"Faro d'Argento" è, su un piano strettamente stilistico e al di là di alcune imperfezioni facilmente emendabili, un racconto piuttosto curato, al punto da raggiungere punte di poesia e a volte compiaciuta descrittività leggermente estranee all'immediatezza che si vorrebbe generalmente da un racconto-game. Ancorché personalmente non mi piaccia per niente, bisogna riconoscere nel frequente harry-potterismo che sprizza dalla storia un valido tentativo di modernizzare le tematiche come di rado si è avuto il coraggio di fare finora in questo genere narrativo. Anche il regolamento è abbastanza flessibile e non stona: certo, quanto detto finora avrebbe maggior significato ed impatto in un libro vero e proprio di più ampio respiro, dove la parte "game" potesse essere più arricchita e sfruttata e quella romanzesca risultasse più digeribile (e il lettore preparato a più lunghi paragrafi).
Cosa purtroppo non funziona assolutamente è la struttura della storia: i personaggi si comportano in modo superificiale e poco plausibile (Jada secondo me è un carattere da rifare quasi completamente) muovendosi di mala grazia sullo sfondo di eventi spesso pretestuosi o poco coerenti tra loro e la trama generale della storia. Si avrebbe addirittura la sensazione che la presa in giro sia in agguato (ad esempio il comportamento dello zio o la scienza impossibile che fa da cornice) se la prosa, viceversa, con la sua pittorica completezza non ci desse contemporaneamente avviso contrario.
L'epilogo, che è molto bello, è guastato dalla riflessione del protagonista di voler diventare successore di suo zio su la cattedra di Ars Historica... ma come? Da studente mediocre che deve ancora dare l'esame a professore di ruolo? Questa è una leggerezza esemplare del tipo di 'cadute' che affliggono questo lavoro: peccato, perché l'ambientazione e lo stile erano buoni. Sistemati i personaggi e rimosse alcune palesi ingenuità, avrebbe potuto dire la sua.

 bisogna prima di tutto considerare le fasi lunari, che cadono in questi giorni:
-luna piena (disco chiaro): 28 febbraio, guarda caso la data indicata
-ultimo quarto (disco nero sulla metà destra): 7 marzo
-luna nuova (disco completamente nero): 15 marzo
-primo quarto (disco nero sulla metà sinistra): 23 marzo

"gli spazi che separano la prima posizione [ultimo quarto] dalla terza [primo quarto]" sono il numero di giorni fra il 7 marzo e il 23 marzo, ovvero 16 giorni (23-7=16).

I numeri "1- 3" che lampeggiano indicano quali fasi lunari considerare (ovvero la prima e la terza, anche nell'ordine con cui sono state elencate nell'indovinello), mentre la data del 28 febbraio indica  la data di riferimento della luna piena.

  i mesi lunari non sono MAI uguali... differiscono sempre leggermente, seppur la media è di circa 29 giorni e qualche ora; la distanza fra un quarto e l'altro, seppur spesso sia 16 giorni, a volte è 15 o anche 14 giorni.

Quindi l'enigma mancherebbe di una risposta certa e univoca