Ciao Martinico, con un po’ di ritardo provo a rispondere alle tue curiosità
Il mio Corto è tratto da un poema norreno: Thrymskvida.
Anni fa ho letto di questo mito molto buffo in un romanzo che lo citava, così ho deciso di approfondirlo con il saggio “I Miti Nordici”, i racconti di Neil Gaiman e ovviamente il canto stesso dell’Edda poetica (giusto una settimana fa invece ho recuperato “Il Canto del Ribelle”, anche grazie alla dritta di Duck).
Ad ogni modo, mi è piaciuto subito perché non narrava i fatti attraverso la lente dei soliti valori vichinghi (onore, coraggio, sprezzo del pericolo ecc). Anzi, il testosteronico Thor veniva addirittura ridicolizzato. Al contrario, Loki si trovava a vestire i panni di un improbabile eroe. O meglio, di un’eroina! Insomma, l’ho trovato particolare sotto diversi punti di vista.
Insieme al piacere della scoperta è nata quasi in automatico l’intenzione di trasformarlo in un’avventura interattiva. Ho iniziato quindi a pensare a un regolamento funzionale alla trama, che desse centralità alla strategia di gioco tramite risorse e poteri limitati – in contrasto con la natura divina dei protagonisti.
Tutto ciò per dire che avevo nel cassetto questo Corto da un po’, ma non ho mai avuto occasione di svilupparlo e presentarlo a un concorso, almeno fino ad adesso. Nel frattempo avevo però accumulato un buon numero di letture a tema, che mi hanno permesso di muovermi con più agilità nello sviluppo dei bivi e di tradurre elementi mitologici in meccaniche di gioco (per esempio: Loki si trasforma in un moscone, ma in altri miti; stesso discorso vale per le lacrime di Freya e le capacità magiche di alcuni giganti).
Anche sul versante librogame le influenze sono molte. Direi: innanzitutto Autolico per lo stile e l’approccio “brancalonico” alla materia mitologica; Creature e Jekyll&Hyde per la gestione dei punti abilità/magia; Moriarty e 49 Chiavi per il sistema di indizi e oggetti. E tra i Corti: De cuius e Brenno dell’anno scorso per le interazioni sociali e l’analisi dei dettagli.
Aggiungo una nota personale: nonostante la trama sia lineare, il lavoro di adattamento non è stato proprio semplicissimo. Senza entrare nei dettagli, le informazioni sull’epica nordica sono frammentarie e spesso in contraddizione. Per quel che mi riguarda, poi, spendo parecchio tempo nella documentazione e nella progettazione, per cui la tentazione di inserire più input del necessario è stata altissima. Ma per fortuna – o almeno spero – ho semplificato il più possibile e mostrato giusto la punta dell’iceberg.
Di nuovo grazie a tutte/i e…
Ci si legge in giro!
Ah, e per chi c’è ci si vede a Play (farò un salto domenica).