Qualcuno ha risolto l'enigma di PacMan?

FinalFabbiX ha scritto:

giax ha scritto:

Qualcuno ha risolto l'enigma di PacMan?

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 L'unica cosa che mi viene in mente è riutilizzare i valori del paragrafo 16. Non si sa bene se Su/Giù sia Fronte/Retro o viceversa, ma vabbè. Il problema è che così facendo mi vengono due valori sballati (superiori a 40). Qualche indizio? Di solito me la cavo bene con gli enigmi, ma stavolta brancolo nel buio, e avendo solo una settimana per votare...

È più facile di quel che sembra

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Prova a seguire le indicazioni in modo più grafico

Se non ti basta...

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La risposta è 27. Le due cifre, due e sette, si ottengono disegnando graficamente le indicazioni destra/su/giù

Data la mia veneranda età l’autore (che non ho idea di chi sia) non si attira certo le mie simpatie dicendo che i trent’anni sono la soglia della vecchiaia… me lo immagino, il giovinastro, con la sua felpa bianca, mentre programma di notte rigorosamente con i caratteri bianchi su fondo nero perché oh è così comodo non so davvero come ci sia gente che non ce la fa.
La prima partita con Vanessa è stata facilissima, ma mi sono reso conto rileggiocando che ho semplicemente imbroccato la pista più facile in cui le scelte giuste erano tutto sommato abbastanza telefonate. A tal riguardo, cioè sui pregiudizi che questa visione sottende, mi esprimerò sotto.
Gli altri due percorsi sono molto più elaborati e stimolanti. La discoteca richiede un minimo sforzo mnemonico ma, un po’ per caso e un po’ per intuito, ho raccolto tutti gli indizi nell’ordine giusto senza perdere dita oltre a quelle consentite (solo il numero del garage mi era uscito di testa). A tal proposito, ben congegnata la possibilità di avere più o meno dita disponibili a seconda delle scelte precedenti.

Ho trovato la sala giochi più impegnativa. Nell’enigma musicale pensavo inizialmente che bisognasse conoscere il videogioco citato (che forse manco esiste) per venirne a capo, poi ho provato guardando la posizione delle note e solo al terzo tentativo ho capito qual era il meccanismo. Che però preclude la soluzione a chi non sa leggere uno spartito, e che quindi magari dovrà ricorrere a Google o a un’altra fonte esterna al Corto, e saremmo fuori dal bando.
L’enigma della macchinetta l’ho risolto senza problemi.
Per quello di Pac-Man ho dovuto ricorrere a carta e penna, e questo va contro il bando. Non mi fa onore ammettere che pure tracciando i segni su un foglio non ci sono riuscito al primo colpo…   ovviamente ci sarà chi dirà di essere riuscito a risolverlo tranquillamente a mente, probabilmente ci sarei riuscito anch’io se mi ci fossi messo seriamente, ma il supporto cartaceo è stato fondamentale.
Avrei qualche obiezione sull’enigma della via di Cassandra. La moltiplicazione ha sempre la precedenza nelle formule anche se è messa alla fine? Ma chi si crede l’autore, un matematico?
Ah, quello dei vecchietti con le carte non l’ho nemmeno provato a risolvere, ho sparato a caso fallendo e quindi non posso verificarne l’eventuale erroneità.

Ho apprezzato il meccanismo della navigazione tra i paragrafi a partire dal numero da aggiungere, semplice ed efficace. Così come ho apprezzato l’uso dei paragrafi “neutri” da interpretare a seconda della nostra compagna, cosa che permette anche l’inserimento di qualche trappola come il colore degli occhi. Ovviamene ho apprezzato anche la citazione al mio Corto dell’anno scorso (ma ci ho messo un po’ a ricordare chi fosse Laszlo…) e forse anche un riferimento allo “stare in crisi” non è stato messo lì per caso. E Palazzo Rotelli credo sia un omaggio al grafico del Magazine. Come scopriamo alla fine, il tema è stato centratissimo.
Al di là del problema col Pac-Man e del netto disequilibrio tra i percorsi, ho notato però che nonostante la cura dell’autore non sempre la narrazione scorre fluida.

Ma mi rendo conto che lo spazio era tiranno e che, per quanto ben congegnati a livello di testo, i paragrafi non potevano comprendere proprio tutte le sfumature che possono portare proprio lì, anche se il monologo al 22 non si adatta bene a tutte le situazioni, anzi quasi a nessuna.

C’è poi da considerare che l’autore si è basato pesantemente sugli stereotipi: la sportiva, la nerd e la modaiola raffinata. Sembra quasi il tema di un concorso dei Corti. Questo facilita troppo il lavoro del leggiocatore senza riservargli alcuna sorpresa, tranne forse la fuga dal locale (ma se al 7 ti riferivi al film di Pieraccioni dovevi scrivere I Laureati in corsivo e le iniziali maiuscole, così come i titoli dei libri che vede Cassandra, che non vanno messi tra virgolette!   Come nemmeno i dialoghi vanno messi tra virgolette ma tra quegli altri segni che non ricordo come si chiamano!   Eh, ma si vede che sei un autore al suo esordio senza anni di esperienza di concorso alle spalle…).
Inoltre, cosa assai più determinante, so per esperienza che queste categorie sono spesso illusorie, ci sono delle strafighe elegantissime che si dilettano a recitare in spettacoli teatrali vernacolari volgarissimi, ci sono cicliste sfegatate che passerebbero ore a giocare a Talisman o a Bang! e ovviamente certe nerd o alternative lo sono più per necessità o per condizioni contingenti che per reale attitudine. Ma tutto sommato è giusto che ci fossero questi agganci e in fondo l’autore non è stato nemmeno troppo stereotipato, vedi la sportiva in sala giochi. Ma perché diavolo deve incazzarsi se viene portata al ristorante? Rileggendo la sua presentazione non ho trovato indizi in tal senso a differenza del vegetarianesimo di Cassandra che giustamente ci tarpa le ali (però non è che non la stessimo “ascoltando” come viene detto al fottuto 22… questa informazione l’abbiamo desunta dal titolo di un libro). Questo mi spinge a pensare che l’autore avrebbe potuto fornire qualche indizio in più e in generale gestire meglio lo spazio: dopotutto il bando prevedeva la possibilità di mettere l’interlinea a piacere e di inserire il numero di paragrafo all’inizio della prima riga e non in cima al paragrafo stesso. Ovviamente il bando mica l’ha scritto l’autore, ma una sua lettura e interpretazione più funzionale avrebbe probabilmente permesso una maggiore vitalità al Corto e una scrittura che tenesse maggiormente conto di tutte le opzioni possibili, magari con ulteriori paragrafi-civetta. Il mio voto è 7,5 (sette e mezzo).

GGigassi ha scritto:

sancio ha scritto:

1 - "Don Giovanni": sono un prete?

2 - "Tutte quelle cose da ricordare di portarsi dietro (in discoteca)": vago, quindi incomprensibile.

Voto: 5

1 - sul serio non conosci il personaggio? O critichi il fatto che, giustamente, in italiano andrebbe scritto tutto attaccato e in minuscolo perchè è un sostantivo?

2 - per me è un indizio che ci dà l'autore su come si dovrà affrontare quella parte.

Intendevo ironicamente che dongiovanni si scrive tutto attaccato in quel contesto

Per il punto 2 non avevo pensato (non avrei potuto) che poi ci fosse il "gioco" degli oggetti. Ritengo comunque la frase in questione potesse essere formulata in modo da non fuorviare, ad esempio "ora devi pensare a tutto ciò che ti serve per stasera" o qualcosa del genere. Così è una mezza frase buttata lì.

Un bel corto divisivo come non ricordo uguali in passato: voti da 4 a 8,5 !

Zakimos ha scritto:

sancio ha scritto:

Un bel corto divisivo come non ricordo uguali in passato: voti da 4 a 8,5 !

È vero, ma è accaduto soprattutto perché chi ha votato si è concentrato molto sul tema del corto e su come questo tema sia stato affrontato, più che sulla realizzazione tecnica; ci sono stati voti oscillanti anche su di essa, come il tuo, ma la grossa differenza è dipesa spesso dal tema scelto, come si può leggere nelle recensioni su Facebook.

La questione è importante e mi impone di riflettere sul prosieguo delle votazioni. Se il gusto personale su un tema può essere così importante nel concorso, essendo molto noto il mio disprezzo per il generic fantasy, sarei dunque autorizzato ad abbassare drasticamente il voto a tutti i corti di quel tipo che mi trovassi davanti, a prescindere dalla loro realizzazione? Ho sempre evitato di farlo, perché so che ciò che io non tollero minimamente (il fantasy di stampo americano) può essere invece una lettura piacevolissima per un'altra persona. Da molti anni mi concentro solo ed esclusivamente sulla realizzazione tecnica dei corti, che è il motivo per cui ho deciso di promuovere questo lavoro tra l'altro, al netto dei suoi difetti che hanno comunque pesato sul risultato finale.

Se però i votanti che provengono dai social quest'anno dovesse usare come metro di giudizio soprattutto il loro gusto personale, inevitabilmente mi chiedo se dovremmo farlo anche noi nel forum, così da rendere più omogenea la classifica.

Ho sempre cercato di votare guardando un opera senza pregiudizi o lasciare che il mio gusto personale prendesse troppo campo. Su questo corto sono stato forse troppo tirato, pensavo infatti nei recuperi di aggiungere qualcosa.
La parte ludica l'ho promossa anche se non l'ho trovata eccelsa.
La prosa, (tralasciando storia, ambientazione e personaggi sui quali anche volendomi trattenere, una piccola penalità di gusto personale concedetemela) obbiettivamente poteva essere migliore. Siamo nella media secondo me. Fosse stata migliore, senza certi errori o ingenuità, avrei dato la sufficienza. Anche se, ribadisco, queste tematiche stucchevoli non le digerisco proprio.