Lupo Solitario e Guerrieri della strada sono effettivamente le serie con il miglior regolamento; spezzerei una piccola lancia anche a favore di Golden dragon, dove non ci sono rapporti di forza o forze d'attacco, ma semplici tiri di dadi più o meno fortunati ( regole costruite x coloro che nn si vogliono scervellare in calcoli particolari...).

Maresus ha scritto:

P.s. Aggiugerei al titolo del Topic anche il "Peggior Regolamento", tanto per fare paragoni!!!!!!!!

Certo, c'è solo un piccolo problema... qualcuno può spiegarmi come fare?

Yanez ha scritto:

bocciato in toto invece il sistema brennan con Pip e sopratutto Fire*Wolf

Confermo e sottoscrivo, il regolamento di Fire Wolf credo sia il peggiore, con 300 calcoli e una difficoltà eccessiva dipendente anche molto dalla caratteristica Fortuna (se nn ricordo male), poi alcuni combattimenti con i demoni (specie nell'ultimo libro) ti istigano a barare, più di altre occasioni di ACDRA, che invece ha un regolamento che almeno io personalmente non boccerei proprio del tutto...

I regolamenti di Joe Dever sono fatti tutti discretamente bene (metto nel mucchio anche Oberon), così come quelli dei vari Fighting Fantasy/Dimensione Avventura. L'unica pecca è quella di affidarsi troppo ai dadi per creare un personaggio: così facendo, certe partite sono perse in partenza.
Siamo onesti, chi di voi ha mai finito un Lupo Solitario avendo Combattività 10 e Resistenza 20?

Proprio per questo motivo apprezzo più una serie come Ninja, che ha forse uno dei regolamenti più solidi, perché consente di differenziare ogni personaggio senza ricorrere al caso.
Una menzione d'onore va a Realtà Virtuale che, scelta coraggiosa, non usa assolutamente dadi. Riesce comunque (specialmente quando scrive Dave Morris) a essere un'esperienza interessante.

Le serie "francesi" come Misteri d'Oriente e Samurai hanno a loro volta regolamenti tirati via, soprattutto nella gestione dei combattimenti. La seconda, poi, arriva al paradosso di creare un sistema assurdamente complicato (sedici valori tra attacchi e difese) e applicarlo malissimo rendendo ogni battaglia una farsa.
Lo stesso vale per tutte le serie di John Brennan, che chiaramente curava molto più l'aspetto letterario rispetto a quello ludico.

Su Blood Sword non sono troppo convinto: l'impressione è quella di trovarsi davanti a una grossissima occasione miseramente sprecata. Avrebbe potuto essere un regolamento in grado di premiare le strategie vincenti più della mera "potenza di fuoco", ma si è rivelato solo un baraccone traballante.