Ahimè, hai ragione su tutta la linea e c'è un motivo: il primo caso su cui abbiamo lavorato, con traccia di Morchio, è stato il 5, su cui abbiamo speso tantissimo tempo e che è tutt'ora il mio preferito. Poi abbiamo fatto il 3 (che amo molto), il 2 e infine il 4, scritto praticamente tutto da me, visto che in quell'unico caso la traccia di Bruno era stata molto generica. E la cosa sarebbe dovuta finire lì.

Abbiamo consegnato il lavoro all'editore, che l'ha sottoposto ai suoi tester di riferimento. I riscontri sono stati pessimi: tutte le tracce sono state ritenute troppo difficili. In fretta e furia ci è stato chiesto di buttare giù una traccia introduttiva ultrasemplice, che potesse fungere da tutorial per gli esperti e che potesse allo stesso tempo "giustificare" l'acquisto per le famiglie, le quali avrebbero giocato solo quello e bon, come si fa oggi con i giochi da tavolo (una partita e via...).

Enrico Corso, e non Morchio, ha realizzato praticamente da solo tutto il caso 1 che è stato sottoposto ai tester e... trovato eccellente. Anche su Twitch e nelle letture dal vivo è sempre piaciuto tantissimo, con mio sconcerto! Io infatti lo trovo pessimo per le stesse ragioni che tu hai segnalato. C'è stato un periodo in cui c'è stato addirittura richiesto di semplificare tutti i casi successivi al primo per renderli più simili a quello: mi sono rifiutato, anche se varie semplificazioni sono state effettivamente fatte.

Sul gioco di gruppo: i casi 3 e 5 sono come il progetto avrebbe dovuto essere, ossia con materiali extra da dividersi tra i giocatori. Inoltre, erano previste regole per il gioco di gruppo:

https://www.dropbox.com/s/c09om0z5t7bwl … o.pdf?dl=0

che potessero dare un senso al leggere insieme e limitare il giocatore alfa. Sono state tutte rimosse dalla scatola sempre per ragioni di semplicità. Sono ahimè quelle brutte storie in cui ti imbatti quando non devi solo creare qualcosa, ma soprattutto venderlo!

Alla luce di tutto ciò mi devo scusare per non averti reso edotto di questi dettagli che erano già venuti fuori in precedenza, sempre con un lettore esperto che ha avuto la tua stessa impressione con il caso 1. Ho sottovalutato la cosa perché, generalmente parlando, la reazione è invece l'opposta: le persone apprezzano tantissimo il caso 1, abbastanza il 2 e si fermano al 3 perché troppo complesso.

Me ne ricorderò in futuro e starò molto più attento a consigliare Bacci Pagano - Il gioco, se dovesse capitare. E mi assumo gran parte della responsabilità per i suoi problemi, non ultimo il fatto che sarebbe bastato tirarmi indietro quando l'editore è passato dal voler fare un librogame in solitario per esperti (motivo per cui mi aveva scriturato) a un gioco ultrasemplice per famiglie (che non è il mio pubblico).

HarlockHrk ha scritto:

Sono molto contento che sia uscito il tema di Bacci Pagano - Il gioco, poiché l'ho giocato qualche mese fa e ho poi proposto ad alcuni amici. Personalmente mi ha divertito giocarlo (i miei amici sono stati molto più critici, ma finora hanno fatto solo i casi 1 e 3) ma riscontro le osservazioni viste negli ultimi post. Perché dico che sono contento? Perché sapere che sia il punto "più basso" di Zakimos mi invoglia a giocare i suoi altri librogame, che invece avevo messo da parte, "scottato" da Bacci. :-)

Un aspetto che mi ha colpito è che per quanto il primo caso sia un palese "tutorial" (breve e talmente facile da sembrare improbabile), i casi successivi sono tutti caratterizzati da meccaniche diverse. Cercando di non spoilerare...
2: simile al tutorial, l'obiettivo è raccogliere informazioni per poi arrivare ad una conclusione in cui rispondere alle domande finali. Ho apprezzato la necessità di fare un salto logico per rispondere correttamente.
3: introduzione di materiali esterni (cioè nella scatola), il fine/finale è meno "per rispondere correttamente" e caratterizzato da maggiore "azione".
4: indagine guidata dalla meccanica di "Grecia Antica".
5: materiali esterni e totale libertà di movimento durante l'indagine, talmente libera rispetto ai precedenti da risultarmi un po' dispersiva (ma ho immaginato che un investigatore nella vita reale avrebbe lo stesso problema).

Da un lato ho apprezzato la varietà, dall'altro ho trovato una occasione mancata quella di sfruttare le diverse meccaniche separatamente anziché in un progressivo crescendo. Ad esempio avendo sdoganato la meccanica alla "Grecia Antica" nel quarto caso, l'avrei vista bene se usata anche nel quinto (con parsimonia perché il quinto caso è già vasto e "dispersivo" di suo). È vero che le istruzioni indicano che i casi possano essere giocati separatamente e in qualsiasi ordine uno voglia, ma essendo 5 con una indicazione di difficoltà crescente da 1 a 5... viene spontaneo giocarli in ordine :-D

Il motivo immagino che ora ti sarà chiaro lo sviluppo non è stato coerente e non c'è mai stata una concreta visione dietro al prodotto. Basti pensare che mi era stato commissionato un librogame (singolo), poi si è passati al gioco da tavolo stile Sherlock Holmes: CI, poi a quello stile Cluedo... all'inizio tutte le storie dovevano essere ambientate su un tabellone di Genova, poi sono arrivate le tracce di Bruno e abbiamo scoperto che una era in Sardegna... e così via.

Dal poco feedback che ho avuto il risultato finale mi era sembrato comunque apprezzabile, pur con tutti i suoi limiti, ma mi fa molto piacere sentire le vostre opinioni critiche perché mi aiutano a inquadrare meglio la reale percezione di questo lavoro, complicato come tutto ciò che è creato a più mani alla fine diventa.

Tra l'altro, non vorrei sembrasse che voglia fare lo "scaricabarile" su Demoelà per lo sviluppo contorto: sicuramente l'editore ha avuto difficoltà a gestire il prodotto, che non era nelle sue corde, ma la responsabilità principale è mia, che in qualità di game designer avrei dovuto far quadrare meglio tutti gli input che ricevevo dalle diverse parti in causa, anche a costo di tirarmi fuori piuttosto che dare alle stampe un lavoro non perfetto.

Resto comunque molto affezionato ai casi 3, 4 e 5, forse più per il tempo che ho dedicato loro che per altro, e non ritengo che questo sia il lavoro "peggiore" con il mio nome sopra: ma purtroppo non posso dire pubblicamente cosa penso delle varie cose che ho scritto, per non danneggiare i relativi editori.

djmayhem ha scritto:

Confesso di non averlo letto ma, essendo su internet, do giudizi su cose che non conosco...
Scherzi a parte mi pare di capire che zakimos ha proposto un prodotto per giocatori non alle prime armi, mentre l'editore voleva qualcosa appetibile anche per il ragazzino o il cliente che si avvicina per la prima volta a un librogioco.
L'errore è stato suo, non c'erto di zakimos, che ha dovuto mettere delle pezze e ha evitato che il risultato finale fosse ancora peggio.
Ma io non l'ho letto, per cui parlo a vanvera

La sequenza esatta è stata:
- ho proposto all'editore tutt'altro lavoro, che è stato rifiutato;
- contestualmente, l'editore mi ha però proposto di lavorare a un'altra cosa, su commissione;
- io ho costruito la squadra e iniziato a lavorarci;
- le indicazioni su cosa creare sono cambiate almeno tre volte in due anni;
- alla fine, con difficoltà, abbiamo concluso i lavori;
- non sono stati ritenuti adeguati;
- abbiamo rimesso mano a tutto;
- sono stati ritenuti adeguati.

Nel momento in cui si dovesse ritenere il prodotto finale inadeguato, o comunque non del tutto convincente per la sua identità non precisa, mi sembra evidente che le responsabilità siano condivise e soprattutto del team di lavoro; e quindi principalmente mie e di Corso.

D'altra parte, l'editore ha più volte affermato che, visto lo sviluppo e i presupposti, abbiano realizzato il miglior compromesso possibile e forse è vero. Una cosa certa è che, quanto meno tra gli esperti, è senza dubbio la cosa col mio nome sopra che è stata apprezzata meno e di questo dovrò fare tesoro (ma in fondo lo sto già facendo: non mi sono mai più rivolto al pubblico delle famiglie da allora).

gpet74 ha scritto:

Una domanda a Costantini, se mi sta leggendo: ma perchè la scelta di ambientare la storia in America, con una teenager americana? Io, in tutta la lettura non ho mai avuto l'impressione di essere negli States, anzi. Ambientazione, modi di dire e di comportarsi della protagonista e dei comprimari, tutto mi urlava: "Siamo in Italia!" Non avrebbe avuto più senso ambientare la storia, che so io, a Bologna, piuttosto che a Padova?

Felice per l'apprezzamento!

L'ambientazione ricade in quel gioco di citazioni anni '90 che permea un po' tutta l'opera. È infatti, volutamente, un'America "da cartolina", o meglio, ispirata ai film americani di quel periodo. Penso per esempio a Voglia di vincere.

Letture natalizie:

Il leone bianco d'acqua, giocato più volte, e reprise di Alla Corte di Re Artù 1-3, in onore di Brennan!