Re: Corto numero 10: Primo ed ultimo Viaggio
Farò un breve e conciso commento, che riassiume in poche parole l'emozione che mi ha trasmesso questa opera:
Che corto carinoooooooooooooo <3 <3<3<3 !!!
Non c'è molto da dire. Il corto sceglie di essere breve (non sfrutta neanche tutte e 8 le pagine), per regalare piccoli momenti intensi. È stupendamente dolce nella sua semplicità.
L'uso sapiente delle parole e la scelta di termini adeguati (penso ad esempio al delicato "bagnetto") rende l'atmosfera rilassante e immersiva.
Fra l'altro, tema azzeccato in pieno.
Opinione personale: refusi vari secondo me non dovrebbero influire sul giudizio dell'opera, quindi non ne terrò conto.
Se devo proprio trovare il pelo dell'uovo, mi ha un po' stuccato la sequenza dei bulli. Quando si sfiorano tematiche così complesse, secondo me, è sempre d'obbligo parlarne seriamente, qui invece lo stereotipo è fin troppo palpabile.
Non penso ci sia altro da dire. Sicuramente un ottimo corto, che non fa che confermare che siamo in un'edizione fra le più agguerrite di sempre.
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Re: Corto numero 10: Primo ed ultimo Viaggio
kenfalco ha scritto:Zakimos ha scritto:mancano i link ipertestuali
E' un problema di esportazione in PDF, colpa nostra.. ripubblichiamo il Corto con i link.
Nel .rtf originale funzionano, ma i numeri linkati lampeggiano ogni 3 secondi. Forse per questo in fase di conversione non andavano i link
Se qualcuno sa da cosa dipende, sarebbe bello capirlo.
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Re: Corto numero 10: Primo ed ultimo Viaggio
Forse in nessun altro Corto, quest'anno, ho notato come la storia breve rispecchi il testo breve e si adatti completamente alla caducità del momento. Quanto poco resiste, una foglia, staccata dalla linfa vitale del suo albero? Quanto è irrisorio tutto quello che fa? E dove andrà? Quanto breve è la sua "vita indipendente"?
Ebbene, in pochi paragrafi (neanche fosse una poesia) l'autore ci delinea un quadro (incompleto certo, le variabili erano centinaia. Mancano, per esempio, la concimazione nel terreno o il nido degli uccelli) dello sforzo che una sottile e leggera foglia mette in atto per opporsi al vento, più forte di lei e senza meta apparente (una lenta e disillusa discesa...), e cercare di decidere autonomamente. Cercare di opporsi a un destino inevitabile che si manifesterà in brevissimo tempo. Forse è per questo motivo che non mi ha pesato l'assenza di un vero e proprio obiettivo (anche se nell'intezione dell'autore, come obiettivo da raggiungere, potrebbe esserci il salvataggio di Tommy al paragrafo 10). Il Corto infatti, pur avendo una sua giocabilità nelle scelte direzionali della Foglia, non ha una vera missione da compiere, se non quella appunto di far riflettere sulla brevità del viaggio (a proposito, perché nel titolo è stato usato il pesante ED quando bastava E?) e sulle similitudini tra la pochezza e la fragilità della nostra vita e della breve esistenza della foglia staccata dall'albero. Tutto carino e godibile ma anche di una semplicità disarmante (maggiore di altri Corti di quest'anno, anch'essi troppo semplici) per cui voto certamente positivo ma senza eccellenze secondo il mio giudizio.
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Re: Corto numero 10: Primo ed ultimo Viaggio
Ecco in questo decimo corto l'esempio di come la capacità di scrivere faccia la differenza.
Il comparto gioco è infatti ai minimi termini: nessuna caratteristica, oggetto, enigma e solo diciassette paragrafi.
Ciononostante con la sua prosa soffice, quasi poetica l'autore va oltre l'apparenza delle cose e ci lascia percepire altro, non scritto ma di vitale importanza. Questo è talento.
Purtroppo il misterioso autore, non credo sia altrettanto esperto nel settore ludico. Poteva infatti creare un albero (per restare in tema) di bivi più articolato. Non credo servisse altro, non immagino punti caratteristica, oggetti, o enigmi per una semplice foglia. Ho trovato la lunghezza di un paio di paragrafi eccessiva per sfruttare al meglio lo standard di quest'anno.
In definitiva, complimenti, mai mi sarei immaginato di impersonificare una foglia.
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Re: Corto numero 10: Primo ed ultimo Viaggio
Dopo aver letto la disamina di Zakimos e aver notato l’assenza dei link ipertestuali stavo partendo lancia in resta contro l’autore per spiegargli come una realizzazione sciatta tolga il gusto della lettura anche del Cortissimo più bello e quanto sia importante mettere i link: non solo per essere ammessi al concorso ma anche per rispetto verso gli altri partecipanti che si sono presi la briga di imparare a metterli, laddove ovviamente l’opera lo richieda.
Fortunatamente gli errori di battitura non sono andati molto oltre quelli che io e Zakimos abbiamo rilevato, mentre per i link mancanti si trattava solo di un problema tecnico. Sospiro di sollievo: mi sono risparmiato dal fare la figura dello stronzo e dare un votaccio a questo Cortissimo!
Il pregio maggiore di questo Cortissimo è la sua originalità, come è stato giustamente già rilevato dagli altri utenti. Vorrei porre però l’accento anche sulla forza evocativa dell’opera, pregio che metterei quasi sullo stesso piano dell’originalità. L’autore è riuscito a tratteggiare un bello scorcio di America provinciale, quasi rurale, anche con la scelte di nomi come “Tiny Town”, “Slimriver”, “Halfie”, la famiglia “Boilers”. Il tutto mi ha trasmesso la sensazione di un mondo cristallizzato in una boccia di vetro, piacevolmente ovattato: persino i bulli hanno un che di distante, quasi di tranquillizzante.
In quest’ottica il termine “baby gang” mi è sembrato un po’ stridente, perché lo associo alle popolose metropoli piuttosto che al placido Midwest, ma mi rendo conto che sia solo un’impressione mia.
L’aspetto ludico è messo in secondo piano rispetto a quello letterario, e in effetti si gira letteralmente a vuoto, almeno inizialmente. Non c’è un obiettivo da raggiungere, ma l’opera si “vince” giocandola più volte e scoprendone tutti gli anfratti. Che però, data la brevità imposta dal bando, non possono fisiologicamente essere tanti.
Le considerazioni sulla caducità della vita e sulla precarietà dell’esistenza le lascio agli altri utenti, questo Cortissimo mi ha soddisfatto già così senza necessitare di sovrastrutture. Peccato per i vari errori sparsi, di cui dovrò per forza tenere conto. Ma almeno l’opera per me ha rispettato pienamente il bando, cosa niente affatto scontata quest’anno.
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Re: Corto numero 10: Primo ed ultimo Viaggio
Questo Corto brilla dalla sua originalità: il Protagonista è una foglia che se ne va, cavalcando il vento. Una bellissima idea, molto poetica.
Ma, nonostante la bella prosa dell'autore misterioso (stavolta non ho beccato nessuno), ci sono degli elementi che non mi sono piaciuti: la foglia (priva di organi sensoriali come gli conosciamo noi), sa come si chiama la piccola città (gli amatori di film strambi ci avranno riconosciuto "Terror in Tiny Town") e può definire cosa sia un bullo. Capisco che l'autore abbia voluto farci capire cosa stesse succedendo, ma una foglia non può conoscere questi concetti! Forse una descrizione dei fatti o dei luoghi sarebbe meglio.
Però, l'essenza poetica e metaforica di questo Corto è una vera boccata d'aria e ci mostra quanto il racconto interattivo possa essere versatile.
Amico autore, hai fatto un bel lavoro nonostante qualche nota stonata. Il mio voto sarà buono, ma non alto come la cima di una sequoia.
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Re: Corto numero 10: Primo ed ultimo Viaggio
- REGOLAMENTO
L’assenza non pesa, visto il taglio del corto.
- TRAMA
Un applauso all’autore: la storia è davvero molto profonda. È vero che, essendo una foglia, il concetto di “trama” diventa un po’ obsoleto e in realtà non serve, però nel leggere i vari sviluppi si ha un po’ l’effetto-dispersione per il lettore.
- STRUTTURA
Alcuni percorsi sono davvero brevi (3 paragrafi), il più lungo è di 11 paragrafi se non sbaglio. Direi che la distribuzione è eccellente, considerando i soli 17 paragrafi utilizzati.
- PARTE LUDICA
Assente, ma l’assenza non pesa più di tanto: il lettore si deve concentrare solo sugli aspetti emotivi e deve godersi una splendida esperienza, tra l’altro alcuni sviluppi sono davvero profondi a livello di significato.
- NARRAZIONE
Alcuni errori qua e là, ma nel complesso è tutto molto godibile.
Tutto perfetto, quindi? Si, ma c’è qualcosa che mi impedisce di strabuzzare gli occhi.
Pur apprezzando tantissimo questo piccolo gioiellino e l’idea intorno alla quale ruota, non ne sono uscito divertito come altri 2-3 racconti di questa edizione. Effettivamente manca qualcosa, e l’impressione di un’incompletezza di fondo pare accrescere con le letture. Sarà questa sorta di malinconia mista a serenità, sarà il fatto che alla fine essendo una foglia siamo irrilevanti nelle scene in cui passiamo attraverso, sarà che il voler affrontare diversi temi e diverse scene fa sì che (unitamente alla lunghezza di alcuni paragrafi) non dia bene l’idea di dove si voglia andare a parare, ma qualcosa nei meandri più profondi di questo racconto mi impedisce di goderne a pieno.
Il voto sarà comunque molto positivo. Bravo autore.
Voto inviato a gabrieleud.
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