RispondiRe: 11° racconto: Firenze (canzone triste) Firenze(canzone triste) è un corto senza regolamento in cui la parte “game” è composta interamente dagli imprescindibili bivi. La giocabilità è immediata ma non essendoci nulla da fare a parte leggere, il divertimento è limitato come pure la longevità. L’ho giocato più volte e finito nel giro di mezz’ora. Pur essendo scritto molto bene, con tono surreale e introspettivo, non potrà ambire a mio avviso ad un voto alto perché in fin dei conti un corto di questo tipo (come pure un librogame) è più facile da realizzare rispetto ad altre opere che includono regolamenti e meccaniche di gioco che interagiscono con la storia.
Votiamo In Enciclopedia! Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste) Corto esclusivamente narrativo, dalla struttura semplice e anche piuttosto breve: si finisce tranquillamente, analizzandone ogni possibile evoluzione, in meno di un'ora.
Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste)
il passo è stato davvero breve. Già durante la prima lettura mi son detto E così è stato (a parte il dettaglio del facendo venir meno il senso stesso del racconto, ossia spaesare il lettore lasciandolo nel dubbio fino all'ultimo su COSA stia effettivamente leggendo e su come comportarsi per ottenere il finale "migliore" (a parte muoversi a casaccio). C'era anche un'altra ipotesi Sarebbe stato coraggioso anche se probabilmente eccessivo; shock value per shock value, almeno mi avrebbe colpito di più. Non solo: l'esigenza di uniformarsi a un tema ha costretto l'autore a inserire nel paragrafo risolutivo numero un accenno di spiegone su cosa siamo, su cosa facciamo, ancora una volta vanificando il senso di un racconto di questo tipo, che si deve basare necessariamente sul non detto per non diventare ciò che mostra l'immagine in cima: una pippa da autore che ne sa. Eppure come ho detto l'idea è buona. Perfino lo stile indigeribile che associa a ogni parola almeno un aggettivo si rivela efficace visto che a pensare certe cose è una macchina (in realtà non credo fosse voluto e ci sono certi periodi che sembrano una presa per i fondelli da quanto sono contorti, ma è il risultato che conta). Per cui Firenze (canzone triste) è una buona idea che riesce a mettere il lettore nei panni di una macchina e le cui scelte, apparentemente casuali, sono invece dettate da una logica di fondo che fa piacere scoprire. Peccato che per le ragioni anzidette l'abbia scoperta troppo presto. Voto inviato ad Aloona. PS: aggiungo un dettaglio dettato dal mio gusto che NON andrà a influire sul giudizio, dato che non ho la presunzione di pensare che mie fisse personali possano costituire un giudizio oggettivo (che ho cercato di dare a ogni racconto che ho giudicato finora, analizzandolo per i suoi meriti e demeriti più evidenti oltre che in base a quanto mi sia piaciuto, com'è ovvio e naturale). NON SOPPORTO l'abuso di aggettivi, né nei libri né nei librigame. Non lo sopporto in Dever, non lo sopporto in Green e in Morris, non lo sopporto ovviamente neppure qui. Quando si scrive un'opera di questo tipo il rischio di passare il confine tra il profondo e il pacchiano è dietro l'angolo e una scelta di stile del genere fa cadere il racconto più volte nella seconda categoria. L'esperienza insegna che quando l'argomento affrontato è pesante è consigliabile usare uno stile leggero e viceversa: è il contrasto che tiene alta l'attenzione di un lettore comunque lo si voglia inserire. Paradossalmente uno stile del genere sarebbe stato più adatto a un racconto sugli perché sarebbe stato in contrasto con la banalità del tema trattato - mostrando così l'assoluta assenza di banalità in qualcosa che a prima vista sembra esserne pieno. In questo caso invece il mix stile aulico / tema "pesante" non mi ha sorpreso né meravigliato, solo infastidito. A parte la citazione di Elio che mi ha regalato quel sorriso necessario per completare la lettura. Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste) Recensione di Firenze (canzone triste)
La teoria del singolo/parte di tutto, i pensatori della filosofia moderna e gli altri riferimenti citati da Prodo mi hanno fatto pensare a un Corto con molti contenuti di nicchia, assenti in me per ignoranza. Al di là del fatto che scrivere di temi troppo selettivi sia appunto...selettivo, rimane la mia mancanza in tal senso e dunque non assegnerò un'insufficienza, che altrimenti sarebbe uscita dal connubio giocabilità scarsa/divertimento nullo. Voto inviato a Babacampione Fa che ciò che ami sia il tuo rifugio Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste)
Recensione "Firenze (canzone triste)" Tema/Protagonista Faccio i miei più sinceri complimenti all' autore misterioso: aver utilizzato così i concetti del robot e dell'invasione in questo modo è genio allo stato puro. È vero che ci ho messo un po' prima di capire di cosa si tratta: all'inizio ho pensato ad un'orda di zombi che camminavano nelle strade di Firenze, con uno di loro che inizia a farsi delle domande sull'esistenza (come R in "Warm Bodies"). Poi, ho capito che si trattava del corpo umano e l'ipotesi degli spermatozoi ha fatto la sua strada: sei uno spermatozoo e devi arrivare all'ovulo per far nascere un cattivo o un nerd, sarebbe davvero forte! Ma la "verità" arriva più in là nel Corto e sono rimasto a bocca aperta. Mi piace l'originalità e devo ammettere che il nostro autore è un visionario, uno che ha aperto una nuova strada per la letteratura ludica. Stile/Narrazione Mi è piaciuto lo stile con la sensazione di smarrimento iniziale e gli indizi che arrivano man mano che si legge il Corto. Non ho colto le citazioni musicali (anche se conosco un po' Elio e le storie tese) e filosofiche (non ho una grande conoscenza di questa materia). Ma questa storia è un viaggio che ci permette di immedesimarsi in un protagonista che non ha veramente coscienza di sé e che deve compiere una missione perché è il fulcro della sua esistenza. Molte cose sono già state dette prima e non ho molto da aggiungere. L'autore ha saputo creare un microcosmo davvero incredibile, un Corto in huis-clos sui temi dell' Io e del dovere, fantastico. Giocabilità Niente dadi, niente codici, niente puzzle... dei bivi e basta. Forse è questo il segreto di un buon Corto: mettere il massimo sulla parte narrativa, introdurre dei bivi che di evitano il true path ma che permettono di giocare un po' di volte senza sempre fare la stessa cosa. Anche se la formula è semplice, per me è vincente. Conclusione Una delle migliori sorprese di questa edizione dei Corti, senza far perdere interesse alle opere già lette e recensite. Penso che abbiamo molto da imparare da quest'autore e personalmente gli do un voto alto. Voto inviato ad Aloona tramite neurotrasmettitori "We will survive, fighting for our lives, the winds of fortune always lead us on,forever free, for the world to see,the fearless masters, Masters of the sea" Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste) Un racconto strano, questo...
"Lo sai come dev'esse lo sguardo del carabiniere? Pronto, acuto e profondo". Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste) Corto interessante e atipico. Nella sua brevita' si esplora in un'ora. Appartiene infatti alla categoria dei lavori "semplici" e basati su una "trovata". Di valido c'e che la trovata e' buona e la realizzazione riuscita, con una scrittura un po' ermetica (per forza di cose) un po' poetica (non si vedeva il testo formattato cosi' dai tempi di Marinetti!) e comunque scritta con perizia. Bastera' questo ad assicurargli un posto sul podio? Probabilmente no, visto che quest'anno la concorrenza e' agguerrita, con lavori di livello sia per quel che concerne il comparto "libro" che la parte "gioco".
Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste) Il racconto è a un tempo semplice e complesso: le regole e lo svolgimento sono pressoché inesistenti, ma il messaggio è molto più profondo. La mancanza di senso è solo apparente, perché l'autore ha inserito ogni elemento per un motivo ben preciso.
"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!" Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste) Chiariamoci: adoro l'idea. Per me è genio purissimo. E un'originalità del genere va premiata.
Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Re: 11° racconto: Firenze (canzone triste) Questo corto mi ha messo in difficoltà, non perché mi sia stato particolarmente ostico, ma per il motivo diametralmente opposto.
3) molti hanno lodato il fatto che questo racconto sia corto. Tralasciando che secondo me essere corti non è un pregio e francamente non capisco come si ritenerlo tale essere prolissi, questo racconto non è affatto corto, anzi, occupa uno spazio mostruoso e dice davvero molte cose: le partite possono essere molto lunghe se si esamina bene il testo. Anche leggendo gli altri, però, continuavo a sentirmi confuso. Alla fine però ho tratto una conclusione. Questo corto mi ha lasciato deluso. Mi ha lasciato deluso perché ci sono una serie di cose che non ho cpito, e avrei voluto capire. E pure rileggendo e capendo tutto quello che il corto ha da dire, ci sono una serie interminabile di quesiti a cui non trovo risposta. (DA QUI IN POI CONTIENE SPOILER) Per quanto riguarda la trama: Perché il robot pensa? Che cosa ha causato la mutazione? Perché solo noi pensiamo e gli altri robot no? E perché, soprattutto, lo facciamo secondo canoni umani che non hanno alcun valore per una macchina (es: il concetto di vedere)? Com'è possibile che ci inceppiamo perché non conosciamo la parola anima? Se non la conosciamo, allora perché questa è una scelta possibile? Per quanto riguarda l'impaginazione: che cosa significano i segni uguali = prima del paragrafo? Ha un senso il testo impaginato a sinistra/centrato? Per quanto riguarda la realtà: Come fa un robot ad avere la capacità fisica di pensare? Quanto è complesso il suo circuito? Ma allora quanto grande è questo robot? Come fa un robot a essere della stessa grandezza (più o meno) di una cellula cancerogena? Ma è veramente un robot allora? Quali caratteristiche ne conserva? Per quanto riguarda il messaggio: Il 38 è veramente il good ending? Ma quindi il corto ci sta dicendo che dovremmo rinunciare a noi stessi per un bene maggiore? E gli altri finali? Spetta al lettore decidere quali sono buoni e quali no? Sinceramente non so che voto dare.
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