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massima libertà per la satira?

Re: massima libertà per la satira?

FinalFabbiX ha scritto:

Ma speriamo proprio di no!
Oggi ho sentito un servizio sulla rai: praticamente in francia questo giornale non se lo caga nessuno al punto che stava vendendo non più di 8'000 copie (ratman ne fa 50'000) e che le vendite prima del colpo terroristico erano in diminuzione ogni giorno.

devi scusarmi, ma a 37 anni suonati queste operazioni di "satira" non le digerisco piu'.
e pertanto dal mio punto di vista possono tranquillamente implodere tra loro.  wink
Oltretutto a un certo punto limitarsi in determinati argomenti sarebbe anche meglio, oppure fare satira intelligente. Perchè , come è successo per l' appunto, il pazzo che ti viene a rompere il fondoschiena arriva prima o poi. (per la cronaca io non ero je suis charlie)

lonewolf79
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Re: massima libertà per la satira?

Mezzalira ha scritto:

Penso che la vera satira dovrebbe far prima sorridere, poi riflettere ed infine dare una propria morale.

Aggiungerei che chi fa satira dovrebbe essere a sua volta pronto e disponibile ad essere anche oggetto di satira di un tipo e di una qualita' per lo meno simile.

Un' idea, un concetto, un' idea, finche' resta un' idea e' soltanto un' astrazione.
Se potessi mangiare un' idea avrei fatto la mia rivoluzione.

Yaztromo
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Re: massima libertà per la satira?

@Final: Hai ragione, prima del attentato, il giornale stava morendo.
@tutti: avete ragione, questa vignetta non è divertente

    Volevo reagire su quella vignetta: come lo sapete, sono francese ed leggevo "Charlie" quando ero un po' più piccolo.

    Prima di tutto, vorrei parlare un po' di Charlie Hebdo: come l'ha scritto Mimmimi, si tratta di un  periodo satirico ideato da ex-sessantottini che volevano continuare una tradizione di satira francese: brutale, iconoclasta e cattivo. Ho viaggiato un po' ed ho sempre avuto la curiosità di   guardare le edicole dei paesi che visitavo, però non ho mai trovato un periodico satirico che sia aggressivo e acido come "Charlie". Quindi, penso che provare di ironizzare o di scherzare su fatti gravi e tragici faccia parte della nostra cultura: lo faceva già il giornale "L'Assiette au Beurre" al inizio del secolo scorso. "Charlie" è un giornale erede di "Hara Kiri" che faceva delle vignette e degli articoli ancora peggio, le redazioni si sono successe ma lo spirito è sempre stato lo stesso: ridere di tutto e di  tutti, senza filtri, non si rispetta niente e nessuno. Quindi, lo spirito di questo settimanale è questo. Quando c'è stato l'attentato del 7 Gennaio 2015, mi sono stupito nel vedere tanta gente che diceva "Je suis Charlie" e di vestire quelle magliette nere con la celebra frase: come mai si può dire questo? Hanno mai letto il giornale? Sanno veramente qual è la sua linea editoriale, il suo concetto? Visibilmente no, perché quelli che erano "Charlie" più di un anno fa, sono stati i primi a indignarsi quando c'è stata la vignetta sul piccolo Aylan. Allora no, questo periodico satirico non è un paladino della libertà di stampa, Charb e gli altri non sono eroi (con tutto il rispetto che ho per Charb, Cabu, Oncle Bernard e gli altri) ed è da cretini scandire "Je suis Charlie" senza sapere cosa significa. Perché questo giornale è solo una valvola di sfogo in cui si sputa su tutto e si scherza con le tematiche le più gravi, solo per provocare.

    Quando ho visto la vignetta di ieri, non ho riso ma ho capito lo spirito: come tutti i giornali, Charlie Hebdo parla dei fatti più importanti dell'attualità. Quindi, era ovvio che avessero scritto qualcosa sul terremoto del 24 Agosto, ma dobbiamo avere in mente che "Charlie" non è Il Corriere della Sera, Le Monde, El Pais o La Repubblica ed hanno parlato del accaduto seguendo il loro stile e facendo una vignetta cattiva e dispettosa. Ho letto la reazione degli italiani sui social ed i commenti dei lettori sul sito di alcuni giornali italiani: sono arrabbiati ed indignati, ed è normale. Però, quando si conosce Charlie Hebdo, ci si può aspettare solo delle vignette di questo tipo. Non faranno mai un disegno o una prima pagina con un omaggio alle vittime o una raccolta fondi, non è da loro. Non scrivo queste cose per spezzare una lancia in favore di Charlie Hebdo, ma solo per spiegare meglio come la pensa la sua redazione ed i suoi giornalisti. Ho letto in un commento che non avrebbero mai fatto una cosa simile se fosse accaduto in Francia, sbagliatissimo! Se il terremoto (o qualsiasi catastrofe) fosse accaduto nel nostro paese, le vignette sarebbero state uguali: cattive e senza nessun pudore. Purtroppo è così, Charlie Hebdo non fa altro che beffarsi di tutto e di tutti e non solo dei musulmani o del Islam.

    A proposito, molte persone dicono che ci sono state vignette contro i musulmani, contro il Profeta e mai contro il Cristianesimo. Anche lì, è una bufala: da sempre, Charlie Hebdo è ateo, anticlericale e non rispetta nessun credo. L'esempio più recente di una vignetta contro i cristiani è quella intitolata "Le cardinal Jean Vingt-Trois à trois papas" et c'è una caricatura sconcia del concetto della Santa Trinità (non ve la descrivo per non infrangere le regole del forum riguardante le oscenità e per non urtare la sensibilità dei minori presenti). E non parlo del concorso di bestemmie degli anni 70 o 80: come non era più reato bestemmiare, il giornale invitava i lettori ad inventare il peggior bestemmione, oppure la vignetta che parodiava "Quasi Amici " nella quale un ebreo ortodosso spingeva un musulmano in una sedia a rotelle e dicevano "Non beffatevi di noi!" quindi capite che sparano su ogni credo ed ogni concetto religioso, al rischio di provocare forte reazioni da alcuni credenti.

    Quindi, Charlie Hebdo è un periodico satirico che non rispetta niente e nessuno. Dicono del male di tutto e di tutti, specialmente sulle tematiche le più dolorose e sugli eventi più tragici in Francia o al estero. Ma sono fatti così e niente li cambierà, l'unica cosa è di non pensare che sono "eroi" o "paladini" perché non è vero: al massimo possono essere considerati come degli adolescenti che fanno un fanzine in cui si sfogano, disegnano donnine nude e fanno caricature del preside o dell'insegnante d'inglese. Quindi, non c'entra con una satira come quella di Crozza o con le vignette di Bobo. Lo ripeto, non li difendo, volevo solo spiegare un po' meglio la "filosofia" (parolone) del giornale e spezzare il mito che l'attualità ha creato attorno a loro.

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Pirata delle Alpi
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Re: massima libertà per la satira?

La filosofia di Chalie hebdo la conosco perfettamente visto che già all' università si analizzava come fenomeno.
A loro piace essere ironici (se cosi si puo' dire) su tutto e senza filtro ? ok poi pero' non si lamentino delle conseguenze o critiche nei loro confronti e cordialmente vadano a quel paese...
Perchè un conto è portare avanti una satira sensata che dia anche uno spunto di riflessione oppure apra la mente su alcuni aspetti. La loro è solo di basso livello e riflette il piccolo cervello che utilizzano

lonewolf79
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Re: massima libertà per la satira?

Pirata delle Alpi ha scritto:

Ho letto in un commento che non avrebbero mai fatto una cosa simile se fosse accaduto in Francia, sbagliatissimo! Se il terremoto (o qualsiasi catastrofe) fosse accaduto nel nostro paese, le vignette sarebbero state uguali: cattive e senza nessun pudore.

Non sono sicuro se ti riferisci a quello che ho scritto sopra a proposito di chi fa satira che dovrebbe essere pronto ad accettare di essere oggetto di simile satira da parte degli altri. Io non facevo riferimento a quanto accettabile sarebbe stato per loro se ci fosse stata una vignetta simile riguardante un terremoto in Francia, ma se, per esempio, qualcuno avesse fatto una vignetta "satirica" (tra virgolette) riguardante i loro colleghi assassinati. Qualcosa del genere, insomma: duro, senza filtri e non politically correct, ma che avesse Charlie come obbiettivo.

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Yaztromo
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Re: massima libertà per la satira?

Mezzalira ha scritto:

Penso che la vera satira dovrebbe far prima sorridere, poi riflettere ed infine dare una propria morale.
Questa immagine non mi fa sorridere, non mi porta a riflettere sull'accaduto e non trasmette nessuna morale ergo è spazzatura...

Quoto in pieno.

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Anima di Lupo
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Re: massima libertà per la satira?

La seconda vignetta, quella che dice "non è charlie hebdo a costruire le vostre case, ma la mafia" è un tentativo di esimersi dalla responsabilità del cattivo gusto, e secondo me è emblematica e dovrebbe far riflettere (oltre che sui crolli italiani)  sul fatto che forse si son resi conto di aver suscitato un polverone inutile con la loro vignetta. Vignette che per quanto possano essere di cattivo gusto, andrebbero prese senza odio, per quello che sono: disegni.

In questo libro il protagonista sei TU!

LordAxim
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Re: massima libertà per la satira?

@Pirata: come ho già scritto, un conto è la satira, un conto è l' "autoerotismo satirico". Nella seconda categoria ci metto tutte quelle persone che non hanno come scopo quel che dovrebbe essere obiettivo della satira: pensare e dare spunti per migliorare qualcosa, anche in modo feroce e senza filtri. Qui i filtri non ci sono, ma non c'è lo scopo, non c'è lo spunto, che senso ha?
Diverso invece è il discorso dello slogan dopo l'attentato: qualsiasi filosofia segua un giornale, giusta o sbagliata, nessuno merita di essere UCCISO per punizione, al massimo sbugiardato, criticato, insultato o di andare in malora. Chiara l'ipocrisia di molti, che declamano la libertà di stampa e parola quando a venir criticati sono i musulmani e poi si indignano se gli tocchi il Papa, ma capirai che novità...

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Aloona
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Re: massima libertà per la satira?

FinalFabbiX ha scritto:

praticamente in francia questo giornale non se lo caga nessuno

Ma infatti non dobbiamo dare importanza a sta gente

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