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Corti 2024 - Settimana 2

Re: Corti 2024 - Settimana 2

Mornon ha scritto:

giax ha scritto:

Mornon ha scritto:


05 – Benvenuti a Smiletown
Il gioco c’è, l’attinenza con il tema la vedo molto bassa.

L'attinenza al tema è una cosa soggettiva quindi non voglio farti cambiare idea, però volevo fosse chiara una cosa, anche per altri che leggeranno. "La spia" può essere intesa anche come dispositivo luminoso, e in questo caso chi ha scritto il corto l'ha interpretata così (è la spia luminosa che si vede sulla fronte già in copertina).

Sì sì mi era chiaro, ma comunque mi sembra lo stesso una cosa appiccicata con la saliva.

Immaginavo, avevo scritto soprattutto per chiarire il concetto per chiunque leggesse.

giax
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

La mia classifica è:

1° posto – Benvenuti a SMILETOWN!
2° posto – Le Chat Noir
3° posto – Scacco Matto


Benvenuti a SMILETOWN!
Stile
Ben scritto, niente da dire, anche se ogni tanto si sbrodola un po’ su certe descrizioni. Comunque l’autore dimostra di avere un’ottima padronanza del linguaggio. Il corto mostra molto e racconta poco, quindi epr me è promosso a pieni voti
Voto: 7,5

Storia e ambientazione
Mi ricorda molto, nelle atmosfere e nello stile un antico corto: “Salvami, disse l’uomo”, chissà se qualcuno se lo ricorda?
L’ambientazione è distopicamente banale, nulla che non si sia già visto in tutte le salse e su ogni media (A parte la faccenda delle spie luminose in fronte, che invece ho trovato davvero ben riuscita), ma resa alla perfezione. Mondo cupo, disturbante e ostile, il tutto nascosto dietro un sottile velo di ipocrita felicità. Davvero magistrale.
Come magistrale è la storia della figlia perduta, nascosta in brevi accenni sparsi qua e là nel testo, ma che una volta raccolti tutti restituiscono una stori nella storia che ho apprezzato davvero tanto, ma soprattutto ho apprezzato come l’autore sia riuscito a donarci una simile profondità avendo a disposizione così poco spazio.
Ho trovato spiazzante e poco sensata una sola cosa: il modo di parlare degli Errati. Perché devono parlare come i negri nelle barzellette di quarant’anni fa? Forse per indicare un deterioramento della capacità cognitive legate alla rimozione/disattivazione della spia luminosa impiantata nella fronte? Ma se è così non ci ho visto alcun senso.
Voto: 8+

Giocabilità
Sono incorso nei finali negativi più e più volte ma, a differenza di altre opere, sono sempre corso al paragrafo 1 desideroso di ricominciare e esplorare maggiormente il mondo di Smiletown. E non è cosa da poco!
L’autore riesce a costruire una storia compiuta, dando molte possibilità di scelta e una sensazione di libertà, utilizzando appena tre locazioni. Il tutto usando un sistema di gioco che è al contempo raffinato e semplice. L’uso dei colori da memorizzare, ognuno corrispondente ad uno stato d’animo e a un evento precedente, è davvero geniale e funziona alla grande. Dopo qualche lettura si riesce a capire bene a quali sensazioni siano collegati i vari colori e la cosa da ancora più profondità alla storia.
L’unico neo in tutto questo è costituito dall’unico enigma della storia: quello del cancello. L’ho trovato non contestualizzato e, francamente, superfluo. Come la storia sarebbe uscita menomate se l’autore avesse usato lo spazio dedicato all’enigma in modo differente? In nessun modo dico io. Tanto più che l’enigma è di per se fallato, visto che da due possibili soluzioni ma senza alcuna indicazione su quale sia quella corretta. Insomma si tratta della versione complicata e artefatta del classico (e orribile) “Vai a destra o vai a sinistra”, senza ulteriori indicazioni.
Sinceramente evitabile!
Voto: 8- (Il meno è per l’enigma)

Attinenza al tema
La spia luminosa c’è e la sua importanza si sente per tutto il corto, andando a costituire il motore di gioco. Quindi direi che il tema è azzeccato al 100% e in modo imprevisto!
Voto: 7,5

Totale (non matematico): 8-


Le Chat Noir
Stile
Aimè, mi sento un rompiballe in due settimane differenti a dover tranciare giudizi negativi su opere e autori che hanno comunque l’indubbio pregio di essersi spesi per presentare la loro opera. Purtroppo anche questo Gatto Nero presenta lo stesso problema che già avevo riscontrato in Scheißspion: una prosa incerta, zoppicante, l’uso maldestro di parole che anziché descrivere confondono il lettore e una profusione di inutili pronomi possessivi.
Faccio un esempio: Nel paragrafo 1 si legge: “Le macchine sfrecciano, ma tu non le temi più, … “ Che senso ha questa descrizione? Perché non le temi più? Prima le temevi? E’ successo qualcosa che dovrei sapere per cui ora non le temi più?
Ecco, basta una parola buttata là a caso, come quel “più” per confondere il lettore e distrarlo dalla fruizione del racconto. Questo è un esempio di brutta scrittura.
Un ultimo appunto, poi vado avanti, sulla voce narrante che compare solo nella spiegazione delle regole. Essa dice: “Alcune situazioni ti metteranno alla prova e si sa che noi gatti ci stressiamo facilmente”

Quindi anche la voce narrante, che mi pare chiaro appartenga all’autore, appartiene a un gatto? Quindi l’atuore che sta dicendo che è un gatto? Non ha davvero senso e ancora di più, confonde il lettore.
Voto: 4,5

Storia e ambientazione
In generale le storie in cui i protagonisti sono animali non antropomorfi mi piacciono molto. Da amante degli animali, e in particolar modo di cani e gatti, apprezzo quando uno scrittore riesce a catturare il comportamento, le manie e peculiarità di questi esseri a noi così vicini.
Non è questo il caso.
Nonostante gli sforzi dell’autore non mi sono quasi mai “sentito gatto”. Più in generale la storia è carina, ma nulla di più.
Voto: 6

Giocabilità
Qui devo fare un plauso all’autore. Nonostante lo spazio davvero risicato a disposizione è riuscito a creare una storia articolata con molte variabili e qualche indovinello ben inserito. Non si ha mai l’impressione di star seguendo un binario precostruito e unidirezionale, invece le diramazioni son tante e davvero ben fatte, così come la possibilità multipla di utilizzare l’unico oggetto raccoglibile nel corso della storia o il singolo uso del dado. Tutto davvero ben implementato.
Ho trovato poi la storia molto semplice. Sarò stato fortunato, sarò stato bravo, ma ho terminato con successo l’avventura al primo tentativo con appena 2 Punti Stress. L’uso e l’accumulo di questi punti è comunque molto largo e non punitivo. Non mi piacciono i racconti che ti obbligano a ricominciare da capo venti volte. Preferisco una storia che mi conduca per mano verso il finale (o un finale), lasciandomi il tempo di assaporare la vicenda, invece di concentrarmi su assurdi istant death. Quindi anche qui un bel pollice su per il gatto nero!
Voto: 8,5

Attinenza al tema
Ci sta. Anche qui abbiamo più un’azione da commando che da spia, ma tutto sommato il tema è leggermente più azzeccato della media dei corti visti fino ad ora.
Voto: 6,5

Totale (non matematico): 6


Scacco Matto
Stile
Mamma mia. Non so nemmeno da dove cominciare. Ma non voglio essere troppo cattivo. Mi limiterò a dire che è scritto in modo pessimo. Stile inespressivo, assoluta preponderanza del raccontato sul mostrato, refusi, confusione e scrittura raffazzonata.
Spiace sempre dare di questi giudizi ma per me questo corto è in bilico sul filo dell’illeggibilità
Voto: 4-

Storia e ambientazione
Ma gli scacchi a che servono? A che pro tutte le citazioni scacchistiche? A mio avviso non servono a nulla se non a rendere ancora più confusa una storia che già di suo è confusa quanto basta.
In realtà non esiste una vera trama, tantomeno un’ambientazione. I personaggi che si incontrano agiscono in maniera casuale, così come il protagonista, che per altro è completamente anonimo e privo di ogni attrattiva. La mia impressione è che le cose accadono… perché sì.
Voto: 4,5

Giocabilità
Il true path è mostruosamente stretto, si muore di continuo, in modo spesso insensato, e leggendo, la frase che ho esclamato più e più volte, portandomi le mani ai capelli, è stata: “MA PERCHE’?”
Conseguenza collaterale ma non secondaria di questo continuo morire e ricominciare è che ben presto diventa impossibile ricordarsi di quali parole chiave (tra l’altro non semplicissime da ricordare) si sia trovate nella lettura attuale, piuttosto che in una precedente. Così l’unico modo per districarvisi è prendere apputi, cosa espressamente proibita dal bando.
Voto: 5-

Attinenza al tema
Ok. La spia c’è, anche se il suo agire mi è sembrato confuso e imbarazzante. Magari è una spia che non sa bene cosa dovrebbe fare.
Voto: 6

Totale (non matematico): 4,5

gpet74
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

Ciao
ecco la mia classifica
1) Gatto nero.
Perfetto il tema spia. Veloce, simpatico, dinamico un piacere leggerlo. Mi aspettavo qualcosa in più sull'uso dell'odore che dovrebbe essere ciò che ti guida alla ricerca del cibo e (forse non l'ho beccato io) almeno un richiamo al gatto nero che porta sfiga. Bellissima la copertina

2)smiletown
Bella l'idea e l'uso dei colori umori come in Asterix. Al primo tentativo non ho capito nulla della storia. Rigiocandolo invece si percepisce uno spessore notevole. Inquietante (in senso buono, rende tutta l'angoscia del protagonista) come trama. Piacevoli i diversi finali. Copertina bella che rende il racconto più facile da capire.

3) scacco
staccato di diverse lunghezze dagli altri due. Scritto male quasi frettoloso, narrazione assente. Gia il primo bivio mi lascia forti dubbi sulla logica. Ma ancora prima, il fatto che mi venga SCRITTO che sono una SPIA è orribile, rovina tutta la lettura.

buona gara

sanguy12
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

mizraim ha scritto:

Un’occasione un po’ sprecata. L’idea di fondo era carina, ma la realizzazione, anche se funziona, l’ho trovata sinceramente insipida.
Ho trovato anche il tema poco centrato… perché nel cercare di completare la nostra  missione scoprendo dove sia il cibo, di spiare non se ne sente tutto questo bisogno: qualche umano ci insegue, altri vogliono accarezzarci,  ma francamente non ho mai percepito il pericolo di essere scoperti; ci viene anche proposto a volte di aspettare che qualcuno ci apra la porta o di farci vedere.  L’agire non visto, proprio della spia, è uno degli approcci possibili, ma finisce qua.  Mi è sembrata una missione di esplorazione, più che di spionaggio… a noi interessa trovare il cibo, che ci vedano o meno poco importa.

Cos'è una spia?

1. Chi (...) cerca di venire in possesso di notizie riguardanti altre persone allo scopo di riferirle, per malevolenza o per invidia o per interesse personale, a chi possa valersene per punire o, comunque, danneggiare le persone interessate.
2. Nella locuz. fare la spia (con uso assol., o con compl. di termine), l’atto stesso di riferire a superiori o ad autorità ciò che altri vorrebbe tenere nascosto.
3. Denominazione generica di dispositivi di segnalazione di cui sono dotati apparecchi, strumenti, impianti e loro parti, allo scopo di segnalare all’operatore o all’utente determinate condizioni di funzionamento, normale o anormale.

Ora la Treccani, più autorevole di me e immagino (non ne sono certo) anche di te, definisce così una spia.
Il punto 2 è ESATTAMENTE quello che fa il gatto protagonista di Chat Noir.

Non è detto che, siccome a qualcuno non piace, sia sbagliato il modo in cui si posiziona nel racconto. Se per alcuni è 007, o Gabe Logan di Syphon Filter, in italiano la spia si definisce in un modo, ed mi sembra proprio che sia quello.

Questo è un modo personale di interpretare un tema che, invece, è oggettivo; prima di farlo, soprattutto punendo con i voti chi pensate che abbia sbagliato, sarebbe carino se vi sinceraste della provata esattezza del vostro commento.

“Doubt not your purpose nor your strength.”

mambo
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

sanguy12 ha scritto:

Ma ancora prima, il fatto che mi venga SCRITTO che sono una SPIA è orribile, rovina tutta la lettura.

Lungi da me il farti cambiare idea, non capisco tuttavia questa tua osservazione soprattutto alla luce della classifica che hai stilato. Nel gatto nero, che hai messo al primo posto indicando una perfetta - non accennata, non mediocre, non buona, non eccellente, ma perfetta - aderenza al tema della spia, trovo scritto nella prima riga del regolamento che siamo una spia, esattamente come avviene in Scacco Matto.

HarlockHrk
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

Ciao, premetto che non mi sto permettendo di dirti come vedere le cose, tieni giusto conto che ci sono altri modi di vederle e che sono perfettamente logici.

gpet74 ha scritto:

Nel paragrafo 1 si legge: “Le macchine sfrecciano, ma tu non le temi più, … “ Che senso ha questa descrizione? Perché non le temi più? Prima le temevi? E’ successo qualcosa che dovrei sapere per cui ora non le temi più?
Ecco, basta una parola buttata là a caso, come quel “più” per confondere il lettore e distrarlo dalla fruizione del racconto.

Magari non le teme più perché è un gatto di strada, è cresciuto in strada e ora non ha più paura (rispetto, per dire, a quando le ha approcciate per la prima volta, questo ci può far capire la badassery del gatto)
Un minimo di fantasia nell'interpretazione ci sta, no? Deve essere tutto delineato? Perché se no meglio leggersi una cartella clinica.

gpet74 ha scritto:

Un ultimo appunto, poi vado avanti, sulla voce narrante che compare solo nella spiegazione delle regole. Essa dice: “Alcune situazioni ti metteranno alla prova e si sa che noi gatti ci stressiamo facilmente”… Quindi anche la voce narrante, che mi pare chiaro appartenga all’autore, appartiene a un gatto? Quindi l’atuore che sta dicendo che è un gatto? Non ha davvero senso e ancora di più, confonde il lettore.

Eh si, magari è proprio un gatto. Se interpreti un gatto, perché dovrebbe stupirti che sia un altro gatto a spiegarti le regole del gioco?

“Doubt not your purpose nor your strength.”

mambo
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

mambo ha scritto:

Ciao, premetto che non mi sto permettendo di dirti come vedere le cose, tieni giusto conto che ci sono altri modi di vederle e che sono perfettamente logici.

gpet74 ha scritto:

Nel paragrafo 1 si legge: “Le macchine sfrecciano, ma tu non le temi più, … “ Che senso ha questa descrizione? Perché non le temi più? Prima le temevi? E’ successo qualcosa che dovrei sapere per cui ora non le temi più?
Ecco, basta una parola buttata là a caso, come quel “più” per confondere il lettore e distrarlo dalla fruizione del racconto.

Magari non le teme più perché è un gatto di strada, è cresciuto in strada e ora non ha più paura (rispetto, per dire, a quando le ha approcciate per la prima volta, questo ci può far capire la badassery del gatto)
Un minimo di fantasia nell'interpretazione ci sta, no? Deve essere tutto delineato? Perché se no meglio leggersi una cartella clinica.

Permettimi di dissentire.
Il fatto stesso che tu apra la tua ipotesi con la parola: "magari" indica che per dare un senso a quella parola mal messa hai dovuto fare illazioni, costruzioni logiche che giustificassero la sua presenza.
Ma, per come io vedo la scrittura, è compito dello scrittore descrivere le scene, il lettore deve "solo" visualizzarle. E' incredibilmente sbagliato quando invece è l'autore a delegare al lettore il compito di dare un senso ad una scena, magari ricorredno a deduzioni arbitrarie.
Se io scrivo: "Entri in un bosco pauroso" sto scrivendo MALE. perchè delego al lettore tutta la fatica di immaginarsi perchè mai quel luogo debba essere pauroso. Invece, per scrivere, non dico bene, ma almeno decentemente, devo sbattermi descrivere il bosco e alla fine della descrizione deve essere il lettore a dire tra se e se: "Caspita, questo posto è davvero pauroso!"
Quindi tornando al fatto in esame, se scrivo Che non ho più paura ad attraversare la strada devo anche spiegare il perchè, a patto che questa informazione abbia un'utilità ai fini della trama o della caratterizzazione del personaggio. Se non ha una di queste due utilità, allora l'informazione è inutile e confonde il lettore.
Poi, come ho già avuto modo di scrivere da altre parti, ognuno scrive come vuole e ognuno legge ciò che reputa piacevole. Se tu scrivi così e quando leggi roba simile ti sta bene, allora OTTIMO! continua pure. Io la vedo diversamente.

mambo ha scritto:


gpet74 ha scritto:

Un ultimo appunto, poi vado avanti, sulla voce narrante che compare solo nella spiegazione delle regole. Essa dice: “Alcune situazioni ti metteranno alla prova e si sa che noi gatti ci stressiamo facilmente”… Quindi anche la voce narrante, che mi pare chiaro appartenga all’autore, appartiene a un gatto? Quindi l’atuore che sta dicendo che è un gatto? Non ha davvero senso e ancora di più, confonde il lettore.

Eh si, magari è proprio un gatto. Se interpreti un gatto, perché dovrebbe stupirti che sia un altro gatto a spiegarti le regole del gioco?

Qui ti do un po' più di ragione (ma solo un pochino).
Questa soluzione, del gatto narratore che racconta una storia gatta, l'avrei trovata deliziosa se fosse stata voluta.
Se invece della pessima introduzione ci fosse stato un tipo di introduzione differente, con un gatto che narra le avventure del Gatto Nero, sarebbe stato ottimo proseguire nella sospensione dell'incredulità e presumere che è sempre lo stesso gatto/narratore a spiegarmi le regole.
Diversamente no.
Perchè nel momento in cui la narrazione viene sospesa è il narratore a rivolgersi al lettore. Questo accade nella spiegazione delle regole, così come quando lo scrittore presenta le opzioni al giocaore alla fine dei paragrafi.
Mi spiego meglio. Quando vengono spiegate le regole di un qualunque LG la narrazione si interrompe. Non ha senso che Lupo Solitario si legga le regole della sua stessa vita, giusto? Lì è Joe Dever che apre una parentesi e parla a me, uomo del ventesimo/ventunesimo secolo e mi speiga come gestire la parte ludica e non narrativa del libro. Troverei assurdo che lo facesse pensando che io sia davvero un cavaliere Ramas del Sommerlund, sarebbe ridicolo. Ugualmente non ha senso che l'autore di Le Chat Noir si presenti come un gatto, quando questo non ha nessun impatto sull'aspetto narrativo della storia.
Questo a meno che tu non creda che l'autore possa davvero essere un gatto, ovviamente.

Comunque quelli sono solo due esempi, tra i tanti che ho trovato nel corto, di cose che non mi sono piaciute.
Ci tengo ad aggiungere che, trai i Corti che non mi sono piaciuti fino ad ora, Le Chat Noir è quello che mi è piaciuto di più. Non vorrei che l'autore interpretasse le mie parole come una stroncatura assoluta (Non mi faccio scrupoli a stroncare quando lo reputo necessario) ma come un invito a migliorare le proprie doti di scrittore.

gpet74
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

mambo ha scritto:

mizraim ha scritto:

Un’occasione un po’ sprecata. L’idea di fondo era carina, ma la realizzazione, anche se funziona, l’ho trovata sinceramente insipida.
Ho trovato anche il tema poco centrato… perché nel cercare di completare la nostra  missione scoprendo dove sia il cibo, di spiare non se ne sente tutto questo bisogno: qualche umano ci insegue, altri vogliono accarezzarci,  ma francamente non ho mai percepito il pericolo di essere scoperti; ci viene anche proposto a volte di aspettare che qualcuno ci apra la porta o di farci vedere.  L’agire non visto, proprio della spia, è uno degli approcci possibili, ma finisce qua.  Mi è sembrata una missione di esplorazione, più che di spionaggio… a noi interessa trovare il cibo, che ci vedano o meno poco importa.

Cos'è una spia?

1. Chi (...) cerca di venire in possesso di notizie riguardanti altre persone allo scopo di riferirle, per malevolenza o per invidia o per interesse personale, a chi possa valersene per punire o, comunque, danneggiare le persone interessate.
2. Nella locuz. fare la spia (con uso assol., o con compl. di termine), l’atto stesso di riferire a superiori o ad autorità ciò che altri vorrebbe tenere nascosto.
3. Denominazione generica di dispositivi di segnalazione di cui sono dotati apparecchi, strumenti, impianti e loro parti, allo scopo di segnalare all’operatore o all’utente determinate condizioni di funzionamento, normale o anormale.

Ora la Treccani, più autorevole di me e immagino (non ne sono certo) anche di te, definisce così una spia.
Il punto 2 è ESATTAMENTE quello che fa il gatto protagonista di Chat Noir.

Non è detto che, siccome a qualcuno non piace, sia sbagliato il modo in cui si posiziona nel racconto. Se per alcuni è 007, o Gabe Logan di Syphon Filter, in italiano la spia si definisce in un modo, ed mi sembra proprio che sia quello.

Questo è un modo personale di interpretare un tema che, invece, è oggettivo; prima di farlo, soprattutto punendo con i voti chi pensate che abbia sbagliato, sarebbe carino se vi sinceraste della provata esattezza del vostro commento.

Premetto che hai fatto benissimo a contro argomentare, se lo ritenevi opportuno. Comunque, se vogliamo fare i fiscali, nella definizione della Treccani mi pare ci sia scritto "ciò che altri vorrebbero tenere nascosto".

Ti sembra questo il caso? Se il corto è ambientato in un hotel come credo, la direzione dell’albergo sta cercando di celare la locazione della dispensa/cucina?
Oppure il problema è dovuto all'incomprensione tra umani e gatti e all'ignoranza di quest'ultimi? (dato che non riuscirebbero neanche a trovare un bagno senza esplorare).

In ogni caso (ho fatto il fiscale perché lo hai fatto anche tu) sta tranquillo che non ho svalutato il racconto per la poca attinenza al tema. Mi pare di aver bene argomentato il mio punto di vista su cosa non mi sia piaciuto del corto.  Quindi prima di dire cose tipo: "punendo con i voti chi pensate che abbia sbagliato", potresti anche arrivare alla conclusione che essendomi piaciuto così tanto "Smile town" e così poco "Scacco matto", il corto restante "Le chat noir" che ho trovato come ho detto: "insipido", sarebbe arrivato secondo in ogni caso.  Esattamente, quindi, chi avrei punito con i miei voti per aver peccato di leggerezza nell'interpretazione della parola spia?

mizraim
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

mizraim ha scritto:

Ti sembra questo il caso? Se il corto è ambientato in un hotel come credo, la direzione dell’albergo sta cercando di celare la locazione della dispensa/cucina?

Si, per esempio ai gatti e/o altri animali randagi che scoprendola potrebbero accedere e mangiarsi tutto.
Che è un pò la premessa del corto.

mizraim ha scritto:

Quindi prima di dire cose tipo: "punendo con i voti chi pensate che abbia sbagliato", potresti anche arrivare alla conclusione che essendomi piaciuto così tanto "Smile town" e così poco "Scacco matto", il corto restante "Le chat noir" che ho trovato come ho detto: "insipido", sarebbe arrivato secondo in ogni caso.

Hai ragione su questo, "punire" è eccessivo e mi scuso per l'uso del termine che ha un significato così estremo. Ma il giudizio passa anche per quella considerazione, e siccome i toni di questo forum sono giustamente pacati e costruttivi, mi ha colpito il modo, e te l'ho voluto scrivere.
Poi, i giudizi sono soggettivi, e quindi come successo anche nella prima tornata di corti, ad alcuni piace qualcosa che ad altri non piace.

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mambo
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Re: Corti 2024 - Settimana 2

gpet74 ha scritto:

Permettimi di dissentire.
Il fatto stesso che tu apra la tua ipotesi con la parola: "magari" indica che per dare un senso a quella parola mal messa hai dovuto fare illazioni, costruzioni logiche che giustificassero la sua presenza.

Il mio magari era sostituibilissimo con un "per esempio". Ed era, appunto, un'ipotesi. Per come la vedo io, non c'è bisogno di sapere tutto (soprattutto in un corto con spazio così ridotto). Anzi, è un ottimo spunto per creare, come ho detto, una mia immagine mentale del gatto che interpreterò. Ma i gusti sono gusti, "come disse il gatto leccandosi ecc" (famoso proverbio trasteverino, che qui ci cade proprio come il cacio sui maccheroni).

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mambo
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