Re: Corti 2023 - Settimana 4
L’uomo che morì due volte è un racconto di genere western con un regolamento più articolato del solito, ci sono parole chiave con numeri da ricordare a memoria così come codici anch’essi mnemonici, mentre una mano viene impegnata nel conteggio dei due soli proiettili a nostra disposizione, uno buono e uno cattivo, quindi nulla di così insormontabile e nel rispetto del regolamento. Il tema del viaggio è rispettato se si considerano non tanto gli spostamenti del protagonista nel presente, quanto il viaggio nella memoria del protagonista e le scelte passate che lo hanno portato alla vita presente. Il racconto si svolge su due binari, nel presente e nei ricordi del protagonista che cambiano a seconda delle scelte fatte nel presente aiutandoci a delineare la storia del personaggio, il numero limitato di proiettili ci obbliga ad usarli intelligentemente e a evitare lo scontro se possibile, è presente anche un semplice enigma in un paragrafo, mentre il racconto si svolge tra bivi e strade alternative vere, dimostrando una progettazione attenta da parte dell’autore. Nulla da dire sulla prosa che è sempre scorrevole, non ho notato refusi, quindi il racconto è stato curato anche nella realizzazione. Ottimo lavoro!
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F.A.S.
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Illuminato
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Re: Corti 2023 - Settimana 4
Vedo che altri lo stanno facendo, quindi volevo anch'io dire due(mila) parole sul mio corto. Ha ricevuto molte critiche, la maggior parte delle quali centrate e costruttive. Mi sono state utili, perciò grazie. Su alcune di queste mi fermo a riflettere cercando di trarne insegnamento da una parte e, dall'altra parte, di giustificare alcune scelte che paiono indifendibili.
Una delle critiche è il fatto che il corto non avrebbe né capo né coda, non avrebbe uno scopo né tantomeno un finale. In realtà il corto è un true path con uno scopo preciso. Viene detto in modo chiaro e netto nel regolamento: “Segui il Vero Sentiero e volerai.” Vero Sentiero è la traduzione letterale di True Path e volare è dunque lo scopo, l’unico finale positivo.
Come si fa a capire qual è il vero sentiero? Seguendo gli indizi. La prima scelta che hai a disposizione è: “Sì ma dove amore mio? Lo decidi tu: apri le porte (10), vai sotto il treno (8) o salite sulla barca (23)?” Credevo che proporre tre opzioni di cui due declinate alla seconda persona singolare e una alla seconda plurale sarebbe stato abbastanza disturbante da indurre il lettore a chiedersi il perché di quest’imprecisione sintattica. Beh, il perché era nascosto un’altra volta nelle regole del gioco quando viene chiarito “restate insieme” e, poche parole dopo, ribadito “e restate insieme”. La ripetizione è mascherata da cacofonia di una mente confusa, ma in realtà voleva essere un indizio importante. Quindi se ti muovi da sola (seconda pers. sing.) stai sbagliando. Se invece vi muovete insieme, stai rispettando le regole! Ora ho capito una cosa: un indizio troppo nascosto NON è un indizio! In altre parole, se una cosa la capisco solo io non è geniale, è inutile.
Comunque sia, questo primo bivio ti porta alla seguente scena “Siete sdraiate su una barca di zucchero filato che viene cullata dalle acque rosa di un fiume tranquillo. Sopra le vostre teste un cielo di marmellata e sulle sponde del fiume, su entrambi i lati, alberi di mandarino sorridenti.” che altro non è che la trasposizione in prosa della prima strofa di LUCY IN THE SKY WITH DIAMONDS dei BEATLES.
Da qui in avanti gli otto paragrafi che formano il true path altro non sono che la trasposizione della canzone. Se conosci la canzone è praticamente impossibile sbagliare percorso. Se non la conosci ci sono un sacco di piccoli indizi, tipo quello di poco fa, che potrebbero rimetterti sul percorso giusto. Però sinceramente contavo più sulla prima opzione. Ero presuntuosamente convinto del fatto che tutti l’avrebbero riconosciuta. Ok, non è una hit dell’estate 2022 ma credevo davvero fosse una canzone eterna e universale. Ero ingenuamente sicuro che fosse OVVIO! E questo mi insegna un’altra lezione: Se una cosa è ovvia solo per me (e per 2p2z ) NON è necessariamente ovvia per tutti. E se non è ovvia, non funziona!
Comunque sia, ogni volta che fuoriesci dal true path finisci in un loop che avrebbe dovuto avere, nella mia testa, una triplice funzione.
La prima era quella di suggerirti che stavi sbagliando perché nelle regole era scritto chiaramente di “non rimuginare, non fossilizzarti, non ti fermare su un pensiero”. Cosa c’è di più simile al rimuginare di un loop mentale? Ebbene, nella regola stessa è anche nascosto il trucco per uscire dal loop: basta ogni volta distogliere l’attenzione da quello specifico pensiero scegliendo il bivio che non ha niente a che vedere col tema del loop. Ancora una volta, un’indicazione del tutto inutile se è mascherata così bene da risultare invisibile al lettore.
La seconda era quella di creare un escamotage che permettesse al leggiocatore che avesse sbagliato strada di “riprovarci” tornando indietro e compiendo scelte differenti.
E la terza era quella che mi sono divertito di più a esplorare costruendo sinestesie e descrivendo allucinazioni archetipiche che avrebbero dovuto riprodurre, quanto più fedelmente possibile, il delirio lisergico della protagonista. Frasi ingarbugliate e periodi sconnessi avrebbero dovuto essere lo specchio della mente confusa della viaggiatrice, a volte nascondendo citazioni di Aldous Huxley, Lewis Carroll, Jim Morrison e Battiato e a volte semplicemente graffiando la lavagna con le unghie. Era anche la parte in cui volevo emozionare. Perché per me scrivere vuol dire trasmettere emozioni! Ma ho esagerato… C’ho voluto buttar dentro amore, odio, paura, meraviglia, tristezza, smarrimento, senso di inadeguatezza, desiderio, piacere, dolore… Ho decisamente esagerato. Sono stato presuntuoso e da questa lezione apprendo che forse potrebbe aver più senso tentare di trasmettere UNA emozione piuttosto che tutte.
Sul fatto dell’anemia della punteggiatura o virgolafobia sono solo in parte colpevole. Nel senso che so che è un mio problema ma è anche vero che qui l’ho fatto anche un po’ apposta. Nell’esempio specifico che riportava Gigigassi del “non fare cosa amo?” avete indiscutibilmente ragione, è un errore inconsapevole. Ma è consapevole in molti altri passaggi, come ad esempio questo: “e giri giri giri finchè infine la vedi, là, al cancellino girevole che gira gira gira "LUCIAAA" grida lei "LUCIAAA" gridi tu e correte l'una verso l'altra e quando siete abbastanza vicine saltate finendo per acchiapparvi in un abbraccio al volo”. La sensazione che cercavo di trasmettere era quella del “tutto d’un fiato”, era quella del “restare senza fiato”, non so se mi spiego… e comunque sia la scrittura voleva sempre essere molto acida per così dire. Credo in questo caso di aver peccato di superbia perché probabilmente sarebbe stato un artificio sensato e comprensibile nella penna di uno scrittore valido, ma in quella di un amatore mediocre come me è facile e legittimo scambiarlo per un errore. Non riporto ogni singolo caso in cui ho pensato di fare consapevolmente questa cosa o cose del genere perché non ne usciremmo più ma mi limito a dire che in uno specifico passaggio ho tolto un punto dalla fine di una frase perché volevo che i caratteri fossero 23000 precisi. Sarebbe bastato togliere un avverbio inutile da qualche parte invece di togliere quel punto essenziale? No, perché così sarebbero stati 22992 caratteri e io invece ne volevo 23000. Ero ossessionato dal fatto che alla fine ce ne fossero ESATTAMENTE 23000.
Ci sono tantissime altre cose che ho nascosto che vorrei dire ma su cui preferisco sorvolare. Sono stato comunque contentissimo nel vedere che a qualcuno qualche emozione forte è arrivata (ho adorato leggere la recensione di DuckMadeofWood ad esempio).
Termino dicendo che il finale c’è eccome, ed è il 29, perché quello è il finale in cui voli (che era lo scopo prefissato dal regolamento), e soprattutto perché quello, e solo quello, è il finale della canzone.…E quella canzone lì…. Pota quella canzone lì è un viaggio!
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Re: Corti 2023 - Settimana 4
Budellaro ha scritto:Vedo che altri lo stanno facendo, quindi volevo anch'io dire due(mila) parole sul mio corto. Ha ricevuto molte critiche, la maggior parte delle quali centrate e costruttive. Mi sono state utili, perciò grazie. Su alcune di queste mi fermo a riflettere cercando di trarne insegnamento da una parte e, dall'altra parte, di giustificare alcune scelte che paiono indifendibili.
Una delle critiche è il fatto che il corto non avrebbe né capo né coda, non avrebbe uno scopo né tantomeno un finale. In realtà il corto è un true path con uno scopo preciso. Viene detto in modo chiaro e netto nel regolamento: “Segui il Vero Sentiero e volerai.” Vero Sentiero è la traduzione letterale di True Path e volare è dunque lo scopo, l’unico finale positivo.
Come si fa a capire qual è il vero sentiero? Seguendo gli indizi. La prima scelta che hai a disposizione è: “Sì ma dove amore mio? Lo decidi tu: apri le porte (10), vai sotto il treno (8) o salite sulla barca (23)?” Credevo che proporre tre opzioni di cui due declinate alla seconda persona singolare e una alla seconda plurale sarebbe stato abbastanza disturbante da indurre il lettore a chiedersi il perché di quest’imprecisione sintattica. Beh, il perché era nascosto un’altra volta nelle regole del gioco quando viene chiarito “restate insieme” e, poche parole dopo, ribadito “e restate insieme”. La ripetizione è mascherata da cacofonia di una mente confusa, ma in realtà voleva essere un indizio importante. Quindi se ti muovi da sola (seconda pers. sing.) stai sbagliando. Se invece vi muovete insieme, stai rispettando le regole! Ora ho capito una cosa: un indizio troppo nascosto NON è un indizio! In altre parole, se una cosa la capisco solo io non è geniale, è inutile.
Comunque sia, questo primo bivio ti porta alla seguente scena “Siete sdraiate su una barca di zucchero filato che viene cullata dalle acque rosa di un fiume tranquillo. Sopra le vostre teste un cielo di marmellata e sulle sponde del fiume, su entrambi i lati, alberi di mandarino sorridenti.” che altro non è che la trasposizione in prosa della prima strofa di LUCY IN THE SKY WITH DIAMONDS dei BEATLES.
Da qui in avanti gli otto paragrafi che formano il true path altro non sono che la trasposizione della canzone. Se conosci la canzone è praticamente impossibile sbagliare percorso. Se non la conosci ci sono un sacco di piccoli indizi, tipo quello di poco fa, che potrebbero rimetterti sul percorso giusto. Però sinceramente contavo più sulla prima opzione. Ero presuntuosamente convinto del fatto che tutti l’avrebbero riconosciuta. Ok, non è una hit dell’estate 2022 ma credevo davvero fosse una canzone eterna e universale. Ero ingenuamente sicuro che fosse OVVIO! E questo mi insegna un’altra lezione: Se una cosa è ovvia solo per me (e per 2p2z ) NON è necessariamente ovvia per tutti. E se non è ovvia, non funziona!
Comunque sia, ogni volta che fuoriesci dal true path finisci in un loop che avrebbe dovuto avere, nella mia testa, una triplice funzione.
La prima era quella di suggerirti che stavi sbagliando perché nelle regole era scritto chiaramente di “non rimuginare, non fossilizzarti, non ti fermare su un pensiero”. Cosa c’è di più simile al rimuginare di un loop mentale? Ebbene, nella regola stessa è anche nascosto il trucco per uscire dal loop: basta ogni volta distogliere l’attenzione da quello specifico pensiero scegliendo il bivio che non ha niente a che vedere col tema del loop. Ancora una volta, un’indicazione del tutto inutile se è mascherata così bene da risultare invisibile al lettore.
La seconda era quella di creare un escamotage che permettesse al leggiocatore che avesse sbagliato strada di “riprovarci” tornando indietro e compiendo scelte differenti.
E la terza era quella che mi sono divertito di più a esplorare costruendo sinestesie e descrivendo allucinazioni archetipiche che avrebbero dovuto riprodurre, quanto più fedelmente possibile, il delirio lisergico della protagonista. Frasi ingarbugliate e periodi sconnessi avrebbero dovuto essere lo specchio della mente confusa della viaggiatrice, a volte nascondendo citazioni di Aldous Huxley, Lewis Carroll, Jim Morrison e Battiato e a volte semplicemente graffiando la lavagna con le unghie. Era anche la parte in cui volevo emozionare. Perché per me scrivere vuol dire trasmettere emozioni! Ma ho esagerato… C’ho voluto buttar dentro amore, odio, paura, meraviglia, tristezza, smarrimento, senso di inadeguatezza, desiderio, piacere, dolore… Ho decisamente esagerato. Sono stato presuntuoso e da questa lezione apprendo che forse potrebbe aver più senso tentare di trasmettere UNA emozione piuttosto che tutte.
Sul fatto dell’anemia della punteggiatura o virgolafobia sono solo in parte colpevole. Nel senso che so che è un mio problema ma è anche vero che qui l’ho fatto anche un po’ apposta. Nell’esempio specifico che riportava Gigigassi del “non fare cosa amo?” avete indiscutibilmente ragione, è un errore inconsapevole. Ma è consapevole in molti altri passaggi, come ad esempio questo: “e giri giri giri finchè infine la vedi, là, al cancellino girevole che gira gira gira "LUCIAAA" grida lei "LUCIAAA" gridi tu e correte l'una verso l'altra e quando siete abbastanza vicine saltate finendo per acchiapparvi in un abbraccio al volo”. La sensazione che cercavo di trasmettere era quella del “ tutto d’un fiato”, era quella del “ restare senza fiato”, non so se mi spiego… e comunque sia la scrittura voleva sempre essere molto acida per così dire. Credo in questo caso di aver peccato di superbia perché probabilmente sarebbe stato un artificio sensato e comprensibile nella penna di uno scrittore valido, ma in quella di un amatore mediocre come me è facile e legittimo scambiarlo per un errore. Non riporto ogni singolo caso in cui ho pensato di fare consapevolmente questa cosa o cose del genere perché non ne usciremmo più ma mi limito a dire che in uno specifico passaggio ho tolto un punto dalla fine di una frase perché volevo che i caratteri fossero 23000 precisi. Sarebbe bastato togliere un avverbio inutile da qualche parte invece di togliere quel punto essenziale? No, perché così sarebbero stati 22992 caratteri e io invece ne volevo 23000. Ero ossessionato dal fatto che alla fine ce ne fossero ESATTAMENTE 23000.
Ci sono tantissime altre cose che ho nascosto che vorrei dire ma su cui preferisco sorvolare. Sono stato comunque contentissimo nel vedere che a qualcuno qualche emozione forte è arrivata (ho adorato leggere la recensione di DuckMadeofWood ad esempio).
Termino dicendo che il finale c’è eccome, ed è il 29, perché quello è il finale in cui voli (che era lo scopo prefissato dal regolamento), e soprattutto perché quello, e solo quello, è il finale della canzone.…E quella canzone lì…. Pota quella canzone lì è un viaggio!
Chiedo perdono per il mio primo giudizio estremamente tranchant sul tuo corto, che poi mi sono sentito, effettivamente, di ritrattare almeno in parte. Leggendo questo tuo post mi rendo conto dell'idea e del lavoro che c'è stato dietro e mi dispiace non essere riuscito ad apprezzarlo!
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Pallo
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Re: Corti 2023 - Settimana 4
Pallo ha scritto:Chiedo perdono per il mio primo giudizio estremamente tranchant sul tuo corto, che poi mi sono sentito, effettivamente, di ritrattare almeno in parte. Leggendo questo tuo post mi rendo conto dell'idea e del lavoro che c'è stato dietro e mi dispiace non essere riuscito ad apprezzarlo!
grazie Pallo, apprezzo :-)
In effetti avevo già notato il tuo secondo post e mi aveva fatto piacere ma, anche se ti fossi fermato al primo, non avresti in ogni caso dovuto scusarti. Un'opera può piacere o non piacere e, se uno partecipa a un concorso, per quanto affrontato in un clima amichevole, deve pur sapere che potrà ricevere delle critiche. E poi, a dirla tutta, io ero anche abbastanza consapevole del fatto che stavo presentando un lavoro un po' fuori dagli schemi e sono stato sorpreso di aver passato la prima selezione :-D
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Re: Corti 2023 - Settimana 4
Budellaro ha scritto:
Comunque sia, questo primo bivio ti porta alla seguente scena “Siete sdraiate su una barca di zucchero filato che viene cullata dalle acque rosa di un fiume tranquillo. Sopra le vostre teste un cielo di marmellata e sulle sponde del fiume, su entrambi i lati, alberi di mandarino sorridenti.” che altro non è che la trasposizione in prosa della prima strofa di LUCY IN THE SKY WITH DIAMONDS dei BEATLES.
Da qui in avanti gli otto paragrafi che formano il true path altro non sono che la trasposizione della canzone. Se conosci la canzone è praticamente impossibile sbagliare percorso. Se non la conosci ci sono un sacco di piccoli indizi, tipo quello di poco fa, che potrebbero rimetterti sul percorso giusto. Però sinceramente contavo più sulla prima opzione. Ero presuntuosamente convinto del fatto che tutti l’avrebbero riconosciuta. Ok, non è una hit dell’estate 2022 ma credevo davvero fosse una canzone eterna e universale. Ero ingenuamente sicuro che fosse OVVIO! E questo mi insegna un’altra lezione: Se una cosa è ovvia solo per me (e per 2p2z ) NON è necessariamente ovvia per tutti.
Io a essere onesta ho capito il riferimento alla canzone solo una volta arrivata al finale non sono un'amante dei Beatles, ma avevo intuito che c'era qualcosa sotto a quella scrittura sconclusionata... e che quel caos era solo apparente ed era costruito ad hoc per ricreare un'atmosfera allucinante e onirica (come del resto lasciavano intuire le diverse citazioni intertestuali) dove il non capirci niente faceva parte dell'esperienza di lettura e ti permetteva di immedesimarti davvero con il personaggio protagonista.
Alla fine è stato il corto sperimentale che ho apprezzato di più.
Ripensandoci, mi ricorda in un certo senso quello scritto da Pallo l'anno scorso: anche in quel caso, se ricordate, i pareri dei lettori erano divisi tra chi lo aveva molto apprezzato e chi non ci aveva capito nulla e gli aveva dato un parere negativo (tra cui io).
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2p2z
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Re: Corti 2023 - Settimana 4
2p2z ha scritto:Ripensandoci, mi ricorda in un certo senso quello scritto da Pallo l'anno scorso: anche in quel caso, se ricordate, i pareri dei lettori erano divisi tra chi lo aveva molto apprezzato e chi non ci aveva capito nulla e gli aveva dato un parere negativo (tra cui io).
Forse è per questo che mi dolgo di non averlo capito e di non averlo apprezzato!
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Pallo
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Re: Corti 2023 - Settimana 4
2p2z ha scritto:Alla fine è stato il corto sperimentale che ho apprezzato di più.
Se fossi abbastanza smart da saperlo fare, ti risponderei con l'emoticon di un megacuore gigante con tutte le stelline che brillano tipo fuochi d'artificio eccetera... ma temo che questo:
<3
sia il massimo che so fare.
Pallo ha scritto:Forse è per questo che mi dolgo di non averlo capito e di non averlo apprezzato!
Guarda, adesso ti faccio ridere così la smetti di dolerti: mi è venuta la curiosità di vedere cosa avevo scritto io sul tuo corto dell'anno scorso, perchè onestamente, così su due piedi, non me lo ricordavo:
Budellaro ha scritto: Dal canto mio, l'ho già detto una volta, io quando giudico la letteratura ho un unico metro di giudizio: mi emoziona? Sì/No.
Ebbene, questo corto mi ha emozionato. Lo scenario onirico mi affascina e la sensazione urgente di capirci qualcosa mi assorbe. Il messaggio del suonatore fricchettone, per quanto lì per lì non l'abbia capito, mi ha emozionato e mi ha dato la sensazione di intravedere un qualcosa di mistico al di là del velo. Infine ho amato il punto in cui ho incontrato mio padre/figlio/David Bowie. Lì ho capito che l'autore ha avuto modo di assaggiare l'LSD di una volta, quello buono, scelta del passato che ha sicuramente influito sulla sua attuale psiche che l'ha portato a partorire questa storia. Quindi anche il tema è rispettato.
Mi sento dunque di promuoverlo.
ahahah mi faccio ridere da solo! Però almeno posso dire di essere coerente!
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Budellaro
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Re: Corti 2023 - Settimana 4
Budellaro ha scritto:
Pallo ha scritto:Forse è per questo che mi dolgo di non averlo capito e di non averlo apprezzato!
Guarda, adesso ti faccio ridere così la smetti di dolerti: mi è venuta la curiosità di vedere cosa avevo scritto io sul tuo corto dell'anno scorso, perchè onestamente, così su due piedi, non me lo ricordavo:
Budellaro ha scritto: Dal canto mio, l'ho già detto una volta, io quando giudico la letteratura ho un unico metro di giudizio: mi emoziona? Sì/No.
Ebbene, questo corto mi ha emozionato. Lo scenario onirico mi affascina e la sensazione urgente di capirci qualcosa mi assorbe. Il messaggio del suonatore fricchettone, per quanto lì per lì non l'abbia capito, mi ha emozionato e mi ha dato la sensazione di intravedere un qualcosa di mistico al di là del velo. Infine ho amato il punto in cui ho incontrato mio padre/figlio/David Bowie. Lì ho capito che l'autore ha avuto modo di assaggiare l'LSD di una volta, quello buono, scelta del passato che ha sicuramente influito sulla sua attuale psiche che l'ha portato a partorire questa storia. Quindi anche il tema è rispettato.
Mi sento dunque di promuoverlo.
ahahah mi faccio ridere da solo! Però almeno posso dire di essere coerente!
Che spettacolo! Sì, mi ricordo assolutamente di questa recensione!
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Re: Corti 2023 - Settimana 4
Budellaro ha scritto: Dal canto mio, l'ho già detto una volta, io quando giudico la letteratura ho un unico metro di giudizio: mi emoziona? Sì/No.
Ebbene, questo corto mi ha emozionato. Lo scenario onirico mi affascina e la sensazione urgente di capirci qualcosa mi assorbe. Il messaggio del suonatore fricchettone, per quanto lì per lì non l'abbia capito, mi ha emozionato e mi ha dato la sensazione di intravedere un qualcosa di mistico al di là del velo. Infine ho amato il punto in cui ho incontrato mio padre/figlio/David Bowie. Lì ho capito che l'autore ha avuto modo di assaggiare l'LSD di una volta, quello buono, scelta del passato che ha sicuramente influito sulla sua attuale psiche che l'ha portato a partorire questa storia. Quindi anche il tema è rispettato.
Mi sento dunque di promuoverlo.
No vabbè... incredibile! Vuoi vedere che il corto di Pallo è stato d'ispirazione per il tuo corto di quest'anno? Questa cosa è emozionante. *w*
Budellaro ha scritto:2p2z ha scritto:Alla fine è stato il corto sperimentale che ho apprezzato di più.
Se fossi abbastanza smart da saperlo fare, ti risponderei con l'emoticon di un megacuore gigante con tutte le stelline che brillano tipo fuochi d'artificio eccetera... ma temo che questo:
<3
sia il massimo che so fare.
è il massimo che so fare anch'io. XD grazie per la bellissima esperienza di lettura! <3
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