire con certezza né la loro ubicazione né la causa della loro distruzione.
Io nel Corto ho solo accennato al rogo dovuto a Giulio Cesare perché Imset era impegnata nella ricerca all'interno della Biblioteca e non poteva sapere come stava procedendo la battaglia fuori. Comunque la storia ci ha tramandato che Cesare abbia incendiato le proprie navi ancorate nel Porto Grande per salvarsi dall'avvento di Achilla. Questa mossa è stata decisa per le sorti della battaglia ma (sembra!) che le fiamme siano giunte fino alla Biblioteca distruggendone una parte.
Che la Biblioteca non sia stata rasa completamente al suolo dall'incendio cesariano è certo e possiamo stilare cinque cause dilatate nei secoli:
CAUSE SCOMPARSA BIBLIOTECA DI ALESSANDRIA
1)    Incendio Cesare 48 a.C.
2)    Mancanza fondi
3)    Distruzione da parte dei cristiani
4)    Distruzione da parte dai musulmani
5)    Deterioramento dei materiali nel tempo

Per scrivere USA mi sono documentato su numerosi testi, video, documentari che avevo in casa da anni, internet ecc...

Voglio però citare due libri di facile reperibilità che potrebbero più che altro essere d'interesse a chi abbia voglia di approfondire la questione.
1) La Biblioteca scomparsa di Luciano Canfora (volume didattico, scritto in maniera forbita ma esaustivo sulle sorti della Biblioteca)
2) Cleopatra, l'ultima regina d'Egitto di Christian Jacq (romanzo scritto però da un egittologo, volume fluido e ben documentato sulla cronologia degli avvenimenti di quei giorni)

La tesi di Canfora (che non ho adottato nel mio Corto) si basa su diverse documentazioni scritte che attesterebbero (il condizionale è d'obbligo) il rogo di un magazzino adiacente il Grande Porto e non la Biblioteca/Museo. In questo magazzino sarebbero stati contenuti rotoli destinati alle città europee, della merce in vendita insomma.

GGigassi ha scritto:

Se quello della settimana scorsa era il Corto che avrei voluto scrivere, questo è quello che avrei dovuto scrivere. Anch'io appena letto l'argomento del bando ho infatti pensato alla Biblioteca di Alessandria e al relativo rogo

Uno dei motivi che mi faceva tentennare sullo scrivere o meno un Corto sulla Biblioteca di Alessandria era proprio questo.
L'argomento era talmente allettante e famoso che in molti avrebbero potuto tuffarcisi e correvo il rischio di presentare "la copia di".
Mio cognato (quello che mi accompagna ogni anno al Lucca Comics) mi aveva suggerito di abbandonare Alessandria per ambientare la storia in una Biblioteca celtica: "vai che a quella nessuno ci pensa!" mi disse.

Non ero preoccupato tanto per il fatto che avrei potuto sfigurare di fronte a uno scritto che trattava il solito argomento meglio di me perché ero già abituato a quella sensazione. La sensazione di avere "tanto da imparare" non mi ha mai abbandonato da Nyxator in poi.
Il vero dubbio stava nel presentare un Corto che magari avevano già scritto in due o tre e il Concorso ne avrebbe risentito.
Poteva subentrare la noia al terzo racconto che trattava della Biblioteca di Alessandria e questo mi sarebbe dispiaciuto.
Poi invece le cose sono andate benissimo e il Concorso 2018 ha avuto tutti Corti diversi e stupendi, davvero magnifico!

Ma allora cosa mi ha convinto a buttarmi sulla Biblioteca di Alessandria alla fine, direte voi?
È semplice: USA potrebbe essere il mio ultimo Corto e non volevo "chiudere" senza scrivere sull'Antico Egitto, una delle mie grandi passioni.
Avrei preferito certo trattare l'Egitto faraonico ma vi assicuro che è stato emozionante ugualmente ripassarmi tutta la sezione tolemaica e ricercare materiale nuovo su quel periodo e sulla Biblioteca (cosa assolutamente non facile come spiegherò più avanti).
Dunque ho rischiato e mi è andata bene, visto che sono stato l'unico che ha trattato questo argomento.

GGigassi ha scritto:

Comunque abbiamo un'altra protagonista femminile, bene.

Mi ha sorpreso trovare tutte queste protagoniste femminili nell'edizione 2018, neanche ci fossimo messi d'accordo!

Io l'ho fatto per due motivi:
1) omaggiare L'Ultimo giorno di festa, da sempre uno dei miei Corti preferiti, se non IL preferito, dove la protagonista è una splendida ragazza meravigliosamente tratteggiata da gpet74.
Purtroppo io non sono riuscito a descrivere bene l'aspetto "donna" di Imset e questa è la pecca più grande del Corto secondo me (o almeno la è dal punto di vista narrativo/concettuale).
2) sensibilizzare il lettore sull'aspetto "anticonformista" del racconto. Siamo nell'epoca tolemaica, che è una vera parentesi di luce culturale, di apertura mentale forse senza precedenti nel mondo antico. La Biblioteca non è il punto di partenza di questa era di conoscenza, è il punto d'arrivo iniziato da Alessandro Magno con la cacciata dei persiani 300 anni prima. I Tolomei hanno portato avanti la visione della cultura come istituzione necessaria per lo stato e l'hanno concretizzata.
Ecco, mettere una protagonsita femminile nel mondo antico, che si aggira tra la sale della Biblioteca di Alessandria nel 48 a.C., voleva sottolineare l'accettazione dell'intelligenza come qualità senza sesso.
Ovviamente c'era chi ostacolava questo processo di "modernizzazione" (c'è sempre chi ostacola il buon progresso e ha una visione miope del mondo, in ogni epoca) anche ad Alessandria d'Egitto e sarebbe stato bello evidenziarne il contrasto.
Dico sarebbe perché in realtà non sono soddisfatto nemmeno del risultato raggiunto su questo punto 2.
In parte per il poco spazio e in parte per i miei errori, non sono riuscito a evidenziare bene il profilo di Imset, la questione della donna ad Alessandria (che mi appare solo accennata) e tutto il discorso sulla mentalità tolemaica.
Avrei voluto/dovuto fare di più, specialmente laddove si sottolineava la femminilità di Imset perché appunto, come detto, non ho scelto a caso una protagonista femminile.

Prodo ha scritto:

Questo corto è pensato per essere letto più e più volte, e sviscerato in ogni suo particolare

Come sempre, hai centrato il cuore del Corto.
Infatti il percorso serrato ha questa doppia funzione: capire la via giusta ed esplorare Alessandria e la Bilbioteca.
La ripetitività dovrebbe (uso il condizionale perché ognuno ha la sua sensibilità) essere accantonata dal progressivo svolgersi della trama e dalla risoluzione degli enigmi logici.

Prodo ha scritto:

I miei complimenti quindi per come sia stato capace di alzare il livello medio culturale del narrato senza esagerare e mantenendo un adeguato equilibrio

Questo elogio mi ha fatto particolarmente piacere dato che l'Antico Egitto, essendo una mia passione al pari del Fantasy, mi porta spesso a parlarne molto e dunque avrei voluto buttar giù fiumi di parole.

Prodo ha scritto:

Mi chiedo perché si sia deciso, in un corto di 70 paragrafi, di assegnarne ben 14 a un'esplorazione della Biblioteca che alla fine nel 90% dei casi si rivelerà perfettamente inutile, non in grado di fornire alcun contributo decisivo al filone principale della narrazione. Così facendo, anche se si è riusciti a restituire un certo senso di grandezza e di labirinticità al lettore, si è finito per "sprecare" una ingente fetta dello spazio a disposizione, con qualche conseguenza sulla possibilità di articolare e approfondire la parte "importante" della storia (che infatti a tratti risulta un po' frettolosa).

Affronti qui un dilemma che mi sono posto durante la scrittura, l'inverno scorso.
Alla fine ho optato per l'idea di profondità creando tutti quei paragrafi, come hai giustamente intuito.
Sono (ero) consapevole dello "spreco" ma l'importanza di sottolineare in qualche modo l'enormità della Bilbioteca era più importante dell'ampliamento della trama.
In fondo è la Biblioteca la vera protagonista del racconto.

Prodo ha scritto:

al paragrafo 70 non è specificato chiaramente come negli altri paragrafi cosa dobbiamo fare con il numero ottenuto dopo aver risolto l'ultimo degli enigmi alfanumerici che incontriamo sul nostro cammino.

È vero, mi è sfuggito questo chiarimento nonostante le numerose riletture.
Forse ho cancellato volutamente io le "istruzioni" per rientrare nel limite delle 9.000 parole ma onestamente non ricordo perché in quei giorni la mannaia è stata tremenda: ho eliminato circa 3.000 parole per restare nelle regole.
Ciò ha limitato anche il discorso che ho fatto sopra sulle caratteristiche femminili di Imset, che avrei voluto/dovuto marcare di più.

GGigassi ha scritto:

varietà di opzioni "cieche" al paragrafo 11: serve a creare l'atmosfera e a illudere di dare qualche indizio mentre si imboccano false piste

Hai intuito bene fin da subito Gig e mi fa piacere che hai appoggiato la mia scelta.
Come già detto, Prodo preferiva forse convogliare quei paragrafi in ruoli attivi e anche io sono stato a lungo indeciso.

GGigassi ha scritto:

sono rimasto sopraffatto dalla cultura e dalla raffinatezza dell'autore, ma ho trovato che ogni tanto il taglio "documentaristico" sfociasse in un nozionismo che ha rallentato la lettura

Grazie per il complimento mentre per quanto riguarda il taglio documentaristico posso anche darti ragione. Esso c'è e dà origine a un certo livello culturale che sottintende un approccio abbastanza serio e impegnato della storia e dei contenuti.
Tutto ciò non avrebbe dovuto però rallentarti la lettura, dato che ho cercato di non alzare troppo la mole di contenuti (cercando di tenere brevi i paragrafi nozionistici) e di non approfondire gli argomenti in maniera tale da risultare troppo tecnici.
Certo non era facile e potrei non esserci riuscito.

GGigassi ha scritto:

qualche errorino con la punteggiatura, talvolta assente prima di chiudere gli apici dei dialoghi, e a me personalmente non piacciono esteticamente gli apostrofi

La punteggiatura assente prima di chiudere le virgolette del dialogo mi è proprio sfuggita, poi controllo i casi a cui ti riferisci.
Invece sugli apostrofi non so che dirti, non vanno usati?
Cosa dovrei metterci al loro posto?

GGigassi ha scritto:

L'autore è un mostro di bravura nel costruire architetture ludiche complesse, ma mi sembra anche un tantinello sadico nei confronti del lettore.
Lo soprannominerei "Il Senza Pietà".

Quando ho letto questo tuo commento sono saltato sulla sedia! smile2
Non tanto per il complimento che mi fa piacere ovviamente ma per la battuta che fa riferimento al mio Corto del 2017, al quale sono molto affezionato.
Ogni tanto ancora adesso Lord Axim mi apostrofa con uno dei titoli che ho inventato per Re Lunix Alba quando ci sentiamo. Anche il mio betatester penserà che sono sadico, quindi?
Ma non lo sono in realtà, anzi vado in crisi davanti a enigmi difficili  (vedi Cupe vampe). In USA ho voluto soltanto testare il ragionamento alla base di una scelta. Sta lì la vera giocabilità, la conversione parole/numeri è solo il semplice meccanismo che mi serviva a tal scopo. Ed è un meccanismo abusato e straabusato in decine di LG.

gabrieleud ha scritto:

È stato qui che ho recuperato le mie copie di Sherlock Holmes 4 e 6.

Non ho mai letto questi LG ma spero di farlo prima o poi.
Parlano della Biblioteca di Alessandria?

Rygar ha scritto:

Scusate, ma non credo di avere capito la faccenda dell'equipaggiamento.
Ci viene detto che la sacca contiene fino a quattro oggetti e, quando iniziamo, ce ne sono già quattro: e la pergamena del porto dove la cacciamo? Dobbiamo iniziare a buttare via roba da subito?

Esatto: dobbiamo iniziare a buttare via oggetti fin da subito.
Come nella vita reale, se posso permettermi.
Infatti, mi sono immaginato il viaggio di Imset da Dendera lungo il Nilo. Alla partenza lei (come qualsiasi altra persona sveglia) avrà riempito la sacca completamente. Perché avrebbe dovuto lasciare uno o più spazi vuoti con un viaggio così lungo da fare?
Poi arrivata in città mi sembrava opportuno riempire di nuovo la sacca usufruendo della cambusa della nave.
Inoltre mi piaceva l'idea di far scegliere al lettore l'oggetto da abbandonare per primo (anche se la scelta era un po' telefonata...mi sembrava abbastanza logico lasciare subito per strada o le mele o le cipolle).
Mele e cipolle non sono scelte a caso. La dieta degli egiziani si è basata per secoli sulle cipolle, fin dai tempi di Cheope.
Quintali e quintali di cipolle per tutti.

Comunque questo degli oggetti non è un passaggio fondamentale, per carità, però l'ho fatto secondo una logica che spero di aver spiegato bene.

Boole ha scritto:

Che bel corto!
Mi sbilancio: uno dei più belli che abbia mai letto

lol  lol
Mitico: grazie mille!
Che la triade Osiride Iside e Horus vegli sempre su di te!

mark phoenix 79 ha scritto:

il primo bivio nasconde già delle insidie puoi scegliere se andare al mercato (ma se non hai soldi che ci vai a fare?)

Nell'Antico Egitto era in uso il baratto.
Anche se i Tolomei istituirono un sistema monetario con l'intenzione di sostituirlo, tale obiettivo fu raggiunto solo in parte e le monete furono utilizzate prevalentemente ad Alessandria e dai sovrani.
Le monete avevano corso legale in tutto l'Egitto ma gli abitanti ebbero molte difficoltà ad accettarle.
A Imset poi, che viene dall'Alto Egitto (l'arretrato sud) ho scelto di far utilizzare il baratto anche se facendo parte di una casta di sacerdoti (livello sociale alto) avrei potuto dotarla di monete senza problemi.
Non era però importante ai fini del racconto (se non per sottolineare ancora una volta come Alessandria fu all'avanguardia anche in quel settore) e, anzi, mi avrebbe portato via altro spazio prezioso.
Quello che veramente mi premeva dal punto di vista "economico" era sottolineare come i Tolomei finanziassero la ricerca presso Museo e Biblioteca al solo scopo scientifico e culturale.
Ciò per certi versi ha dell'incredibile se ci pensate.
Vitto e alloggio erano pagati dallo "Stato" non solo agli alessandrini ma appunto anche a gente come Imset, proveniente da fuori per studiare. È anche per questo che non ho voluto mettere le monete: per sottolineare che non erano necessarie.
La conoscenza sì che era necessaria, la cultura sì che lo era. Erano virtù non da poco. E qualcuno potrebbe pensare "si ma chissà quanto ricavavano i sovrani in termini pratici dalla ricerca!"
E invece da quello che ho letto sembra di no. La stragrande maggioranza della conoscenza era teorica (il trionfo dell'intelligenza) e non aveva risvolti pratici. Nel Corto ho citato la sfera armillare, ad esempio, inutile per aumentare le ricchezze dei Tolomei.
Nessuna miglioria per l'agricoltura e la tecnica ma al limite per l'esercito considerato più importante.
Gli annali riportano ad esempio più invezioni "pratiche" ai tempi dell'Egitto faraonico.
Cito da un libro di storia:
"Era diffuso il pregiudizio per cui uno studioso non doveva praticare attività materiali perché era inappropriato.
Le innovazioni tecnologiche furono finalizzate solo alla costruzione di armi, macchine d'assedio o congegni inutili tendenti a destare meraviglia e a incuriosire. Molte invenzioni utili come la pompa idraulica e il mulino ad acqua non ebbero alcuna applicazione pratica vista la enorme manodopera a buona mercato (gli schiavi) presente all'epoca nel mondo"


Insomma, i Tolomei erano sovrani illuminati che da Alessandro Magno in poi (il re guerriero che andava in battaglia portandosi dietro i libri da leggere), pur vivendo nella ricchezza e macchiandosi anche loro di corruzione e pretese dinastiche, hanno portato avanti una filosofia ben precisa che riassumo con una battuta: con la cultura si mangia!

mark phoenix 79 ha scritto:

un vero dimensione avventura con ambientazione storica.

Giusto, infatti molti DA hanno in comune con USA la ricerca di oggetti fondamentali per l'avanzamento della storia al pari del resto (enigmi, combattimenti che qua non ci sono vabbè, scelte ai bivi ecc...).
Inutile dire che i migliori volumi della collana DA mi hanno in qualche modo ispirato nell'impostazione tecnica del Corto.

sancio ha scritto:

dalla citazione iniziale che squarcia la nostra realtà e ci porta riga dopo riga, pagina dopo pagina in un preciso momento e luogo storico, denota grande esperienza.

La citazione di Aristotele è stata l'ultima aggiunta al Corto, pochi giorni prima della consegna. Prima non avevo nemmeno pensato a un'apertura di questo tipo. In genere mi ritengo una persona conciliante quindi è in un momento di nervosismo che ho deciso di inserirla. È un po' dura, netta e come molti concetti assoluti lascia il tempo che trova. Inoltre Aristotele ha detto anche tante castronerie nella sua vita, e non l'ho studiato così bene da concedergli quel posto d'onore.
Ma, detto questo, sono contento di averlo fatto, credo ci stia bene e vada a sottolineare il tema che si andrà ad affrontare nel racconto.

sancio ha scritto:

Ho apprezzato in particolare il paragrafo 11 dove in un (forse) record di rimandi

Non ci crederai ma quando ho scritto questo Corto ho pensato anch'io a un possibile record tra i Corti.
Mi sono ripromesso di controllarli tutti. Vi farò sapere su questo thread.

sancio ha scritto:

Pochi e non gravi i difetti a parte un loop che con un accorgimento si poteva evitare (il passaggio nel teatro dopo le stanze della biblioteca), non ho apprezzato molto le ID che terminano con un brusco "Fine" piuttosto che un giro di parole tipo "La tua missione è fallita".

Sul loop non ti ho capito Sancio, dal 35 (fine della prima giornata in città) vai al 47 (teatro) o al 3 (direttamente in camera).
Se vai a teatro dopo ovviamente te ne vai in camera a dormire dunque al 47 c'è il rimando al 3.
Qualcosa mi sfugge?

Sulle ID invece la soluzione è semplice. Hai perfettamente ragione ma ho dovuto tagliare una sacco per rientrare nei limiti e le ID sono una delle prime cose dalle quali sono partito.
Mi è dispiaciuto molto ma era necessario.

l'autore misterioso ha scritto:


@ Ggigassi non cedere alla soluzione di Prodo, hai ancora una settimana! La parte più difficile da superare è quella che stai affrontando ma è tutto perfettamente logico, basta leggere.

Prodo ha scritto:

Puntualizzo: da qualche anno ho preso l'abitudine di pubblicare la soluzione per aiutare i lettori con i racconti più ostici. Vanno chiarite due cose:

1) Io non ho alcun accesso a una soluzione "garantita" dall'autore. Le mie soluzioni sono solo frutto di una sessione di gioco serrata dedicata ai vari Corti. Possono essere pertanto anche errate, parzialmente o totalmente.

2) Lo spirito con cui pubblico le soluzioni è quello di consentire a tutti di gustarsi i racconti fino in fondo.

Non vorrei che avessi preso il mio intervento nella settimana di votazione come una frecciatina nei tuoi confronti quindi per evitare equivoci esprimo la mia gratitudine per le tue recensioni (soluzioni) puntuali e dettagliate, che ammiro senza se e senza ma.
Il mio intervento era solo per spronare l'amico Gig (che sollievo da quando ho deciso di scriverlo così smile ) e basta.
Anzi, mi ha profondamente entusiasmato (sorpreso non più di tanto perchè ormai conosco la tua velocità) vedere la soluzione completa e corretta del mio Corto dopo poche ore e sono (ero) ben consapevole dello spirito con cui pubblicavi le soluzioni.

GGigassi ha scritto:

Per quel che può valere, i miei più sentiti complimenti all’autore: se avessi letto questo Corto in un libro cartaceo lo avrei scaraventato contro il muro bestemmiando al pensiero dei soldi buttati via, e immagino che questa sia la più grande soddisfazione per chi scrive un true path!

Sì e no.
Anche se ho sempre mirato a una difficoltà medio alta, desidero sempre che i miei Corti vengano risolti e apprezzati. La frustrazione è un sentimento da rifuggire.

GGigassi ha scritto:

il rimando ipertestuale agli Appunti (che ho trovato più una seccatura che altro), l’interpellazione del lettore lasciata al maschile in almeno un’occasione o una presentazione poco funzionale dei numeri da sommare, con tanto di coefficiente della M a capo nella riga successiva.

Rispondo in breve:

1) Il rimando ipertestuale agli Appunti l'ho aggiunto in fase di revisione, nel finale, perchè con i tagli ho dovuto eliminare gli Appunti sulla Grande Sacerdotessa dai paragrafi 29, 22 e 25, presenti lì inizialmente. Vista la loro importanza ai fini della missione volevo agevolare la vita al lettore.
2) Il maschile è una svista imperdonabile e me ne scuso anche perchè ho ricontrollato questo aspetto più volte. Poi cercherò il punto incriminato.
3) Questa è una piccolezza ma potevo aggiustarla con un pò più di attenzione.

Zakimos ha scritto:

Ma soprattutto mi piace il fatto che venga messo al centro del gioco il ragionamento

Credo che sia un pò il cuore di quello che si debba cercare oggi in un LG, almeno se si hanno più di 18 anni.
Senza sfociare nell'esagerazione però, perchè io resto sempre un figlio di Dever e la magia della storia e dell'immedesimazione in essa ti donano emozioni intramontabili.

Zakimos ha scritto:

Non sto dicendo che la mole di meccaniche da padroneggiare sia troppa, perché non lo è, ma personalmente al posto dell'autore avrei snellito il sistema di gioco.

Ho pensato a lungo a questo aspetto ma poi ho deciso che ci voleva una meccanica seria e articolata da contrapporre a un tema molto nozionistico e letterale.
Un Corto alla SLTA non lo vedevo adatto in questo caso, avevo paura appesantisse il tema già "culturalmente" molto pesante.
E poi comunque avevo in mente il true path serrato.

gabrieleud ha scritto:

Mi piace molto che prima di una scelta mi vengano ILLUSTRATE le opzioni (non solo ELENCATE)

Grazie, caro! Ho apprezzato molto. wink

gabrieleud ha scritto:

par. 50, dove inizia l'avventura. Bello, bel paragrafo. Ottima descrizione

È incredibile come non sia sopravvissuto nulla della struttura originaria di Museo e Biblioteca. Non si sa neppure la loro ubicazione esatta.
Io nel mio Corto li ho piazzati quasi sul lungomare ma in realtà è solo una delle ipotesi archeologiche. Forse erano entrambi più nell'interno, come si può vedere nel film Agorà che è ambientato cronologicamente molto più tardi rispetto ai fatti da me narrati ma che consiglio perché oltre a essere fatto molto bene evidenzia una fase cruciale della distruzione della Biblioteca, quella ad opera dei cristiani (che è più certa di quella di Cesare).
Anche dal punto di vista architettonico non abbiamo nulla e ho dovuto inventare. Una teoria dice che i resti del Museo e della Biblioteca siano in fondo al mare come gran parte dell'antica Alessandria e un giorno riemergeranno ma nulla è certo per adesso tranne le poche testimonianze scritte tramandateci da Strabone e soci.

Kinn ha scritto:

L'unico dubbio che mi è venuto da un punto di vista narrativo è che a un certo punto una guardia mi pare, da del lei alla sacerdotessa. Non che sia sbagliato, non so come parlassero a quel tempo - e date le conoscenze storiche dell'autore avrà utilizzato la formula più adatta - è solo che mi fa strano. Aggiungo, per completezza, che secondo me la protagonista non è molto caratterizzata, ma non è un grande problema visto il tipo di racconto.

1) Non ho trovato il punto di cui parli.
Comunque le guardie parlavano egizio a meno che non fossero legionari, in quel caso parlavano romano.
Nel caso della lingua egizia, che io sappia, non esisteva una forma elegante orale per dare del Lei a un personaggio d'alto rango  (come Imset appunto) dunque hai ragione Kinn: avrei dovuto mettere il Tu.
Sulla lingua orale romana non mi pronuncio perché non lo so.

2) Sono d'accordo con te. Imset andava caratterizzata meglio e non è vero che non è un grande problema perché il racconto è storico o basato sulla Biblioteca o sul true path (o su qualsiasi altra cosa ti riferissi).
Caratterizzare la protagonista (e, aggiungo, i principali comprimari) è sempre importante per catturare l'attenzione del lettore. Qui lo era ancora di più perché avevo scelto una donna volutamente per quello scopo. Non vorrei ripetermi comunque perché ho già spiegato sopra tutto quanto.

Kinn ha scritto:

true path non piace proprio, lo trovo frustante, soprattutto in questo caso dove alcune scelte secondo me sono un po' casuali

Ho cercato di fare scelte ai bivi il più ragionate possibili, mi dispiace che tu le abbia trovate casuali.
Sul true path invece la questione è personale. A me, per esempio, piacciono entrambi gli schemi tecnici.

Kinn ha scritto:

mi sono bloccato perché non ho minimamente considerato i numeri negativi. Nel senso che se un risultato era -7, davo per scontato che non potesse essere, anche se c'era ancora da sommarlo/sottrarlo al numero della parte della biblioteca da fare.

Posso anche capirti ma bastava chiedere delucidazioni agli Organizzatori oppure scrivere il tuo dubbio sul thread del Corto.
A volte agli autori sembra di aver scritto le regole in maniera cristallina ma non è sempre così.  wink

Kinn ha scritto:

. Tutti credo abbiano eliminato prima mele e cipolle, ma non era meglio lasciarlo riempire piano piano e far scegliere gli oggetti giust

Come già risposto sopra, ho voluto cambiare strategia questa volta creando una situazione diversa dal solito approccio. Infatti in tutti i LG siamo abituati a trovare lo zaino vuoto (o parzialmente riempito) e man mano che l'avventura prosegue aggiungiamo oggetti. Non dico che ciò non sia reale ma certamente lo è anche partire "da casa" con la borsa piena..

Kinn ha scritto:

Oltretutto, quando ad un certo punto si perdono tutti gli oggetti che si hanno, non si capisce se vale anche per l'anello di Serapide (che non era nella sacca), oppure no.

Dico chiaramente al p.47 che l'anello con il ciondolo del dio Serapide lo mettiamo al dito e non va messo nella sacca dunque quando al p.62 perdiamo tutti gli oggetti, l'anello di Serapide rimane con noi.

Kinn ha scritto:

Certo, per l'autore non ha molto senso dirlo, tanto senza gli altri oggetti non si potrà comunque e in ogni caso arrivare alla fine, ma il giocatore, magari al primo o al secondo tentativo non lo sa.

È proprio quello il bello: cercare la via giusta tra le tante.
Anche se capisco che non ti piace il true path.

GGigassi ha scritto:

Non condivido le critiche di Gabrieleud e Kinn sul percorso "sbagliato" e sull'inventario: il fatto che l'autore abbia messo un percorso superfluo se non dannoso è un rischio in più per il leggiocatore, che è già nel pieno dell'avventura senza saperlo. Stesso discorso per gli oggetti: decidere quale sacrificare per tenere il passaporto lo mette nella condizione di pensare che magari uno di quelli che già ha sia fondamentale e quindi deve scegliere bene quale eliminare.

È esattamente il mio pensiero.

babacampione ha scritto:

si parte subito con quattro oggetti e possiamo immediatamente abbandonare gli appunti

Abbandonare gli Appunti non si può perché sono fondamentali ai fini della buona riuscita della missione. Dobbiamo averli con noi quando ci vengono chiesti ai paragrafi 2 e 39. 

babacampione ha scritto:

Mi complimento con te, caro autore. Con questo Corto rischi di vincere il concorso

Grazie dei complimenti Baba e sei stato anche profetico, ho rischiato di vincere il Concorso.  smile2

Kinn ha scritto:

uno che abbandona le chiavi della stanza per qualsiasi altro oggetto è un gran sprovveduto, anche in un contesto sotto assedio

Punti di vista. La tensione che ti prende in quel momento ti fa compiere gesti che mai faresti in condizioni normali.
Poi le chiavi non ti servono più quando hai il Tocco di Ra.

Zakimos ha scritto:

Kinn, non farti scrupoli a votare negativamente il corto. Io stesso nella mia valutazione l'ho penalizzato - in parte - perché pur avendolo apprezzato avevo dei dubbi sulla sua fruibilità da parte dei "meno avvezzi"

Giustissimo, il nostro è il maggior Concorso italiano di letteratura a bivi. Ci vuole una certa severità nei giudizi.
Ognuno valuta secondo i propri parametri, inclusa la sopracitata fruibilità.

GGigassi ha scritto:

Un esempio recente che mi è capitato è il Pasto Nudo di Burroughs che mi ha fatto veramente cagare, ma di cui riconosco che non è mai esistita prima una cosa del genere, e di cui comunque ho percepito la forza.

Quindi USA ti ha fatto cagare ma ne hai percepito la forza? Mitico! smile2
Comunque ora mi tocca vedere questo Pasto Nudo..

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

anche in tal caso al par. 53, le possibili parole da usare sono così tante, anche avendo capito l'altro modo per entrare in biblioteca, che limitarsi a una sola ricorda un po' le avventure testuali di un tempo in cui bisognava usare necessariamente il comando pensato dall'autore per proseguire nella storia, e non un qualsiasi sinonimo. (Per la cronaca al paragrafo citato ho provato senza successo con "museo", "giardino", "orto", "osservatorio"

Capisco cosa intendi e ho riflettuto a lungo prima di impostare la giocabilità su questo parametro.
La potenzialità "infinita" di termini da usare poteva rivelarsi un boomerang usando questo metodo "troppo libero".
Ho cercato perciò di usare termini il più attinenti e logici possibili per non crearmi obiezioni.
La PASSERELLA per esempio non è l'unica via (dici bene) ma è certamente la più chiara e la più esposta dall'autore nel testo.
La TESTA al p.6 era difficile (non come ABIDO che considero il vero scoglio anche perché ci sono gli Appunti di mezzo da "studiarsi") ma al 52 nella spiegazione cerco di giustificare l'assenza di altri oggetti nella scena attorno a noi.
E così ho cercato di fare per tutti gli altri termini.

Approfitto per riepilogare la soluzione matematica degli enigmi:

 Spoiler Show Spoiler Hide Spoiler
 
Soluzione del p.22
Parola da dedurre: RA (8)
R -2
A 10
Sezione della Biblioteca: Cucina (59)
59+8= 67
Quindi vai al p.67

Soluzione del p.29
Parola da dedurre: ABIDO (42)
A 1
B 16
I -5
D 35
O -5
Sezione della Biblioteca: Geografia (18)
Totale=60
Quindi vai al p.60

Soluzione p.53
Parola da dedurre: PASSERELLA (16)
P 5
A 1
S 2
S 2
E 1
R 3
E 1
L 0
L 0
A 1
Totale= 16
Quindi vai al p.16

Soluzione p.70
Parola da dedurre: TESTA (52)
T -2
E -27
S 82
T -2
A 1

Totale= 52
Quindi vai al p.52

Soluzione p.60
Oarola da dedurre: FICO (-8)
F -2
I -5
C 4
O -5

Sezione della Biblioteca: Botanica (30)
30-8=22
Quindi vai al p.22

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

anche se all'inizio non è affatto chiaro che per prendere la pergamena del prologo bisogna abbandonare uno dei 4 oggetti iniziali. Poteva venire esplicitato

A parte che mi sembrava poco elegante ma poi sarebbe venuta meno l'intuizione di dover abbandonare l'oggetto. Sarebbe mancata la riflessione nella testa del lettore se avessi già suggerito io cosa fare.

¿„ãßꪧ¬ ha scritto:

Forse un po' troppe volte di fila sul finale. Al terzo check consecutivo di questo tipo si viene presi dallo sconforto

Forse ho esagerato, non saprei. In certi LG ho visto percorsi più duri. È che mi sembrava tutto sempre troppo facile.. smile

Rygar ha scritto:

Questa opera, ne sono certo, è frutto (anche) di una minuziosa ricerca, a partire dalla topografia di Alessandria

Dici bene.
A lungo ho pensato se inserire o meno una cartina della città. Poi ho deciso di lasciare all'immaginazione del lettore.

Rygar ha scritto:

. Forse avrei preferito qualcosa di più mostrato e meno raccontato, soprattutto perché abbondano i discorsi indiretti ma mi rendo conto che i limiti di spazio del bando portano a effettuare dei "tagli" inevitabili

Sui tagli, sì, ho tolto veramente un sacco di roba.
I dialoghi di Imset con i dotti della Biblioteca ad esempio.
Del tipo:
...Apri il volume sull'anatomia del viso e osservi con piacere il magnifico disegno dell'autore che riproduce una splendida ragazza. Un vecchietto passa zoppicando e ti guarda male.
Un uomo seduto accanto a te esclama senza guardarti.
“Eccone un'altra che cerca il segreto per non invecchiare…”
ma qua nessuno si fa gli affari suoi?…pensi
“La vera bellezza sta nell'anima” dice un suo amico
ecco un'altra perla di saggezza non richiesta
“E comunque sei già abbastanza carina” ti dice lo zoppo.
Grazie per l’abbastanza, troppo gentile, pensi..

Ecco cose del genere..
Su quello che c'è, invece, ed è poco mostrato hai ragione. Ci voleva più impegno.

Rygar ha scritto:

A parte il succitato problema di iniziare il gioco buttando via roba (ma perché non si è presa una sacca più grande?) c'è il problema di avere oggetti di dimensioni diverse che occupano lo stesso spazio.

Sul discorso di gettare via subito un oggetto mi sono già espresso più volte sopra mentre sulla sacca più grande potrei rispondere che prima di partire avrei potuto comunque riempirla, anche se maggiormente capiente secondo l'equazione sacca grande=tanti oggetti.
Il problema delle dimensioni differenti invece c'è e non l'ho affrontato. Mi sembrava un complicare troppo le cose.

Rygar ha scritto:

non è chiaro se al 62 si perda o meno l'anello, in caso negativo uno degli enigmi sarebbe superfluo.
Altra cosa che mi ha indispettito è il paragrafo 53 al quale si accede tramite il possesso di un oggetto che però rappresenta un'informazione acquisita. E se uno non raccoglie il coccio? Si dimentica di ciò che ha visto il giorno prima?

1) Al 62 si perdono tutti gli oggetti della sacca quindi NON l'anello di Serapide.
Non ho capito quale enigma sarebbe superfluo.

2) Al 53 invece hai ragione, ho usato il frammento per sfruttare l'informazione acquisita sul muro dell'Arsenale.
È un codice mascherato al pari di qualsiasi altro oggetto soltanto che qui il concetto viene un po' più forzato perché l'oggetto in questione non si utilizza ma è necessaria solo la sua presenza.

Per rispondere alla tua domanda invece, è vero che si può non raccogliere il frammento al p.64 e dunque memorizzare gli eventi senza l'oggetto ma poi successivamente il testo ti manda al p.53 (sbloccando tutta la parte dove capiamo i preparativi per la guerriglia) solo se hai il frammento. Quindi tecnicamente è un errore perché non sarebbe giusto occultare quella via a chi non ha il frammento perché non posso sapere se un lettore è passato dal 64 senza raccogliere il frammento.
Avrei potuto evitare ciò, per esempio, obbligando il lettore a raccogliere il frammento al p.64 ma sarei andato contro lo spirito del Corto, che prevede la libera scelta degli oggetti (e forse anche contro il regolamento).

sterosso ha scritto:

  nella fuga finale non avere l'amuleto di sobek equivale a morte certa. Non mi sarebbe dispiaciuta invece una strada alternativa per la fuga, magari difficile, complicata, quasi impossibile, ma un'altra possibilità l'avrei data.

Posso comprendere la tua richiesta e ci sarebbe stata anche bene una ramificazione nel finale ma ormai volevo un sentiero stretto e così non ho cambiato niente.

FinalFabbiX ha scritto:

L'unico difetto che ho trovato è stata la non consequenzialità di alcuni passaggi del racconto. Spesso risolvendo un enigma si apre una strada in modo imprevedibile e solo grazie a una coincidenza si riesce a proseguire (vedi materiale del papiro e catenella di Sobek). Fa un po' storcere il naso perché, considerando che gli enigmi hanno sempre una soluzione logica ci si aspetterebbe che anche le conseguenze dell'aver risolto un enigma fossero altrettanto logiche.

Non sono sicuro di aver capito cosa intendi.
Le conseguenze della risoluzione degli enigmi non sono logiche, dici?
Ad esempio, se risolvo PASSERELLA entro nella Biblioteca e al p.16 descrivo la scena.
Tu citi la catenella di Sobek che non è un enigma ma un oggetto necessario ma magari non ho compreso bene il senso della tua considerazione.

Adriano ha scritto:

Dietro questo corto c’è stato un intenso lavoro di ricostruzione storica, la storia è strapiena di rifermenti, appunti, dettagli, indicazioni. Ben fatto, veramente.

Approfitto del tuo commento per sottolineare come non abbia inventato nulla per quanto riguarda i riferimenti storici.
In particolare, tutti i rimandi che partono dall'11 descrivono dettagli più o meno interessati su quel mondo.
Ne cito qua uno solo: al p. 26 spiego come l'antica Alessandria sorgesse su un intricato sistema di enormi cisterne (alcune ancora visitabili) che fungevano da linfa vitale per una delle metropoli del mondo antico. Il sistema "a cisterne" è un metodo conosciutissimo e sfruttato in altre parti del mondo tra cui la nostra Italia in epoca medievale, talvolta nella forma semplificata di pozzi. Famosissimo è il pozzo di San Patrizio a Orvieto che cito perché l'ho visitato personalmente nel 2017.
Quindi ho inventato pochissimo e dove l'ho fatto si intuisce l'intento narrativo.

Adriano ha scritto:

confisca delle candele: la guardia non poteva confiscarci qualcos’altro? Perché proprio le candele?

La guardia ci confisca l'oggetto di maggior valore che possediamo,  quello dal quale può ricavarci qualcosa con la vendita/baratto.
In realtà come si può capire possediamo ben poco di valore.

Adriano ha scritto:

testi Imhotep e Epocheuro: scegliere uno o l’altro in entrambi i bivi non cambia nulla;
- Antinorus: ok il true path, ma qui stiamo nel cul... ehm, volevo dire fortuna-path.

Queste tue due considerazioni sono collegate perché la via stretta per la soluzione della missione passa per il p.19 (la giusta obiezione ad Antinorus) e si arriva lì soltanto evitando entrambi i testi proposti (Epocheuro è inutile perché l'autore pur essendo contemporaneo non ha la mentalità aperta e si appoggia a teorie già note o inconcludenti mentre Imhotep lo conosci benissimo da anni e non offre nulla di nuovo) e restando nel true path serrato del maestro (cioè evitando le risposte sbagliate).
Ammetto che il passaggio al 61 è difficile, anche se le confutazioni di Antinorus hanno tutte una logica ferrea.

Adriano ha scritto:

alcuni paragrafi iniziano alla fine della pagina (es: 1), altri hanno il problema alla fine (es: 9, togliendo lo spazio ci sarebbe stato benissimo in quella pagina, senza far andare l’ultima riga nella pagina successiva)

Ho notato anch'io la cosa e stona un po' in effetti.
Certi aspetti come uno dei due rimandi nella pagina successiva  (es. p.9) non li avevo presi in considerazione ma i numeri isolati (tipo p.1) sì.
Probabilmente ho pasticciato nel passaggio da word a pdf e da pdf a word per la consegna finale e non me ne sono accorto.

Adriano ha scritto:

la gestione degli oggetti va un po’ a farsi benedire, perché praticamente non c’è più.

La gestione degli oggetti rimane fino alla fine, l'unica cosa che cambia è il fatto che accorgendosi che mele e cipolle sono inutili si può in pratica partire con due spazi vuoti.
Ma successivamente i 4 spazi servono tutti e la gestione rimane intatta fino alla fine.

Dario III ha scritto:

Probabilmente il corto riesce a scansare il piglio didascalico anche in virtù dello sguardo attraverso cui è filtrato: quello di una giovane colta, sì, ma vivace, libera, proiettata verso un mondo che desidera cambiare quanto comprendere; che prima di riconoscersi in una lunga tradizione e di bramare di preservarla, cerca di usarla per incidere sullo stato delle cose

Musica per le mie orecchie!
Grazie. wink

Dario III ha scritto:

. Sempre riguardo la protagonista, tra le righe mi pare di leggere uno schema piuttosto inconsueto, e che mi ha colpito favorevolmente: l’autore aveva in mente un suo personaggio, credibile (in sintesi, una ragazza curiosa, intraprendente, accorata), e tende a premiare chi lo interpreta (cioè lo fa agire di conseguenza). Preciso però che questa è una mia semplice interpretazione e potrebbe essere del tutto fantasiosa

È così (bravo) ma devo ammettere che avrei voluto sottolineare questo aspetto molto di più.
Fa parte del rammarico di cui ho già parlato sopra, in parte dovuto ai tagli.
Per fare due esempi: il teatro e Antinorus.
Siamo per la prima volta ad Alessandria d'Egitto, la capitale del mondo si può dire? E ce ne andiamo a dormire quando abbiamo l'opportunità di "viverla" un po' questa città?
Anche se siamo stanchi e sudati, demoralizzati e con poche speranze per la missione, siamo ancora giovani fortunatamente.
Andiamoci a questo teatro a vedere Cesare, anche solo a vedere il teatro (infatti la "Provvidenza" ci dà le informazioni utili parlando con la gente, non certo con Cesare o Cleopatra).
Parlare e dialogare con le persone è importante e a volte con l'avanzare dell'età ci spegniamo un po'.
Con Antinorus invece dell'intraprendenza ci vuole il coraggio perché lui è un'istituzione all'interno del Museo e ha pure un caratteraccio. Ma se non impariamo a "buttarci" da giovani farlo da adulti poi è più difficile.

E così via...
Solo che un conto è pensarle nella mia testa queste cose e un conto è metterle per iscritto in un testo, molto più difficile.

Dario III ha scritto:

Riguardo la gestione degli oggetti: anche se da un punto di vista ludico può sembrare strano avere un inventario pieno in partenza e dover abbandonare da subito qualcosa, a ben vedere ciò non viola alcun criterio di verosimiglianza; anzi, è una di quelle circostanza che mi aiutano a dimenticare di essere in un librogame: perché, mentre è tipico di un gioco avere un giusto spazio nell’inventario, la vita reale non si cura affatto di queste cose; ed è solo verosimile, per dire, che la ragazza abbia qualcosa da mangiare con sé (e che poi, giunta al Museo, questo cibo non le serva più molto

Concordo.
Non aggiungo altro perché ho già detto tutto sopra.

Pirata delle Alpi ha scritto:

gli enigmi sono di una difficoltà molto alta, il che lo rende frustrante e può scoraggiare i lettori che non sono esperti in questo tipo di gioco

I lettori meno esperti potrebbero trovarsi in difficoltà, è vero, ma credo che la difficoltà sia un parametro alquanto soggettivo.
Io per primo non digerisco bene enigmi troppo ostici.

------- wink -------



Quest'anno per me è stata la partecipazione (tutte di fila tra l'altro). Il Concorso dei Corti mi ha dato tanto in questi 5 anni, tante emozioni forti e indimenticabili.
A distanza di anni mi vengono ancora in mente dialoghi e recensioni fantastiche, utilissime critiche e squisiti commenti di storici utenti, vere miniere d'oro del sito che hanno fatto la storia dei Corti.
Davvero GRAZIE! ( applauso ) a ogni singolo utente che ha preso in considerazione i miei 5 racconti in questi anni, anche se non li ha recensiti, grazie anche solo per aver commentato o anche solo per averli letti!

Ringrazio infine Lord Axim per la pazienza, l'aiuto, il betatest, la simpatia e l'amicizia con cui mi ha aiutato a creare USA e non solo. È stato una presenza costante in questi anni.  applauso

Ciao a tutti!

Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio

Anima di Lupo
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Re: III. Corto 2018: Ultima speranza ad Alessandria

QUESTI sono gli spiegoni che ci piacciono :-D e ancora complimenti per l'enorme lavoro di studio!

Zakimos
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