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Re: Corti 2023 - Fuori concorso
CAPPUCCETTO ROSSO NEL REGNO DI ANNONOTUIA
Un’ambientazione suggestiva ed evocativa, una protagonista che secondo me viene resa molto bene nel suo approcciarsi alla vita adulta e all’“Onore”. È entusiasta per ciò che la aspetta e molto propositiva, ma al contempo è ancora un po’ imbranata.
Immagino che l’autore sia nuovo del settore e quindi abbia voluto mettere nella sua opera più roba possibile (enigmi, parole-chiave, una certa levatura letteraria, loop come quello della bici, ecc.) piuttosto che concentrarsi su un solo aspetto e lavorare al meglio quello. Penso sia una cosa in cui tutti o quasi possiamo identificarci se ripensiamo ai nostri esordi nei Corti.
Le dinamiche di gioco presentate all’inizio mi sono piaciute, anche se i limiti della parola-chiave sembrano essere stati impostati per evitare che uno scegliesse parolacce (ma ci sono riuscito lo stesso ). Non mi pare siano difficili da ricordare, più che altro ho trovato che le Caratteristiche siano descritte in maniera fuorviante: una persona veloce non è necessariamente sbrigativa o iperattiva, e per carisma si intende il magnetismo personale e l’autorevolezza. Ma in effetti se in questo mondo le cose funzionano così l’autore ha fatto bene a specificarlo.
Dopo un esordio promettente confesso di essere rimasto assai frustrato nel non riuscire ad andare avanti da nessuna delle due parti (che poi sarebbe una sola ma se si sceglie una strada tocca affrontare un enigma in più). Stupido io, certo, ma mi auguro che quella “E” che in realtà è un 3 abbia dato da pensare anche ad altri leggiocatori… invece all’enigma del paragrafo 16 avrei dovuto semplicemente capire prima che lo specchio può riflettere anche dall’alto e non solo di lato.
Da lì è stato tutto terreno in discesa però alla torre non ho capito bene quanti e quali mattoni devo contare… il disegnino in calce dovrebbe aiutarci, ma si parla di facciata destra: è quella che vediamo nell’illustrazione grande e quindi li contiamo tutti oppure essendo la facciata destra contiamo solo i due che si vedono appunto a destra?
Alla fine se si sono colti gli indizi giusti (ad averli trovati, ovviamente) finire il Corto non è molto difficile. Mi sono piaciuti i mezzi con cui l’autore ha artatamente aumentato la durata della leggiocata (simpatica la bicicletta, ma anche le “finte scelte” di certi paragrafi sono funzionali) mentre le instant death assolutamente casuali non mi sono parse una grande trovata.
La padronanza di lessico e sintassi è dignitosa ma non al livello delle grandi trovate dell’autore, e più di un paragrafo è legato a un altro in maniera artificiosa (sin dall’inizio: dal 59 al 44), il leggiocatore deve collegare autonomamente una scena con un’altra. Niente di male, se non fosse per la frequenza con cui questo accade. Piccolo appunto: ho trovato pessima la scelta di mettere una numerazione alle pagine, che può confondersi con i numeri dei paragrafi. Mi pare che il tema del viaggio sia stato centrato, sia in senso fisico che soprattutto nel senso di viaggio iniziatico.
IL CARTOGRAFO SCOMPARSO
Può darsi che l’autore abbia prodotto il Corto in quattro e quattr’otto e che per lui non sia stato assolutamente laborioso né documentarsi né realizzare le illustrazioni, ma l’impegno che entrambe le attività lascerebbero intendere mi fa veramente rimpiangere che non sia stato ammesso in concorso.
La storia è affascinante e il meccanismo di gioco è semplice e intuitivo, io devo ancora capire come si mettono i link nei disegni. Forse il gioco è un po’ troppo facile e si può “perdere” solo per distrazione o perché non si sono scandagliati per bene gli ambienti. La storia è lineare e presenta un unico percorso, da sbloccare selezionando la scelta giusta che ci permette di accedere alla sequenza corretta, cosa che come è stato deliberato in altri casi analoghi dei concorsi passati fa di questo Corto un librogame vero e proprio. E comunque oltre alle instant death alla fine c’è il passaggio fondamentale della scelta morale. La prosa è decisamente felice pur con qualche refuso e imprecisione lessicale (un popolo non può essere “sontuoso”). Il viaggio è sintetico, ma c’è.
IL CONCORSISTA
L’incipit più bello della storia dei Corti e forse di tutta la letteratura mondiale. Altro che “Mi chiamo Walter Siti, come tutti”. Esilarante lo scherzone dei dadi nel regolamento. Riscalda il cuore vedere che qualcuno ci seguiva (e ci apprezzava?) in silenzio per poi omaggiarci con questo Corto. Ma ovviamente non ho molti titoli per parlare visto che per ragioni di anagrafe forumistica non sono tra gli omaggiati.
Purtroppo però l’arguzia del Corto si stempera presto in una struttura poco entusiasmante. Non è un eufemismo: è funzionale, già vista in molti altri Corti, ma non entusiasmante: si scelgono anni e/o numeri e senza alcuna logica apparente (nessuna che io sia riuscito a cogliere, almeno) si possono perdere dita o mettersi la mano in tasca od ottenere il plus – e ovviamente ho gradito con cosa lo si ottiene, anche se è frustrante che l’autore lasci intendere di sapere chi scrisse “quel” capolavoro e io lo ignoro tuttora.
Non penso che l’autore volesse ottenere chissà quale risultato, ha solo voluto fare un omaggio al concorso dei Corti. D’altra parte ha usato solo 15 delle 23 pagine disponibili. E il viaggio non lo si vede poi molto.
Ah: in italiano si dice “ehi”, non “hei”…
Questo lo avete escluso perché ha definito “ciofeca” Squilibrio, eh?
IL NOSTRO PROSSIMO VIAGGIO
Purtroppo dal bastiancontrario che sono (ma anche sospettando qualche colpo di scena che io avrei messo) ho rifiutato subito il “viaggio” e quindi mi sono spoilerato il perno attorno cui ruota il Corto.
Prima di questa guasconata, mi ero fatto l’idea che il Corto vertesse attorno alla scontata metafora del viaggio come avvicinamento alla morte, e se così fosse stato l’avrei trovato assai banale. Lo stile evanescente mi ha ricordato alcuni Corti come quello della storia rivissuta dal protagonista con un sacco di finali/parole-chiave e soprattutto quello della foglia.
La vicenda si svolge in maniera meccanica e straniante e tutto l’interesse che avrebbe potuto avere si consuma nella consapevolezza che probabilmente non è altro che uno sviluppo dell’altro Corto IA che abbiamo letto sul Magazine, quindi senza nessuna sorpresa. L’idea che da molti paragrafi tutte le scelte portino al 42 è molto bella, finché non ci si accorge appunto che è stata già usata in tanti altri paragrafi!
La revisione non è stata sufficiente a correggere alcuni errori (appena li ritrovo li segnalo) e la IA ha fatto almeno un collegamento azzardato, quando dal contadino del 4 (in esterno) possiamo andare al 43 (che descrive un interno).
Difficile valutare un Corto del genere, in concorso non sarebbe sicuramente stato nella mia rosa dei candidati al podio, ma mi chiedo cosa sarebbe potuto venirne fuori se l’autore avesse dedicato più spazio all’elaborazione del Corto che non alla spiegazione della sua realizzazione.
Mi riservo di approfondire ancora un po’ questi Corti. Devo dire che se questo fosse stato un “girone” del concorso avrei avuto molta difficoltà a scegliere quale Corto premiare tra il primo e il secondo.
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GGigassi
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Barone del Sole
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Re: Corti 2023 - Fuori concorso
GGigassi ha scritto:Pallo ha scritto:PS @GGigassi non vedo l'ora di leggere la tua recensione al mio corto di quest'anno!!! :-D
Ma quest'anno non è più necessario mettere una recensione, giusto? Si dovrà solo giustificare la propria preferenza tra i tre Corti.
Beh tecnicamente no, però, considerando che si dovrà comunque argomentare la propria scelta, credo che molti si orienteranno sul recensire tutti i tre Corti del 'girone', anche se magari in modo meno strutturato degli anni passati e, ovviamente, senza voto. Forse è il modo migliore, anche per offrire a tutti i partecipanti un riscontro sul proprio lavoro...
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Pallo
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Iniziato
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Re: Corti 2023 - Fuori concorso
Buonasera!
primo post sul forum per me
Partecipo per dare il mio feedback ai racconti esclusi. Inizio col primo. Poi, man mano, farò un post per ognuno.
Cappuccetto Rosso nel Regno di Annonotuia
E' chiaro che la penna sia acerba. Per storia, scrittura e game design.
Per il game design in realtà posso "perdonarla" perchè scegliere pochi e buoni elementi in un Corto non è facile, e sono sicuro che vi era l'intenzione di provare diverse meccaniche. Consiglio: la prossima volta, meglio scegliere solo una di queste meccaniche.
Per la storia noto si parla di una rivisitazione in chiave fantasy di Cappuccetto Rosso. Non è di per sè un male, e anzi mi sono piaciute delle cosucce come il colore del mantello, ma per il resto l'ho visto molto "clichèttoso" (l'Onore, gli Arcani Magici, la Druida, la Foresta). Se si sceglie di usare un tropo come la fiaba di Cappuccetto, mi sarei aspettato il resto molto distante dal classico fantasy di redenzione per l'acquisto di poteri.
Per la scrittura noto i classici errori di stile di chi sta imparando ma non è ancora esperto: i dialoghi enunciati in stile "biblico" (ti parla apertamente: discorso); uso di "," e ";" un po' scombinato (anche la tua mantella, non è più bianca); uso eccessivo dei ! (il pdf me ne trova 49). Non mi addentro in argomenti più complessi come l'introspezione del personaggio e/o la soggettivizzazione del testo.
Riassumendo, il mio consiglio è sicuramente quello di proseguire e di non mollare. Nonostante abbia indicato diverse cose che non vanno, sono sicuro che, con il tempo e lo studio, questa penna possa riservarci grandi sorprese. Cerca un bel manuale di narrativa (o segui uno dei tanti writing coach che si trovano sul web), leggi tanti librigame e non mollare!
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TinenTweeni
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Manuele Giuliano
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Re: Corti 2023 - Fuori concorso
Il cartografo scomparso
Innanzitutto complimenti all'autore/autrice per l'impegno. Personalmente non sarei assolutamente in grado di porre questa attenzione al comparto grafico. Purtroppo, non è la sola cosa da valutare all'interno di un Corto.
Come per l'altra recensione, mi esprimerò su Storia, Stile di scrittura, game design.
Nota: per "game design" intendo anche la struttura e i bivi, e non solo enigmi/meccaniche di risoluzione.
Storia: semplice, lineare, anche questa molto cliché. Fino a circa metà mi sembrava il più tipico dei Tomb Raider, ma per fortuna qui il padre non era morto. Sarà che probabilmente io apprezzo le storie più originali, oppure, in alternativa, una storia lineare ma con un protagonista non stereotipato... ma qui purtroppo ho trovato una storia classica e una protagonista stereotipata. Nota positiva: ho notato un grosso studio di fonti (nomi precisi e studiati, ho apprezzato).
Stile: mi è piaciuto. Semplice, abbastanza soggettivizzato. Qualche errore qua e là (occhio alle d eufoniche, una te l'ho sicuramente beccata), a volte parecchio esterni dal punto di vista, ma si leggeva liscio.
Game design: il masso che non gli ha permesso di restare a galla.
Non c'era una biforcazione che fosse una: Enigma-risoluzione, enigma-risoluzione. Il finale mi dava 3 opzioni, ma era troppo tardi: avevo già perso interesse a causa della mancanza di scelte reali.
Carini invece gli enigmi proposti.
Riassumendo: Serviva davvero poco perché questo testo brillasse: una bella virata all'approccio a bivi e avrebbe ottenuto un ottimo risultato, ne sono certo. D'altronde sbagliando si impara, e come dico sempre: se non sbagliassimo mai, non avremmo nulla da raccontare
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Manuele Giuliano
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Re: Corti 2023 - Fuori concorso
Il concorsista
Vabbè, mi ha fatto spaccare dal ridere. Mi sembra come quell'alunno che sì, prende 2 nell'interrogazione, ma ha fatto schiantare dal ridere tutti, professore di italiano incluso.
Un'idea divertente, che chiaramente non poteva rientrare per sua natura all'interno del concorso, ma che, credo io, all'interno di una votazione popolare non sarebbe andato più di tanto male. Passiamo ai soliti Storia, Stile, Game design:
Storia: comica, autoreferenziale, senza capo ne coda. Un twist di eventi sparati qua e là tutti molto ironici e divertenti.
Stile: La storia si legge bene, niente da dire. Sicuramente la penna ha già scritto parecchio in passato. Certo, quella " gl' ", come anche "hei" mi hanno fatto un po' rabbrividire, ma ho avuto la sensazione che fossero volute, e non messe per errore.
Game design: meccaniche totalmente fini a sé stesse senza alcuna logica. Ammetto che non mi facevano nemmeno molto ridere, proprio per il loro essere sconclusionate. La struttura in realtà buona dal mio punto di vista.
Riassumendo: come scritto dai giudici, sono convinto che l'autore/trice volesse dare un omaggio in chiave comica all'evento, senza l'interesse a vincere la competizione. Sono sicuro che non sia una penna alle prime armi, e che abbia scelto appositamente questo stile scanzonatorio per farci strappare una risata.
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TinenTweeni
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Manuele Giuliano
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