Ok, eccoci al momento che tutti attendevamo: la risposta-fiume dell'autore. Tenetevi forte e preparatevi a leggere!
Rygar ha scritto:
Ma è incredibile: una pagina di regolamento, una per la scheda e due di prologo. Dopo quattro corti "sopra le righe" (nel bene e nel male) eccone uno che sembra uscito dalle vecchie edizioni. Comincio a respirare.
Scusate se inizio a fare il marpione da subito...
GGigassi ha scritto:
ehm... "Un ottima ragione" senza apostrofo
Correggo.
GGigassi ha scritto:
penso di aver capito il gioco di parole del titolo: simpatico.
La gente se lo chiedeva fin da quando erano stati rivelati i titoli.
GGigassi ha scritto:
Eh eh... una citazione da Nathan Never
Forse la Whydka...?
ulnar primo ha scritto:
lo stile narrativo è bello non c'è nulla da dire,anche se son presenti numerosi refusi di punteggiatura e/o battitura
Ok, mi metterò a correggerli.
ulnar primo ha scritto:
tuttavia a mio avviso le cose buone finiscono qui,mi sono molto annoiato dopo i primi paragrafi a causa dello stile descrittivo eccessivo in un qualcosa,che vuole essere divertente,insomma sembra piu un romanzo che un gioco e le scelte sono spesso obbligate,in piu il finale mi ha deluso moltissimo arriva nel pieno dell'azione come niente fosse?boh
Mi pare di capire che la parte ludica non sia all'altezza. Però poi dici che non ami nemmeno lo "stile descrittivo eccessivo", eppure poco prima affermi che "lo stile narrativo è bello". Una critica come questa non mi aiuta troppo a crescere...
Cripper ha scritto:
Qualcosa mi dice che questo corto piglierà tanti bei voti e quindi siete tutti liberi di insultarmi, ma io sono un amante dei librigioco, e pretendo che in un concorso di librigioco si dia spazio alla parte interattiva, che qui non manca, ma è davvero poca.
Dopo l'ennesimo paragrafo terminante senza una scelta (un bivio se preferite), mi sono chiesto: "Ma quanti paragrafi sono così?". Ebbene, ne ho contati ben 37, e se ad essi sommiamo il paragrafo che porta all'epilogo e quelli dove si muore, ne risulta che meno della metà dei paragrafi ti concede di fare una o più scelte.
In poche parole, mentre leggo non mi sento per niente attivo, sembra tutto già deciso fin dall'inizio, non sono più l'interprete di un personaggio, ma un semplice spettatore.
In realtà, come dimostrato altrove, i librigioco hanno circa il 40% di paragrafi con opzioni. Non credo che sia poi così costruttivo mettersi a contare tutti i paragrafi che terminano con "vai al X".
Cripper ha scritto:
L'ambientazione mi ricorda quella di Nathan Never (che adoro) ma lo stile narrativo, specialmente nei dialoghi, scimmiotta un po' le scene parlate dei film di Quentin Tarantino, ma soggettivamente non ho mai riso a nessuna battuta e le numerosi parolacce alla fine mi hanno stancato.
Questa affermazione è interessante: io di Tarantino ho visto solo "Pulp Fiction" e "Grindhouse - Deathproof". Magari sono stato inconsciamente influenzato da altri autori/registi, a loro volta ispirati da Tarantino.
mark phoenix 79 ha scritto:
segnalo un piccolo errore
nel paragrafo 2
si apre un bivio puoi andare al 43 o al 75
in verità dal 75 ci si è già passati ad inizio libro
se si gioca su file il problema non si pone infatti il link è giusto e ti porta al paragrafo 17
se invece si gioca in versione cartacea non puoi andare avanti (tra l'altro sei praticamente alla fine).
Ok, lo correggo subito!
Charles Petrie-Smith ha scritto:
C'è un punto in cui questo Corto cade in quello che secondo me è un tipico errore dei librogame troppo guidati:
al paragrafo 65 (obbligatorio se ho controllato bene) in cui viene deciso dall'Autore che dobbiamo per forza andare a casa di Larry (sebbene a mio avviso non c'è nulla che ci costringa) e, ancora più inspiegabilmente, ci viene detto che "non puoi certo prendere la metropolitana". Le possibilità per giungerci sono tante (essere in possesso dei 10$ per il taxi non è certo difficile - puoi averli presi da Larry, dal cadavere del sicario ed è persino possibile arrivare a questo punto senza aver speso nulla del proprio gruzzolo iniziale, e comunque anche se ne siamo sprovvisti ci sono altri mezzi), ma non è questo il problema, bensì che questa non giustificata ma assoluta necessità di andare a casa di Larry, e di arrivarci in fretta, è tale da farci addirittura morire di fatica se per caso siamo costretti ad andarci a piedi e non disponiamo di cocaina per sostenerci. Francamente ciò è gratuito e pretestuoso: la nostra vita non è in gioco se non dovessimo riuscire ad arrivare in tempo. Una ID che l'Autore voleva ma non ha saputo motivare e rendere necessaria e coerente
Il problema c'è e cercherò di correggerlo in una seconda stesura. Devo certamente fare capire che Jake prende la faccenda "sul personale" e intuisce che il misterioso chip sta per essere rubato, perché i sicari sono contemporaneamente allo Slammer e a casa di Larry (dopo tutto anche lui sa come vanno "certe cose"). Sulla metropolitana è colpa mia: avrei dovuto spiegare che non ferma da quelle parti o cose simili.
Devo però precisare che non si muore di fatica, come dici: il paragrafo afferma chiaramente che si perdono i sensi.
L'ultima cosa che senti prima di svenire è l'odore di pesce marcio.
Adriano ha scritto:
Ho però trovato qualche passaggio che, probabilmente, andrebbe rivisto:
- al 40 si scopre un personaggio di nome Mac, e si dà per scontato che lo si conosca, ma in realtà ci sono percorsi che non te lo fanno incontrare proprio;
- al 40 una macchina sgomma, al 38 frena: qualcosa stride nella descrizione;
- al 2 c’è un errore in uscita (non 75 ma 17)
Ottime osservazioni: correggerò tutto per rendere il testo più scorrevole.
Adriano ha scritto:
L’avventura procede più o meno nello stesso modo in tutte le partite: arrivo al locale, aggressione, fuga, arrivo a casa di Larry. Le varie scelte che si possono compiere cambiano davvero poco la trama: mi sarebbe piaciuta maggior variabilità, più ambienti e situazioni che cambiano a seconda delle scelte, invece tutto sembra ben delineato (l’esempio più eclatante è quello della risposta a Larry: sia che accettiamo, sia che rifiutiamo, ci troviamo comunque a fuggire verso casa sua).
Insomma, mi sarebbe piaciuto poter scegliere qualche azione diversamente, soprattutto nei casi in cui non intendo accettare la proposta di Larry.
Lo so, è questo il punto debole. Avendo molti più paragrafi a disposizione avrei potuto fare percorsi "alternativi" come in ogni LS, purtroppo qui ho dovuto "forzare l'azione". L'unica sarà mettere una spiegazione sul fatto che la faccenda sia diventata personale.
Aloona ha scritto:
Parto col dire che non sono molto d'accordo con te, Adriano, riguardo il cambiamento di Jake: mi sembra plausibile che anche un uomo dal carattere scazzato e apparentemente indifferente a tutto, nasconda qualcuno capace di incazzarsi di brutto alla morte di un amico e soprattutto contro chi gli spara addosso.
Insomma, IO personalmente mi stranirei parecchio.
Ecco, è esattamente quello che intendevo io.
Aloona ha scritto:
Il linguaggio l'ho trovato perfettamente adeguato al contesto e non lo paragonerei a Tarantino, che eccede quasi continuamente anche senza senso, mentre qui abbiamo più a che fare con un gergo da film americano di genere action medio. Lo stile di scrittura è a dir poco godurioso, dal mio punto di vista: pulito ma dettagliato, incalzante, si vede che c'è la mano di uno pratico in questo genere di racconti e che sa come trattare una scena adrenalinica, così come un personaggio quale Jake, lasciandoci intuire il suo passato con pochi cenni mirati e funzionali. Certo, c'è da dire che siano tutti personaggi molto standard e classici del genere, ma ciò non significa che sia automatico renderli "vivi".
Grazie mille!
Aloona ha scritto:
Peccato mortale per quei refusi sparsi (vedi "Rigurardati", ecc.) e per il rimando sbagliato del 75/17. Autori, mannaggia, perché non rileggete BENE prima di inviare, specie quando inviate buoni racconti? Comunque, non sono tanti e così gravi (=non sono errori di GRAMMATICA, ma un paio di refusi banali; inoltre nella versione online il link è comunque corretto) da far calare il voto drasticamente o anche solo molto.
Correggo, correggo tutto!
Aloona ha scritto:
Ad esempio, quando fuggiamo dalla killer e non abbiamo la sintecoca. Beh? Tutto quel bordello per riscattare il nostro amico (o fare un sacco di soldi), rischiamo la pelle già dal bar, si presuppone quindi che siamo pronti non dico a tutto ma a MOLTO... e poi ce ne andiamo semplicemente a casa con la coda tra le gambe? Eh no, almeno aggiungimi una postilla, se proprio vuoi metterci una fine, che non finisce qui, che torneremo più belli e più incazzati, che avremo tempo per riorganizzarci (magari reclutando ancora quel simpaticone del buttafuori), quel che vuoi... così mi delude un po'.
Sì, quel finale lo ho aggiunto per ultimo, volendo dare un secondo utilizzo alla Sintecoca. Ci devo lavorare.
Aloona ha scritto:
L'Epilogo, avrei preferito almeno un accenno su cosa contiene sto maledetto chip, anche se non sta scritto da nessuna parte che i compratori debbano dircelo, ma insomma... tanti morti, amici nostri per giunta, e un tipo come Jake non pianta un poco i pugni per sapere qualcosa? Intanto, per pura pignoleria, faccio presente all'autore che avrei fatto sparire il chip nel cassetto solo DOPO la consegna dei soldi: pensaci, sei un agente che ha intenzione di far soldi con un chip rubato e sei di fronte a un corporativo senza scrupoli (come tutti, praticamente) e gli dai il chip prima di vedere la grana? Ci mette cavoli a farlo sparire e piantarti un colpo in testa o dire "Chip? Quale chip?". A dire il vero, potrebbe piantarti lo stesso una pallottola dopo la consegna, appena ti giri, e riprendersi i soldi... a voler proprio renderla realistica, avrei sfruttato di nuovo la figura del buttafuori come protettore per la consegna.
Su questo si può lavorare, senza dubbio. Io intendevo che al compratore interessasse riavere il chip e che i soldi non fossero un problema per lui, fintanto che qualcuno glielo riportava. Larry & Gentile Signora sono stati flatlineati perché volevano rendere pubbliche le informazioni su di esso, quali che fossero; Jake non ha di questi problemi.
Il fatto che il contenuto rimanga segreto è voluto.
Aloona ha scritto:
Ah... dimenticavo: il gioco di parole del titolo è assolutamente una figata.
Sono partito da lì per scrivere la trama!
Charles Petrie-Smith ha scritto:
Ci sono anche due minuzie che mi hanno fatto storcere un po' il naso: la gestione e il valore del denaro (sulla quale ho già scritto) e dei Punti Vita: ho capito che Jake è un rottame con problemi di vita insalubre che si rivela però molto più tosto in caso di scontro fisico violento, però che dover andare a piedi al bar ci faccia perdere "1 punto di Energia Vitale" (ma non si chiamavano Punti Vita?) e un colpo di pistola al fianco solo 3 è un po' troppo irrealistico.
Sì, soldi e vita sono sempre un problema per me e non riesco mai a bilanciarli. Potrei aumentare le perdite per ogni ferita, alzando quindi leggermente la difficoltà.
Charles Petrie-Smith ha scritto:
L'epilogo, infine, non mi ha entusiasmato: non perché anticlimatico o per la voluta sgradevolezza dei comportamenti (tutti elementi che ci stanno, nel genere) ma per l'eccessiva facilità - e senza meccanismi di protezione - con cui avviene lo scambio del famoso chip per il quale non si è esitato a mandare dei sicari a commettere un (e potenzialmente di più) omicidio in pieno giorno in un locale pubblico
Ok, devo rendere il tutto più "idiotproof".
Aloona ha scritto:
Se vedo anche bene Jake a rischiare la pelle in combattimento, non fosse altro che per reazione, una fine così stupida non sarebbe da lui. Mettiamola così: ho detto che il correre a casa dell'amico non mi è parso esageratamente forzato, se gli si da una certa interpretazione emotiva, ma senza quel paragrafo specifico sarebbe molto meglio.
Sì, ma ripeto: Jake perde i sensi per lo sforzo e non muore.
Mornon ha scritto:
Come dicevo, a me è piaciuto molto. Però, una delle cose che sembrano piaciute a molti altri qui non ha invece del tutto la mia approvazione: ovvero l'antieroe sfondato di mazzate, cinico, sboccacciato, sociopatico all'inverosimile. Secondo me è un tipo di personaggio che ormai stufa un po', specialmente se continuamente portato alle estreme conseguenze, come qui. Mi sa un po' di "mal scritto".
Un antieroe simile è (per citare una storia contemporanea e paragonabile a questa) il detective cinturiano di The Expanse: il cinico bastardo che sembra tale, ma poi durante la storia mostra più sfaccettature e motivazioni e risulta credibile.
Capisco bene ciò che dici: arrivo in ritardo di per sfruttare questo stereotipo. Ho cercato di rendere Jake il più sgradevole possibile (vedi anche il "tradimento" finale) senza cercare qualità che lo redimessero, per evitare il "duro dal cuore tenero".
Mornon ha scritto:
Questo invece per me è troppo macchiettistico, un po' come il mondo in cui si muove. Se l'intento vuole essere parodistico - però - la cosa non si capisce molto...
No, purtroppo non volevo scrivere una parodia.
FinalFabbiX ha scritto:
Forse non un'avventura scritta da un giocatore di ruolo rodato, ma in fondo che i Librogames siano libri gdr con le descrizioni è vero solo a metà: questo è uno splendido esempio che dimostra come la narrazione possa e debba prevalere sulla parte ludica in certi contesti.
In realtà io ho giocato pochissimo di ruolo, ma solo perché ero il Master.
Dario III ha scritto:
In secondo luogo, è davvero troppo breve (e anche facile). Non sono di quelli che deve scervellarsi su un Corto un'intera settimana per essere contento, però questo l'ho finito alla prima passata in circa 15 minuti (lo giuro), e me ne sono bastati altrettanti per esplorare (velocemente) tutte le diramazioni. Spesso (quasi immancabilmente) poi l'autore ci avverte enne volte prima di "colpire"; dare qualche indizio è sacrosanto, però oltre un certo limite mi sento trattato come un bambino:
Qualcuno può davvero non capire che la ragazza non è la fidanzata di Larry? Io non lo credo, c'è una sequela eccessiva di luminosi indizi.
Insomma, un po' troppo breve, facile, lineare, "telefonato".
Eppure qualcuno ci è riuscito. A non capirlo, intendo.
Comunque sì, sono troppo "buono". QUesto accade perché penso sempre a me bambino e vorrei scrivere un librogioco che si potesse finire anche senza barare.
Dario III ha scritto:
Se gli interessasse un mio parere, consiglierei all'autore di mantenere stile e ambientazione (sono molto buoni!) e creare una struttura più articolata e giocabile; in alternativa, di lasciar perdere l'idea di librogame e scrivere un divertente racconto amarcord, che sarà molto amato da me e da tanti altri appassionati come me.
La risposta è "sì" a entrambe le proposte. Vedi sotto.
Anima di Lupo ha scritto:
Non ho invece gradito un passaggio:
L'utilizzo in senso dispregiativo al p.21 del termine "negra", ormai in disuso da più di un secolo e fuori luogo se non per offendere un donna di colore. D'accordo che magari nella Seattle del 2031 è tornata in auge la segregazione razziale e comprendo anche che il pensiero di Armitage (che comunque nel testo non viene descritto come razzista o particolarmente violento/xenofobo) non è quello dell'autore però il regolamento vieta espressamente contenuti razzisti. Nulla di particolarmente grave ma io, nel mio Corto, non l'avrei messa a meno che non avessi scelto come protagonista un adepto del
Ku Klux Klan della Virginia negli anni '60. Armitage non è così però, dunque quella parola buttata lì mi pare fuori luogo. Nessuna polemica o rancore con l'autore, ovviamente.
Nessuna polemica, ma non condivido la critica. Jake è volutamente maleducato e ama offendere Larry (lo si vede dal primo scambio). L'utilizzo del termine "negra" è solo questo: magari non ha nulla contro la gente di colore, ma sa che l'amico si risentirà.
Tra l'altro "negro/a" è una parola tutt'ora in uso, almeno dalle mie parti.
babacampione ha scritto:
Ah, molto intrigante il personaggio di Armand, buttafuori che mi ricorda tanto un mio amico.
Mi sarei profondamente offeso se tu non lo avessi riconosciuto, vecchio editor di mille avventure!
johnny83 ha scritto:
1. I troppi dialoghi, lunghi e contenenti spesso informazioni non fondamentali per il proseguo della storia, che spezzano il ritmo e anche l’atmosfera.
Mi dispiace che ti abbiano fatto questo effetto: io li avevo inseriti per creare atmosfera. Le informazioni sono "non fondamentali" perché c'è tutto un mondo attorno che non ha interesse in Jake e nella sua missione.
johnny83 ha scritto:
2. La “metamorfosi” repentina del protagonista, che passa da ometto scazzato ed egoista ad eroe pronto a rischiare la vita per gli altri, in uno schiocco di dita.
Come accennato sopra, dovrò inserire qualche motivazione per rendere il cambiamento meno "forzato".
Apologeta ha scritto:
Lo stile è discreto, ancorché perfettibile: ad esempio, il balletto di tuo/suo nel combattimento del 3 è brutto ed evitabilissimo.
Mi è mancato l'editor!
Apologeta ha scritto:
Non mi piacciono le parolacce, anche se si incastrano nel contesto, ma quella è una mia mania.
Nemmeno io ne sono un grande estimatore ma, come dici tu, sono adatte all'ambientazione.
Apologeta ha scritto:
Trovare qualcosa di lineare dopo una serie di Corti cervellotici è una boccata d'ossigeno puro, e mi verrebbe voglia di dare mezzo punto in più.
Birichino, se tu lo avessi fatto avrei ottenuto un "7" pieno...
EGO ha scritto:
Un racconto del genere, per essere coinvolgente, vario e interessante, avrebbe dovuto avere il doppio dei paragrafi, e due o tre percorsi TOTALMENTE differenti per contenuti, sfida e intreccio con le parti precedenti e successive. Un po' come il ghiacciaio Bormansk VS il bassopiano di Hrod in Lupo Solitario 3. Si arriva sempre a Ikaya, ma sono due strade del tutto svincolate, con eventi diversissimi. O come nei libri di Realtà Virtuale.
Dici bene, EGO: avrebbe avuto il doppio dei paragrafi e sarebbe stato fuori concorso. Non a caso porti come esempio Realtà Virtuale, che è stata la mia ispirazione.
EGO ha scritto:
Per autocitarmi, porto a esempio i miei Corti degli anni passati.
EGO si autocita!? Non era mai successo...
EGO ha scritto:
Quindi sì, in buona sostanza qui abbiamo il compitino fatto bene. E non era questo che intendevo, quando dicevo che probabilmente un Corto ben realizzato, ben scritto, ben curato e rifinito, ma non "sperimentale", non sarebbe andato oltre l'8,5. Qui non solo non s'inventa niente, ma si sfruttano ben poco le possibilità del format. Sembra quasi un esercizio personale di forma, più che una candidatura ad un concorso.
Diciamo che era una sorta di "prova generale" per...
Ok, ne parlo tra poco.
SkarnTasKai ha scritto:
una cosa che mi ha un po' spiazzato nella prima lettura era che arrivato a casa di larry, jake dica alla ragazza «Esatto. Ha detto che la sua ragazza, ovvero te, lo aveva in custodia.»... peccato che io avessi rifiutato il caso, quindi quell'informazione non l'avevo! sarebbe bastata una parola d'ordine in più...
Ok, anche qui correggerò la continuità.
Bene, credo di aver risposto a tutti (o quasi). Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, scriva pure qua sotto e accontenterò anche lui.
Per chi mi parlava di lavori più "approfonditi" (DarioIII e EGO), ammetto senza troppi problemi che ho in progetto da anni un RV10 dal titolo "Edgerunner", ambientato proprio nella Seattle di Jake Armitage, nel quale compariranno i personaggi di "Fish & Chip". Non ho ancora messo giù niente (dovendo ovviamente terminare RV8 e RV9), però prima o poi...
Ciò detto vi saluto, vi ringrazio per tutti i giudizi e per il tempo dedicatomi!
A presto!
"Se non volete sentir ragioni, sentirete il filo delle nostre spade!"