Re: Corto 14 - 96_21
Inizia il corto e subito Marco si ritrova accanto alla sua automobile senza avere la più pallida idea di come sia finito lì. Ok… chi è Marco? Nel dubbio, decido di giocare l'avventura nei panni di Marco Zamanni. Vada come vada.
Mi faccio la mia bella run nei panni del sexy avvocato ligure e ho subito l'impressione che qualcuno, qualcosa (un'entità soprannaturale… forse il gran visir dei pubblici ministeri) mi voglia spingere a commettere un crimine, o magari solo una marachella, considerato che all'improvviso mi ritrovo nei panni di Mac (che tutti sanno essere il nickname di Zamanni da giovane, quando muoveva i primi passi nella punk culture). Ecco, forse per indole, o forse perché sono morto troppe volte aprendo forzieri che non dovevo aprire, decido di fare il bravo ragazzo. Non rubo Playstation, do la mancia al musicista tossico, faccio il carino con la barista e via dicendo. Il corto pare premiarmi con indizi utili (fin troppo utili se siamo gentili con la barista) e riesco a beccare la sequenza senza troppi problemi. Ma vabbè, del resto sono un avvocato sexy e tutto è facile quando parli avvocatese a Piazza Vittorio.
Leggendo il forum ho visto che molti hanno avuto problemi con l'interlinea. Tralasciando il fatto che sul forum il più giovane ha gli occhiali +2.5, ammetto che se non lo avessi letto neanche me ne sarei accorto… e io ho un occhio solo come Willy L'orbo.
In sostanza. La sensazione che ho avuto completando il corto è un po' quella che si ha guardando i menù dei ristoranti americani. Anche meno. Anche meno autore/autrice. Dopo averci fatto viaggiare tra il 1996 e il 2021, c'era davvero bisogno di catapultarci davanti a Minosse travestito da Ziggy Stardust, farci fare la morale da un capellone roscio con una tutina attillata a strisce per poi finire in un letto d'ospedale nel neuroverso? (che credo sia l'universo di quelli ricoverati alla neuro) Ecco… anche meno.
A ogni modo, a questo benedetto paragrafo 47 mi sono trovato un attimo spiazzato quando mi viene formulata la domanda: quante volte sei incappato in un Loop. Ora, non so se per fortuna o sfortuna, non ci sono mai incappato, anche perché per farlo devi rubare la Play o superare l'arco senza badare troppo al resto. Oh, io sto Loop me lo sono dovuto andare a cercare.
In sostanza il corto non mi è dispiaciuto. Non è del tutto nelle mie corde, ma passato lo scoramento iniziale in cui non capivo del perché qualsiasi cosa facessi finissi svenuto al 41 (solo dopo ho capito) sono riuscito a entrare nel gioco.
Il mio voto è 6.5 (SEI e mezzo)
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Re: Corto 14 - 96_21
Ahia… questo corto non mi è piaciuto per niente: non si capisce chi è il protagonista e si ha la sensazione di essere “buttati lì” senza veri motivi. Dopo pochissimi paragrafi, c'è questo “Mac” che sembra essere un nostro alter ego (ma nemmeno questo è sicuro). Mi dispiace, ma non mi sono immedesimato per niente. Inoltre, non capisco perché un artista di strada sembra sapere più del protagonista stesso della sua ragione di stare in questo poso e mi sembra poco logico che uno voglia andar in un negozio di videogiochi in una situazione simile.
Dal punto di vista ludico, tutto mi sembra molto confuso e i loop sono infiniti: ho rubato varie Playstation e il commesso rimbambito non ha fatto nulla.
Questo corto è attinente al bando? Non lo posso affermare, dato che mi sono perso nella confusione generale. Sbaglierò, ma è l'impressione che ho avuto durante le mie letture.
Il mio voto è 5
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Re: Corto 14 - 96_21
Questa settimana ho davvero pochissimo tempo per commentare i corti (anche se li ho letti tutti). Quindi non ve ne vogliano gli autori se le mie recensioni saranno più corte del solito.
Per quanto riguarda questo corto, la mia esperienza di lettura e la mia valutazione sono molto simili a quelle di FabbiX. Fatta eccezione per la questione interlinea (che non ho minimamente notato, lo ammetto), l'essere totalmente clueless durante la lettura non mi ha fatto piacere.
Non so perché si parli di atmosfera onirica: io, anche quando sogno, solitamente ho degli scopi ben chiari. Lo scopo che avevano i personaggi del corto invece mi è rimasto oscuro per tutto il tempo, e questo non mi è piaciuto, perché senza uno scopo non ho potuto fare delle scelte che avessero senso per me e che dessero qualcosa in più alla mia esperienza.
Alle mie prime esperienze di scrittura (sono passati ormai vent'anni) piaceva anche a me mantenere il mistero e lasciare i lettori all'oscuro per poi sorprenderli con la rivelazione finale. Ecco, adesso a distanza di anni posso dire che questa cosa non funziona. O meglio, funziona quando svii chi legge verso un'interpretazione e poi gli riveli un altro stato dei fatti; ma non dare assolutamente nulla e aspettarsi che il lettore si appassioni da sé... è una cosa che sconsiglio a tutti.
Detto ciò, non riesco a dare a questo corto più di quattro, specificando però che non è un giudizio tanto sul corto in sé quanto sull'esperienza di lettura.
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Re: Corto 14 - 96_21
GGigassi ha scritto:
Magari appena posso lo scrivo in Word e poi lo pubblico.
- Non ha trama (intesa come introduzione/svolgimento/conclusione).
Ma certo che ce l’ha: in due linee temporali diverse il protagonista vive esperienze diverse e capiamo che c’è un “prima” che ha vissuto. Di svolte narrative (le “lime nelle pagnotte” degli sceneggiatori) ce ne sono, quasi tutti i bivi ne hanno una. E poi è una storia col finale a sorpresa, con degli indizi da recuperare e prove da superare, una trama vera e propria potrebbe pure essere un di più, ma qui c’è comunque.
- Non ha personaggi.
Ma come no, di protagonisti ne ha ben due, anzi tre. Se intendi che non ha figure pittoresche, io invece ne ho trovate: il commesso lubrico, il suonatore di strada…
- Non ha worldbuilding.
Io ho trovato il riferimento ai tralicci molto suggestivo, e tutta l’ambientazione viene resa in maniera evocativa senza voli pindarici. Per un lettore romano credo che l’ambientazione sia ancora più immersiva.
- Non ispira alcun tipo di riflessione critica e sociale.
Ottimo! Spesso i “messaggi” sono paraculate per arruffianarsi un pubblico sulla stessa lunghezza d’onda, e in linea di massima trovo arrogante imbastire un’opera di fiction per perorare le proprie idee, anche se poi bene o male le opinioni dell’autore affiorano.
- Non ha alcun tipo di valore per quanto riguarda la matematica/logica.
Perché un Corto dovrebbe averne, scusa?
- Non ha alcuna innovazione.
Mica deve averne. Credo tra l’altro che arrivati a questo punto della storia dei librogame sia molto difficile venirsene fuori con delle trovate nuove e rivoluzionarie. Anche nel concorso dei Corti mi ricordo giusto quella di Zakimos sulle sagome da inserire in una griglia per capire quali potenziamenti si potevano portare sul robot. Meglio usare bene gli strumenti già consolidati, e questo Corto lo fa.
Fino a ieri, inoltre:
- copiaincollare i paragrafi era il male
Io ho mosso una critica a Loops perché i paragrafi con i loop potevano essere impiegati meglio invece che ripetere cose già scritte. Altre polemiche non ne ricordo. Qui i copia/incolla dei loop sono fondamentali perché il testo è quello, ma il paragrafo è diverso e alla fine ti viene chiesto quante volte hai visitato quel paragrafo, non quante volte hai letto quel testo.
- i loop erano il male
Ma quando mai… per me ben vengano, né ricordo critiche al riguardo in questo concorso.
- farsi fare la predica da un corto era il male
Assolutamente vero. Almeno in questo la cosa non è poi così marcata, anche se però un po’ c’è!
- fare il colpo di scena "È tutto finto" era il male assoluto
In letteratura (e al cinema, e a teatro, ecc.) spesso sì, ma in un librogame può starci, dai, è molto più tollerabile. E poi mica si scopre che è tutto finto: i ricordi sono veri, sono cose realmente successe ma si deve un po’ “addomesticarli”. Come succede anche in altri Corti di quest’anno, che addirittura si inventano un passato a piacimento ex post.
- avere meccaniche poco chiare o che chiedono di contare retroattivamente era il male
Quali sono le meccaniche poco chiare di questo Corto? Per quel che riguarda il conteggio dei loop vedo che sono l’unico o quasi a non aver avuto problemi. Boh, per me era facile: se ci capito una volta me lo ricordo, se ci capito più di due finisce il Corto e quindi non posso finirlo in quella leggiocata!
- dividere i paragrafi senza motivo era il male
In generale sì, ma qui la cosa è giustificata dal rimando a paragrafi “di servizio” (quelli dove vengono riproposte le scelte possibili) o dal fatto che due finali diversi portano allo stesso epilogo. E quest’ultima cosa per me è ottima, anzi credo di averla fatta anche io in qualche Corto – e sicuramente non solo io.
Per finire, come già dicevo, io ho colto nelle interlinee paracule la necessità dell’autore di comprimere graficamente una storia che altrimenti non ci sarebbe stata tutta dentro, cioè ho colto l’urgenza di raccontare che secondo me ha mosso l’autore. Quanto altri Corti sono stati criticati perché avrebbero potuto approfondire o aggiungere qualcosa quando invece sono finiti prima delle 15 pagine concesse? L’autore ha trovato una scappatoia perfettamente lecita per non tagliare niente.
E mi sta venendo il sospetto che l’autore sia veramente FinalFabbiX…
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GGigassi
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Re: Corto 14 - 96_21
Qualche nota dall'autore/autrice, dateci un occhio anche in vista della settimana di voti finale:
Innanzitutto, grazie a tutti quelli che hanno letto e recensito il corto: a chi ha dato giudizi negativi, perché mi ha dato moltissimi spunti per migliorarmi; a chi ha dato giudizi positivi, perché mi ha dato una grossa iniezione di fiducia e autostima.
Il 96 e il 21 del titolo sono effettivamente il 1996 e il 2021, gli anni in cui si muovono Mac e Marco, che sono la stessa persona a 15 e 40 anni.
La scelta delle ‘prove’ che affrontano i due personaggi per arrivare al punteggio finale non vuole rispecchiare dei valori assoluti, ma richiama i pregi e i difetti di Marco/Mac, gli “istinti da tenere a bada” (come è spiegato nel paragrafo 48):
- rubare la Playstation simboleggia la brama, il desiderare qualcosa che non si può avere, a tutti i costi, senza curarsi delle conseguenze;
- non dare gli spicci all’artista di strada, ma tenerseli per una bibita fresca, simboleggia l’egoismo, il non voler aiutare gli altri;
- non farsi leggere la mano dalla barista simboleggia la sfiducia nelle persone, il chiudersi a riccio pensando che dagli altri non possa mai venire niente di positivo;
- non ascoltare la signora nel letto d’ospedale (che poi è il ricordo della nonna di Marco in punto di morte) simboleggia l’impazienza, ma anche il non saper ascoltare la parte più saggia ed esperta di noi stessi perché troppo presi dalla frenesia del quotidiano.
Le prove nella parte di Marco pesano di più nel punteggio finale non per una scala di valori delle azioni in sé, ma perché da adulti si hanno più strumenti e possibilità di gestire i propri istinti e i propri difetti.
Quindi chi legge si trova all’interno di un ‘esame di coscienza’ di Marco Riccardi, di cui si prende il controllo nella seconda parte, nel 2046, quando è un uomo di 65 anni: in realtà però tutto si svolge nella sua mente, o meglio nella sua mente proiettata nel Neuroverso, che probabilmente non sta funzionando come dovrebbe e, invece di far rivivere solo i ricordi più belli a chi vi è collegato, li sta mettendo di fronte ai loro difetti, alle loro paure, portando alcuni di loro all’autoannientamento.
Per quanto riguarda gli enigmi, la sequenza dell’arco è stella-cuore-rombo in ordine puramente cronologico: la stella nel '96 (Mac quando esce dal negozio) e i due semi delle carte nel '21 (Marco quando esce dal bar). Per capire dove mettere la mano sulla Porta Magica, invece, bisogna seguire gli indizi disseminati nel testo: l’artista di strada si chiama Apollo (dio del Sole) e canta Here comes the sun; dal libro dell’anziana nel letto spunta un segnalibro con la Venere del Botticelli; il commesso cita Giove (oltre a Doc di Ritorno al Futuro, ovviamente). Inoltre, le frasi criptiche dette da alcuni di questi personaggi riportano alle iscrizioni che sono realmente riportate sulla Porta Alchemica di Piazza Vittorio (che si possono trovare online).
Il meccanismo dei loop vuole dare la possibilità di ‘saltare’ dal 96 al 21 per raccogliere indizi e andare avanti; se ne possono fare al massimo 2 sia per limitare appunto questi salti ma anche per facilitare il conteggio finale, senza doverlo anticipare ed esplicitare prima. Come ha commentato qualcuno, se ci si capita 1 o 2 volte si dovrebbe ricordare, alla terza comunque si perde e si deve ricominciare da capo.
Per chiudere, qualche piccola nota sulle location:
- la strada con i tre tralicci e la casa rossa si trova nella periferia est di Roma (zona Collatina);
- il rudere è, come ha capito qualcuno, la cosiddetta Sedia del diavolo, il sepolcro di Elio Callistio, liberto di Adriano, che si trova nella piazza omonima nel quartiere Africano/Trieste di Roma;
- sulla Porta Magica è stato già detto abbastanza, mi pare!
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Re: Corto 14 - 96_21
Ciao,
vorrei ancora ringraziare tutti voi che vi siete presi la briga di leggere e giocare il mio corto e di recensirlo in maniera così approfondita.
Mi scuso davvero per l'interlinea stretta, non mi ero reso conto che potesse dare problemi di visualizzazione e mi è dispiaciuto che fosse visto come un sotterfugio per evitare di tagliare qualcosa. Anche se, effettivamente, mi dispiaceva tagliare qualcosa, perché come ho scritto a Final_Fabbix questo è un concept che ho in testa da un po' di tempo: quando ho visto il tema del concorso dei Corti di quest'anno ho pensato fosse assolutamente calzante e l’occasione ideale per metterlo nero su bianco!
Ho sottovalutato però la mia inesperienza nella narrativa interattiva e il fatto che alcune idee fossero difficilmente realizzabili all’interno dello stretto perimetro del formato corto.
L’inizio in terza persona, per poi passare alla seconda persona nella seconda parte del racconto, è una di queste idee che avevo reputato inizialmente brillante, perché volevo creare una sorta di distacco tra il Marco/Mac del 96, del 2021 e del 2046, però effettivamente nel contesto di un corto non rende quanto dovrebbe. Sono contento che qualcuno di voi abbia riconosciuto e apprezzato la scelta stilistica, ma nella versione 2.0 (estesa, riveduta e corretta) sono passato a una seconda persona con cambio di prospettiva (sei Marco – sei Mac).
Un altro errore che ho fatto (sempre incalzato, ahimè, dallo spazio tiranno) è quello di non mettere uno straccio di prologo/regolamento, che effettivamente avrebbe potuto aiutare a calarsi nel ‘mood’ giusto per affrontare il racconto, oltre a rendere più chiari i meccanismi di gioco.
Passando appunto ai meccanismi di gioco, ho detto già molto nel post anonimo qui sopra, perciò non mi dilungo; volevo solo dirvi che nella nuova versione sto ‘affinando’ il meccanismo dei loop e sto lavorando anche sul conteggio finale, di cui vorrei ampliare i parametri e gli output. A tal proposito vorrei dire a Prodo che, sfogliando l’altro giorno “Fresco di stampa” mi sono reso conto di essermi inconsciamente ispirato, forse, a quel tipo di conteggio… forse era questo che ricordavi!
Venendo alle problematiche strutturali evidenziate da molti, effettivamente la possibilità di tornare in un luogo senza che il corto tenga traccia di quello che hai già fatto era una problematica a me ben nota e alla quale non avevo trovato una soluzione migliore di specificare “cosa può ancora fare”, come hanno giustamente evidenziato EGO e GGigassi (che ringrazio per le recensioni fin troppo magnanime), senza creare ulteriori paragrafi di servizio. Anche qui, nella nuova versione sto sistemando questo aspetto creando degli scenari molto più coerenti.
Così come vorrei rendere più coerente il passaggio dalla prima alla seconda fase e poi all’epilogo, senza creare troppa sovrapposizione di generi diversi, evidenziata da qualcuno e effettivamente un po’ troppo pesantuccia.
Per quanto riguarda altri appunti sulla struttura, la successione di paragrafi senza scelte nella seconda parte (nel 2046) era voluta, per creare un effetto di progressivo svelamento, ma effettivamente mi sono reso conto che è una trovata narrativamente poco utile e anzi potenzialmente tediosa (e me ne sono accorto leggendo ultimamente un librogame – di cui ovviamente non dico il nome – che abbonda di paragrafi senza scelte, e questa cosa mi ha infastidito non poco).
Ultima piccolissima nota a margine, gli errori nelle interpellazioni e nella grafia dei numeri evidenziati da GGigassi e PeriodoNikes sono effettivamente errori di battitura, e mi dispiace perché sono particolarmente attento a questi aspetti (tra l’altro faccio editing di testi anche per lavoro) ma, come potete immaginare, quando si rileggono i propri testi l’occhio spesso si perde qualcosa per strada…
Mi pare di aver detto tutto, se avete altri consigli fatevi pure avanti, ogni suggerimento è prezioso!
In conclusione, grazie ancora a tutti, in particolare agli organizzatori (e soprattutto a Final_Fabbix per il confronto costruttivo, ma anche perché per scrivere 96-21 ho usato il comodissimo Magebook), a GGigassi per essersi eretto a paladino e strenuo difensore della Sedia del Diavolo, a ffdesign e Budellaro per le recensioni esilaranti (e no, non vi dirò mai dove compro l’LSD!), a 2p2z per aver dato una seconda chance al corto, a Prodo per le parole di incoraggiamento, a PowerBob per il bellissimo meme (David Bowie è sempre con noi!), a PeriodoNikes per la recensione dettagliatissima, a EGO per aver apprezzato il mio stile di scrittura.
Ribadisco che per me è stato davvero molto utile e importante potermi confrontare con tutti voi. A presto!
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Pallo
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