Re: Corti 2024 - Settimana 2
HarlockHrk ha scritto:
Sì, esatto! Fa parte delle regole del concorso e anche io lo ho fatto, lo sto facendo o lo farò per tutte e sette i gironi, perché desidero dare il mio feedback agli altri autori, ma non voglio compromettere l'anonimato "saltando" una settimana e così suggerendo in quale girone io sia capitato.
Salterò ripescaggio e finale perché ovviamente lì non c'è ulteriore feedback da dare, sarò in tribuna coi popcorn (e lo xanax)
Tra anonimato e false recensioni è più a tema spia il regolamento del concorso che i corti che stiamo leggendo
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Re: Corti 2024 - Settimana 2
In super ritardo, ecco le mie recensioni prima di procedere alla votazione finale:
1° Le chat noir
Ho una gatta nera. Adoro i gatti neri. Anche solo per il fatto che te li perdi in giro per casa e le fotocamere non riescono a metterli a fuoco. Forse è il non poter rendere giustizia alla loro bellezza a renderli ancora più belli... ma sto divagando: solitamente, in questi casi, quando ho una parzialità per il protagonista, c'è sempre il rischio che gli autori non lo abbiano dipinto esattamente come me lo immaginavo io, e di conseguenza finisce che il personaggio mi sta molto antipatico. Invece devo dire che sono stata piacevolmente sorpresa da questo corto. Ho vissuto un'esperienza coerente con la mia conoscenza dei gatti, ma non per questo la giocata si è rivelata troppo facile o difficile. Quindi complimenti agli autori per l'ottimo bilanciamento e aver selezionato la giusta dose di prevedibilità riuscendo comunque a sorprendere. Per quanto riguarda il tema: all'inizio mi è sembrato alquanto risicato, poi però - come per Mezzo Evo - riconosco che l'avventura per come l'ho vissuta io è stata investigativa, quindi lo ritengo centrato.
2° Benvenuti a SMILETOWN
Questo corto mi è piaciuto così tanto che vorrei ci venisse fatto un film. Già la narrazione è molto cinematografica di suo e non ho avuto difficoltà a figurarmi ogni scena esattamente come se fosse stata girata. Molto carina (e drammatica, e inquietante) l'idea di fondo, nonché lo stile narrativo scelto per mostrarla, lasciando intendere come stanno le cose al posto di spiegarle: cosa che apprezzo moltissimo come stile di narrazione perché invoglia a rigiocare per cogliere dettagli aggiuntivi, ma che ha anche i suoi rischi... infatti il finale l'ho trovato un po' troppo oscuro, e in particolare non ho capito se il personaggio che compare alla fine parla di sé in terza persona e quindi è Lucy o no.
Il linguaggio sconnesso dei personaggi l'ho apprezzato, ma non ne ho capito esattamente il motivo a livello di trama. Bello infine trovare un corto che sviluppa in maniera molto originale e coraggiosa il tema della spia luminosa rispetto alla definizione di spia per cui ha optato la maggioranza. Copertina bellissima.
3° Scacco Matto
L'idea di fondo non è male, ma è un corto che necessita di molto lavoro di disambiguazione, perché così com'è avevo sempre il dubbio che il testo dove arrivavo fosse "sbagliato". La necessità di renderlo coerente sia con una giocata bianca che con una giocata nera ha reso l'immedesimazione in una o nell'altra fazione insoddisfacente per i miei standard. Spero che gli autori prenderanno spunto dalle critiche costruttive dei lettori per dargli un'aggiustatina e magari riproporcelo, perché mi è dispiaciuto proprio provare questo senso di incompiutezza per una storia che potrebbe essere molto figa e dare tante soddisfazioni.
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Re: Corti 2024 - Settimana 2
FinalFabbiX ha scritto:Sono veramente scioccato di PowerBob dietro a SMILETOWN. È il nome su cui puntavo di meno di tutte le giocate al totoautori.
Ovviamente, grossi complimenti a tutti per essersi messi in gioco, ma mi sento di fare dei complimenti particolari a Bob per il percorso e per aver dimostrato di essere in grado di scrivere corti completamente diversi fra di loro. Non c'è nessun altro autore che ha inviato tanti corti così diversi e sempre con un buon successo.
Intanto grazie davvero per i complimenti, Luca! Per me il concorso è un'occasione per sperimentare, quindi rappresenta sempre un salto nel vuoto.
Quest'anno ho tentato di realizzare qualcosa di davvero molto lontano dal mio stile, siccome non sono un amante di quei racconti dalla storia frammentata, i cui tasselli vanno ricercati o interpretati.
Smiletown è questo. Un racconto che non si esaurisce in una run, ma che anzi, ha bisogno di almeno qualche lettura per essere compreso a pieno... E persino alla fine, lascia al lettore qualche perplessità che speravo lo stimolasse a discutere con la community. È stata un'arma a doppio taglio, me ne rendo conto: così come qualcuno (Gpet e Mizraim, vi amo!) ha capito che non c'è tanto da interpretare quanto da scoprire, per altri la sensazione è che ci siano stati tagli pesanti o che le informazioni non fossero propriamente sufficienti.
L'unico effettivo taglio che mi rendo conto essere risultato ambiguo è la questione dello spago: inizialmente volevo far intendere che Chris era un padre assente. La figlia aveva iniziato a manifestare segni di ribellione, voleva di più dall'affetto e il tempo che veniva imposto da dedicare a lei, ma Chris non poteva uscire dagli schemi. Allo stesso tempo, doveva però anche proteggere la figlia, perché se fosse diventata un'errata, rischiava di essere corretta o peggio, eliminata. Perciò per farla stare buona la illudeva promettendole che un giorno avrebbe giocato con lei tutto il tempo che desiderava. Ma quel giorno non arrivò mai. I bambini si sa, faticano a seguire le regole, e per Lucy il sensore ben presto non fece più effetto e vennero a prenderla. Lei riuscì a scappare quando ormai il sensore fu già rimosso. Poteva tornare a casa, certo, ma non sarebbe cambiato nulla. Invece, è scappata oltre il confine facendo credere alla sua famiglia che fosse morta. In questo modo, sperava che nei suoi genitori scattasse quella scintilla necessaria a ribellarsi come lei. In Maya questo è successo subito (si sa che le madri hanno di solito un rapporto più speciale coi propri pargoli), e da lì parte quindi tutta la storia.
Per la cronaca, il significato dei colori è il seguente:
GIALLO=FELICITÀ
BLU=TRISTEZZA
VIOLA=PAURA
ROSSO=RABBIA
VERDE=SPERANZA
Il colore che tuttavia viene considerato più pericoloso è il blu, perché la tristezza rappresenta il vero opposto della felicità. Perciò, fintanto che cambi colore vieni tenuto sotto controllo (praticamente come se commettessi un piccolo crimine degno di una ramanzina o una multa), ma se diventi blu, allora bisogna intervenire prima che il sorriso sparisca. In Maya il sorriso è rimasto, ma lo sforzo la portava a versare fiotti di lacrime che rischiavano di contagiare gli altri. In fondo, quando vedi una persona piangere, basta un minimo di empatia per dispiacerti a tua volta. Specifico a tal proposito che mi rendo conto che tutti i lettori potevano tranquillamente barare evitando di sorridere. Soprattutto considerando che non sorridere conduce a bivi negativi. Ma volevo che i lettori volenterosi potessero in qualche modo percepire la stessa sensazione di costrizione sottoposta al protagonista, costretto a sorridere di fronte a qualunque evento, non importa quanto tragico o disturbante sia.
Aggiungo anche che fuori da Smiletown esiste il mondo vero: quello che è stato distrutto a causa delle emozioni del genere umano (la rabbia che porta alla guerra, la paura alla disperazione, ecc.), finché alla fine non è rimasto altro che vuoto. Lo shock fu tale che nessuno era più in grado di provare qualcosa. Questo finché il governatore non ha deciso di inventare un congegno che imponesse la felicità. Se tutti erano felici, il mondo sarebbe stato un posto migliore. Ma sapendo che qualcuno avrebbe sempre potuto ribellarsi, ha lasciato qualcuno oltre il confine: in questo modo, chiunque fosse stato colto da dubbi avrebbe potuto ammirare il volto di chi vive senza emozioni e tornare in riga. In questo modo si è creato un vero e proprio muro: da una parte gente che preferisce non provare nulla piuttosto che qualcosa che non gli appartiene; dall'altra, gente che ha vissuto cosi tanto nel vuoto da voler tornare a sorridere a ogni costo. Sono entrambi gli estremi ottenuti dal prolungamento eccessivo dell'una o l'altra condizione.
Aggiungo poi che il linguaggio degli errati voleva essere un simbolismo che lasciava intendere che per ottenere la libertà bisogna rinunciare a qualcosa. In questo caso, le capacità cognitive (voglio dire, vi viene tolto un pezzo di fronte: praticamente una mezza lobotomia. Come minimo avreste lo sguardo perso e la saliva che vi gocciola dalla bocca).
L'enigma è stato il vero tallone d'Achille, mi rendo conto. Anche qui, si trattava di un esperimento: volevo testare una sorta di aleatorietà nella logica. Forse l'errore è stato aggiungere un indizio vago per favorire l'uno o l'altro risultato. Inoltre, non pensavo che esistesse un 7 in quel modo. Ammetto comunque che, dovendo scegliere una preferenza tra il 14 e il 41 come paragrafo sbagliato, non poteva che inserire un piccolo omaggio hehehe.
Invece, nessuna citazione a Everything is fine, di cui in realtà ignoravo completamente l'esistenza. GGigassi ne sarà deluso (o sollevato, dipende). Diciamo che le ispirazioni principali sono state il videogioco We Happy few, unitamente a una puntata dei Simpson e un'altra di Due fantagenitori.
Con questo penso di aver detto tutto... Ma probabilmente dimentico qualcosa, perciò se qualcuno ha ancora dubbi su alcuni aspetti mi chieda pure.
Finisco con il ringraziare mia moglie per aver deciso di contribuire realizzando la copertina del mio corto! Mi fa ancora un certo effetto vedere un simile risultato, considerando la discutibile bozza che le mostrai su cui lavorare.
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Re: Corti 2024 - Settimana 2
mizraim ha scritto:Sai che per un attimo ho pensato fosse una citazione a Brennan e ai suoi mortiferi "vai al 14" ? In quell'ottica scegliere quel numero non sarebbe stata un'ottima idea.
Allora avevo azzeccato anche questo!!!!!
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Re: Corti 2024 - Settimana 2
mizraim ha scritto:Io mi son fatto un'idea diversa, almeno nel caso del tassista: nel caso abbiamo il viola, siamo semplicemente scappati lasciando il "segretario" libero di allertare che ci sono due errati in libertà e di fornire le nostre descrizioni sommarie. Cosa che al contrario non può essere avvenuta se l'abbiamo ucciso e abbiamo quindi il rosso.
Come ipotesi:
viola: dubbio
rosso:rabbia
Altra cosa... all'inizio, dopo il tè, diventiamo viola e il segretario non ci si rivolta subito contro, come se non avesse un'importanza incredibile. Forse è normale avere degli attimi in cui il nostro sensore mostra altri colori al di fuori del giallo (o forse il segretario avrebbe sistemato anche me, dopo mia moglie).
Mi pare che in fondo il problema "grosso" sia solo l'assenza del sorriso che ci identifica subito come "errati".
Guarda invece qui come ti ho spiegato cosa volevi veramente dire coi colori e sopratutto l'ormai celebre "paradosso del tassista" che tu, sebbene ne fossi l'autore, non avevi pienamente compreso!
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Re: Corti 2024 - Settimana 2
mizraim ha scritto:mizraim ha scritto:Io mi son fatto un'idea diversa, almeno nel caso del tassista: nel caso abbiamo il viola, siamo semplicemente scappati lasciando il "segretario" libero di allertare che ci sono due errati in libertà e di fornire le nostre descrizioni sommarie. Cosa che al contrario non può essere avvenuta se l'abbiamo ucciso e abbiamo quindi il rosso.
Come ipotesi:
viola: dubbio
rosso:rabbia
Altra cosa... all'inizio, dopo il tè, diventiamo viola e il segretario non ci si rivolta subito contro, come se non avesse un'importanza incredibile. Forse è normale avere degli attimi in cui il nostro sensore mostra altri colori al di fuori del giallo (o forse il segretario avrebbe sistemato anche me, dopo mia moglie).
Mi pare che in fondo il problema "grosso" sia solo l'assenza del sorriso che ci identifica subito come "errati".
Guarda invece qui come ti ho spiegato cosa volevi veramente dire coi colori e sopratutto l'ormai celebre "paradosso del tassista" che tu, sebbene ne fossi l'autore, non avevi pienamente compreso!
Hahahaha la questione del tassista me la sono proprio goduta, ho apprezzato davvero molto le teorie scaturite a riguardo.
In realtà ufficializzo che se scappi dal segretario (colore viola) non hai il tempo di coprire il sensore, perciò dovrai limitarti a usare le mani. Questo implica il sospetto del tassista, ma anche la benevolenza del mendicante (che sì, è un ex segretario!). Se invece uccidi il segretario, potete gironzolare senza dare nell'occhio. A patto di mantenere il sorriso, si intende.
P.s. in una prima stesura dell'opera, avevo addirittura ipotizzato che in caso di errore il sensore non venisse soltanto sostituito con uno più "penetrante", ma proprio disattivato. In quel caso, il colore della spia sarebbe diventato grigio: la perdita di ogni emozione, ovvero l'apatia. Questi criminali sarebbero poi stati espulsi da Smiletown e costretti a girovagare nelle lande desolate come punizione della loro disobbedienza (e monito per gli abitanti).
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Re: Corti 2024 - Settimana 2
Utenti, gioite! Sto per raccontarvi qualcosa in più sul mio corto!
Dall'uscita del bando avevo iniziato a lavorare ad un racconto che, una volta finito, era bruttissimo. Ma proprio brutto brutto. Demoralizzato l'ho buttato e mi sono arreso. Poi un giorno, mentre ero dal parrucchiere stavo ripensando al musical “Cats”, che avevo visto di recente e a dei gatti che vivono in pianta stabile intorno al luogo in cui lavoro. Questi gatti ogni giorno aspettano gli scarti provenienti dalla mensa e a volte uno dei più temerari del branco tenta anche di entrare. Il fatto bello è che di recente hanno spostato la mensa, per cui durante i primi giorni i gatti aspettavano al solito posto, ma invano. Da questi collegamenti nasce la storia del gattino infiltrato in questo palazzo di uffici (non era un hotel!) con l'obiettivo di trovare la mensa e la dispensa. Riceve l'ordine dal capo dei randagi che in seguito all'esplorazione del centro città torna in periferia dicendo che in centro si mangia meglio (così diceva Bustopher Jones , il gatto aristocratico di Cats).
Magari qualcuno si chiede: perché era al quattordicesimo piano? Perché volevo fare in modo che il gatto salisse, salisse, salisse e volevo a tutti i costi inserire una scena di un film di Hitchcock (Notorius, se non erro), in cui la spia attendeva davanti all'ascensore che la persona pedinata arrivasse a destinazione, in modo da poter leggere il piano sullo schermo dell'ascensore.
Vi racconto la genesi dell'opera perché è più interessante della stesura. Questa idea l'ho avuta pochi giorni prima dello scadere del bando. In totale ho preso il corto in mano 5 volte: 2 per progettare il grafico, 2 per la scrittura, e uno per le correzioni in seguito ai test. Va da sé che la scrittura era così così; che mi ero dilungato troppo, ma non avevo tempo di tagliare; che ho tagliato in tutta fretta e il paragrafo 58 è scomparso nel paradiso dei gatti (anche se l'ipotesi di Zage riguardo al numero sfortunato è interessante e prima o poi troverò una fonte che lo dimostri).
Durante la realizzazione avevo una sola cosa in mente: fare un racconto gioco facile, rilassante e non frustrante. Qualcuno forse ricorda il mio corto dell'anno scorso. Per chi non lo ricorda: pensate ad una meccanica qualsiasi... nel mio corto c'era! Sì, anche la seconda meccanica a cui avete pensato, c'era anche quella! Era zeppo di meccaniche, cose da ricordare, calcoli da fare. Bah! Ecco, il gattino nero doveva essere l'esatto contrario.
Non avrei mai pensato di arrivare in finale. Quello che mi aspettavo erano commenti del tipo “un bel racconto, ma nulla di eccezionale”. Ed effettivamente questo è stato il parere generale. Ne sono soddisfatto: il fatto che a molti sia piaciuto significa che non ho toppato.
Riguardo alla lingua umana/lingua gatta, non ci ho pensato più di tanto. Alla fine vi sono altri casi del genere che non mi hanno fatto porre molte domande. Mi viene in mente Stewie della Famiglia Griffin che a volte parla senza essere capito, altre volte invece viene capito, il tutto inserito in un contesto surreale, come il mio racconto (davvero, non prendete sul serio il fatto che dei gatti possano progettare un colpo criminale XD). Capisco comunque i dubbi che qualcuno ha sollevato e trovo molto interessante l'idea proposta da F.A.S. di anagrammare il linguaggio umano.
gpet74 ha scritto:Nel paragrafo 1 si legge: “Le macchine sfrecciano, ma tu non le temi più, … “ Che senso ha questa descrizione? Perché non le temi più? Prima le temevi? E’ successo qualcosa che dovrei sapere per cui ora non le temi più?
Ecco, basta una parola buttata là a caso, come quel “più” per confondere il lettore e distrarlo dalla fruizione del racconto. Questo è un esempio di brutta scrittura.
Riguardo al commento di Gpet sulla prosa incerta e zoppicante: anche qui accetto il commento. Ne sono consapevole. Adoro scrivere e adoro farlo al meglio delle mie capacità, ma questi 60 paragrafi sono venuti fuori in poche ore e tempo di sistemare non ce n'era. Però non sono d'accordo su quel “più” galeotto nella frase “Le macchine sfrecciano, ma tu non le temi più, … “. Quel “più” è stato aggiunto successivamente, volutamente.
Prima le temevi? Sì, prima le temeva.
È successo qualcosa che dovrei sapere per cui ora non le temi più? Forse sì, forse no. Voglio dire, l'evento che ha portato il gattino a non avere più paura non è importante ai fini della storia, ciò che è importante è sapere di avere a che fare con un gatto randagio che impara dalle sue esperienze. I gatti sono temerari, i randagi lo sono ancora di più. Credo che quel “più” possa creare degli spazi mentali, differenti in ogni lettore, che possano dare una risposta al perché non ha più paura (sempre che sia necessario trovare una risposta a questo quesito). Probabilmente mi sbaglio, probabilmente questo modo di pensare non rispetta le “regole” di scrittura. In tal caso resto aperto a un confronto. So che l'argomento è stato già sollevato dopo il commento di Mambo (della mia stessa opinione), ma ci tenevo a dire la mia. Ti ringrazio per il bellissimo 8,5 dato per la giocabilità: è quello su cui più mi sono concentrato ed è la parte che mi è venuta meglio.
È molto difficile citare e rispondere a ognuno di voi, ma ci tengo a dire che ho letto con attenzione ogni vostro post. Colgo ancora l'occasione per ringraziare tutti, per i commenti, per i consigli e per aver creduto in questo corto – ci avete creduti in molti, più di me.
Ah! Ultima cosa! Sono molto contento di aver soddisfatto i gattari del forum e di facebook, significa che ho descritto bene il comportamento felino. Il vostro giudizio era una cosa che temevo moltissimo perché... non ho e non ho mai avuto un gatto!
Cià!
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SuliLand
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Re: Corti 2024 - Settimana 2
SuliLand ha scritto:non ho e non ho mai avuto un gatto!
Male, molto male! Devi assolutamente rimediare. Io da uno son passato a due e quando li vedi gironzolare per casa capisci che ne vorresti sempre di più...sono come una droga (per citare un tuo vecchio racconto )
What I have shown you is reality. What you remember, that is the illusion
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sephirot0
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Re: Corti 2024 - Settimana 2
sephirot0 ha scritto:Male, molto male! Devi assolutamente rimediare. Io da uno son passato a due e quando li vedi gironzolare per casa capisci che ne vorresti sempre di più...sono come una droga (per citare un tuo vecchio racconto )
Lo so! Li adoro, ma per questioni logistiche al momento non potrei occuparmene. I tuoi non li ho mai visti zampettare sulla tovaglia!
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SuliLand
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