Re: Corto 17 - InOut
Un corto sorprendente che sfida i limiti del formato librogame; ma stavolta, a differenza di altre opere in concorso che hanno seguito la stessa strada, la sfida a mio avviso riesce, perché la sperimentazione si muove egregiamente dentro alle pagine di una storia a bivi, senza soffrire troppo il fatto di essere su carta.
Il tema scelto è di enorme fascino, l'esecuzione egregia nella storia - sulla parte gameplay invece avanzo delle perplessità, non sulla struttura, che funziona, quanto nel modo in cui è spiegata. Che significa cancellare un'Autostima detto all'inizio, quando non si ha spuntato nessuna casella? Lo si può fare? Non lo si può fare? Apprezzo i librogame che spiegano le regole man mano, in una sorta di tutorial, ma in questo caso l'autore è stato fin troppo criptico e la godibilità del corto ne risente.
Come in Fuori Concorso e in Superfire Profighter abbiamo un ciclo di paragrafi che si ripetono, con varietà data dai dadi che introducono eventi casuali. Superati i primi tre giorni, di cui uno passato a letto, ho interrotto la lettura con estrema soddisfazione (bellissimo il twist finale delle marche), pur avendo incontrato più volte la stessa persona. Immagino che puntando a riempire l'Autostima la ripetitività diventi davvero eccessiva, ma per fortuna non ho sentito l'obbligo di farlo.
L'autore ha dimostrato di avere esperienza con il medium, o forse un grande talento. Posso solo consigliargli di curare maggiormente la spiegazione degli elementi di gioco, ma lo invito a proseguire su questa strada. Il mio voto, se votassi, non sarebbe influenzato dal fatto che questo corto ricrea l'esperienza di un videogioco; sarei un ipocrita a farlo, visto che è una mia personale fissa (come si scoprirà quando verrà annunciato il mio prossimo libro) ricreare su carta le esperienze videoludiche, in una sorta di demaking estremo.
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Zakimos
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Re: Corto 17 - InOut
L'autore misterioso ha scritto:
Riguardo al discorso su Omori, non c'è da parte mia alcuna malizia. Sicuramente è un opera che mi ha toccato nel profondo e che ho scoperto durante i mesi della stesura del corto. Onestamente non pensavo che trarre ispirazione da altri media fosse un problema, mi scuso nel caso lo fosse. La mia era volontà di raccontare qualcosa di intimista, la mia visione del mondo e nient'altro. Non mi sento di aver nascosto nulla perché semplicemente non pensavo di poterne parlare finché le votazioni sono aperte, ma se mi è permesso mi farebbe piacere analizzare fonti ed influenze.
Mi permetto di dire la mia su questo punto: non ci sono problemi nel citare altre fonti, infatti: è stato fatto sia in passato che in questa edizione e gli omaggi sono sempre ben graditi. Il problema è che quando un'opera è tanto palesemente simile ad un'altra, recente per di più, non è obbligatorio ma è "fair play" lasciare un'attribuzione, per non penalizzare altri che facendolo si tolgano punti al fattore "originalità dell'idea"; un fattore che pesa moltissimo. Basta guardare le recensioni in facebook per accorgersi che la maggior parte dell'entusiasmo si è concentrata lì. Personalmente, non conoscevo il gioco finché qualcuno non me l'ha fatto notare ed ero tra quelli che se ne sarebbero fatti condizionare di più, considerato che la tematica mi tocca personalmente. Stessa cosa, avrei valutato molto diversamente lo sviluppo e le dinamiche, anche se nella fonte di ispirazione esiste un vero e proprio mondo onirico, mentre qui siamo nell'ambito del dentro e fuori "casa/pensiero".
Non è un rimprovero, sono sicura anch'io che non ci sia malizia, ma una richiesta di farci attenzione per il futuro.
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Re: Corto 17 - InOut
Un bel Corto, non c'è che dire. Forse si poteva osare di più e calcare la mano sugli aspetti ancora più tristi della depressione ma lì dipende dalla sensibilità dell'autore. Lo stile è molto semplice, quasi acerbo in certi tratti, e ci sono diversi refusi ma l'argomento inedito attira comunque verso una lettura approfondita. La mancanza di un vero e proprio finale non mi ha infastidito, anzi, ho trovato una certa coerenza nel "finale aperto" che continua giorno dopo giorno. In fin dei conti la depressione è una malattia e come tale andrebbe affrontata e curata, a volte invece la si confonde con la fatica che abbiamo tutti, con la poca voglia di fare le cose, con l'apatia.
La giocabilità è buona anche se c'è un po' troppa confusione con le crocette, a volte non si capisce se ne devi mettere una o due, altre volte non si capisce quale "spunta" mettere, altra volte non si capisce se devi mettere o togliere. Credo si sia un pò incartato con i termini spunta/spuntare. Ma non era più semplice scrivere semplicemente metti la X/togli la X? A volte certi autori mi fanno pensare da quanto si vanno a complicare inutilmente la vita! Pure la scheda iniziale l'ho trovata un po' confusionaria, anche se carina nello stile. In generale quindi, per quanto riguarda il regolamento, si poteva essere molto più chiari, secondo me.
Nel complesso, un buon Corto che però poteva essere curato meglio.
Per finire, spezzo una lancia a favore del povero autore tirato in ballo per il discorso dell'ispirazione. Ma uno l'ispirazione la prende un po' da dove cavolo vuole o no? E non deve assolutamente giustificarsi. TUTTI gli autori sono ispirati, non facciamo i furbi. Il fatto che il videogioco sia recente non importa nulla. Io mi sono ispirato anche al Signore degli Anelli per Il Senza Pietà (l'ho scritto sul forum), che è coperto da copyright. Aver voluto sottolineare questa cosa (tra l'altro non fatta per altri Corti!) sembra fatto apposta per minare l'intelligenza e la fantasia dell'autore. È inutile poi scrivere subito dopo che non c'era malizia, non andava proprio detto. Cioè, prima si fa un'insinuazione e poi si dice che non c'è malizia... Ma non era meglio non fare proprio l'insinuazione?
Credo che Final, tu abbia fatto uno scivolone (in buona fede ovviamente). Nel caso fossi invece tu l'autore, avresti potuto aspettare la fine del Concorso per dare spiegazioni.
Voto inviato ad Adriano.
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Re: Corto 17 - InOut
RECENSIONE
Questo corto è forse il mio preferito mentre sto scrivendo le recensioni.
Scrivere un racconto-game sulla scottante attualità dell'epidemia di COVID-19 (o "Coviddì" per alcuni) è coraggioso. Ma addirittura descrivere lo stato d'animo di una persona durante il lockdown dell'ultima primavera è forte.
Autore misterioso (dai che ti ho beccato!), non so come hai vissuto il lockdown e la prima fase dellepidemia, ma spero che il tuo quotidiano non assomigliava a quello del tuo Protagonista! Hai trascritto benissimo il senso di apatia e di rabbia di molti, senza parlare del bombardamento di notizie confuse e dello stratto di civiltà che è saltato per molti di noi durante il confinamento: le reazioni del tuo Protagonista, i suoi pensieri a secondo del suo umore mi sono sembrate molto reali. Quindi, una bella narrazione.
Bene la scheda, gli stati d'animo e i paragrafi da sbloccare a secondo dei prodotti comprati.
L'unica cosa che non mi è piaciuta è che questo corto è un loop: c'è un'inizio, ma non una fine, come se tutto fosse un eterno ricominciare. Forse è voluto (sì, è vero che tutte le giornate si somigliavano...), ma questo mi ha lasciato un po' perplesso.
Quindi, un buon corto che avrà un bel voto.
Voto inviato a Adriano
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Re: Corto 17 - InOut
Il soggetto è decisamente originale (pur nei limiti evidenziati da FinalFabbiX) ma siamo decisamente fuori tema visto che i due mondi sono semplicemente lo stesso e la distinzione c’è, se c’è, solo nella percezione del protagonista. Come nel caso de La Deviazione trovo poco funzionale al suo godimento dichiarare sin dall’inizio lo scopo dell’opera o meglio, in questo caso, i margini entro cui si muoverà, e quindi mettere sull’attenti il lettore più sensibile. Questo gridare “al lupo al lupo” crea delle aspettative nel lettore, mentre io preferisco lo shock value di qualcosa che si scopre leggiocando.
Anche l’idea del loop non mi ha entusiasmato, ma capisco che possa servire da “morale” alla storia. Oltre all’idea di base, originale o riciclata che sia, sono buoni anche la scheda del personaggio, gli incontri che si possono fare, l’idea dei paragrafi nascosti nelle etichette dei prodotti e lo stile di scrittura (ma ho notato qualche difettuccio che a una prima lettura mi era sfuggito, come uno spazio tra una parola e la virgola e la formulazione burocratica “causa la luce improvvisa” invece di “a causa della luce improvvisa”). VIA! (Voto Inviato ad Adriano)
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GGigassi
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Re: Corto 17 - InOut
E si inizia con le ultime considerazioni. Qui l'autore non mi ha mandato risposte precise, ma una serie di considerazioni generali:
L'autore misterioso ha scritto:
-Per quanto mi sia ispirato ad Omori,come ho già detto, ma anche ad altri videogame, onestamente visto che i temi trattati sono diversi, al massimo tangenti, e la meccanica di base da cui ho preso spunto ma sviluppato in altro modo rispetto ad Omori, è il sasso-carta-forbici non pensavo di mancare di rispetto a nessuno o di sollevare tutto questo stupore. Onestamente non avevo neanche i caratteri da dedicare a nominare le fonti di ispirazione dopo averne già sacrificati per indicare i temi trigger (cosa a cui tenevo molto perché, a discapito di quello che pensa qualcuno, è importante quando si tratta di temi del genere segnalarli in anticipo, non era l'effetto shock che cercavo ma la possibilità di calare il lettore in uno spazio mentale alieno e distorto).
- Per lo stesso motivo ho operato una scelta di design non casuale non mettendo un epilogo. Non ci può essere un epilogo per questa storia, ma solo il ciclo continuo di lotta giornaliera che evolve e cambia. Mettere un epilogo sarebbe stato un tradimento del messaggio di fondo. Capisco chi ne sente la mancanza e capisco che possa essere una scelta non condivisibile ma ci tenevo a dire che è stato intenzionale.
Ricordo a tutti gli autori che potete mandarmi eventuali considerazioni tramite pm, link: bit.ly/lglfabbix
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FinalFabbiX
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Signore del Totoautori 2016
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Re: Corto 17 - InOut
FinalFabbiX ha scritto:Non ci può essere un epilogo per questa storia, ma solo il ciclo continuo di lotta giornaliera che evolve e cambia
Concordo, ed è la cosa che più mi è piaciuta di questo Corto.
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giax
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Re: Corto 17 - InOut
Meh. Dal momento che non ho mai smesso di lavorare un giorno durante tutti i vari lockdown / zone rosse arancioni o gialle che fossero, devo dire che questo Corto non mi provoca nessun senso di condivisione o depressione, ma solo noia. E poi che vuol dire quel primo paragrafo introduttivo? Come faccio a valutare se è il caso di leggere la storia, se non l’ho ancora iniziata?? Questi "trigger alert" non sono necessari. Pensate se Cormack McCarthy o Stephen King scrivessero in apertura alle loro opere "non leggete questo libro se siete sensibili a certe scene/temi"...
Il regolamento è tutt’altro che chiaro: lo si deve applicare prima di capirlo, e come hanno già sottolineato altri, l’applicazione non è sempre perfetta. Bello il registro, per il resto la parte ludica scopre il fianco in più punti, specialmente quel maledetto collega che proprio non voleva lasciarmi in pace durante la prima visita al supermercato. Ma poi dico, ogni giorno tutto quello che facciamo per migliorarci l’autostima è andare al supermercato? Ma non avevano espressamente detto di andarci il meno possibile, prendendo tutto il necessario ogni volta? Questo qui ci va per un latte e una pizza surgelata! (scherzo, ma anche no)
Il fatto che non ci sia un epilogo, ma solo un eterno loop di viaggi al supermercato, potrà anche essere potentemente simbolico e quel che vogliamo, ma in un librogame spuntare caselle non è mai stato il massimo della realizzazione. Un po’ triste anche il fatto che umiliando le altre persone si ottengano i massimi guadagni di autostima: insomma, mi rendo conto, per il depresso il mors tua vita mea può essere una efficacissima (per quanto meschina) botta di vita, ma non fa altro che distaccarmi emotivamente ancor più dall’opera. Non fa proprio per me.
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EGO
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Re: Corto 17 - InOut
Voti dei Giudici:
Adriano:
Ammetto che trovare il voto adatto per questo corto mi ha messo molto in difficoltà.
L’opera si presenta subito alla grande con una scheda del personaggio che ha subito attirato la mia attenzione per originalità e stile, e ammetto che anche l’idea stessa del problema mentale del protagonista mi ha attirato fin da subito (così come il titolo), i problemi sono venuti fuori dopo al termine della prima partita.
Ma andiamo con ordine:
REGOLAMENTO: Ottima la scheda del personaggio, come dicevo, intrigante l’introduzione che incuriosisce ancora di più il lettore (soprattutto quando ci avvisa se valutare con attenzione se proseguire o meno, ci fa intendere un corto corposo, drammatico e serio in più di un passaggio) e ben scritto il prologo.
Ottimo poi l’impianto del regolamento presentato nella scheda di gioco, con i tre stati (ed uno che batte l’altro), i cambi di umore, la lista della spesa, l’autostima... Insomma: grande inventiva, uno dei regolamenti con i parametri di gioco più originali dell’edizione.
TRAMA: sebbene si affronti un problema abbastanza serio per le persone che ne sono affette, cercherò di inquadrare la trama solo dal punto di vista del gioco che si affronta in queste pagine (anche se ce ne sarebbe da dire, soprattutto considerando che la sindrome di hikikomori affligge migliaia di ragazzi, con tutti i problemi psicologici reali conseguenti): ok i problemi, ok la difficoltà di uscire (inizialmente mi ero molto immedesimato nella parte), ok tutto, ma alla fine gran parte della trama consiste nell’incontrare persone e aprire Notifiche, Notizie o Vocali. Devo dire la verità, l’avevo immaginato molto diverso. Soprattutto l’evolversi delle vicende non mi ha appassionato come l’incipit, anzi ha smorzato molto del mio entusiasmo.
È vero che il protagonista è affetto da un problema serio, e probabilmente l’autore voleva proprio darci questa sensazione, ma in diversi frangenti mi sono trovato a non capire dove si volesse andare a parare. Ripeto, probabilmente l’autore voleva proprio darci questa sensazione, ma è stata una sensazione strana che ha messo molto in secondo piano la voglia di rileggerlo più volte.
STRUTTURA: A livello di struttura, nulla da eccepire. Solo non ho apprezzato il senso di loop eterno dovuto al fatto che manca una conclusione canonica: anche qui, forse l’autore ha voluto dirci quanto ripetitiva e ciclica possa essere la giornata-tipo di qualcuno affetto da questa sindrome, però a maggior ragione un barlume di conclusione positiva ci sarebbe stata bene. Anche un semplice “Vado a fare terapia”, avrebbe dato al lettore un senso di “speranza” di affrontare le difficoltà con il giusto piglio, invece no: il protagonista si “accartoccia” su sé stesso e per lui non c’è via d’uscita. Se in altri corti una conclusione cupa (o una non-conclusione) ci può anche star bene, qui avrei apprezzato tutto il contrario.
PARTE LUDICA: il livello di sfida è adeguato e non nascondo che, puramente da un punto di vista ludico, si è portati a giocare altre partite per capire tutti i singoli aspetti di quest’opera, ma nel mio caso la voglia di giocare è rimasta davvero viva e pulsante fino a che non mi sono reso conto che davvero non c’era uscita... A quel punto, ammetto che l’andare a fare spesa o leggere vocali, notifiche o notizie ha perso parte della sua attrattiva iniziale.
NARRAZIONE: tutto sommato l’autore fa un bel lavoro, niente di eccezionale ma riesce a farti entrare nella parte quanto basta.
Tirando le somme, un corto da cui mi aspettavo tantissimo, e che devo dire riceverà da parte mia un buon voto, ma che nel suo sviluppo ha in parte infranto le ottime speranze che nutrivo nel giocarlo.
Aloona:
Corto che mi riesce difficile giudicare, per due buone ragioni: la prima, non posso, a differenza di altri, sperticarmi di lodi all’originalità, considerato che l’idea non è del tutto originale. Né lo sono totalmente le meccaniche. e il fatto di non aver chiarito questo punto, purtroppo, influisce molto sul mio voto, non per qualche genere di “punizione”, ma perché mi mette in difficoltà soprattutto nel giudicare la rielaborazione personale del sistema su carta, non conoscendo a fondo la fonte di ispirazione. La seconda è che non è il genere di corto “safe” per me, ma per lo stesso motivo apprezzo moltissimo che qualcuno abbia il coraggio di trattare il tema, a prescindere se in via originale o riproposta. In alcuni passaggi ho faticato veramente a proseguire, ma soprattutto a scindere tra le capacità dell’autore di trasmettermi certe sensazioni per mezzo di una buona scrittura e quella che solo sentir nominare alcune situazioni mi crea. Spero quindi che apprezzi il mio sforzo e non se ne abbia a male, in caso non gli renda giustizia. La scrittura è asciutta e senza fronzoli, ma forse con la volontà precisa di sottolineare il grigiore della depressione? Se è così, in questo riesce piuttosto bene. La scheda è graficamente carina e mi sembra funzioni bene per il genere di racconto; soprattutto la scelta di far spendere “autostima”, spesso anche per muovere un solo passo, non è irrealistica in certi momenti della vita. Nel complesso, bravo comunque per l’impegno e la voglia di far riflettere su uno dei mali del secolo anche in un genere di contest dove non sai mai se ciò penalizzi o promuova.
FinalFabbiX:
Premessa doverosa: questo corto è stato accompagnato da polemiche che dipendono da elementi esterni e che esulano dal contenuto del corto stesso (una fra tutte la presenza un po’ invasiva di elementi dal videogioco Omori). Ci sarà tempo di discuterne, se lo vorrete, al termine delle votazioni, ma in questa recensione non ne terrò conto. Ci tengo però a precisare che se mi permetto di farlo a cuor leggero è perché il corto, in ogni caso, è fuori tema a prescindere.
Ho apprezzato molto “InOut”. È un corto che vuole parlare di un tema particolare e che riesce a farlo senza risultare banale. Non è il primo corto ad affrontare la questione hikikomori/depressione all’interno del concorso (ad esempio 2020 Speedball), ma è il primo che lo fa dando un taglio crudo e realistico.
L’atmosfera che si respira all’interno del corto è di apatia e pura calma. Se inizialmente questo elemento non ha un significato immediato, diventa ben presto angosciante quando ci si rende conto di quello che comporta per il protagonista. L’assenza di cambi repentini nella trama aiuta ad empatizzare con Momoru e a capire come per lui l’uscita dalla depressione sia un percorso fatto da piccoli gesti quotidiani e non un’illuminazione improvvisa.
Nel corto non succede niente (o quasi) e questo rende ancora più suggestiva l’assenza del finale, per quanto non è una scelta condivisibile e infatti in molti non l’hanno apprezzata.
A mio gusto personale, si sarebbe potuto cercare un piccolo compromesso: integrare il loop con l’aggiunta di paragrafi speciali sbloccabili nel caso in cui l’autostima del protagonista migliori
La scrittura è molto buona ed è riuscita a coinvolgermi.
Il tema è reinterpretato in modo fantasioso e originale, anche se il risultato finale esce dai confini stabiliti dal bando: abbiamo infatti più volte ripetuto che, per evitare di dare una connotazione troppo generica al significato di “due mondi”, non avremmo accettato corti in cui i due mondi sono nella mente del protagonista (cioè esattamente quello che avviene qui).
Il sistema di gioco è altalenante:
- la scheda è graficamente bellissima e i vari suggerimenti aiutano a comprendere le meccaniche del corto
- alcuni punti del regolamento sono però espressi in maniera confusa, ad esempio le spunte di autostima vengono nominate molto prima che si capisca il loro uso (ci viene addirittura chiesto di toglierne una in un momento in cui potremmo averne zero)
- il sistema di scontri è insufficiente: alla prima lettura non si capisce com’è implementato, come funzionano i cambi di umore e quando dovrebbero servire. Una volta appreso il meccanismo, il resto diventa una noiosa applicazione meccanica degli stessi schemi. Questo è un difetto molto grave, considerando che una porzione molto ampia del corto (quasi metà) viene impiegata a questo scopo
- la sezione in cui facciamo la spesa, al contrario è molto riuscita. Apprezzabile anche il giochino con le lettere, per quanto costituisca un ulteriore spreco dello spazio a disposizione
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Adriano
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