Grazie a chi ha letto e commentato Nézumi: con senso critico ho fatto tesoro di ogni feedback ricevuto. Il Luca che lo ha scritto la prima settimana di gennaio è diverso dal Luca che lo ha riletto come 21° corto; in questo la sorte è stata generosa poiché mi ha permesso di farlo con occhi nuovi, occhi che avevano l'esperienza della lettura di altri 20 corti e relativi commenti.
Questo concorso mi ha dato tanto e ringrazio tutti: gli altri autori, il pubblico, i giurati e l'organizzatore.
Per me è stata una doppia sfida: non solo esordire alla scrittura di un librogame, ma riprendere in mano la "penna", che non toccavo da 20 anni e la matita che non avevo mai toccato prima! L'obiettivo che mi ero dato era di scrivere qualcosa che mi soddisfacesse, che piacesse in primis a me e di cui potessi andare fiero come artista.
Oggi, con l'insoddisfazione tipica dell'artista, lo farei diverso ho soprattutto colto anche io i capoversi contorti, alcune virgole di troppo ed alcune costruzioni che possono essere semplificate. Al tempo stesso, il commento di Helios («tipico della letteratura italiana»), forse inteso come critica, mi ha riempito di orgoglio.
Qualche commento sparso.
- La storia è nata dalla sequenza finale, quando il protagonista si trova davanti alla spia e può scegliere quale destino seguire. Desideravo che le scelte possibili fossero parimenti valide e per questo ho optato per un protagonista poco caratterizzato che potesse essere "riempito" dal lettore al posto di un personaggio ben delineato da "usare". In questa ottica rientra anche la caratterizzazione che qualcuno ha trovato stereotipata o abbozzata degli altri personaggi: Masa è l'amico con cui hai legato ma al contempo non ne sai nulla. Hideko è odioso ma anche futuro erede della persona che ti ha dato una casa e verso cui ti senti in debito.
- Malgrado qualcuno lo abbia definito come un "assedio", ho cercato di scrivere una investigazione con indizi disseminati in più punti, stando attendo che non fossero troppo evidenti e palesi. Qualcuno li ha trovati talmente invisibili da avermi ritenuto fuori tema (!), qualcun altro fin troppo palesi e altri li hanno trovati perfettamente integrati. Fatico a trovare una indicazione su come tararmi meglio
- Mi ha fatto davvero piacere leggere il commento di FinalFabbiX dove dice «La spia c'è ed è presente in tutto il corto» <3 e vado molto orgoglioso dei suoi 3 punti, dato il palato notoriamente difficile da accontentare. Sono solo colpito dalla motivazione: non ho mai voluto fregare nessuno con quella scelta!
- Le scelte che non hanno peso nella storia. Forse ho peccato di ingenuità, ma la mia intenzione era di rappresentare un mondo in cui i personaggi si muovessero in background secondo il loro progetto/piano. Qualcuno forse ricorderà i videogiochi "Lure of the Temptress" o "Beneath a Steel Sky" dei Revolution Studios: l'idea era esattamente quella di cui loro furono pionieri. Che Goro vada verso l'ingresso principale o quello secondario, il plotone nemico segnalerà coi tamburi il momento in cui il ninja debba uscire dalla foresta. Che Goro salvi o non salvi la donna, Isao (da bravo comandante) si recherà dove il samurai/ninja sta falciando vite. Se Goro non riesce a risolvere portone o foresta, non sarà l'unico a morire colpito alle spalle (questo in effetti non è direttamente raccontato, ma ora potete immaginare come la stessa sorte toccherebbe a Isao). Al tempo stesso, ogni scelta comporta un diverso esito: la donna, Isao, Hideko e Masa... ciascuno può vivere o morire in funzione delle scelte prese dal giocatore.
- Rimanendo in tema di scelte, è stato fatto notare come gli "enigmi" (samurai e ninja) potessero essere sempre risolti a prescindere dall'arma scelta. È voluto ma non è proprio così. Non amo i librogame punitivi e pertanto entrambe le situazioni hanno un'arma adatta ed una inadatta che però può diventare risolutiva applicando l'ingegno senza cedere alla fretta (ed è volutamente il contrario di quanto invece accada con la donna all'inizio). Nei miei desideri, in fase di progettazione, era previsto che ciascuna scena avesse una immagine di accompagnamento, vuoi con i riferimenti numerici in corrispondenza degli oggetti di interesse, vuoi con i riferimenti testuali. Era una idea che avevo apprezzato enormemente ne "La strada della duchessa" di Manuele Giuliano dell'anno scorso e che avrei voluto replicare se fossi riuscito a sviluppare le mie competenze di disegnatore per tempo. Mi sono dovuto accontentare delle armi ed oggetti tra un paragrafo e l'altro
- Gli Haiku: la metrica è giusta, ve lo garantisco ma anche fosse errata, godrei della buona compagnia di Jorge Luis Borges o Mario Chini, due nomi che non richiedono introduzioni Spero non mi si dia del "weeb" (ho dovuto cercare cosa significasse), ma per i curiosi il glicine simboleggia l'amicizia in Giappone e questo può dare una chiave di lettura ai diversi haiku.
Nuovamente grazie a tutti!