Re: Corto 19 - De cuius
powerbob ha scritto:Se dovessero esserci abbastanza reazioni, potrei anche pensare di realizzarne una speciale per la fine del concorso cool
Sono andato avanti nel tempo e so per certo che scriverai il numero speciale.
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Re: Corto 19 - De cuius
F.A.S. ha scritto:powerbob ha scritto:Se dovessero esserci abbastanza reazioni, potrei anche pensare di realizzarne una speciale per la fine del concorso cool
Sono andato avanti nel tempo e so per certo che scriverai il numero speciale.
Allora mi tocca farlo per forza. Già che ci sei dimmi pure se ti è piaciuto
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powerbob
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Re: Corto 19 - De cuius
Un corto originale, a volte frustrante, ma con un personaggio memorabile.
Il primo approccio, purtroppo, non è dei migliori. Nel prologo risaltano le ripetizioni, e l'idea di dover redigere un testamento non stuzzica la mia curiosità. Ma poi già al terzo paragrafo sento parlare la cliente e il corto cambia completamente: la sua parlata è eccezionale. Nel resto del corto questo aspetto viene amplificato ulteriormente da dettagli come il fazzoletto nella manica, che rendono il personaggio talmente verosimile da poterlo immaginare.
Al contrario la protagonista non parla mai. Le sue domande non sono scritte. Questa scelta particolare mi ha colpito, ma ha comunque un suo perchè.
In generale, però, giocare il corto non mi ha dato grande soddisfazione. Sia perchè all'inizio non era ben chiaro quale fosse lo scopo, sia per le instant death frustranti: il mix delle due cose è letale.
Il problema più grande del corto riguarda in effetti il gameplay. Tutto si basa sul ricordarsi a mente alcune parole e numeri che abbiamo incontrato durante la nostra indagine, ma non ha alcun senso che la notaia debba ricordarsele a memoria. Perchè non potrebbe appuntarsele? Il motivo è chiaro, perchè il bando non lo permetteva, ma questo è un problema del corto, non del bando. Come ho già scritto nella recensione di Anima gemella, anche in questo caso uno fa le cose giuste (domande), scopre ciò che deve sapere, potrebbe appuntarsele e poi risolvere l'enigma. Ma non può farlo perchè il corto non gli ha spiegato di doversele appuntare, mentre la nostra protagonista aveva tutte le carte in regola per farlo. Con la differenza sostanziale che là si parla di un enigma su 10mila (quello del parcheggio), qua della meccanica principale del corto.
Un'alternativa era quella di usare delle parole chiave (e dire di doversele ricordare) oppure di lasciare indizi per poi rispondere a delle domande finali (indagine vera e propria).
Il numero di domande massimo è gestito bene (anche se non è sempre chiaro quando dobbiamo abbassare un dito), e l'idea di poterne rialzare uno in certi casi è perfetta. Niente dà più soddisfazione a un lettore di ricevere una "vita" gratis dopo aver fatto una buona scelta.
L'altro grave problema del corto è il tema. Sono ancora convinto che chi ha scritto il corto si sia semplicemente lasciato fuorviare dalla parola Eredità presente nel titolo, travisandone il concetto. Se ho tolto un punto a Dimentica, che aveva comunque delle scelte nel passato, qui devo togliere di più, perchè del tema non c'è neanche l'ombra. Spero che l'autore o autrice comprenda che altrimenti il giudizio sarebbe stato ben diverso.
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Re: Corto 19 - De cuius
Corto di ambientazione contemporanea, con prosa ordinaria affetta da parole moderne come notaia (o sindaca), che non digerisco, soprattutto nello scritto. Anche un leggero abuso del corsivo.
Altri cliché descrittivi che non mi piacciono come "capelli sale e pepe", perdipiù su una vecchia, è quasi irreale.
"la accogli cordiale" e altre sviste come maiuscola dopo nessun punto.
L'epilogo 1 non l'ho capito granché, perché sarei stata usata dal nipote della mia cliente?
Della meccanica di gioco del tener conto con le dita delle domande mi è piaciuto il fatto di poter "recuperare" e riabbassare un dito.
Altro punto a favore: le scelte, devono essere ben ponderate, cercando di capire la psicologia della nostra interlocutrice e le conseguenze. Anche la longevità è più che soddisfacente, ci vorranno diversi tentativi per ottenere (e ricordarsi) tutte le informazioni necessarie per raggiungere l'epilogo migliore dei ben quattro.
Purtroppo il tema del bando non è stato rispettato per niente.
[EDIT: rileggendo meglio, due dei quattro finali recitano "qualche tempo dopo", quindi un poco di attinenza c'è. Ancora non sufficiente secondo me, perché il tema è "scelte lontane nel tempo". Alzo comunque in virtù di ciò il mio voto di mezzo punto.]
Voto: 6
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sancio
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Re: Corto 19 - De cuius
Prime impressioni: Sono colpito dalla cura nell’impaginazione e il breve prologo mi mette comodo nei panni nella novella notaia Perla Dell’Ingegno. Entra la mia prima cliente, la signora Pandolfini e il testo me la fa immaginare benissimo anche in poche righe. Mi sento premurosa e le chiedo di cosa ha bisogno: la signorina vuole lasciare tutta la sua eredità al nipote, e niente a tutti gli altri. Decido di mettere i puntini sulle i precisando che sono dottoressa e questo mi fa guadagnare un resoconto dettagliato della prima guerra mondiale… Sarà il caso di insistere? No dai, meglio essere professionali e spiegarle che nel suo caso non è applicabile la legittima. Quest’ultimo pezzo l’ho copiato paro paro al corto che non ho idea di che significhi applicare la legittima… E nemmeno la Pandolfini lo sa e anzi, il mio parlare avvocatese la fa scappare. Ho perso così la mia prima cliente. Aderenza al tema e narrazione: La narrazione mi è piaciuta molto. Chi scrive il corto riesce in poche righe a dire tutto ciò che serve senza lasciare dubbi e ho adorato come personalizza la cliente tramite i suoi dialoghi e i suoi gesti. Al contrario, l’aderenza al tema è un po’ tirata per i capelli: c’è su vari livelli, ma nessuno mi convince in pieno. Quello che ho trovato più azzeccato è l’eredità morale. Le scelte lontane nel tempo del padre della signorina Pandolfini hanno ripercussione sulle sue volontà, che inconsciamente (?) emula favorendo il nipote maschio scansafatiche. Poi ci sono le scelte di Perla, che possono cambiare il futuro dei nipoti… Dopo qualche tempo. Ricordo che il tempo minimo accettato dagli organizzatori per definire il “passato” nella vita di una persona era quindici anni. Non so, non è precisato ma a naso non penso che siano passati quindi anni. Infine c’è appunto l’eredità letterale, le case e i terreni, che appunto perché letterale non ci azzecca per niente con il tema se non per la parola stesa. Sicuramente chi ha scritto il corto ha fatto di tutto per mettere più riferimenti possibili, ma la sensazione che rimane è che il tema non sia il centro della narrazione. Come ho letto il corto e gameplay: Ammetto che ho faticato a fare il grafo di questo corto. La parte delle domande è intricata e spesso torna a paragrafi già visitati e questo crea dei problemi di coerenza interni, che solo a volte vengono sistemati; ad esempio il chiedere il nome del nipote anche se lo si sa già, cosa che è stata elegantemente risolta al par.10 precisando “se non lo sai già” ma mai fatto negli altri casi. Un’altra cosa che, per mio gusto personale, non ho apprezzato è il grassettare gli indizi; capisco che è un metodo che aiuta a memorizzare ma per me è una di quelle situazioni che va oltre l’aiuto, risultando ridondante. Mi spiego meglio: alla prima partita non ho scoperto nulla e parlando legalese ho perso subito la cliente. Ok, lo accetto e riparto. Alla seconda run mi destreggio bene e scopro quasi tutte le info che mi servono, ma qualche domanda inopportuna mi porta al 18 prima di scoprire il nome della nipote. Quindi finisco all’Epilogo 1 e va bene, mi è piaciuto. Terza run, usando le mie conoscenza pregresse sono chirurgica nelle domande e scopro anche il nome di Simone, e arrivo in scioltezza all’Epilogo bonus. Facendo questo ho saltato l’Epilogo 2 e 3 che mi sono andato a leggere a parte. Secondo me è un peccato perché il 2 mi sembra quasi scritto per essere il migliore, mentre il 3, con lo sfondamento della quarta parete, è quello da leggere come conclusivo. Quello extra, anche proprio per il nome, sembra un epilogo nascosto, che solo i più curiosi possono trovare, ma fa parte del naturale flow dei check finali, quindi chiunque faccia una run fatta benino ne è a conoscenza. Nel mio caso, infatti, non ho nemmeno provato a cercare gli epiloghi intermedi ma ho subito puntato a quello. Personalmente, avrei sfruttato il grassetto in modo più funzionale, ovvero evidenziando le domande. Nelle prima due run mi è capitato più volte di scordarmi di conteggiare una domanda, perché spesso non è immediata da riconoscere. Questo perché, a mio avviso, non sono nemmeno poste come domande. Al par.9 sono scritte proprio come dialoghi pronunciati a Perla, in tutti gli altri casi sono “Se vuoi chiederle…”. Un’idea poteva essere sfruttare appunto il grassetto, evidenziando ogni opzione domanda, o il numero del paragrafo che ti fa spendere un dito, o la parola finale più il punto interrogativo… E dire semplicemente a chi legge: ogni volta che vedi una parola in grassetto, è una domanda quindi alza un dito. Detto questo, ottima l’idea di far perdere o guadagnare dita extra in caso di domanade specifiche, e mi è piaciuta un sacco la distribuzione degli indizi, sia inseriti nei dialoghi sia dalle interpretazioni del linguaggio corporeo fatte da Perla (come al par.6). L’eredità del corto (o altrimenti detto, cosa mi ha lasciato dopo la lettura): A quando il prossimo caso?
Giudizio finale: Narrativamente parlando bellissimo, da limare un po’ la parte game.
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Re: Corto 19 - De cuius
sancio ha scritto:Vedo fioccare voti altissimi a corti che non hanno rispettato il tema imposto, non voglio fare polemica ma vi immaginate se alla fine vincerà il concorso un corto che ha ignorato appieno il tema?
Quest'anno gli organizzatori hanno fatto la scelta coraggiosa di lasciare l'aderenza al tema ai votanti. Coraggiosa perché come dici tu si vengono a creare situazioni paradossali dove potrebbe vincere un corto che con il tema ci azzecca poco. Quello che ho notato leggendo le varie recensioni, sia qui che su fb, è che ognuno valuta l'aderenza in modo diverso: c'è chi da l'insufficienza a prescindere, chi toglie 2, 1 o 0.5 punti, e chi pensa che a prescindere dall'aderenza al tema, un bel corto va premiato con un bel voto.
sancio ha scritto:Che valore avrà in futuro questo, a mio avviso fondamentale aspetto?
Per me perderà di credibilità tutto.
Sarà un'eredità del passato che modifica il futuro
Battute a parte, per me non farà perdere credibilità al concorso. L'esempio che ti posso portare, per la mia umile e limitata partecipazione, è quello del 2020. Ricordo che fu sollevata una polemica perché il corto vincente, seppur un bel corto, da molti non era ritenuto a tema. In particolar modo, in quell'edizione il bando era molto stringente riguardo all'inserimento del VENTI (o 20), dicendo addirittura che doveva essere parte integrante delle meccaniche, della trama o dei personaggi (!). Eppure, nonostante questo, nei due anni successivi ci sono state sempre più partecipazioni.
Altro punto che volevo portare sulla credibilità del concorso è che è un premio comunque popolare. Da poco è stato annunciato il Magnifico, che specifica di essere un premio dato da esperti per librogame curati in ogni aspetto rivolti a un pubblico non neofita.
Ma il concorso dei corti è diverso: per come lo interpreto io è un concorso amichevole, fatto per far appassionare al librogame chi non lo conosce, per incentivare scrittori in erba a mettersi in gioco, con votazioni aperte al pubblico. Insisto proprio su questo ultimo punto: una cosa che ho notato dai voti su fb è che viene premiato più un corto accattivante che uno ben curato.
Questo per dire che ogni concorso ha i suoi parametri, e quelli del concorso dei corti, secondo me e correggetemi se sbaglio, sono quelli di catturare l'attenzione della massa, dei neofiti, del passante.
Secondo me i risultati di questo concorso, come i precedenti, serviranno a calibrare meglio i prossimi in base allo scopo che si vuole prefiggere.
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Re: Corto 19 - De cuius
Periodonikes ha scritto:sancio ha scritto:Vedo fioccare voti altissimi a corti che non hanno rispettato il tema imposto, non voglio fare polemica ma vi immaginate se alla fine vincerà il concorso un corto che ha ignorato appieno il tema?
Battute a parte, per me non farà perdere credibilità al concorso. L'esempio che ti posso portare, per la mia umile e limitata partecipazione, è quello del 2020. Ricordo che fu sollevata una polemica perché il corto vincente, seppur un bel corto, da molti non era ritenuto a tema. In particolar modo, in quell'edizione il bando era molto stringente riguardo all'inserimento del VENTI (o 20), dicendo addirittura che doveva essere parte integrante delle meccaniche, della trama o dei personaggi (!). Eppure, nonostante questo, nei due anni successivi ci sono state sempre più partecipazioni
Nell'anno che citi il tema era molto più interpretabile, quest'anno secondo me no.
Sulla credibilità probabilmente è una sensazione solo mia, di utente navigato e pignolo
..nonché pluripremiato del trofeo "Crudelone"
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sancio
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Re: Corto 19 - De cuius
Veniamo infine all'ultimo corto del concorso, che caso vuole essere anche quello che mi ha entusiasmato più di tutti. L'idea di una storia che racconta una professione in maniera squisitamente ironica non solo è molto originale e ben riuscita, ma apre la strada ad altre possibili varianti. La vedrei benissimo nella collana Librarsi: tante avventure autoconclusive, ognuna dedicata a una diversa professione... O mi starebbe bene anche rivivere altre avventure della nostra amata Perla dell'Ingegno, alle prese coi clienti piu disparati.
Ho apprezzato moltissimo il conteggio sulla mano, assolutamente ben studiato, che offre persino la possibilità di recuperare alcune dita se si riescono a toccare i punti giusti della signora Pandolfini. Non avrei disdegnato qualche instant death in meno, magari limitandole a quelle più intuibili (sennò il gioco viene forzatamente interrotto proprio sul più bello, ed è un peccato. Se si fossero trasformate in semplici penalità, tipo delle dita in più da aggiungere, la lettura sarebbe stata più fluida. Ammetto di aver barato in un paio di circostanze, ignorando il game over e proseguendo con l'interrogatorio).
Voglio inoltre difendere l'autore del corto, sostenendo che a mio avviso il tema è perfettamente centrato. Non è tanto il testamento a fungere da eredità del passato secondo me, quanto quello che accade dopo la morte della signora Pandolfini. Gli eventi legati alla nipote cambiano proprio sulla base dell'esito del nostro colloquio. Ammetto che altri corti hanno colto il tema in maniera più centrata, ma non me la sento di dare una penalità a quest'opera. Anzi, per tutto il divertimento che mi ha regalato, la voglio mettere in cima alla mia classifica personale. Per quanto mi riguarda, è il miglior corto di questo concorso!
Voto: 10
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