Corto numero 12: Origins - Prologo della Fine
Corbezzolina! Arriviamo alla dozzina di corti in esame con:
Origins - Prologo della Fine
Versione estesa
Origins - Prologo della fine
N.B. Dato lo slittamento di Play, come giuria e admin abbiamo deciso di spalmare il concorso dandoci tempi meno contingentati per arrivare a conclusione, passando quindi da tre a due corti in esame ogni settimana.
Ultima modifica di: kenfalco Apr-23-20 15:01:41
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Re: Corto numero 12: Origins - Prologo della Fine
Attenzione, contiene Spoiler (Seven non continuare se non hai già letto il cortissimo!).
Un racconto che oscilla tra l'onirico e il non detto, nella tradizione delle migliori opere cyberpunk, di cui questo corto, seppur troppo breve e criptico per essere catalogato con assoluta certezza, può probabilmente fare parte.
Un genere che personalmente mi entusiasma raramente, anche perché è ricorrente la tendenza a celare buchi di trama tramite paradossi, viaggi nel tempo, universi paralleli, detto-non detto e gli altri mille escamotage che sono la panacea dello scrittore-sceneggiatore pigro.
Per questa mia prevenzione l'approccio con Origins non è stato dei migliori e ho iniziato la lettura un po' infastidito dal prologo.
Mi sono fortunatamente dovuto ricredere: la storia è interessante, le tinte nere e apocalittiche la nobilitano, gli enigmi proposti, con un'unica eccezione (il passaggio dal paragrafo 4 al paragrafo 2) equilibrati, logici e divertenti (anche se la modalità escogitata per estrarre i numeri dalle parole è cervellotica oltre misura), e ho trovato un bel tocco di classe nel finale alternativo, che apre enormi potenzialità di sviluppo per seguiti e ampliamenti del caso.
Mi piace anche la prosa dell'autore misterioso, che richiama sia nei contenuti che nello stile molti grandi classici del genere e lo fa senza sfigurare nel confronto con autori che sono autentici totem del genere.
I difetti di Origins: l'enigma che ho già citato, che ha una soluzione troppo filosofica per essere credibile (e cozza con tutti gli altri del racconto, che invece sono rigorosi e hanno anche alcune trovate notevole, come la doppia soluzione della citazione), alcuni passaggi che, per assecondare l'ambientazione e l'aura di mistero che circonda la vicenda risultano veramente incomprensibili, ma soprattutto la forzata brevità.
Un'opera con questo taglio, per essere credibile, deve necessariamente prestarsi a un minimo di approfondimento, altrimenti, come ho già accennato, diventa davvero troppo oscura.
Per i limiti imposti dal bando, Origins non sembra un vero e proprio corto: appare come la parte di un'opera molto più lunga stralciata di peso e adattata al cimento. Una sensazione che si respira soprattutto nei due epiloghi che non appaiono tali, ma paragrafi di passaggio che introducono a vicende molto più complesse, di cui il lettore del corto non può capire, né, più pesante come pecca, intuire granché, se non in modo arbitrario.
Il racconto resta comunque interessante, ben narrato, con enigmi adeguati e tutta la classe dell'ideatore viene fuori: però a mio gusto la sensazione di "incompletezza" che lo permea ne abbassa la valutazione finale, che altrimenti sarebbe stata eccellente.
Mi dispiace, perché è un "difetto" che non è imputabile all'autore (se non forse a monte, per aver scelto di dare al racconto un taglio simile), ma non posso non tenere conto del fatto che, comunque, questa percezione me lo ha fatto apprezzare (pur mantenendo il mio giudizio assolutamente positivo), meno di altre opere in concorso.
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Re: Corto numero 12: Origins - Prologo della Fine
Ancora una volta, quest'edizione si dimostra incredibile per la varietà delle opere presenti.
Siamo passati da corti con mille diramazioni, dadi, regolamenti complessi, fino al corto con meno paragrafi nella storia dei corti, senza bivi né scelte.
È una fortuna che "Origins - Prologo della fine" sia capitato in una settimana meno fitta del previsto, per quanto mi riguarda è quello che richiede più discussione fra le opere viste finora.
Non per gli enigmi di fine paragrafo, ma per la storia da ricostruire, una sorta di enigma implicito che noi lettori siamo chiamati a risolvere.
Ad esempio, è stato stupendo collegare i puntini e rendersi conto che:
l'etimologia di "Origins" è dovuta all'errata convinzione degli scienziati americani che erano convinti che questi oggetti magici fossero un fenomeno irripetibile, legato all'origine dei tempi.
e allo stesso modo, anche il sottotitolo "Prologo della fine", non trova giustificazione fino al
finale, horror e aperto, una rarità per i librogiochi, in cui assistiamo al desiderio di Alexsandr di poter assorbire gli altri Origins e iniziare così una scalata per il potere Sono un grande fan dei videogiochi di questo genere (vedasi la mia immagine profilo), mi ci diverto un sacco, per cui penso che interverrò spesso nel thread
Ora, sicuramente questo corto ha tanti tanti difetti.
- la parte ludica è carente. Nella mia prima partita mi sono fermato a:
L'enigma del gasdotto, veramente difficile, e che francamente non ho gradito.
Già l'enigma al paragrafo 1, che io ho risolto a colpo d'occhio perché sono familiare con
è in realtà mal posto, perché sarebbe potuto benissimo essere la sequenza 1,2,3,4!
Non ho neppure gradito il modo cervellotico in cui bisogna tramutare le parole in numeri.
Sicuramente, poteva andare molto peggio. Alla fin fine gli enigmi con risposta una parola sono pochi, quindi non pesa troppo. Ma soprattutto, le domande sono chiare, non siamo buttati allo sbaraglio come in altri corti.
Però comunque non ci siamo. Si poteva e doveva fare di più, avrebbe dato molta profondità. Io capisco il puntare il gioco sul "ricostruire la trama", ma così si esagera.
- l'inglese! Odio puro. Se il concorso è in italiano, va scritto in italiano. Per quanto io conosca e sia abituato a usare l'inglese, non tutti i lettori hanno questa possibilità.
Anche qui, in realtà poteva andare peggio: per fortuna scompare nel corpo del testo (forse perché filtriamo attraverso le orecchie di Alexsandr?), e l'uso più importante (la parola Origins) trova giustificazione nell'essere un nome proprio nato al plurale.
- ci sono un paio di refusi. Un accento, una vocale sbagliata, delle virgolette diverse dal testo.
Io di solito non penalizzo per questo, ma nel caso specifico pregiudicano l'opera, perché essendo ogni frase un puzzle, avere il dubbio che alcuni pezzi non si incastrino per un errore lascia l'amaro in bocca.
Nel caso specifico, ad esempio, ho notato che la parola Origin al paragrafo 2 non ha la S finale. Errore o scelta? Il fatto che sia l'unica menzione "filtrata" dalle orecchie di Alexsandr lo rende impossibile da determinare, questo è gravissimo perché toglie il fascino alla speculazione.
- la scrittura in generale è un po' altalenante: si va da passaggi stupendi, come ad esempio
il ricordo ancestrale della nascita della famiglia Devil al paragrafo 1
fino a brutture inguardabili come l'uso della parola "cosa" al paragrafo 2.
- alcuni passaggi sono stati visibilmente "compressi", in molti punti degli a capo avrebbero migliorato drasticamente la qualità dell'opera
Ma dio, è pieno di chicche e pregi che mi hanno tenuto veramente incollato allo schermo!
- il rovesciamento del rapporto lettore/protagonista è qualcosa che non avevo mai visto
qui non dobbiamo scegliere o personalizzare il nostro personaggio, ma al contrario, il corto ci spinge a diventare pazzi proprio come Alexsandr.
per via degli enigmi ci ritroveremo a dover pensare come lui, fino ad assumere il suo stesso tic di sparare numeri nervosamente. - l'enigma finale che risolve in maniera intelligente un problema altrimenti irrisolvibile
se dobbiamo leggere ogni paragrafo, non diventa ovvia l'ultima scelta? - l'impaginazione, pur essendo super semplice e senza dubbio meno elaborata di altri corti, è adorabile, con tutti i colori e la pagina delle soluzioni presentata come se fosse una di quelle sequenze recitate dal protagonista.
- (forse questa è una sparata) la citazione a Oscar Wilde, che in molti romanzi faceva sì che ci fosse
un personaggio che rappresentava l'autore: Richard, macabro creatore d'arte, che guida il protagonista alla scoperta di un mondo emozionante
un personaggio che rappresentava il lettore: Alexsendr che probabilmente per via della sua intelligenza, accetta in fretta il patto narrativo e si ritrova in un mondo più emozionante.
Fra l'altro, il fatto che Richard dica di non avere abbastanza "spazio" anziché "tempo" penso proprio sia una frecciatina al bando del concorso
Alla luce di tutto questo, il giudizio sarà sicuramente positivo (con qualche riserva), ma aspetto a darlo perché sono sicuro al 100% che ci sono molte chicche che mi sono perso e che altri utenti del forum troveranno.
Liberate l'¿„ãßꪧ¬!
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Re: Corto numero 12: Origins - Prologo della Fine
La mia prima partita:
NOTA: all’inizio i miei calcoli numerico-letterari sono sballati, e capirete perché…
Comincio ovviamente dall’1, anche se probabilmente Anima di Lupo farebbe notare che non viene detto da nessuna parte di cominciare da lì – e il dubbio di aver sbagliato mi è venuto!
Da lì passo al 7, sommando banalmente 1+1+2+3.
Al 7 scelgo come parola “inizio” (si dice che non è finita...) ma è sbagliata perché “sballa” il numero dei paragrafi superando il 7 (e comunque al 7 ci sono già).
Provo allora con “prigioniero” (si dice che non sono libero) ma anche così il numero che otterrei è superiore a 7. Cambio strategia di 180° e provo allora con “fine” (6+12), così vado al 2.
Al 2 provo con “antenna” ma otterrei 8 quindi non è la parola giusta. All’inizio si dice che volevano fargli dire 23 e allora mi gioco il classico trucchetto di sommare le cifre e vado al 5.
Al 5 mi areno. Ovviamente la parola-chiave è il nome dell’autore della frase, ma non so chi sia. Deciso a non cedere alle soluzioni mi affido a internet e scopro che è di Oscar Wilde, quindi opto per S+C, ma la W nel cognome mi fa venire il sospetto che l’autore volesse intendere l’alfabeto di 26 lettere e non 21, e in effetti è così perché all’inizio attribuisce alla L il numero 12... L’è tutto da rifare...
Provo comunque con Oscar, anche perché con W+L andrei oltre il 7, e quindi mi dirigo al 4.
Eccomi al 4: sono rincuorato dal fatto che ormai mi mancano solo due paragrafi: il 3 e il 6. Dall’incipit del 4, però, mi rendo conto che i paragrafi sono collegati da qualche elemento, come avevo già intuito dall'inizio del paragrafo 5 che sembrava la conclusione di un discorso. Mi faccio influenzare dalla cosa e torno al 5, anche se i conti non mi tornano (però il cinque cominciava con “...cinque”, era così invitante…) e rifletto ancora un po’. Mi rendo conto che forse dall’1 dovevo andare al 5, perché così la sequenza (il numero+il numero prima) era corretta, ma tanto sarei tornato al 4 dove sono fermo adesso. Ispirato da quest’ultima intuizione decido di provare a completare la sequenza numerica: azzardo il 6, perché mi sembra che i numeri si ripetano inversi e all’inizio si parlava anche di simmetria.
Il 6 però mi pare evidentemente la conclusione della storia e capisco di aver sbagliato qualcosa. Ci riproverò…
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GGigassi
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Re: Corto numero 12: Origins - Prologo della Fine
Uhm, eccomi di nuovo a tu per tu con un corto dai rimandi nascosti - il genere che gradisco meno, più che altro per evidenti limiti personali. Uscito a fatica dagli incubi del Paziente 20, mi sono approcciato a quest'opera un po' titubante ma devo dire che, superato il timore iniziale, mi sono subito trovato a mio agio. Purtroppo la sensazione non è stata costante per tutto il corto, ma vediamo perché.
Il trasformare parole in numeri... nessuno meglio di me sa quanto è difficile. Avendo accumulato un po' di esperienza a riguardo, posso dire che, visto lo spazio limitato, l'autore avrebbe fatto meglio a evitare questa meccanica, non potendo inserire una griglia di conversione.
Di cosa si tratta? Di una griglia che a colpo d'occhio trasforma le prime due consonanti della parola in un numero, tecnica inaugurata dal visionario "Io Non Brucerò" di FinalFabbiX e che ho prontamente saccheggiato per Fortezza Europa - Londra (a tal proposito: Final, ti ho citato ovviamente nel libro ma voglio ringraziarti anche ora, visto che sei tornato sul forum e puoi leggermi. Senza la tua opera, non avrei mai reso il libro fruibile com'è adesso!).
Dicevo: senza una griglia, trasformare lettere in numeri diventa faticoso e fa nascere il solito dubbio se debba essere usato l'alfabeto italiano o internazionale. Ma vediamo il mio percorso paragrafo per paragrafo:
1) temevo già di dover impazzire a scovare il rimando nel testo, invece c'è un evidente suggerimento alla fine (ottimo!) che si ricollega al capitolo giusto, per togliere ogni dubbio a chi sta giocando. Eccezionale! Una partenza coi fiocchi che mi ha gasato.
5) Anche questa è una trovata geniale: si capisce benissimo che devi rispondere un nome, ma quale sia non è affatto scontato. Il problema però a questo punto non è Oscar Wilde (comunque complimenti per esserti sbattuto affinché la risposta fosse corretta): è il fatto che prendendo Richard Immanuel Devil III non è affatto chiaro quale sia il nome da tradurre! Con quel III non sarebbe stato più semplice inventare un aforisma inesistente e mettere come risposta... 3?
4) Qui purtroppo la situazione si complica. Intanto arriva dal nulla un "uno, sei, otto, tre, otto" che non ho capito a cosa si riferisca. Secondariamente la risposta "2" è molto arguta, ma forse si poteva creare un indovinello migliore che facesse capire che le uniche persone erano il protagonista e il suo amico. Io ci sono arrivato per esclusione, visto che la risposta doveva essere inferiore a 8.
2) Molto arguto anche il gasdotto, ma penalizzato dal fatto che l'oggetto è menzionato di sfuggita al paragrafo 1 e non lo avevo assolutamente notato. Qui è l'unica occasione in cui il trasformare parola in numero è assolutamente necessario: si sarebbe potuto forse sostituire il gasdotto con un qualcosa legato a un numero (in effetti il gasdotto stesso rimanda all'OTTO). Con cosa? Non saprei dirlo, a parte i "venti", ma posso dire che a questo punto mi sono arenato e che lo avrei fatto anche dopo una pausa sigaretta - anche perché non fumo .
6) da qui in poi ho seguito la soluzione e ho trovato ben fatto il rimando al 7 e da lì al 3. Probabilmente ci sarei arrivato da solo, il che è un ulteriore punto bonus.
Insomma: a conti fatti il mio giudizio è positivo per la presenza di ottime trovate e per l'assenza di arzigogoli impossibili. Con un po' più di cura per la "leggibilità" degli indizi sarebbe stato il miglior corto con rimandi nascosti che ho letto finora.
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Zakimos
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Re: Corto numero 12: Origins - Prologo della Fine
Mah, in ultima analisi questo Cortissimo non mi ha convinto molto, finora è quello che ho gradito di meno. Il barlume di originalità nella trama che avevo intravisto è sparito dopo aver letto il commento di FinalFabbiX che rimanda ai videogiochi da cui forse Origins trae ispirazione.
A livello di gioco è probabile che i cultori di librogame più esperti di me si indispettiscano dal fatto che questa non è tecnicamente letteratura interattiva: non ci vengono cioè offerte delle scelte, ma la storia è quella e bisogna risolvere i vari enigmi per procedere nell’unica maniera prevista. Anche se in effetti essendo una storia frammentaria credo che procedere per un percorso differente da quello previsto dall’autore sia lecito. Per me non è un difetto (avevo fatto una cosa simile, ma con una vaga possibilità di prendere strade diverse, il primo anno in cui partecipai) ma già prevedo che alcuni utenti sfodereranno torce e forconi.
Se il meccanismo di gioco fosse stato maggiormente curato, o almeno più immediato, poteva venirne fuori qualcosa di più godibile e appassionante: una storia già di per sé criptica (o almeno straniante) non trae giovamento da un meccanismo farraginoso, almeno non per me.
Gli errori di vario genere (grammaticali, logici, stilistici) sono soverchianti: non sempre viene messo il punto nell’ultima frase dei discorsi diretti, inoltre il protagonista si definisce “gentlemen” al plurale. Manca qualche punto anche qua e là. “a fine” di ogni paragrafo? “nessun corpi”? “aurea” invece di “aura”… Apostrofi e virgolette sono alternativamente quelli di Word e quelli di NotePad, virgola tra sostantivo e aggettivo (“avambraccio, sinistro”) e virgola tra soggetto e verbo (paragrafo 6). Sempre al paragrafo 6 “non tuttE i raccontI”. Il personaggio non ha “spazio” (e non “tempo”) per spiegare una cosa, anche se il buon FinalFabbiX ha trovato una possibile spiegazione della cosa.
Come già fatto notare, l’Origin viene citato occasionalmente come “Origins” anche al singolare: la grammatica italiana non prevede comunque la “s” nei termini plurali inglesi, ma nel Cortissimo può starci vista la multilinguisticità. Però l’autore avrebbe dovuto farci un po’ più di attenzione. E poi “litri” di carne? Un vecchio “ancora nel fiore degli anni”? Addirittura c’è un errore nelle soluzioni: “aforismO”. Ok, si può usare, ma è una forma desueta da usarsi al massimo in un concorso dei Corti per cogliere in fallo chi lo segnala come errore brandendogli contro un dizionario, non è un termine che si userebbe comunemente in un testo narrativo.
Mi spiegate poi come fa un gasdotto a stare in un cortile?! Magari sono io che ho una visione un po’ stereotipata dei cortili ricordando quello della casa di campagna di mia nonna, o magari i gasdotti possono anche essere piccolissimi, ma l’immagine di un gasdotto in un cortile mi sembra paradossale! Soprattutto, questo Cortissimo ha il difetto di essere totalmente fuori tema. I vent’anni del protagonista (o di uno dei protagonisti) sono arbitrari, e il vento alla fine (ma anche nell’incipit) poteva essere sostituito con qualsiasi altra cosa, secondo me. Ci gioco ancora un po’ e rimango in attesa di ulteriori commenti prima di votare, magari mi sono perso qualcosa di illuminante.
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GGigassi
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Barone del Sole
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