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Re: Corto numero 15: Che bei soggetti...
ATTENZIONE IL TESTO DI SEGUITO CONTIENE SPOILER
Tante buone idee di base, la maggior parte delle quali sfruttate molto parzialmente purtroppo. Partiamo dalle note positive: la progettazione. È stato fatto un ottimo lavoro e si nota: ci sono almeno tre elementi piuttosto innovativi e potenzialmente divertenti. Il tema delle missione al comando di un gruppo di soldati ognuno con delle doti eccezionali è ottimo e come detto da Federico ricorda i mitici Cyborg. Bella l'idea di essere al comando del manipolo e dover gestire i nostri uomini per arrivare a sconfiggere un mega nemico finale ed evitare, nel contempo, imboscate e attacchi da parte delle truppe nemiche. Bella infine anche la trovata dell'infiltrato, che aggiunge profondità al gioco e potenzialmente gli dona tantissima strategia in più.
Tutti questi elementi, per entrare nel ristretto spazio dei Cortissimi 2020, fanno sì che il Corto paghi necessariamente dazio a livello di intreccio e narrazione, ma si tratta di una scelta voluta e deliberata e considerando la natura del lavoro ci sta assolutamente.
Quello che non ci può stare secondo me, e che non mi è piaciuto, è l'evoluzione delle dinamiche costitutive del corto stesso, che tanto mi avevano esaltato mentre leggevo l'introduzione. Tutto è delegato a una deduzione capitale che va fatta a inizio racconto senza avere elementi oggettivi per concretizzarla, ovvero che ogni numero di ogni soldato è legato alla tabella chimica degli elementi e al relativo elemento corrispondente. Il che presume che si giochi o conoscendo gli elementi a menadito (ma bisogna essere chimici) o con la tavola degli elementi sotto mano. Io tale corrispondenza l'ho colta solo dopo varie sessioni di gioco e quindi mi sono rovinato completamente il racconto. L'ho percepito quindi con più lati negativi che positivi e in particolare:
1) L'idea del gruppo di soldati con diverse caratteristiche rimane puramente teorica. Ne veniamo a conoscenza in forma nebulosa solo una volta compiute delle scelte, le maggior parte delle quali si rivelano letali o comunque non utili.
2) Per motivi analoghi la gestione dei personaggi funziona poco. Non abbiamo modo di capire quale caratteristica contraddistingue ciascuno dei nostri uomini se non dopo averlo mandato allo sbaraglio a caso, facendolo spesso ammazzare. Tutta la componente tattico-strategica scompare e la sessione di gioco si riduce completamente a un choose and try del tutto casuale senza alcun elemento per discernere, o almeno tentare di dedurre, a priori, quale possa essere la scelta migliore. Credo che l'autore avesse in mente all'inzio qualcosa di ben più ambizioso e articolato, ma si sia poi inceppato a causa di motivi contingenti. Forse lo spazio troppo ridotto ha influito?
3) L'infiltrato, come detto, è un'idea geniale, ma che naufraga. Non abbiamo un'idea chiara di quanti soldati siano alle nostre dipendenze (tutti gli elementi della tavola periodica?) per cui alla fine l'unico modo di venirne a capo è fuggire al cospetto del titano finale e imbroccare tre lanci fortunati con la moneta. Un'evoluzione che, oltre a essere statisticamente improbabile (il reiterato uso di dinamiche 50 e 50 nei racconti mi piace poco in generale) è anche un po' sminuente considerata la premessa che parlava di una modalità di gioco alternativa.
Spero che l'autore non se la prenda leggendo questa mia disamina: ci sono rimasto male perché le premesse erano ottime e l'idea della tavola degli elementi veramente geniale. Manca qualcosa perché il tutto funzioni però: sicuramente un po' di spazio in più e poi probabilmente una strutturazione dell'avventura più rigorosa e articolata, che consenta all'appassionato di comprenderla in tempi più rapidi cogliendone le particolarità. Alla fine della fiera il titolo che ti era venuto in mente all'inizio, caro autore (Che begli elementi) funzionava di più e sarebbe stato d'aiuto: peccato tu ci abbia ripensato.
Alla luce della geniale idea di fondo e dell'ottima fase di progettazione il mio giudizio sarà comunque superiore alla sufficienza: rimane un po' di amaro in bocca però e quella sensazione di grande occasione non sfruttata completamente.
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Re: Corto numero 15: Che bei soggetti...
GGigassi ha scritto: Soprattutto se vai direttamente all'ultimo post del thread e quindi devi vederlo per forza. E anche se scorri rapidamente o vai subito giù con la sbarra spaziatrice può capitare che ti caschi l'occhio su quelle due o tre paroline (o anche una sola) che rivelano troppo!
Mi sembrano tutte patetiche scuse caro Ggigassi. Perché non ammetti onestamente che vuoi a tutti i costi farti spoilerare i racconti?
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Re: Corto numero 15: Che bei soggetti...
Prodo ha scritto:GGigassi ha scritto: Soprattutto se vai direttamente all'ultimo post del thread e quindi devi vederlo per forza. E anche se scorri rapidamente o vai subito giù con la sbarra spaziatrice può capitare che ti caschi l'occhio su quelle due o tre paroline (o anche una sola) che rivelano troppo!
Mi sembrano tutte patetiche scuse caro Ggigassi. Perché non ammetti onestamente che vuoi a tutti i costi farti spoilerare i racconti?
Ecco, tipo adesso, scorrendo rapidamente il testo mi hai spoilerato che ti rivolgevi a me
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GGigassi
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Re: Corto numero 15: Che bei soggetti...
Questo Cortissimo mi è piaciuto. L’ambientazione “militarista” non è tra le mie preferite, ma non ha pesato più di tanto. Lo stile è secco e conciso, ma immagino che voglia essere coerente con la secchezza degli ordini che vengono dati ai (super)soldati in missione, almeno da quello che si vede nei film e nei telefilm. Molto originale e di classe la scelta di “intitolare” i paragrafi-chiave, magari è una cosa già vista in alcuni librogame ma per me inedita. Buona anche la scelta stilistica di iniziare ogni paragrafo in cui si usa un soldato col suo numero/nome, anche se confesso che ho dovuto farci l’occhio un po’ prima di abituarmi al meccanismo.
La “storia” di per sé è semplice ma offre varie diramazioni e alla fine anche un bel boss di fine livello.
L’interpretazione del 20/venti è stata geniale, seconda forse solo a quella del G20.
Purtroppo, però, mi sembra che il Cortissimo non abbia sfruttato proprio al massimo le sue potenzialità: basta vedere come le pagine di “gioco” siano solo 5 invece delle 6 massime, scommetto che sarà l’unico quest’anno!
E poi il gioco su cui si basa il Cortissimo è roba da iniziati, come trovata piacerà agli studenti di ma gli altri non so quanto possano capirlo/apprezzarlo. Dopo vari tentativi ho solo capito che i numeri più bassi erano più leggeri mentre quelli più alti erano più pesanti, ma i riferimenti all’avvelenamento o alle reazioni chimiche mi hanno un po’ confuso. Ma forse era proprio quello che voleva l’autore. Va poi detto che, ricollegandomi al discorso che facevo prima sulla sua brevità, questo Cortissimo avrebbe potuto beneficiare di una struttura un po’ più articolata: di spazio non ne mancava. Già così “funziona” bene, ma qualche altra diramazione avrebbe giovato alla longevità che comunque è già elevata. La “falsa pista” iniziale mi pare comunque un po’ una bastardata gratuita, che a sua volta avrebbe potuto essere sostituita da qualcosa di più corposo.
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