Re: Corto 19 - De cuius
Per quanto il Corto sia scritto in modo pressoché perfetto e ben caratterizzato, trovo che abbia vari aspetti discutibili.
L’elefante nella stanza è l’evidente intento personale della protagonista: questa parteggia apertamente per la nipote della cliente, questione che non la dovrebbe riguardare affatto, e riuscire a introdurla nel testamento significa aver svolto al meglio il lavoro. Ma non credo sia questo il compito del notaio; e questa, che io colgo come una discrepanza, per me mina alla base la validità dell’opera, per quanto ben realizzata. Non siamo il giudice e non è nostro compito fare “giustizia”, soprattutto non in base a criteri di simpatia personale.
Altro elemento che non mi convince è che gli indizi sono scritti in evidente grassetto, poi il lettore è chiamato a un check di attenzione come se fossero stati buttati in mezzo a dialoghi pieni di corsivi senza nulla a contraddistinguerli. Sembri voler confondermi e cogliermi in castagna, ma poi mi dai l’aiutino.
L’attinenza al tema mi pare ambigua, ma su questo aspetto non sono mai stato fiscale durante questo concorso e non ho motivo di esserlo con l’ultimo racconto.
Dal punto di vista stilistico e narrativo, come dicevo, quasi impeccabile, ma poco coinvolgente per me. L’incongruenza (percepita) di cui ho parlato in apertura mi rende la notaia non molto più simpatica della Pandolfini.
Voto: 6.5
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EGO
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Re: Corto 19 - De cuius
powerbob ha scritto:
Voglio inoltre difendere l'autore del corto, sostenendo che a mio avviso il tema è perfettamente centrato. Non è tanto il testamento a fungere da eredità del passato secondo me, quanto quello che accade dopo la morte della signora Pandolfini. Gli eventi legati alla nipote cambiano proprio sulla base dell'esito del nostro colloquio.
In seguito a questa osservazione ho riletto meglio gli epiloghi: due dei quattro recitano "qualche tempo dopo", quindi un poco di attinenza c'è. Ancora non sufficiente secondo me, perché il tema è "scelte lontane nel tempo". Alzo comunque in virtù di ciò il mio voto di mezzo punto.
Votiamo In Enciclopedia! Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-
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sancio
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Re: Corto 19 - De cuius
Inizio da quello che mi ha convinto: il racconto prende bene, almeno a me ha dato un’ottima immedesimazione, mi è stata subito antipatica la signora Pandolfini, e anche solo per il fatto che il corto ha suscitato in me un’emozione significa che ha fatto centro.
La storia, sebbene non sia proprio il massimo da trattare in una storia a bivi, funziona, è realistica e ben scritta. Complimenti anche per come è stata resa la signora a livello di dialoghi: sembra davvero di ascoltare una persona anziana poco acculturata.
Quello che non mi ha convinto sono le meccaniche. Di per sé l’idea del numero ristretto di domande che si possono fare è ottima a livello ludico, ma non è contestualizzata. Cioè, perché un notaio dovrebbe poter far solo un numero predefinito di domande? Leggere il paragrafo 18 fa spostare l’idea dal notaio al quiz televisivo, ripeto a livello ludico la cosa funziona benissimo, ma è irrealistica nel contesto in cui ci ha fatto calare l’autore/autrice.
Anche il fatto che la signora sia così semplice (e si capisce da come parla) mi fa pensare più ad una persona che ripeta le cose più volte per farle capire, non ad una signora che dice le cose mezza volta e poi ti dà dell’incompetente se non l’hai capita…
Insomma, una sfida ludica interessante in una storia ben scritta, peccato per il fatto che il modo in cui è raccontata non è molto coerente con la situazione. Un’ulteriore nota negativa è l’assenza di link ipertestuali.
Nonostante questo, il voto è 8.
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo".
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Adriano
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Re: Corto 19 - De cuius
sancio ha scritto:Vedo fioccare voti altissimi a corti che non hanno rispettato il tema imposto, non voglio fare polemica ma vi immaginate se alla fine vincerà il concorso un corto che ha ignorato appieno il tema?
E invece ti assicuro che, dati alla mano, la situazione è molto rosea.
Considera che:
1) in altri anni, questo corto sarebbe stato ammesso tranquillamente. Per me la declinazione del tema è accettabile e credo che lo sarebbe stata anche per fabrizio. Inoltre, da sempre, quando c'è un dubbio, si tende ad ammettere piuttosto che rilasciare per "paura" di escludere un autore ingiustamente.
2) a meno di stravolgimenti dell'ultima settimana, questo corto difficilmente entrerà nel podio. E il motivo per cui non entrerà nel podio è che è stato affossato da i voti di chi non lo ritiene a tema.
Questa nuova modalità, pertanto, sta funzionando molto bene e anzi, è uno degli aspetti che manterrei nei prossimi anni.
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Re: Corto 19 - De cuius
Provo a rispondere a un po' delle questioni che sono emerse nelle recensioni.
Puoi pubblicarle tu così resto nell'anonimato?
Grazie in anticipo.
1. Perché solo cinque/un numero predefinito di domande?
Pensavo fosse ovvio. Una consulenza non può durare in eterno: c'è un tempo limite, sia per chi fa la consulenza che per chi la riceve. Per questo non si ha il tempo per analizzare tutto e bisogna scegliere su cosa soffermarsi e su cosa no.
2. Perché il grassetto?
A qualcuno è piaciuto ad altri no: ovviamente l'ho messo per aiutarvi a ricordare, se no mi avreste penalizzato il corto per quello. XD
3. Perché non si possono prendere appunti?
Come avete giustamente intuito, è stata una forzatura dettata dal bando. Anche se nella mia testa la soluzione poteva essere giustificata altrimenti, ma qui ho sbagliato a non esplicitarlo: la notaia non prende appunti perché è alla sua prima consulenza, dunque non è preparata. Ma siate onesti: potendo prendere appunti, chi di voi avrebbe segnato tra le note i cinquemila euro di stipendio e i cento euro delle sigarette? wink
4. Travisamento del tema/lasciato fuorviare dalla parola "eredità".
Credo onestamente di non aver travisato. La mia idea era che le scelte del passato che influenzassero il futuro fossero quelle della notaia. Siccome però melius est abundare quam deficere, perché non fare anche una stratificazione del tema e aggiungere eredità materiale ed eredità morale? Ai lettori l'ardua sentenza... E indubbiamente ardua sentenza fu. sad
5. Dove sono le scelte del passato e come influenzano il futuro?
L'idea era che le domande della notaia, poste in un certo ordine e modo, portassero la sua cliente a cambiare idea sul testamento. I futuri sono gli epiloghi dove si vede cosa fanno i nipoti. Grazie ai vostri commenti però ho capito che dovevo lavorarci meglio perché non è molto chiaro. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
N.b. la storia dei quindici anni che dovevano passare non la sapevo. hmm
6. La notaia patteggia per la nipote.
Sì, il sottotesto femminista era voluto. Sia perché volevo raccontare una storia ben precisa, sia perché dare la possibilità al lettore di scegliere per chi patteggiare richiedeva spazio. Che non avevo.
7. Similarità tra il primo e l'ultimo corto in gara: il primo e l'ultimo corto in gara hanno una protagonista donna.
Come anche i corti 6, 12, 16 e 17. wink
8. La sillabazione sbagliata.
Sì, il motivo è esattamente quello che ha intuito GGigassi.
9. Cos'ha fatto di tanto orrendo il fratello della signorina Pandolfini?
Assolutamente niente. Ma davvero pensavate che la signorina Pandolfini fosse un personaggio attendibile? XD
10. La battuta sulla legittima.
Sapere che succede realmente mi sconcerta un poco. Ho sbagliato sicuramente a non spiegare al lettore cos'è la legittima. Tento di chiarire (notai e avvocati veri mi correggano): è una specie di quota di eredità a cui hanno diritto coniugi e i figli del de cuius, ai quali va comunque qualcosa a prescindere dal testamento. Per esempio, un genitore non può lasciare tutto a un figlio ed escludere l'altro, perché in questo caso si applica la legittima. Questo però non vale nel caso della signorina Pandolfini, che non avendo figli può fare testamento a chi vuole ed estromettere i fratelli dalla successione.
11. Non è sempre chiaro quando alzare un dito.
Avete ragione, anche qui faccio mea culpa.
12. Qui cito testualmente: "prosa ordinaria affetta da parole moderne come notaia (o sindaca), che non digerisco".
L'obiettivo di questo corto era appunto far abituare chi legge a queste parole, che sono italiane. Tendiamo a usare il maschile anche quando il referente è una donna solo perché si tratta di ruoli che siamo abituati da sempre a sentire al maschile. Non intendo discutere in alcun modo sulla questione dei nomi femminili di professione, vorrei solo fare abituare più persone possibile all'utilizzo di questi termini al femminile. Perché è giusto che entrino nell'uso.
14. Instant death in meno.
Hai ragione e l'idea di aggiungere dita al posto delle ID mi piace.
Risponderò al resto una volta che potrò palesarmi. Intanto grazie a tutti!
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Re: Corto 19 - De cuius
FinalFabbiX ha scritto:
Provo a rispondere a un po' delle questioni che sono emerse nelle recensioni.
12. Qui cito testualmente: "prosa ordinaria affetta da parole moderne come notaia (o sindaca), che non digerisco".
L'obiettivo di questo corto era appunto far abituare chi legge a queste parole, che sono italiane. Tendiamo a usare il maschile anche quando il referente è una donna solo perché si tratta di ruoli che siamo abituati da sempre a sentire al maschile. Non intendo discutere in alcun modo sulla questione dei nomi femminili di professione, vorrei solo fare abituare più persone possibile all'utilizzo di questi termini al femminile. Perché è giusto che entrino nell'uso.
Anzitutto complimenti per esserti messo in gioco e grazie per la risposta.
Mi premeva sottolineare che con "ordinaria" intendo sufficiente, non eccelle ma nemmeno è da criticare. Lo dovevo precisare nel commento al voto.
Ciò per cui ribatto però e perché vorrei obiettare sul giusto o meno che questi termini entrino nell'uso comune, non lo decidiamo né io né tu. A me non piacciono. Ma se proprio così sarà, esigo di poter usare tale variazione anche sulle donne architetto!
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sancio
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Re: Corto 19 - De cuius
sancio ha scritto:Ma se proprio così sarà esigo di poter usare tale variazione anche sulle donne architetto!
ahahahah
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