Re: Corto numero 1: La Festa
Inizio eccellente del concorso con un soggetto originale, un meccanismo di gioco semplice ma perfetto per la bisogna e un ottimo livello di scrittura. Mi è sorto solo qualche dubbio sull’ammissibilità o meno al concorso e vedo che non sono stato l’unico: tutto sommato la cartella avrebbe potuto avere un numero qualsiasi, però il Natale è sicuramente una festa (con cui possiamo ricollegarci al 20 della Smorfia) e quindi può starci. Ma le cartelle della tombola sono numerate? Non ci gioco da quando ero bambino.
Qui il gioco non è tanto raggiungere un obiettivo o trovare il finale migliore, che non esiste (io ho gradito di più l’epilogo I), quanto esplorare il Cortissimo varie volte finché non ci si fa un’idea complessiva della bella famigliola con annessi e connessi. Il livello di sfida quindi è praticamente nullo, cionondimeno (o forse proprio per questo) rimane una bella lettura e viene voglia di rileggerlo più volte. E in effetti alla fine c’è la possibilità di fare luce su un mistero, anche se nei check e non negli epiloghi.
Nonostante il soggetto sia probabilmente derivativo come ricordato in alcuni dei primi commenti, non mi sembra il caso di penalizzarlo anche perché lo stesso film che avete citato (e che non ho visto) ha a sua volta dei precedenti come Parenti Serpenti, peraltro già citato qui sopra, forse qualcos’altro di Scola e chissà quante altre opere letterarie o cinematografiche. Più che altro, quello che mi è piaciuto di meno di questo primo Cortissimo sono stati il tono leggero virato sullo sfottò dell’introduzione (ma ho visto poi che era giustificato e controbilanciato dal tono grottesco/amarognolo del resto) e l’evanescenza di molti personaggi, che compaiono sulla scena dal nulla – ovviamente si tratta di un pegno da pagare alle dimensioni compresse di quest’anno. E come ho ricordato sopra l’interattiva è quasi solo illusoria, si sposta lo sguardo ma non si agisce, anche se questo escamotage è meno evidente che nel Corto dell’anno scorso coi trattori e ha un suo riflesso nella meccanica di gioco che può portare a epiloghi diversi.
Ancora una volta mi sono indigeste le stigmate di LGC, cioè gli apostrofi e le virgolette da NotePad e non da Word (" invece di “ e ' invece di ’) ma non ne terrò conto per dare il voto, anche perché ho notato che curiosamente dagli epiloghi in poi sono “giusti”. Tutt’al più premierò chi invece userà quelli che mi sono più congeniali.
Voto inviato (a Gabrieleud, ça va sans dire)
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GGigassi
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Re: Corto numero 1: La Festa
GGigassi ha scritto:Forza ragazzi, sotto con la lettura e le recensioni!
Questo Cortissimo è breve e si legge che è un piacere.
C' è tempo fino a domenica 16.. volendo si può aspettare di leggere anche i prossimi tre corti per farsi un idea migliore sul voto da dare
Votiamo In Enciclopedia! Copiate i messaggi prima di inviarli -pericolo slog/perdita dati!-
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sancio
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Re: Corto numero 1: La Festa
Questa nuova edizione inizia bene!
"La festa" mi ha rammentato "Parenti serpenti" e qualche episodio veramente vissuto di un'innocente partita di Monopoly in famiglia che diventa presto una battaglia di Warhammer 40'000 (Lupi Siderali contro Berserker di Khorne, per farvi un'idea). Spero per l'autore che non ci siano elementi autobiografici.
Il Corto è scritto bene: l' ambientazione è interessante e originale, ci si crede davvero nella classica tombola in famiglia, con tutto quello che comporta emi è piaciuta la tecnica con la quale l'autore ha descritto gli altri personaggi e scritto i dialoghi. Però, ho messo un po' di tempo a capire cosa intendeva l'autore presentando le varie scelte e questa è una piccola stonatura. Il regolamento è scritto bene e mi è piaciuto il toco di humour, ahimè, questo non va con i toni tristi e malinconici del resto del Corto. Quindi, una bella narrazione, molto realistica, ma con qualche difetto.
Il sistema di gioco è semplice, ma efficace: numeri romani da trovare e da addizionare per ottenere uno dei finali. Questo va benissimo per un'opera tipo "Cortissimo", ma avrei gradito dei numeri romani nascosti* per sbloccare un epilogo alternativo e dare più pepe al gioco, ma questo è solo un mio punto di vista.
Il tema "Venti" è rispettato, almeno secondo me, perché "20" corrisponde alla Festa nella smorfia napoletana: come tutto si svolge durante la festa di Natale, credo che vada bene.
Amico autore, il mio sesto senso mi dice che questa sia la tua prima opera: puoi esserne fiero perché hai fatto un buon lavoro. Purtroppo, il mio voto non sarà altissimo, ma nemmeno troppo basso.
Voto inviato ad Aloona GabrieleUd
*Come lo feci in "Fermate Monna Lisa!" con la cantante VIXI.
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Re: Corto numero 1: La Festa
Benritrovati amici di LGL, 12 edizioni sono davvero un bel traguardo di questi tempi e il mio primo pensiero va agli Organizzatori di quest'anno, che si sono sbattuti per dare vita alla competizione e continuare la tradizione: avete la mia stima.
Come partenza invece, non poteva andare peggio. Il Corto esce a pezzi dal mio giudizio (personalissimo, per carità. Fortunatamente per l'autore, è piaciuto a tutti, vedo) in quanto, prima di tutto, si ritrova privo di qualsivoglia spirito ludico. La giocabilità è ben al di sotto dei minimi storici, in pratica non esiste. L'andazzo si capisce già dal primo paragrafo quando il rimando neanche formula una domanda. E anche se si capisce che la scelta è voluta perché l'autore ci vuol far immedesimare nel protagonista cavalcando i suoi pensieri, rimane fortissima la sensazione di vagare a caso. Senza gioco (tenere i numeri romani sulle dita è assolutamente superfluo nel senso che, anche se vi è correttezza nell'applicare il metodo, non serve a nulla per raggiungere un'obiettivo che non c'è - il Corto è privo di scopo- e risulta così inutile tenere il conto con le dita: un finale vale l'altro) e senza difficoltà, l'unico elemento che rimarrebbe da valutare sarebbe la trama (a braccetto con stile di scrittura) ma la trama non esiste perché la storia non c'è. C'è solo una "lunga" (si fa per dire, nel senso che è l'unico elemento del Corto) riflessione sull'ipocrisia famigliare. E anche qui, avrei da ridire. Non posso credere che nessuno abbia notato l'esagerazione in senso negativo delle dinamiche familiari. A volte le condizioni sono così tragiche da risultare poco credibili. Ora, se posso capire e pure confermare che le famiglie perfette da Mulino Bianco non esistono, devo anche ammettere che neppure condizioni così tragiche siano frequenti. Tendenzialmente le famiglie hanno bugie e rancori di media entità e casi come questo sono al limite esattamente come la famiglia perfetta. Dunque, o la situazione è quella della famiglia dell'autore (in tal caso, mi dispiace e lascio perdere) oppure l'analisi grottesca di questa situazione mi lascia interdetto perché l'esagerazione che ne esce è eccessiva e trasforma le dinamiche da tragiche a tragicomiche (addirittura lo zio Oscar ridotto a sottrarre senza farsi accorgere a Luna il pandoro! E c'è ben di peggio...)
Ora, già mi immagino le opposizioni alla mia rece negativa: "...ma quest'anno i corti sono così e bisognava risparmiare parole..."
Allora, posso anche chiudere un occhio sulla mancanza del rimando formulato sotto forma di domanda e sulla scarsità di descrizione ma sulla scelta priva di qualsiasi iniziativa decisionale, di interesse e di attrattiva enigmatica proprio no, perché esula dalla definizione intrinseca di librogioco. Non sto pretendendo che mi si racconti di come Ferraguzzo abbia scalato la gerarchia di Gormenghast partendo dalla cucina, e neppure che mi si presentino rimandi articolati alla Fire*Wolf, ma così com'è impostato, l'immedesimazione è assente ed è solo il lettore che, se incuriosito, andrà a vagare in cerca dei pensieri del protagonista. Senza meta e senza emozione. Invece io dovrei sentirmi vivo, immedesimato nell'azione, e dovrei avere un obiettivo che, come già detto, non necessariamente deve essere quello di andare a prendere la Spada del Sole nel Durenor. Qua si è puntato troppo su un risvolto psicologico che non mi convince e mi dispiace dover assegnare un'insufficienza.
Voto inviato a gabrieleud
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Re: Corto numero 1: La Festa
Complimenti all'autore per la scrittura, probabilmente si tratta di un professionista con pubblicazioni alle spalle. In poche righe è riuscito a dipingere un affresco che sembra materializzarsi di fronte ai nostri occhi, e a tratteggiare diversi personaggi ognuno con la sua personalità.
Se si trattasse di un semplice racconto lo promuoverei a pieni voti, tuttavia qui parliamo di Librogame, e la parte ludica/interattiva è troppo deficitaria per dare un giudizio positivo.
Alla fine del bellissimo primo paragrafo, che stavo leggendo ammirato per lo stile, all'improvviso mi viene chiesto di scegliere tra la voce di uno e lo sguardo di un altro (e quest'ultimo nemmeno era stato menzionato... ho riletto il paragrafo un paio di volte per controllare di non essermelo perso).
Devo dire di essere rimasto totalmente spiazzato, e ho dovuto continuare a leggere il corto scegliendo tra opzioni casuali e che non mi dicevano nulla: perché avrei dovuto optare per una invece dell'altra?
Capisco che si volesse dare l'impressione di essere in una festa, e di scegliere di soffermarsi nel particolare che ti catturava di più, ma l'autore secondo me fallisce nel dare solo opzioni passive a uno spettatore che sembra inerme di fronte allo svolgersi dei fatti. Sarebbe stato meglio, faccio il primo esempio che mi passa per la testa, "rubi un pezzo di pizza allo zio o ti versi un altro bicchiere di vino?". Così si avrebbe dato al lettore l'impressione di partecipare anche lui alla festa, di avere un'azione da compiere in cui immedesimarsi un po' e di poter intervenire nel corso degli eventi.
Quindi devo fare una media tra la parte letteraria ottima, sia per lo stile di scrittura, sia per l'idea di fondo, e una parte ludica/interattiva a mio parere scarsissima: il risultato è una sufficienza stiracchiata.
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Re: Corto numero 1: La Festa
Spezzo una lancia in favore dell'attinenza al tema del concorso. Ogni cartella della tombola ha i suoi numeri fissi. La n°20, con i suoi numeri, rappresenta i pensieri, le parentele, le esperienze di vita del protagonista. Per cui non poteva esserci una qualunque cartella al centro del racconto, ma solo la n°20. Ammetto che è un'interpretazione molto originale del tema.
Il corto è ben scritto, l'autore è bravissimo a passare dai toni umoristici a quelli più malinconici.
La carenza della parte ludica non si fa sentire, dopotutto il corto e da subito presentato come racconto a bivi e non come racconto-gioco.
Raffinato, ma non di immediata comprensione, il meccanismo di scelta delle opzioni, basato sul corso dei pensieri del protagonista.
Difetto, ma qui è questione di gusti personali, l'ambientazione minimalista che non è tra le mie preferite.
VOTO INVIATO A GABRIELEUD
La vita è dura per i soldati di ventura.
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