Anche Assassin in Orlandes è da prendere, per chi non ce l'ha già, a soli € 0,69.

Ho fatto una prima "partita" a Curse of the Assassin.

Bello, indubbiamente. Molto ben raccontato, buon equilibrio tra il desiderio di narrare e la necessità di limitare i dettagli per non trasformarlo in un racconto puro e semplice. I bivi mi paiono garantire almeno 3 letture sufficientemente diverse.

Rimpiango, però, la semplicità dei primi Gamebook Adventures. Lì avevamo paragrafi più brevi, numerose scelte, tanti check di Fitness; l'avventura, nel complesso, era molto più veloce e divertente.
Curse of the Assassin, invece, racconta molto di più, e il ritmo è più lento e irregolare. A volte si leggono numerosi paragrafi (lunghi) senza dover fare scelte. Si passa parecchio tempo senza combattere, e poi improvvisamente c'è una serie di duelli, anche impegnativi. Non a caso, la modalità di gioco più difficile concede di piazzare 10 segnalibri (al posto dei soliti 3), e la modalità intermedia permette di salvare tutte le volte che si vuole. La storia è semplicemente troppo lunga. Ci ho messo 3 sedute di lettura per finire il "libro", morendo un paio di volte. Per questo motivo, temo che l'incentivo a ricominciare da capo per fare scelte diverse sia inferiore rispetto ai primi GA. In questo senso, l'evoluzione della serie sembra seguire quella di Lupo Solitario; per fortuna, senza diventare lineare e guidato come le avventure di Grande Maestro.

La qualità è rimasta, ma temo che il medium non sia proprio adatto a raccontare storie di questa lunghezza e con così tanti dettagli.

Seven_Legion ha scritto:

Cioe', intendi dire nel senso che non e' ancora un medium adatto a leggere delle storie (rispetto al cartaceo) quindi sarebbe maglio non dilungarsi troppo sul versante narrativo? (nel senso di tanto testo da leggere?)

Credo che non sarà mai adatto. O almeno, non se prevede un regolamento di gioco e dei punteggi.

E non mi riferisco solo al formato elettronico, ma anche a quello cartaceo.
È abbastanza diffuso il sentimento che i librogame dove si legge tanto e si gioca poco siano meno interessanti di quelli con un testo più semplice, ma una maggiore interattività e immedesimazione. Io stesso, nell'annuale concorso dei Corti, sono stato penalizzato per questo.

Insomma, laddove il testo mi chiama "tu", "io" vorrei prendere parte alla storia attivamente.
Ci sono vari gradi di attività e coinvolgimento, e i primi Gamebook Adventures erano di grado superiore.

Se non ci sono i punteggi, se non c'è il "gioco", allora mi sta bene un testo più lungo. Ma in quel caso, la narrativa deve essere all'altezza. Il semplice racconto di medieval fantasy con il cattivo da fumetto che minaccia la civiltà, e l'eroe che cerca di impedirglielo, non è all'altezza. Per questo ho sempre detto che il vituperato È un gioco da ragazze mi piace. È costantemente sopra le righe, le azioni della protagonista non sempre hanno senso (specie dal punto di vista di un lettore maschio), ma la prospettiva è lontanissima da quella del libro-gioco "classico", e il racconto, con tutti i suoi risvolti, si presta bene al format della storia a bivi senza punteggi.

firebead_elvenhair ha scritto:

I Tin Man Games hanno completato anche il primo libro della Spellcaster Trilogy, the Forgotten Spell, disponibile su google play a 2, 99 euro.

Io quello ce l'ho cartaceo. Che dire, lo stile con cui è scritto rende la lettura un po' difficile a un lettore straniero perché per rendere lo slang dei personaggi a volte vengono storpiate le parole o intere frasi; la storia nel complesso comunque ha delle possibilità che val la pena di esplorare. Nel libro a stampa le chicche autentiche erano due, connesse peraltro assieme: le illustrazioni di Martin McKenna e gli enigmi che costellavano il gioco, molti dei quali proprio legati a immagini.

mike all angel ha scritto:

Per i possessori di Kindle (o di Kindle per PC o per Android): da Amazon.it si può scaricare gratuitamente Down among dead men, riedizione 2013 de "L'abisso dei morti viventi".

You, kind sir, are a gentleman.