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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame
ATTENZIONE, LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER
Questo corto propone una di quelle idee deliranti che ognuno di noi 40enni collezionisti ha accarezzato almeno una volta nella vita: derubare la biblioteca di zona, che ha casualmente, e inconsapevole del valore, un volume rarissimo che manca alla nostra collezione.
Sicuramente ci sarà chi lo ha fatto, chi ha accantonato il progetto comprendendone le sfaccetature "anormali", appena prima di sprofondare nel baratro, e chi, come GabrieleUD, è riuscito a ottenere i libri seducendo la bibliotecaria dopo anni di corte più o meno velata.
La verve ironica e l'argomento pensato appositamente per noi nerd della prima ora mi hanno sedotto, e ho approcciato il racconto con la migliore predisposizione d'animo possibile.
Leggendolo poi mi sono accorto che l'intero comparto narrativo era sapientemente oliato. La struttura è oltremodo semplice: non ci sono regolamenti di sorta, né varianti rispetto al canonico concetto a bivi.
E' stato inserito qualche enigma che strizza l'occhio alla nostra conoscenza dei libri interattivi, ma senza ricorrere a rimandi oscuri o riservati ai super-intenditori. Infatti le prove sono basate su conoscenze legate a libri classici e così le citazioni, che chiamano in causa Sortilegio, Advanced D&D, Lupo Solitario, Ninja, Oberon e via dicendo.
Il racconto è divertente. Non solo perché è facile immedesimarsi nel personaggio (nonostante io non abbia la panza ), ma anche per la grossa ironia che traspare e le situazioni assurdamente non-sense che ogni tanto si profilano.
Mi ha divertito moltissimo la possibilità di dare una sprangata al portiere, che incarna peraltro tutti gli stereotipiti del lavoratore di condominio iroso e poco affidabile, così come cercare di soccorrere la vecchietta ed essere malamente malmenato, come accadrebbe se tentassi un'azione simile nella realtà.
In verità ho colto due filoni narrativi distinti. Fino a che non riusciamo a farci chiudere dentro alla biblioteca, per tentare di perfezionare il furto, vige un certo realismo, pur con le derive ironiche di cui sopra. Scelte da "eroe fantasy" per dire saranno sanzionate senza pietà, nel rispetto del nostro ruolo di 40enne che non ha mai curato troppo il fisico.
Una volta passati alla seconda fase della nostra avventura, peraltro non semplicissima da "sbloccare", invece le nostre decisioni, e la loro possibilità di inquadrare le evoluzioni positive, diventeranno molto più calate in un contesto fantastico.
Troveremo trappole improbabili che dovremo dissinescare, creature mostruose prese di peso dai libri che tanto idolatriamo, accenni a incantesimi e la bibliotecaria Zamilda che si dimostrerà essere una donna molto più poliedrica di quello che potevamo aver intuito in prima battuta.
Mi è piaciuto l'epilogo finale, e la sua doppia possibile evoluzione: il pistolotto "morale" su dove stiano meglio i libri e che senso abbia rinchiuderli in una collezione (senza magari leggerli mai) non solo è intelligente, ma mi trova d'accordo su molti punti, sebbene nel racconto sia volutamente estremizzato.
D'altro canto il risvolto menefreghista per cui decidiamo di portare a casa il prezioso tomo ignorando beatamente i rimbrotti della bibliotecaria ha un suo perché, così come la soddisfazione quasi orgasmica che il nostro alter ego prova quando riesce finalmente a piazzarlo in mezzo agli altri titoli della collezione (arrivando quasi a leccarlo, trovata geniale!).
L'epilogo poi è un'autentica chicca: con la bella Chiara che si sposa (o comunque va a vivere) con il collega con velleità letterarie soporifere, e ricorda con disgusto gli incontri in Biblioteca, mentre stringe fa le mani la copia di quel libro che noi avevamo giurato di non vendere mai (e che l'intellettuale Thomas non ha esitato a pagare uno sproposito, e non certo per leggerlo ai figli).
Insomma l'autore (o gli autori) ha dimostrato di sapere scrivere, di conoscere a fondo l'argomento, e di riuscire a renderlo interessante, avvincente e ironico, mantenendo desta l'attenzione fino alla fine.
La trovata del loop in cui ci infiliamo ogni volta in cui non scoviamo la corretta risoluzione e finiamo per essere malmenati e fermati in qualche modo (tesa probabilmente a combattere la delusione data dall'aver sbagliato strada e dover quindi ricominciare da capo) invece mi ha convinto di meno.
Di per sé è una bella idea che spinge il lettore a ritentare senza lasciarsi andare all'imbroglio, e percependo meno la frustrazione di aver fallito.
Però porta a una ripetizione di situazioni, dialoghi e descrizioni, in paragrafi diversi, che generalemente mi piace poco quando leggo un librogame.
E porta anche all'insorgere, in certi momenti, di una certa noia, dovuta alla ripetitività del testo. Un escamotage che in questo caso ancora è accettabile, vista la brevità dell'opera, ma che troverei completamente fuori luogo in un racconto più lungo o addirittura in un libro, perché rischierebbe di diventare pesante.
La struttura lineare poi è specificatamente pensate per il lettore iper-occasionale o per chi ha una militanza talmente "antica" da riuscire a cogliere in pieno il fascino basico di uno SLTA. Gli appassionati intermedi, che secondo me sono la maggior parte, potrebbero trovare il racconto fin troppo lineare e rimanerne poco colpiti, soprattutto paragonandolo ad altre opere ben più complesse presentate in gara in questa edizione.
Mi chiedo poi, a dispetto della struttura veramente user-friendly, quanto un lavoro simile possa collocarsi in un eventuale progetto di pubblicazione destinato, almeno nelle intenzioni, a un pubblico più vasto di quello degli affezionati. Però queste sono considerazioni su cui non ho sviluppato ancora un parere definitivo, e mi riservo di rifletterci meglio nei prossimi giorni.
Comunque a mio modo di vedere si tratta di difetti minori: globalmente a me Il Giorno dei Librogame è piaciuto molto, e mi mette un po' in difficoltà perché trovo difficile collocarlo in classifica, visto che ne subisco in maniera fortissima il fascino nerd e classico, ma allo stesso tempo lo trovo complessivamente, a livello strutturale, meno elaborato (e quindi meno lavorato) di altri corti in gara quest'anno.
Mi chiedo se il taglio "semplice" sia stato prescelto perché l'autore (o gli autori) si sia trovato con poco tempo a disposizione per ultimare il lavoro, oltre che per una evidente volontà di strizzare l'occhio alla vecchia scuola.
Tirando le somme il mio giudizio non può che essere saldamente positivo: Il Giorno dei Librogame, secondo la mia opinione, può tranqullamente finire sul podio, e costituisce un'ulteriore conferma dell'alto livello raggiunto dai racconti in gara quest'anno.
Due note conclusive: L'enigma dei fili l'ho risolto basandomi sul fatto che Zamilda è daltonica e l'unico colore, tra quelli proposti, che non crea problemi a persone affette da daltonismo, in qualunque forma esse lo abbiano, è il viola. Scelta che si è rivelata azzeccata. Poi però continuando a leggere ho scovato un indizio che mi incitava a scegliere il cavo blu. Mi chiedo se si tratti di una falsa pista volutamente disseminata in giro o di un refuso.
Ci sono infine elementi che possono essere utilizzati nel racconto solo fallendo e ricominciando l'avventura in una sessione successiva. In pratica viene istituzionalizzata la necessità di raccogliere indizi, "morire" e poi rigiocare il racconto da capo per impiegarli, escamotage che è stato per esempio ritenuto un bug ne La Rocca del Male (il medaglione per riuscire a non farsi ammazzare dai Ganjee può essere utilizzato solo ricorrendo a un "trucco" simile se lo si vuole accoppiare anche con la combinazione necessaria per penetrare nel cuore della cittadella). Per me comunque un approccio simile ci può stare tranquillamente, soprattutto in un racconto breve come questo, che oltretutto "istituzionalizza" nella sua stessa composizione la rigiocabilità.
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame
Prodo ha scritto:Sicuramente ci sarà chi lo ha fatto, chi ha accantonato il progetto comprendendone le sfaccetature "anormali", appena prima di sprofondare nel baratro, e chi, come GabrieleUD, è riuscito a ottenere i libri seducendo la bibliotecaria dopo anni di corte più o meno velata.
Aaah, quanti ricordi. Ci scriviamo ancora in via del tutto amichevole.
Per segno del destino, trattasi proprio della bibliotecaria di Alessandria (ma non Alessandria d'Egitto!).
Ma basta pensare al passato!
Vedrete fra pochi giorni cosa ho ottenuto dalle bibliotecarie del Comune accanto al mio! Vedrete! Vedrete!
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame
TRATTO DA UNA STORIA VERA
Gente, questo è un capolavoro. Scritto bene, godibile, giocabile, questo Corto fa dell'immedesimazione il suo punto di forza.
Perché anche A TE manca La Casa Infernale, e sai cosa provi quando la vedi sullo scaffale della biblioteca. E sai cosa provi quando leggi che GabrieleUD lo metterà in vendita a € 4,65 fra pochi giorni, proprio perché frutto di non una, non due, non dieci, ma di centinaia di incursioni nella biblioteca comunale. Stay hungry, stay tuned.
Questo Corto incarna (nel vero senso della parola) il desiderio recondito di ognuno di noi di appropriarsi - con ogni mezzo - del pezzo mancante, della chiave di volta sulla quale si reggerà la propria libreria.
Smazzare il custode? Fattibile.
Rubare? Era suggerito nel marketing di Lupo Solitario.
Sensi di colpa? Ma neanche mezzo.
L'autore ci sa fare. L'autore ne capisce. L'autore sa che tu leggi librogame perché vuoi essere protagonista della storia, e in questa storia il protagonista sei tu. In questo Corto si fa questo e altro, ma udite! udite!, in questo Corto si bara e la barata è giustificata dalla stessa bibliotecaria, che ci mette in modalità lettura veloce. Applausi.
Mai nessuno ha colpito così tanto nel segno, almeno con me... perché QUELLA BIBLIOTECARIA di cui parla Prodo si chiama proprio Chiara. Colpo basso, caro autore.
Nella tua storia il protagonista sono io, ma il vincitore sei tu.
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Re: VIII. Corto 2018: Il giorno del librogame
Prodo ha scritto:lo stesso identico piano per sottrarre Sfida di Coppa a una biblioteca comunale di Roma.
Invece il mio piano per impossessarmi della "Resa dei conti" prevedeva che avrei denunciato il sinistro del veicolo (avvenuto realmente) il giorno dopo aver preso in prestito quel libro dalla biblioteca di Cervignano, dichiarando che il libro era andato distrutto durante l'incidente.
Purtroppo sono intervenuti i Carabinieri e non riuscivo a far quadrare le date.
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