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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

Considerazioni di fine concorso

Re: Considerazioni di fine concorso

il mietitore ha scritto:

Si vuole che sia un tema obbligatorio in senso drammaturgico? Si vuole che sia un personaggio chiaramente identificabile come tale? Si vuole che sia un qualcosa che deve comparire, anche senza essere cruciale? Si vuole che sia un tono? Un genere? È sufficiente ammiccare in quella direzione o deve essere centrale? È qualcosa che esiste solo per dare una direzione di massima al design degli autori? Oppure deve tassativamente entrare nelle meccaniche di gioco? E che succede se qualcuno ha da obiettare riguardo alla pertinenza del corto? È la giuria che decide se quel corto è a tema? Se no, che se ne fanno i votanti? Devono usarlo come metro di valutazione o possono farlo?

Sono d'accordo, quanto scrivi dimostra la complessità della questione e la difficoltà di venirne a capo.
Secondo me le strade sono due: la prima è lasciare la massima libertà interpretativa ed eliminare il criterio di attinenza perché penso sia impossibile allineare tutti i votanti su definizioni E significati possibili del tema. Richiederebbe uno sforzo eccessivo che il votante medio (soprattutto su Facebook) non è disposto a sobbarcarsi.
La seconda strada è imporre un tema con una definizione E un significato precisi.
Esempio di quest'anno: "scrivete un corto in cui il PROTAGONISTA sia una SPIA intesa come individuo che deve fornire informazioni segrete a qualcuno a danno di qualcun altro."
Sembra molto restrittiva ma in realtà permette una discreta varietà di approcci e potrebbe comunque funzionare. A questo punto il criterio dell'attinenza al tema avrebbe più senso.

il mietitore ha scritto:

Facebook è stato un caso interessante: ho notato che le tendenze di voto là erano drammaticamente diverse, talvolta, rispetto a quelle che si vedevano sul forum. Me ne sono accorto ovviamente nel caso de La trattativa, che su Facebook è stato affossato mentre qui ha preso abbastanza primi posti da salvarsi per il rotto della cuffia, ma anche con Le chat noir che in sede di ripescaggio qui non si è filato quasi nessuno mentre su FB ha avuto una standing ovation che l'ha fatto finire dritto dritto in finale.

Ho anch'io monitorato Facebook soprattutto la prima settimana in cui ero direttamente coinvolto. Si tratta di un pubblico mediamente più "casual", con minor esperienza di librogame e che quindi ha spesso privilegiato corti più semplici e immediati nei contenuti, nello stile di scrittura e nelle meccaniche. Il livello di competenza delle recensioni è mediamente MOLTO più basso, in alcuni casi imbarazzante. Potrebbe aver senso tenere quel canale per la questione visibilità e perché si tratta di un tipo di pubblico meno raffinato ma comunque esistente.
Non farebbe schifo se prima o poi venisse aperto anche un canale Telegram che mi risulta sia molto più usato da una fascia di pubblico per il momento meno coinvolta (rispetto al potenziale) dalla rinascita dei librogame.

il mietitore ha scritto:

Ridurrei anche io a 5 o 6 gironi, a cui si aggiunge ovviamente il girone finale, ma non metterei una preselezione. Come dicevo sopra, concentrerei i corti così da creare molto più macello. Cosa che tra l'altro renderebbe il concorso anche più "dinamico", rendendolo attraente per il pubblico.

Quindi rilasceresti più di 3 corti a settimana?

FinalFabbiX ha scritto:

Non sto dicendo che il sistema attuale funziona, ma che oggettivamente abbiamo i dati per bocciare la tua proposta. Il sistema attuale è molto meglio di uno calato dall'alto.

Aspetta, io sto parlando però di casi estremi e lascerei all'autore la possibilità di spiegare le sue ragioni. Per dire, secondo me quest'anno i corti erano tutti a tema. Dal momento che eliminerei il criterio dell'attinenza in fase di valutazione lascerei questa regola della preselezione della giuria solo per evitare che qualcuno se ne approfitti e si presenti con un corto totalmente fuori tema.

FinalFabbiX ha scritto:

Il secondo è che, come è già stato detto i neofiti NON sono in svantaggio. Avevo fatto la statistica l’anno scorso ed era chiarissima. Negli anni i neofiti hanno ottenuto ottimi piazzamenti, hanno vinto e hanno surclassato autori con multiple pubblicazioni alle spalle.

Sono d'accordo, anche secondo me non c'è tutta questa differenza tra autori pubblicati e non. Non scordiamoci che gli autori pubblicati sono comunque persone che nella vita hanno fatto e fanno altro, non esiste il professionismo in questo settore (a nessun livello) e non esiste nemmeno il concetto di formazione, siamo tutti (pubblicati e non) autodidatti.

m0ch
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Re: Considerazioni di fine concorso

m0ch ha scritto:

Quindi rilasceresti più di 3 corti a settimana?

Sì. Anche se in effetti non so se ciò sia già stato fatto e, come dice Mornon, c'è da considerare che più di tre corti a settimana rischia di essere troppo per l'utenza.

il mietitore
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Re: Considerazioni di fine concorso

il mietitore ha scritto:

m0ch ha scritto:
Quindi rilasceresti più di 3 corti a settimana?
Sì. Anche se in effetti non so se ciò sia già stato fatto e, come dice Mornon, c'è da considerare che più di tre corti a settimana rischia di essere troppo per l'utenza.

Francamente, avendo sentito tutte le campane, mi sembra l'idea più sensata aumentare di un corto la sfida settimanale. Son d'accordo che 10 corti in finale son veramente troppi, così come 7 settimane di concorso. 3 corti da ripescare mi sembra sempre congruo (o forse 2?). Con i 21 corti di quest'anno (20 considerando l'eliminato beccato subito dai giudici), sarebbero state 5 settimane da 4 corti l'una.  Con una settimana da 2/3 ripescaggi e 7/8 corti in finale.

mizraim
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Re: Considerazioni di fine concorso

Divido le mie considerazioni in PRO, MEH e CONTRO

PUNTI “PRO”

SALUTE DEL CONCORSO: prendo come riferimento i quattro obiettivi del concorso:
fornire ai lettori dei racconti di qualità con cui divertirsi e appassionarsi al mondo lg
fornire agli autori feedback utili e in generale una vetrina
dare valore a LGL, sotto forma di nuovi utenti, nuovo materiale, etc
dare alle case editrici, in special modo librarsi, delle opportunità commerciali
Mi sembra che quest’anno tutte le premesse siano state rispettate e che quindi, nel complesso, sia stata una buona edizione. È la strada giusta da seguire: il concorso dei corti si riconferma come un’iniziativa in ottima salute, ed è attualmente la più importante a livello mondiale.


QUALITA’ DEI RACCONTI: non vedo differenze con gli anni precedenti. Al di là della riuscita e dei gusti personali, quest’anno ci sono stati racconti che nella confezione, nel gameplay e nei contenuti hanno presentato livelli altissimi. Picchi assoluti fra cui: Questo non è un gioco, La trattativa, Benvenuti a SMILETOWN!, Mezzo Evo.
La qualità non indica per forza che il corto sia bello (vedi Mezzo Evo), ma è comunque qualcosa a cui dobbiamo aspirare.






LUNGHEZZA: le cose che funzionano sono quelle che fanno meno rumore. Invece bisognerebbe parlarne eccome, perché è una vittoria enorme. Per la prima volta dalla storia del concorso, in due anni consecutivi non è cambiata la dimensione dei racconti e sono tutti felici!

PARTECIPAZIONE: un’altra grande vittoria, il concorso ha ottenuto più discussione su forum e soprattutto su facebook.

COPERTINE: non ci avrei scommesso una lira, invece è stata una grande idea. Ha reso i corti memorabili a colpo d’occhio. Unico piccolo appunto, la fascetta ha poco senso: ormai i corti hanno la forza di emergere con una propria identità. Sarei anche curioso di vedere un concorso con uso libero dell’AI.


PUNTI “MEH”

QUANTITA’ DEI RACCONTI: sono meno rispetto agli anni precedenti. Non è un segno allarmante, ma teniamo d’occhio come prosegue la tendenza.

PREMIO LIBRARSI: per l’ennesimo anno di fila, penso che il pubblico di Librarsi sia in antitesi con quello dei corti. I corti scelti da Librarsi non hanno le caratteristiche amate dalla giuria popolare, e viceversa. In sostanza i corti partecipano a due concorsi diversi. Sarei curioso di sapere a cosa puntavano gli autori.

TEMA: mi sono ricreduto. Pensavo sarebbe stato brutto, invece i primi corti sono quelli che hanno reso di meno. Per me nel complesso un tema che ha tirato fuori belle idee e idee meno belle. Preferivo i temi più concettuali degli anni precedenti, ma è ovvio: li ho scelti in gran parte io.

Azzardo una proposta che aleggia da qualche anno: si potrebbe provare a inserire come tema un vincolo oggettivo come, ad esempio, una frase da usare come incipit.





PUNTI “CONTRO”

CALO DI INTERESSE FINALE: il concorso dura troppo, specie con il ripescaggio. Anche quest’anno le finali le hanno votate in pochi. Si potrebbe pensare a un ripescaggio automatico e a 4 corti per settimana.

AMMISSIONE DEI CORTI: qui c’è stato un bel pasticcio. Ammettere dei fuori concorso in un torneo a eliminazione diretta, secondo me, è un errore. Tornerei al sistema degli anni precedenti, in cui i fuori concorso venivano esclusi e basta.

DADO: un’idea di cui non ho ancora capito il senso. Occupa molta “attenzione” del bando. Ma cosa si può fare, a livello di game design, con qualche lancio di dado? Poco o niente. L’unico effetto ottenuto dalla regola è stato di intrappolare nei cavilli un paio di autori. Su 21 corti, meno di metà usa i dadi, e lo fanno tutti “tanto per”.
C’è un unico corto che usa davvero i dadi: La trattativa. Secondo me questo corto evidenzia un fenomeno che sta accadendo nel forum (ma meno su Facebook): la gente ha di nuovo voglia di giochi complessi, e non importa se questi sono in contraddizione con le regole del bando. Perché “La trattativa” è un bel gioco, ma se giochi con le regole del bando diventa impossibile.

A me non piace questa direzione del concorso. Vorrei dei corti nuovi, smart, che si giocano leggendo dal cellulare e parlano del mondo e dei suoi problemi. Per me è lì che c’è la possibilità di crescita e che si possono acchiappare le nuove generazioni. Mi rendo conto che sono una minoranza.

Ora, io posso continuare a fare il grinch, ma non credo abbia molto senso. Se la community pensa che si possa andare in un’altra direzione, perché non provare! Però allora andiamoci senza mezze misure. Magari, dopo tanti anni, possiamo pensare a un concorso con una vera parte game incentivata - non qualche dado e basta.

FinalFabbiX
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Re: Considerazioni di fine concorso

@FinalFabbiX: mi è piaciuta la tua analisi, molto pertinente.

Ho una domanda per te: secondo te, come dovrebbe essere un LG per interessare le persone della tua generazione (e anche quelli un po' più piccoli)? Perché molti di noi siamo della generazione dei tuoi genitori (o zii, fratelli maggiori...) e forse c'è un gap che non abbiamo ancora capito come superare.

Credi che qualcuno nato/a nel 2000 o nel 2010 potrebbe "innamorarsi" di Lupo Solitario o di Pip o serve qualcos'altro?

"We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea"

Pirata delle Alpi
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Re: Considerazioni di fine concorso

FinalFabbiX ha scritto:

LUNGHEZZA: le cose che funzionano sono quelle che fanno meno rumore. Invece bisognerebbe parlarne eccome, perché è una vittoria enorme. Per la prima volta dalla storia del concorso, in due anni consecutivi non è cambiata la dimensione dei racconti e sono tutti felici!

Personalmente sono molto scontento dei limiti del bando! Trovo che 23k caratteri siano davvero pochi. Per come l'ho vista io, solo "Questo non è un gioco", "Smilingtown" e "The Curfew" hanno saputo lavorare bene sia sulla narrativa, sia sulla parte game; e ritengo che gli altri corti si siano concentrati su una o sull'altra principalmente per problemi di spazio. Abbiamo avuto corti troppo game e altri vicini a essere dei semplici racconti. Riguardo al dado concordo sul fatto che sia stato usato molto male... ma questo non toglie che il prossimo anno possa essere usato in maniera eccellente.
Altra limitazione che mi è pesata è stata l'impossibilità di far scrivere qualcosa al lettore: niente inventario, scheda del personaggio, parole chiavi (che non fossero mnemoniche) o altro; probabilmente è stata una limitazione che avete aggiunto nel tempo e ha un suo preciso significato, ma personalmente l'ho detestata.

mizraim
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Re: Considerazioni di fine concorso

mizraim ha scritto:

Altra limitazione che mi è pesata è stata l'impossibilità di far scrivere qualcosa al lettore: niente inventario, scheda del personaggio, parole chiavi (che non fossero mnemoniche) o altro; probabilmente è stata una limitazione che avete aggiunto nel tempo e ha un suo preciso significato, ma personalmente l'ho detestata.

Rispondo al volo a questo perché è stata una mia proposta, all'epoca.

Il concorso, dalla sua creazione, è sempre stato "infestato" da racconti che andavano fuori controllo sulla parte game - io stesso ne ho scritto uno. Molti autori, specie neofiti, sono attratti dalla voglia di creare giochi complessi senza rendersi conto che stanno scrivendo delle gigantesche bestie ingiocabili.
La situazione è peggiorata nel 2020 con il cambio formato da "corti" a "cortissimi": lo spazio era poco (solo 2020 parole, per confronto "Il tuo piccolo pizza" ne ha 4000), per aumentare la longevità il modo più ovvio era scrivere un regolamento enorme. Soprattutto in passato, i recensori storici del forum premiavano molto la longevità. Come fai a far durare una pagina due ore? Facile: ci metti 6 sudoku difficili.

Si finiva sempre con un 10-20% di racconti che erano brutti e facevano perdere la voglia ai recensori nuovi, specie quelli che giocano i corti da cellulare, in treno o nei ritagli di tempo. Immagina che come primo estratto capiti una cosa come "Il labirinto dei cacciatori di venti": ti sei inimicato un anno di nuovi recensori. E in quel momento il concorso aveva un bisogno disperato di recensori.

Bisogna, in qualche modo, tracciare una linea. Ma in che modo?
L'approccio classico per limitare il problema era quello di mettere dei limiti separati per il regolamento. Questo approccio non va bene, perché molti non vogliono partire dal regolamento, ma dall'introduzione, e magari vogliono aggiungere appendici, schede personaggio, etc. Ed ecco allora nascere regole su regole per gestire le varie casistiche. Il bando diventava sempre più complicato. Gli autori si introiavano nei cavilli e venivano messi fuori concorso (nella teoria, perché nella pratica se gli organizzatori si accorgevano del problema si tentava con gran fatica di ottenere una correzione all'ultimo). Un disastro. In più, gli autori si lamentano da sempre che non hanno abbastanza spazio, anche in anni in cui c'era il doppio dello spazio del 2024. Se dai agli autori la possibilità di inserire 6 pagine di regolamento e 2 di schede, l'anno dopo ti trovi il 90% dei racconti con 6 pagine di regolamento e 2 di schede. Lo vedi anche quest'anno: The Curfew non aveva bisogno del dado, Esabau non aveva bisogno del dado, Per Speculum non aveva bisogno del dado. E se proprio ti rendi conto che non riesci a riempire le 6 pagine di regolamento con delle regole, inizi a usarle  in modo improprio: ed ecco che metti del regolamento nelle appendici, dell'introduzione nel regolamento, delle appendici nel testo. Le informazioni di gioco non ci stanno in due mani? Facile: usi i dadi in modo improprio per segnare i punteggi extra (ciao a "La trattativa").
Questo accade anche perché è difficile, a freddo, capire cosa ci sta nei limiti del bando, e si tende sempre a sottovalutare lo spazio richiesto.

L'idea di "non segnarti niente" ha risolto la maggior parte di questi problemi: è facile da capire e da trasmettere agli autori. Quando la senti, è immediato stabilire se il tuo sistema di gioco si può fare o no. È molto più oggettivo di quanto sembri a prima vista, perché per la stragrande maggioranza delle meccaniche c'è un sì o un no chiaro e su cui concordiamo tutti. E nei casi di frontiera, il lettore può comunque ignorare il bando e giocare con carta e penna, godendosi il corto.

FinalFabbiX
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Re: Considerazioni di fine concorso

FinalFabbiX ha scritto:

Le informazioni di gioco non ci stanno in due mani? Facile: usi i dadi in modo improprio per segnare i punteggi extra (ciao a "La trattativa").

Fun fact: volevo usare il dado come segnalino per i punti pazienza (già che avevamo un dado per le mani...) ma i giudici me l'hanno proibito perchè di fatto non lo stavo lanciando.

In ogni caso capisco quello che vuoi dire, ma sul serio: con l'utilizzo di un inventario, e un paio di K parole in più avrei potuto respirare... invece ho passato giorni a tagliuzzare qua e là come un barbiere sotto amfetamina. Capisco lato concorso, ma lato autore ripeto: l'ho odiato smile

mizraim
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Re: Considerazioni di fine concorso

Condivido in pieno il punto di vista di Mizraim e Final Fabbix.

Dare un limite alla dimensione dei Corti è fondamentale per far sì che rimangano "corti" e per evitare sbrodolature narrative.
Dopo aver scritto qualunque opera di narrativa è sempre buona prassi tagliarne almeno il 30%. Soprattutto se ti piange il cuore farlo, perchè, diciamocelo, spesso tendiamo ad aggiungere, pensando che "più è meglio".
Invece per creare un'opera di narrativa valida il segreto sta soprattutto nel togliere. In questo partecipare ai Corti si rivela essere una palestra insuperabile.

Però non bisogna neppure dimenticarsi che stiamo parlando di un concorso "letterario". Per di più a bivi, per cui, forzatamente, il lettore si troverà a leggere appena una frazione dello scritto totale. 23.000 battute (spazi compresi) sono sufficienti, forse, a scrivere un raccontino breve NON a bivi. Ma nel momento in cui vogliamo cimentarci nella narrativa a bivi tale limite diventa troppo stringente. Ci si trova a dover costruire una storia usando una sola frazione di queste battute, visto che le altre mi servono a costruire i bivi, i finali e i percorsi alternativi.

Insomma, per il prossimo anno auspicherei un "ritorno alle origini" (Dda bravo vecchietto quele sono) e un bando che si concentri più sul lasciare spazio alla creatività degli scrittori, dandogli anche lo  spazio necessario per esplicitare tale creatività, e senza troppe limitazioni "tecniche".

gpet74
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Re: Considerazioni di fine concorso

gpet74 ha scritto:

spesso tendiamo ad aggiungere, pensando che "più è meglio".
Invece per creare un'opera di narrativa valida il segreto sta soprattutto nel togliere.

Quando leggo queste massime, mi ricordo sempre di un mio Corto dove c’era un limite di X paragrafi e io ne usai X -1 (o 2 o 3, non ricordo) perché, per riempire i paragrafi mancanti per raggiungere il “quorum”, avrei dovuto aggiungere dei meri riempitivi. Non funzionava, e quindi non raggiunsi il limite consentito di paragrafi.
Come si può immaginare, qualcuno criticò la cosa dicendo “non capisco come mai non siano stati usati tutti i paragrafi consentiti”  smile2

EGO
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