Perdonatemi se non sarò dettagliato come al solito, ma sto elaborando il mio commento sul treno e non ho mai amato scrivere con lo smartphone.
Cupe Vampe é probabilmente il racconto più "adulto" dell'intero concorso. Sia per il tema trattato, che ci riporta indietro di 25 anni, ma che di fatto ben si adatta a centinaia di situazioni simili che hanno costellato la storia di oriente e occidente, sia per la struttura, che pur adagiandosi fortemente su un approccio narrativo, non rinuncia affatto a inserire degli elementi ludici non da poco, e solo apparentemente lineari.
Mi riferisco certamente ai parametri Morale e Fuoco, che hanno entrambi un'utilità capitale in certi passaggi della vicenda, ma anche al parziale impiego dei dadi (che possono essere anche eliminati calcolando un punteggio medio di 3 per ogni d6 lanciato) e per gli enigmi inseriti in due passaggi focali dell'avventura (ma che poi di fatto diventano quattro perché per risolvere il secondo ci servono due messaggi da unire, che si scovano in diversi ambienti, e perché esiste uno strascico che ci obbliga a impiegare l'addizionale +10, che recuperiamo risolvendo l'indovinello, con cognizione di causa, non alla prima occasione).
Un mix molto importante che appare confezionato con tutti i crismi. Perché la narrazione procede liscia e interessante, orchestrata con sapienza narrativa e corredata da rimandi storici pertinenti e da un costante incitamento ad analizzare certe situazioni non solo con attenzione ma anche inviandoci ad approfondire. Il tono molto serio si sposa bene con il succo della vicenda, e allo stesso tempo riesce a essere sufficientemente scorrevole. Il comparto ludico poi é stato preparato da un autore dotato di una profonda conoscenza del genere interattivo. Perché é raffinato senza essere cervellotico, complesso senza essere complicato, e rappresenta un adeguato grado di sfida anche negli enigmi, che ci faranno un po' sudare prima di essere risolti, senza raggiungere picchi di frustrazione o difficoltà estrema. Il primo dei due poi si rifà a un escamotage solidamente impiegato in molti racconti di genere (e che già usava Leonardo Da Vinci nei suoi scritti) mentre il secondo é probabilmente un po' più ostico, anche se credo che la difficoltà percepita in questo caso sia decisamente soggettiva.
Allora perché, partendo da un'analisi che di fatto é solo positiva, non riesco a giungere a un giudizio di totale esaltazione? Se mi domando quali sono i difetti di Cupe Vampe ne posso individuare un paio minori: l'impiego dei punti fuoco, che di fatto vanno modificati a ogni paragrafo, seppur intelligente per simulare la progressione dell'incendio, é oltremodo stressante, perché richiede un aggiornamento continuo del registro di avventura. È una pecca che pesa in particolare quando rigiochiamo il Corto, che per sua natura é molto complicato completare in maniera soddisfacente alla prima partita e che inoltre richiede strutturalmente di essere sviscerato più volte, visto che ci offre ben 3 differenti epiloghi completamente divergenti tra di loro (autentico tocco di classe questo, anche perché gli autori sono riusciti a evitare errori di coerenza adattando perfettamente i percorsi alla risultanze finale, cosa tutt'altro che scontata vista la varietà strutturale dell'opera. Inoltre in una delle conclusioni cambia addirittura la nostra controparte, situazione estremamente originale e creativa che mi ha colpito). In fase di rilettura veloce dover comunque stare attenti ai punti fuoco che ci vengono comminati strada facendo é fastidioso.
Ho trovato poi una certa mancanza di coerenza tra quanto ci viene detto all'inizio (non siamo vigili del fuoco ma normali ragazze) e l'evoluzione dell'opera per cui certe volte incaponirsi in tentativi di salvataggio molto rischiosi paga (mentre vista la premessa dovrebbe essere il contrario). Anche l'attribuzione o sottrazione dei punti morale in certi passaggi mi é sembrata arbitraria, e più legata a evoluzioni casuali che a reale aderenza all'impostazione dell'opera e le scelte del lettore.
Difetti minori: la realtà relativa alla mia mancata esaltazione é spiegabile con una considerazione molto più semplice e personale. Cupe Vampe non mi ha divertito come altri lavori presentati in questa edizione. E questo non perché non sia ben scritto, adeguatamente congegnato e presentato, sapientemente strutturato e altrettanto ben confezionato. Tutti questi pregi li ha: ma l'alchimia complessiva degli elementi, personalmente e ripeto personalmente, non riesce a regalarmi sensazioni e percezioni che altri racconti, certamente più semplici e meno curati, hanno saputo suscitarmi.
Il mio voto finale sarà comunque alto, perché la qualità complessiva del lavoro é decisamente elevata e deve essere adeguatamente valutata. Però se devo giudicare col cuore, mi perdoni l'autore (o gli autori) i di questa eccellente opera, il vincitore del concorso 2018 a mio personale e insignificante parere resta un altro. In ogni caso complimenti per l'ottimo lavoro svolto, a conferma del livello decisamente importante raggiunto dai Corti in gara in questa edizione.
Voto inviato a Dario III