Due (mondi di) parole sul corto: Wow. Sono partito un po’ titubante, non avevo molta voglia di leggere un corto sulla depressione. Poi ho visto la scheda: la parte game sembrava molto curato e così mi sono buttato. L’ambientazione mi è piaciuta: penso che descriva in maniera abbastanza inequivocabile che parli della quarantena, senza mai nominarla. L’interattività e l’interazione sono davvero notevoli. Parlando di lato game, è il corto che avrei sempre voluto scrivere.
La prima cosa bella: Il messaggio di fondo. Da come era partito, ripeto, mi aspettavo un corto deprimente che mi buttava giù. E invece ha un messaggio positivo sotto: quando sono tornato a casa la prima volta con latte e pizza e ho fatto il primo passo per migliorare la mia situazione mi sono quasi commosso. Cosa chiedere di più da un libro?
Un pelo nell’uovo: Purtroppo mi è mancato il finale. Il corto è tutto imbastito alla perfezione, se non fosse che, una volta raggiunta la decima autostima, non succede niente. Questa cosa ha un po’ interrotto l’emozione che cresceva. Ho giocato il corto tutto d’un fiato per raggiungere una catarsi, e il corto mi ha lasciato appeso.
*Aggiunta post lettura dei commenti: Pare che la mancanza di finale sia voluta. Se è questo il messaggio che voleva mandare l’autore, chapeau. Per me il corto rasenta la perfezione.
Mi ricorderò questo corto per… le emozioni che mi ha trasmesso, grazie alla scrittura e al gioco.