Re: VI. Corto 2018: È ora che tu sappia
Inizio subito con confessare che, non appena ho preso in mano questo Corto, stavo per cestinarlo. Il bug del collegamento mancante (al par 69, se ricordo bene) e il regolamento poco comprensibile mi stavano spingendo verso una lettura casuale del racconto che avrebbe definitivamente condotto ad una insufficienza.
Per fortuna poi l'autore si è corretto e mi ha concesso di godere della sua opera.
La prosa mi è piaciuta e ho trovato l'alternarsi di discorso diretto ed indiretto particolarmente azzeccata.
Il regolamento è sostanzialmente inesistente. Non che sia da penalizzare questa scelta, ma un Corto che ambisce al massimo dei voti dovrebbe avere anche un regolamento accattivante che permetta di godere del gioco, oltrechè della storia.
Storia che, dal mio punto di vista, risulta piacevole ed intrigante, ma un tantino scontata. Non nascondo di avere intuito almeno la metà del segreto dopo una manciata di paragrafi.
L'autore, che credo di avere individuato, ha il merito di avere creato una situazione comunque di forte impatto, che non cadrà facilmente nel dimenticatoio, ma mi pare che in questo caso non si sia sforzato di presentarci nulla di particolarmente complesso. In fondo la storia potrebbe essere tratta da una soap opera (perdonami, autore, per una metafora così sgraziata, ma è solo per rendere il confronto con le tue passate opere che, al confronto, sono Ben Hur). Concludo, quindi, dando un buon voto a questo Corto, che peró non entra nella mia personale top ten di tutti i tempi.
Voto inviato ad Pirata delle Alpi
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Re: VI. Corto 2018: È ora che tu sappia
E’ ora che tu sappia è un corto con regolamento al minimo e una prosa bellissima, deficitario secondo me per quanto riguarda la parte “game”.
Il punto forte è quindi la prosa; l’autore è molto bravo a narrare la vicenda e creare l’atmosfera giusta attraverso dialoghi, riflessioni e brevi e concise descrizioni. Contemporaneamente, cela parti della storia che affioreranno progressivamente durante la lettura e se saremo bravi nel gioco.
In un racconto così c’è da “perdercisi”, complici anche personaggi interessanti, con spessore e ottimamente caratterizzati.
L’introduzione, che funge anche da regolamento spiega male l’unica regola del corto, ossia la gestione dei libri in appendice durante la lettura della storia.
Il lato ludico si basa infatti solo, oltre ai canonici bivi, al collegamento da trovare tra parole o parti di testo e libri in appendice. Questa meccanica di gioco sarà apprezzata da lettori più navigati del genere, temo invece rimanga ostica ai meno esperti o a chi cerca un libro gioco più “pronto”.
A me risulta abbastanza pesante perché mi costringe a leggere lentamente, focalizzando ogni parola e sforzarmi di ricordare i passaggi del testo per confrontarli con gli indizi (i libri in questo caso), se poi la ricerca prevede anche ulteriori conoscenze extra, mi arrendo!
Come difficoltà direi medio alta, quasi esclusivamente per il collegamento con un libro da trovare e a cui non sarei mai arrivato se non leggendo gli altri interventi.
Altro difetto è secondo me la possibilità di ripercorrere lo stesso passaggio più volte per ottenere tutte le informazioni dal personaggio. Molto grave il rimando sbagliato.
Complimenti comunque all’autore per lo stile
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Re: VI. Corto 2018: È ora che tu sappia
Zakimos ha scritto:persona sana di mente si sarebbe comportata come Claudia al paragrafo 50.
Se scopro che mio padre ha nascosto un indizio in un libro nella sua biblioteca, io li apro tutti a casaccio finché non lo trovo. Perché sono una persona normale, non il personaggio di una storia in cui l'autore-ha-deciso-che-devo-far-questo.
Anch'io ho pensato la stessa cosa, ma per un attimo.
Anche se quello che dici è sensato, non possiamo escludere la possibilità che qualcuno veramente (nella realtà) possa accettare la "sfida" proposta.
E inoltre l'immersione in un racconto di fantasia ci consente di accettare tranquillamente la cosa come realistica. Nel senso che la trovata non è così assurda dall'essere fuori luogo o fuori contesto.
È poco realistica al pari di immedesimarsi in una ragazza.
Io che sono un ragazzo, non avrei, per esempio, mai pianto nella scena del divano (o forse si perché sono un tenerone ).
Ci sarebbero diversi esempi da fare in tal senso.
autore misterioso ha scritto:Anima di Lupo: grazie per i complimenti, mi soffermo su una delle cose che hai detto perché credo ci sia un fraintendimento. L'appendice è valida con tutti e 50 libri: quando il padre dice che per semplificare basta vedere la prima pagina dell'elenco, intende proprio quei 50 libri lì, il fatto che vengano divisi in due nell'appendice, perché finisce una pagina e ne iniza un'altra è solo un caso. Mi dispiace che ci sia stato questo fraintendimento che ti ha complicato ancora più la vita dopo l'errore iniziale (di cui ancora mi scuso tantissismo, ho già spiegato nell'altro intervento che mi è passato per la testa prima di inviare il corto).
Mannaggia, ho capito male un'altra volta. Sto perdendo colpi!
In effetti da una parte mi sembrava strano che suo padre eliminasse alcuni libri ma dall'altra ci poteva stare un piccolo aiutino alla figlia limitando la ricerca a un numero più esiguo di volumi. Almeno, io ho ragionato così in quel passaggio.
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Re: VI. Corto 2018: È ora che tu sappia
Finalmente un corto che si può leggere comodamente in poltrona, senza bisogno di lanciare dadi o prendere appunti. Ringrazio l'autore misterioso per avermi concesso questo sollievo.
Lo stile narrativo è ottimo, se escludiamo alcuni piccoli refusi che spero vengano corretti in vista della prossima raccolta di Corti e non mi è stato difficile immedesimarmi nella ventenne orfana che ricerca la verità sul genitore assente.
Purtroppo il sistema di gioco presenta alcune magagne che mi fanno un po' storcere il naso. Sto parlando dei "loop" narrativi che consentono infinite discussioni con i comprimari della storia e, soprattutto, della biblioteca ridotta a "soli" cinquanta volumi (ovvero un paio di scaffali). Questo avviene, a mio parere, perché il racconto in questione non è adatto a essere un "corto": la sua stessa natura di indagine lo porta a richiedere molti più paragrafi e, magari, anche un sistema di codici (cose che in questo caso l'autore non può "permettersi"). È un peccato e dispiace che una decina di paragrafi iniziali debba essere usata per esplorare la casa e immergersi nell'atmosfera.
C'è poi una debolezza di fondo in tutta la trama, come già sottolineato da Zakimos e altri, e non mi riferisco tanto al fatto che la protagonista accetti il "gioco" propostole, quanto al fatto che la violenza subita dalla madre sia un segreto: alla fine è successo a metà anni '90 (tecnicamente a inizio '96) e certe cose potevano rimanere sconosciute forse nell'Italietta di mezzo secolo prima. Anche la relazione del padre con l'amico mi sembra dura da tenere nascosta.
Comunque, al netto di queste mie critiche, l'opera mi è piaciuta molto e mi aspetto di vederla sul podio di questa edizione. Complimenti.
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Re: VI. Corto 2018: È ora che tu sappia
Bello.
Mi ha fatto davvero emozionare.
Sono perfettamente d'accordo con GabrieleUd quando dice di volerne di più.
Questa atmosfera sospesa, fatta di semplicità e quotidianità, è davvero magica.
Il paesino è descritto in modo fantastico e l'autore riesce a trasmettere le sensazioni provate dalla protagonista veramente bene.
Bella la storia, bello il modo in cui la veniamo a scoprire.
Belli i personaggi.
Dal maggiordomo allo zio al bar, da Giorgia a Valerio. Mi sono entrati nel cuore.
La storia più bella e potente raccontata finora.
Ci sono dei però.
Innanzitutto non è un librogame, dato che, tolti i tre enigmi (di cui solo due fondamenti) e la scelta se giocare o andare al 14, non c'è alcuna interazione.
Si deve leggere tutto, che piaccia o meno: in pratica è l'equivalente di un lungo dialogo di un videogioco in cui al giocatore viene richiesto in continuazione "Clicca Crt per proseguire".
Si poteva fare di meglio, ad esempio inserendo una scelta. Che a ben vedere, due scelte ci sono già: ossia quella di andare al 14 o se si sbaglia nel secondo enigma; solo che non vengono assolutamente approfondite: mi sarebbe piaciuto, ad esempio, sapere se e quando avrei scoperto la verità ignorando il padre.
L'elemento che più mi ha lasciato stranito è la soluzione del secondo enigma.
Se il primo mi era sembrato abbastanza banale, per il secondo sono andato completamente in crisi.
Sicuramente, come sottolinea Prodo, per molti utenti "navigati", con un buon background culturale, la sfida non è così ardua: io però di quella lista conosco bene 32 opere (la maggior parte le ho lette, alcune le ho viste a teatro e un di paio ne ho visto l'adattamento al cinema) che non mi sembrano così poche, eppure non mi sono minimamente avvicinato a trovare il titolo.
Per carità, sicuramente un limite mio, non conoscevo bene l'opera in questione (sapevo solo della sua esistenza e vagamente l'ambientazione), ma anche andando a leggere la trama, non sono ancora sicuro di aver capito come si collega alla nostra situazione.
Avendo capito del rapporto fra il padre e Valerio, inizialmente sono andato a cercare se in qualcuna delle opere ci fossero riferimenti a una storia omosessuale, ma non è così. Riflettendoci, forse la nostra storia potrebbe avere dei punti in comune con quella di Abigaille; tuttavia faccio notare che la domanda a cui dovevamo rispondere era "perché ti ho abbandonata?" e nella storia Nabucco abbandona la figlia perché viene colpito da un fulmine di Dio e perché preferisce la figlia naturale, ma il paragone non regge: noi non abbiamo alcuna sorella. Il rimando sbagliato non è un problema. È una svista, capita. Un po' dà fastidio, ma faccio presente che si sarebbe potuta risolvere se il regolamento avesse previsto l'errata corrige.
In definitiva, un bellissimo corto, ma molto racconto e nulla racconto-gioco.
Se dovessi dare un voto oggettivo rispettando al 100% i parametri che uso solitamente ne verrebbe un voto poco più che sufficiente, ma non posso farci niente, mi è davvero piaciuto.
Grande edizione, stiamo toccando vertici davvero alti.
Voto inviato ad Adriano.
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Re: VI. Corto 2018: È ora che tu sappia
Ciao a tutti,
come da tradizione arrivo a poche ore (2) dalla chiusura.
Non la farò molto lunga, anche perché molto è già stato detto.
Mi allineo su alcune cose, tra cui il bug iniziale (ho giocato parecchio prima di capire cosa stenne succedendo! ), il fatto che il corto è scritto bene, è una bella storia, ed è un sistema avvincente.
Tra l'altro si legge molto bene e velocemente.
Ci sono alcune cose che non funzionano (dal mio personalissimo punto di vista).
La storia contiene alcune ingenuità narrative (la questione della mafia e anche come sono gestiti alcuni rapporti familiari).
Il sistema mi è piaciuto molto, apprezzo anche quello che da altri è stato segnato come critica e cioè che questa non è una vera storia a bivi, si può andare avanti e indietro a recuperare pezzi finché si vuole. Ma ci sta, per come è strutturata.
Uno dei problemi del sistema, invece (diciamo, l'altra faccia della medaglia), è che si può arrivare alla fine saltando interi pezzi di storia.
Penso che forse il libro avrebbe avuto bisogno di una struttura di gioco un po' più robusta, qualche paletto qua e là che evitasse di girare all'infinito o di ritrovarsi nel finale senza sapere come (non dico che sia facile, eh).
Detto questo però il giudizio è per me positivo, nonostante qualche aggiustamento necessario di storia e struttura è un bel racconto, divertente da giocare e con un sistema che stimola la lettura, i ricordi e le associazioni.
Complimenti!
Voto inviato a Adriano
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Re: VI. Corto 2018: È ora che tu sappia
Votazioni chiuse.
A breve l'insindacabile giudizio della Terna.
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Adriano
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Re: VI. Corto 2018: È ora che tu sappia
Parola alla Terna!
No. Questa volta, non ho trovato niente di divertente da scrivere, inventatvi delle barzellette e racontatele ai vostri collghi. Dai Terna, su con le recensioni!
Adriano ha scritto:
NARRATIVA
A tratti è interessante, a tratti sembra cambiare marcia e diventare più “casareccia”; comunque il racconto è scritto bene, l’autore riesce ad essere evocativo nelle sue descrizioni, preciso, le scene sono ben descritte e anche le sensazioni della protagonista, non c’è difficoltà ad immedesimarsi in Claudia.
TRAMA
Un bel racconto, non c’è che dire. La storia è profonda e toccante: a differenza di altri racconti, qui si tocca la sfera sentimentale, e l’autore ci riesce anche bene secondo me.
Inoltre, il tema della biblioteca è trattato in maniera quasi intima, non si tratta di una raccolta di libri generica, questi libri hanno avuto un significato preciso nella vita dei protagonisti, e questo è un grande punto a favore di questo corto.
REGOLAMENTO
Mah, difficile da giudicare, è uno dei rari esempi in cui l’intro o regolamento che dir si voglia mi ha messo in testa più punti interrogativi che certezze...
STRUTTURA
Interessante la struttura scelta dall’autore, anche se non è affatto immediata e, quindi decisamente fuorviante.
Anche in questo, come negli ultimi due corti, c’è praticamente una struttura a mappa: al 62, seguendo i soli paragrafi, si può arrivare più volte in un settore (es: vetrina) dopo aver fatto altro. A quanto pare, l’idea di “mappa” nei racconti a bivi si è radicata talmente tanto nella mente degli scrittori, che il vincolo imposto dal bando di quest’anno ha creato non poche difficoltà... Certo stona un po’ vedere che il testo continua a darti la possibilità di fare una scelta che hai già fatto, ma così è.
PARTE LUDICA
Veniamo alla parte più difficile da giudicare in questo corto, la parte di recensione più complicata da scrivere. Allora, gli enigmi sono stati congegnati bene, l’idea è veramente superlativa, l’appendice alla fine è tanta roba e la stessa idea della ricerca e della corrispondenza con i paragrafi è da applauso. Pero... C’è un però. Ci sono corti che li riconosci subito, basta scorrere tra i paragrafi e lo vedi che contengono enigmi: quando li leggi, l’attesa che arrivi il paragrafo con l’enigma è parte stessa del racconto, crea aspettative insomma. E quando arriva l’enigma, per quanto nascosto o sfuggente sia, lo si riconosce facilmente.
Ecco, questa è la vera mancanza di questo bellissimo racconto... Che ci sia qualche genere di enigma lo si capisce appena ci si accorge che c’è l’appendice, peccato però che alla prima partita sono rimasto con l’amaro in bocca. Già, perché corti come “Ultima speranza ad Alessandria”, si potevano affrontare anche con letture approssimative, anche se stavi giocando mentre aspettavi l’autobus. Qui una lettura approssimativa non è neanche lontanamente adatta... L’approccio è molto pesante, richiede un grande sforzo: poi il corto sa anche ripagarti, ma nella sua enigmatica bellezza è un mattone non indifferenza (intesa come “pesantezza dell’impianto ludico&rdquo? Insomma, i lettori più pigri e meno avvezzi agli enigmi lo giocheranno, ma finiranno col leggere solo i bivi...
Ammetto che le prime partite sono andate a finire così, poi c’è voluto un approccio davvero serrato per concentrarsi a dovere a sciogliere tutti i nodi...
Il concetto è che ci sono tanti racconti a bivi con molti enigmi, ma bene o male si possono terminare in modo soddisfacente anche bypassando gli enigmi, o meglio danno comunque la loro sfida anche se gli enigmi non vengono affrontati: qui se si ignorano gli enigmi la sfida cambia completamente.
Per dare un giudizio finale, un buon racconto, davvero, i cui unici nei mi sembrano quello di avere un comparto enigmi troppo sconfinato e complicato rispetto alla dimensione di un corto (risultando il contrario di una lettura facile e veloce), e una struttura a mappa al suo interno che, privata dei suoi codici, dà uno scomodo senso di ripetizione alla lettura dei paragrafi di quella specifica sezione.
Un grazie all’autore per averci regalato un’opera così profonda: finora il corto in cima alla mia personale classifica.
Dario III ha scritto:
L’autore di È ora che tu sappia imbocca la via della storia ‘mainstream’, e senza alcuna vena parodistica: dopo un’introduzione che tutto sommato si poteva espungere (e che fa paventare una lettura assai più complicata di quella che sarà in realtà), ci troviamo immersi in una vicenda di natura drammatica e intimista molto bene scritta anche se, devo dire, non del genere che mi appassiona maggiormente. Bella in ogni caso l’ambientazione ‘provinciale’, che mi ha ricordato un certo cinema italiano di una volta e che un po’ mi manca, ma declinata in modo tutto sommato positivo: al cuore della storia c’è il classico ‘segreto di provincia’ in una provincia che però appare sana e assai poco minacciosa. Ne risulta, pur con qualche ombra, un’opera gradevole e interessante, che (a patto di eliminare l’introduzione, su cui torneremo) si presta molto bene alla lettura da parte di un lettore ‘casuale’ (intendo con ciò uno che non sia appassionato di librogame) e può fungere egregiamente da ponte tra letteratura interattiva e letteratura tradizionale. Anche il dosaggio degli elementi, con uno svolgimento principalmente ‘libro’ ben fondato su una prosa sciolta e di qualità, poi coronato da un vero e proprio gioco, è appropriato e ben concepito.
Giudicato secondo i classici parametri del genere l’opera però difetta in alcuni punti: vistoso il bug dei primi paragrafi e del tutto disorientante l’introduzione (tutto sommato sarebbe bastate le istruzioni al par 50); in particolare, è debole la struttura, che di fatto può essere esplorata più e più volte in loop potenzialmente infiniti (che finiscono con danneggiare il comparto immedesimazione, per altri versi ben curato) e in cui sono quasi assenti bivi significativi, che precludano certe sezioni o diano esiti univoci (parametro questo per me molto importante); d’altronde, però, lo stesso autore ci avverte che i bivi saranno ‘meno centrali rispetto ad altre storie del genere’. Complice la struttura, poi, il livello di difficoltà risulta molto particolare: facilissimo per certi aspetti (basta qualche chiacchiera in giro per intuire – con un minimo di immaginazione – la natura del segreto paterno), difficilissimo per altri (se non si intuisce questo aspetto o per qualsivoglia motivo non lo si collega alle
arrivare al
è virtualmente impossibile per chi – come me – non conosca quest’ultima opera).
A questo devo unire qualche perplessità sul retroscena: la vicenda che sta alle spalle del segreto è possibile, sì, ma mio avviso un poco stirata e acrobatica (per inciso, molto antipatica la madre, che pare non aver speso nemmeno una buona parola per Mauro, che si è fatto in quattro e ha complicato enormemente la sua vita solo per aiutarla); e se è vero che non facciamo le pulci sotto questo parametro a rocamboleschi racconti fantasy, mi pare però che lo standard di realismo in una vicenda drammatica italiana contemporanea sia inevitabilmente diverso (e più esigente).
La mia sensazione (invero piuttosto frequente, a causa del modo in cui vengono progettati molti Corti), è che È ora che tu sappia avrebbe reso molto di più in una versione ‘media’, sui 150-200 paragrafi (non lo vedo bene su una lunghezza maggiore); ciò avrebbe permesso di sfruttare meglio il meccanismo della biblioteca (semplicemente fantastico, una volta ammessa nella protagonista la disponibilità di accettare il gioco), creando maggiori indizi e ramificazioni e consentendo di evitare alcune forzature (per esempio distribuendo meglio i sogni: va bene i giovani di oggi etc etc, però Claudia dorme davvero troppo!).
Cercando (faticosamente, come sempre, nel mio caso), di tirare le somme, questo corto presenta diverse lacune, alcune grandi altre veniali (su cui per me è inevitabile, fin giusto dilungarmi maggiormente), ma che sparge cultura e intelligenza nella letteratura interattiva e che sotto molti parametri eccelle: innanzitutto per lo stile, per l’originale qualità degli enigmi, per i personaggi tratteggiati in modo sicuro ed efficace, per l’intelligente declinazione del tema (la biblioteca è sempre lì, motore e cuore di tutto, anche se fisicamente non è sempre tra i piedi), per l’ambientazione originale e credibile.
EXCURSUS sul tema ‘a volte le parole sono inutili, non riescono a spiegare cose complesse’
Noi siamo figli dell’Occidente e del mito della Ragione, ma dà da pensare che anche uno dei supposti padri del cosiddetto razionalismo occidentale scrivesse:
Platone ha scritto:
‘Di mio almeno non c’è e non ci sarà mai uno scritto riassuntivo su questi problemi. Giacché essi non possono essere ridotti a formule, come gli altri; ma solo dopo essersi avvicinati a questi problemi per molto tempo e dopo che si è vissuto e discusso in comune, il loro vero significato si accende all’improvviso nell’anima, come la luce nasce da una scintilla e cresce poi da sé sola.’
Platone, Lettera VII
Platone aveva certo in mente il concetto di àrreton, (l’indicibile, perché è proibito dirlo, ma anche forse perché ineffabile, non esprimibile a parole), proprio dei misteri eleusini cui, come ogni ateniese, doveva essere iniziato. Vale a dire: certe verità non possono essere semplicemente dette, perché non verrebbero capite, o credute. La ricerca (scoperta?) della verità ha sempre un qualcosa di personale, non oggettivabile in un semplice messaggio unidirezionale. Autore misterioso, io sono con te!
Pirata delle Alpi ha scritto:
Un corto scritto bene, davvero. Con poche parole, ci si immedesima bene nei panni di Claudia e iniziamo questa ricerca sul suo padre. Ogni paragrafo è interessante, l'autore descrive le stanze della casa con precisione, i PNG sono vivi e abbiamo tutti gli ingredienti per una buona storia. Penso che scrivere "vai al paragrafo X" sia uno sbaglio perché sappiamo tutti come funziona un LG e che il numero scritto in blu è quello del suddetto paragrafo, ma questo è una sciochezza. L'azione è scorrevole e si va avanti facendo piccoli passi alla volta, come in un giallo.
Secondo me, la giocabilità è il punto debole di questo corto. Capisco l'intento di utilizzare la biblioteca come generatore di percorsi da seguire, ma non funziona sempre bene. Trovo che il primo enigma (sul libro preferito del padre quando era ragazzo) sia troppo facile, personalmente l'ho scoperto dal primo colpo senza neanché chiedere l'aiuto del pubblico (e non è dovuto al mio nickname):
Claudia avrà si e no una ventina di anni, visto che è chiamata "giovane donna" si può quindi pensare che il padre sia deceduto all'età di 50-60 anni. Si parla del libro preferito del padre quando era ragazzo, quindi quando era nella preadolescenza. Guardando i titoli nella biblioteca, possiamo fare una prima cernita eliminando i libri troppo recenti e quelli che non ha potuto leggere all'epoca. Poi, tra quelli che rimangono, vedere se c'è uno o più titoli che sono generalmente considerati come classici per la gioventù e rimane solo l'Isola del Tesoro.
Quindi, l'enigma principale (attorno al quale gravita buona parte del corto) si risolve facilmente. Con gli altri libri, possiamo entrare in loop o situazioni senza nessun legame con il paragrafo di partenza e il lettore può ritrovarsi perso "avrò preso la strada giusta? Boh." Purtroppo, il fatto di tornare a paragrafi proponendo sempre le stesse azioni rompe lo svolgimento logico del racconto (quindi, tornando sempre al paragrafo giusto si può telefonare quattro volte di seguito a Giorgia e dirà sempre la stessa cosa. Va bene, è un po' estremo, ma è un esempio). Però, mi è piaciuto il fatto che non ci sia una "Verità" e che la storia possa finire in modi diversi.
Questo corto di un genere nuovo è interessante e permette di esplorare molte strade prima di arrivare fino alla fine: è un buon racconto e una delle sorprese di questa edizione.
Conclusione: "E' ora che tu sappia" ha vari pregi e qualche pecca che influenzano il mio voto. Questo corto è originale ed esplora le vie che gli autori delle edizioni passate hanno aperto. Penso che il suo autore dovrebbe riprenderlo in mano per corregerne i difetti e aumentarlo fino a farne un LN con 400 pargrafi. Questo tipo di storia (e tutto l'aspetto ludico) è più adatto a un "vero" librogame che a un corto, ma è solo la mia opinione.
"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"
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Pirata delle Alpi
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