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Qual è il tuo genere di librogame preferito, pensando a un ipotetico titolo inedito di prossima uscita?

ANNO 3 N°2 - Peter Andrew Jones si confessa (prima parte) - FEBBRAIO 2008

PETER ANDREW JONES SI CONFESSA


Scopriamo insieme pensieri e considerazioni a 360 gradi di un illustratore famoso non solo per Lone Wolf

del Conte Ddracula

Traduzione di Gabriele Tolu (Daelthasaar) e Stefano Peracchi (Tyrant)

Introduzione di Francesco Di Lazzaro (Prodocevano)


Quando abbiamo contattato Peter Andrew Jones con l'idea di fargli un'intervista mai ci saremmo aspettati tanta disponibilità e cortesia. Questo non perchè non considerassimo il disegnatore una persona a modo, tutt'altro, ma perchè la dedizione e la professionalità che Peter ha dedicato nel rispondere alle nostre domande e nello sciogliere tutti i nostri possibili dubbi hanno superato di gran lunga ogni più rosea previsione. Jones è un professionista serio, innamorato del suo lavoro, e si nota: si nota leggendo le sue risposte, si nota accorgendosi dell'attenzione che dedica ai particolari, si nota, una volta di più, cogliendo l'entusiasmo e la poesia che mette quando parla di librogame e del suo lavoro.

L'intervistato ideale insomma, che ci ha consentito di scrivere un artivolo lunghissimo, in esclusiva per LGL: talmente lungo che saremo costretti a dividerlo in più puntate. In questo numero di Febbraio leggerete la prima parte. Nei prossimi mesi potrete gustarvi le successive risposte che Peter ci ha concesso, consentendoci di confezionare un pezzo di rara bellezza e completezza, il pezzo che potete trovare qui di seguito.

D: Chi è Peter Andrew Jones?


R: Peter Andrew Jones ("PAJ") è nato a Islington, parte nord di Londra, nel 1951, unico figlio di Reginald Jones e Catherine Jones. Suo padre era un talentuoso ingegnere dal quale Peter ha ereditato la tendenza naturale a "lavorare sulle cose fino a che non vengono bene".

D: Quando ha iniziato a disegnare? Qual'è stato il suo percorso artistico?

R:Forse iniziò a disegnare all'età di 3 anni, ma comunque sicuramente ancora molto giovane.
A scuola vinse molti Premi grazie alla sua Arte. Quando aveva più o meno 12 anni, i suoi genitori lo portarono alla National Gallery & Tate Gallery a Londra, dove egli decise che i dipinti che erano esposti lì erano "quello che forse avrebbe potuto fare quando fosse diventato grande" (se avesse lavorato sulle cose fino a che non venissero bene) e da quel giorno in poi ci pensa ogni volta che dipinge un quadro - "Sto solo cercando di dipingere i quadri con la loro (degli artisti nella storia) stessa bravura - per compiacere me stesso".   

Dall'età di 12 anni fino più o meno ai 18, sono stato molto influenzato da Salvador Dalì (per me era "FantaScienza"), e ho passato anni a cercare di capire come dipingere come lui, ma con scarso successo. Ci sono riuscito finalmente 40 anni dopo (!), ma a quei tempi non sapevo assolutamente nulla sugli strumenti per dipingere o su come influenzare la resa della pittura, specialmente la pittura ad olio.

Ero inoltre interessato ai lavori di Jacques Braque e dei Costruttivisti russi, e divoravo qualsiasi raffigurazione trovassi, soprattutto nella mia biblioteca locale, che fosse stata realizzata da qualsiasi pittore famoso. Ovviamente, essendo uno dei ragazzini/teenager della generazione degli anni '50/'60, venni sommerso da molte altre fonti di ispirazione che mi spinsero a creare quadri entusiasmanti - Dan Dare & The Mekon (Eagle Comics), i fumetti di Batman & Superman (Marvel & DC), e le meravigliose illustrazioni ad acquerello di Roy Cross per i kit per l'aeroplano di plastica Airfix che tutti noi ragazzi abbiamo costruito ai tempi (e che mi ha spinto ad interessarmi all'arte dell'aeronautica), e un po' più tardi programmi TV come Thunderbirds, Dr. Who, e ovviamente Star Trek. E' stata un'epoca incredibilmente emozionante nella quale vivere. Londra era molto noiosa e grigia quando ero piccolo.

Ero nato dopo soli 6 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, e mia madre aveva ancora un libro con le istruzioni per il razionamento del cibo! In quel periodo erano tempi duri a Londra, gli inverni erano molto freddi, e per un ragazzino non c'era molto da fare, perciò ho imparato a "svagarmi" con il pennello e, con il trascorrere degli anni, negli anni '60, a "colorare il mio mondo" : perciò ero molto aperto a tutti quei nuovi fumetti, programmi televisivi, film, eccitanti, e ovviamente ai fumetti e musica underground come "International Times" che mi fecero scoprire gente come Robert Crumb, Mick English e Martin Sharp, artisti sperimentali che lavoravano nei fumetti o per le copertine degli album.

Ovviamente erano anche i "dinamici anni '60", di conseguenza, quando la scena musicale cominciò ad esplodere, specialmente a Londra (Carnaby Street) con i Beatles, e così via, scoprii artisti pop come Peter Blake (per quanto riguarda l'album "Sgt. Pepper" dei Beatles) e in seguito Hockney : questo mi portò a scoprire l'esistenza della scena Pop Art americana. Ero coinvolto in tutto ciò perchè, come si diceva ai tempi, era una "scena in cui tutto accade ora", e ancora oggi mantengo quest'atteggiamento - provaci - adesso - fai sì che ogni giorno sia una ""scena in cui tutto accade ora".

D:Quali sono gli artisti presenti o passati che ammiri (sia per quanto riguarda il genere epic/fantasy che per altri generi)? C'è qualche tuo collega dal quale trai ispirazione per il tuo stile, e chi sono, secondo te, gli altri artisti che si avvicino al tuo modo di disegnare?   

R:Dopo aver lasciato la scuola, Peter frequentò la Scuola d'Arte St. Martins a Londra, in Charing Cross Road nel 1970, prima solamente un corso base di apprendimento della durata di un anno, e subito dopo (sempre a St. Martins) un corso di Design Grafico della durata di 3 anni, laureandosi in Arte nel 1974-

Charing Cross Road aveva molte biblioteche d'Arte, come la famosa Libreria Foyle, e mentre freuqentava St. Martins, Peter passava le ore a guardare i libri d'arte e anche le Gallerie d'Arte sempre di Foyle, che esponevano opere di artisti famosi come David Sheppard e la sua arte raffigurante la vita allo stato naturale.Mentre frequentava il Corso di Design Grafico vide un articolo sul Sunday Times che parlava di un libro pubblicato dall'editore Abrams (USA), con una retrospettiva su Norman Rockwell, il famoso illustratore americano, e un amico gli mostrò i lavori di James Bama, le cui raffigurazioni di Doc Savage sui libri in brossura (Bantam Press USA) erano già conosciuti da Peter; i lavori che lo impressionarono in particolare furono quelli nuovi, che Bama stava realizzando in quel periodo (metà degli anni '70) e per i quali sarebbe poi diventato famoso, la sua arte Western. Dopo aver visto i quadri di Rockwell e i lavori western di Bama, Peter decise, nel 1973, a metà del suo corso di laurea, di "diventare un illustratore", e un mese dopo stava lavorando per la Puffin (Penguin) Books, lavoro che lo avrebbe portato, anni dopo, ad essere scelto per realizzare "Warlock of the Firetop Mountain". In quell'anno (1973), Peter realizzò la sua prima copertina in brossura, per "A Castle of Bone" di Penelope Farmer (pubblicato da Puffin Books in Gran Bretagna), e così iniziò un'epoca, della durata di un quarto di secolo, di realizzazione di copertine in brossura...

http://www.nrm.org/

Ancora oggi, considero James Bama un genio, e ho un enorme rispetto per il suo talento di grande artista nel suo metodo rappresentazionale/realistico di lavorare. Egli è, senza dubbio, la singola maggiore influenza per i miei lavori.

Sempre alla St. Martin, un amico di Peter lo introdusse alle opere di Andrew Wyeth, figlio del famoso illustratore di libri americano N.C. (Newell Convers) Wyeth. Alcuni anni dopo Andrew Wyeth ebbe una mostra personale alla Royal Academy di Londra e Peter ebbe l'occasione di vedere i suoi lavori faccia a faccia...alcuni dei lavori ad acquerello più incredibili mai realizzati da un artista!

A quel tempo (fine anni '70) volevo provare l'acquerello e far pubblicare i lavori realizzati fatti con questo metodo, ma il genere nel quale lavoravo (fantascienza) non lo permetteva, perciò dovetti attendere di riuscire ad autopubblicarmi prima di vedere stampati i miei acquerelli!

A quell'epoca, nella seconda metà degli anni '70, Peter era interessato anche ai lavori in Metalpoint di Da Vinci e Durer. Esattamente come con gli acquerelli, dovette attendere l'autopubblicazione prima di poter vedere quei lavori stampati in modo che tutti potessero goderne. "Ultimamente disegno con la tecnica delle incisioni e cerco di far nascere l'interesse per questa antica tecnica rinascimentale".

Ebbi altre influenze a breve termine, tra cui Chris Foss, in termini di areografo, e Bruce Pennington, con i cui lavori non mi sembrava ci fosse nessun legame (ora si), ma ho immediatamente capito che egli era, e lo è ancora, secondo me, il primo artista britannico di fantascienza veramente di talento in quanto a idee. Quando vidi le sue opere, capii che se avessi unito idee e lavoro figurativo (non semplici astronavi, che è tutto quello che gli editori volevano a causa dell'impatto di Foss sul mercato) con una tecnica raffinata, avrei avuto in mano la carta vincente per entrare nel mercato; però, nonostante allora fossi molto sicuro e deciso, non avevo assolutamente idea che il mio lavoro sarebbe diventato "di dominio pubblico", cosa che fece molto velocemente, praticamente subito dopo che ebbi iniziato a lavorare come illustratore professionista. In un solo anno il mio lavoro veniva pubblicato in tutta Europa.

http://www.chrisfoss.net/

http://www.chrisfoss.net/

In pratica era una storia molto semplice, almeno all'inizio - da bambino avevo visto tutti quei meravigliosi quadri rinascimentali, e volevo dipingere "altrettanto bene di quelli lì". Poi, dopo i vent'anni, vidi i dipinti di Bama e Rockwell e pensai "Questo è un modo moderno di farlo. Questi illustratori sono bravi come gli artisti del Rinascimento". Non avevo assolutamente nessun desiderio di "essere famoso"...era davvero l'ultimo dei miei pensieri.

http://www.bighorngalleries.com/bama.htm

http://www.artcyclopedia.com/artists/wyeth_nc.html

http://www.andrewwyeth.com/

Volevo solamente dipingere bellissimi quadri per provare a me stesso che ero in grado di farlo. Perciò nel 1974 lasciai St. Martins (avevo già lavorato come illustratore freelance nel mio ultimo anno al college) - rinunciai alla scelta di un corso post-laurea di 2 anni al Royal College of Art pur di "andare avanti con le copertine di libri" nel mercato commerciale - ed entrai nel mondo come illustratore professionista. Da metà del 1973 fino al giorno in cui creai la copertina di "The Warlock of Firetop Mountain" per la Puffin Books fui prevalentemente (realizzai anche un pò di lavori in campo aeronautico, che era ciò che avevo originariamente intenzione di fare nel 1970!) un illustratore di copertine di libri di fantascienza (e qualche volta fantasy), e il motivo del mio successo sul mercato fu che presi delle idee fantasiose (l'influenza di Dalì), le resi il più realistiche possibili (l'influenza di Bama) e mi abituai ad essere organizzato ed efficiente (nello studio) e pratico (nel mercato - le mie influenze nel campo degli affari furono Mark McCormack della IMG e Victor Kiam) fino al punto che nel 1978 ero diventato il direttore dell'azienda, di mia proprietà, che faceva affari in tutto il mondo, insieme alla mia fidanzata (in seguito moglie) che lavorava come mia segretaria.

http://news.bbc.co.uk/sport1/hi/front_page/3035005.stm

http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/americas/1356903.stm

Quando il famoso editore americano Ian Ballantine (editore del libro di Bama) venne nel mio studio a Londra a negoziare per un "libro con tutti i miei lavori" - proprio come il libro di James Bama dello stesso editore - capii che ero diventato un artista di successo. Avevo lavorato duramente per raggiungere questo traguardo. Ma in verità, ero sempre stato troppo impegnato e così critico nei riguardi del mio lavoro che non avevo tempo per chiedermi se sarei diventato "di successo", e pensavo che sarei rimasto semplicemente un "illustratore di fantascienza....."

D: Quando hai conosciuto Lupo Solitario?

R: Ho avuto modo di conoscerlo nel Dicembre 1984 quando la Gallimard mi propose di illustrare l'opera.
Dovetti completare le prime copertine durante le festività Natalizie, in quanto la consegna era fissata per Gennaio 1985.
Il supervisore della Gallimard mi propose di lavorare sulla serie seguendo la scia di successo che avevano avuto le copertine delle mie
versioni di Fighting Fantasy/The Warlock Of The Firetop Mountain.
Gallimard ai tempi aveva una proficua relazione di lavoro con Puffin Books, editore Inglese di libri per bambini, questa era la fascia di età
in cui venivano venduti ai tempi i gamebooks, relazione appunto che portò alla concessione dei diritti per la pubblicazione in Francese di Lupo Solitario.
In quel periodo ero essenzialmente un artista (lavoravo anche in TV) specializzato prevalentemente in sci-fi e non avevo alcun
tipo di conoscenza riguardo agli RPG.
Siccome già lavoravo per Gallimard, fu un fatto scontato affidarmi anche le copertine per la serie di Lupo Solitario.
Questa partnership mi creò qualche problema, poichè i tempi di consegna nell'editoria francese sono di 2-3 giorni, mentre io ero solito
utilizzare almeno 2 settimane per completare un lavoro e consegnarlo!
Quindi non ricevetti alcun tipo di materiale di riferimento, ma fui assoldato con il preciso scopo di creare un'immagine vincente e avvincente per una serie di cui non conoscevo assolutamente nulla, su un sistema (il roleplay) di cui conoscevo davvero poco,
non avevo materiale dall'autore e dovevo consegnare a Parigi le prime bozze in circa 10 giorni.   

Tutto questo accadde durante le festività Natalizie! E' stato il mio unico Natale in cui ho "lavorato" (duramente!). Il risultato di questa situazione fu che, sebbene l'artwork non fosse ben collegato ai libri, quel tipo di immaginario che avevo creato per la serie divenne davvero molto popolare.
Quindi, questo è ciò che è successo, e se la mia memoria non gioca brutti scherzi, la Edizioni E. Elle di Trieste, che aveva acquistato
i diritti tramite l'editore Gallimard, mi chiese di poter utilizzare quelle copertine anche per le edizioni Italiane, cosa che si è ripetuta in molte altre edizioni. A questo punto era diventato evidente che quello che mancava alla serie di Lupo Solitario era un professionista che si occupasse delle copertine, piuttosto che in copertine disegnate da "fan", perchè, dal punto di vista dell'editore, non c'è interesse nel pubblicare una serie per una fascia ristretta di lettori, c'è bisogno di allargare il mercato il più possibile.
In parole povere, anche per una serie indirizzata ai più giovani, c'era bisogno di un artista che avesse forgiato il suo stile su materiale dedicato ad adulti.

D:Com'è iniziato il rapporto lavorativo con Joe Dever?

R: Mi fu chiesto da Dennis Barker, allora direttore artistico della Arrow Books (divisione per ragazzi di Random Century), con cui avevo creato molte copertine di Sci-Fi quando lavorava alla Hamlyn Paperbacks, poi alla Futura e infine alla Arrow.
Insomma, mi chiese di prendere in considerazione l'idea di diventare l'illustratore fisso delle copertine di Lupo Solitario, soprattutto per il bizzarro fatto che le edizioni Gallimard con le mie copertine surclassavano di molto le vendite dei volumi originali della Red Fox.
Joe si presentò dall'editore della Red Fox, (se non mi ricordo male quella conversazione) chiedendo che io potessi prendere in carico il progetto.
Dennis era già direttore artistico del reparto Arrow, ma Red Fox non aveva direttori artistici, quindi io e Dennis prendemmo l'incarico da parte di Red Fox.
Questo è stato il momento in cui la preparazione delle copertine subì un netto miglioramento, perchè ebbi la possibilità di accedere
ai manoscritti e di parlare telefonicamente con Joeriguardo le idee, inoltre avevo un partner di lunga data comeDennis che mi aveva sempre aiutato anche nel realizzare le copertine per opere di Isaac Asimov, Larry Niven, ecc...
In altre parole fui, per la prima volta, in condizioni di lavorare alle idee avendo tutto il materiale di riferimento di cui avevo
bisogno e quindi potevo creare un tipo di design per la serie decisamente più coeso e coerente.

D: Siete ancora in contatto?

R: Ho scritto una mail a Joe proprio la scorsa settimana.
ci teniamo in contatto ma non abbiamo un rapporto lavorativo da quando ho terminato di creare copertine per Lupo Solitario.
Posso dire che lavorare con Joe è stata un'esperienza gradevolissima e lavorerei di nuovo con lui in qualsiasi momento.
Sono sempre stato molto fortunato con i miei clienti e con le società con cui ho lavorato, persone davvero professionali nel
loro ambito lavorativo, e Joe è di sicuro tra i migliori in questo campo.
E' stato meravigliosamente professionale e una persona con grande sensibilità.

D: Le copertine che hai realizzato per Lupo Solitario sono tra i tuoi lavori più famosi. Pensi siano anche tra i migliori?


R: Non posso essere obiettivo a riguardo. E poi intendi migliori dal punto di vista artistico?
Potrebbe essere fatta questa domanda anche dal punto di vista commerciale o di successo correlato all'opera. Mia moglie dice:

"Ci sono molte immagini impressionanti tra i lavori che hai realizzato per LS, alcune delle quali rivaleggiano con i tuoi migliori lavori di Sci-Fi"

Io posso dire:

- I amo (personalmente) in particolarmente la copertina de I Signori Delle Tenebre (Gallimard Edition) tanto che l'ho appesa in casa in un posto speciale che mi serve a ricordare ciò che ho raggiunto, artisticamente e professionalmentenegli anni '80.

- L'Alba Dei Dragoni (entrambe le versioni) rappresentano una rarità, in quanto non ho mai disegnato molti draghi, quindi
ho buoni ricordi di quando le disegnai, imoltre una delle 2 versioni fu utilizzata dalla Berkeley Books di New York negli Stati Uniti; quello
fu un prestigioso obiettivo che raggiunsi, in quanto era molto difficile per un autore non americano riuscire ad imporsi
su un mercato che non si affida sull'impatto visivo per vendere libri e che è molto protezionistico riguardo agli artisti locali. Da un punto di vista professionale sono felicissimo di qualunque lavoro abbia fatto per LS o per gli altri Rolegame in ogni
nazione, poichè spesso sono stati lavori creati in circostanze disarmanti con mancanza di supporto dagli editori.
Ho sentito spesso quel tipo di pressione del tipo "sei l'eroe che deve salvare la patria", situazione che non ho mai gradito.
    
D: Quale pensi sia il tuo capolavoro assoluto?

R: La copertina per il mio libro di illustrazioni Solar Wind.
Per me è l'incarnazione di tutti i principali ingredienti della Sci-Fi. (era ciò che volevo veramente fare) 101%

D: E tra i gamebooks?

R:I Signori Delle Tenebre. Perchè...

Quando mi guardo alle spalle, penso che già ai tempi dipingessi molto bene, ma non riesco a credere che abbia completato quel lavoro
in 2-3 giorni!
Ho bisogno di almeno 2 settimane! Come ho già spiegato chiedo sempre un paio di settimane e non riesco a capacitarmi di come
abbia fatto a completare quel lavoro in quel lasso di tempo ristretto.
Mi sembra impossibile. Quindi dal punto di vista dell'illustratore professionista, è stato quanto di meglio potessi fare.

Dal punto di vista squisitamente di design, penso che sia stato un lavoro dall'impatto devastante.
Di solito gli autori di copertine per libri tendono ad illustrare elementi più o meno "ovvi", draghi, stregoni, ecc...
Pensavo che fosse rischioso gettare questa regola del mercato dei libri disegnando un carro coperto, un demone grasso e un lago
di sangue.
Come ho detto, ruppe la staticità di creare un certo tipo di iconografia (cosa in cui mi sono specializzato nella mia carriera, "andare contro
corrente")

Da una prospettiva artistica, in termini di pittura, è stato un balzo in avanti per me, perchè dovetti condensare tutte le mie conoscenze
per poter terminare il lavoro entro la data di consegna, fui costretto a capire quali tecniche mi avrebbero permesso di lavorare
speditamente senza incontrare ostacoli.
Da questo lavoro ho appreso molti insegnamenti che mi sono tornati utilissimi in futuro.

Mia moglie (e mia business partner dal 1978) è della stessa idea.

D: Perchè hai cessato di disegnare le copertine per Lupo Solitario?

R: Non ricordo bene, era un periodo movimentato e confuso.
Ricordo che Joe mi telefonò dicendo che sarebbe andato alla Red Fox per negoziare un'altra parte della saga, ma mi avvisò anche che ci sarebbe potuta essere la possibilità che non si trovasse un accordo.
Dennis Barker era ormai a capo della divisione Arrow, per i libri adulti, io e Joe ci occupavamo delle copertine, ma probabilmente Red Fox era infastidita dal fatto che non avesse un minimo di controllo sulla gestione dell'aspetto visivo dei suoi progetti, quindi la collaborazione semplicemente cadde nel dimenticatoio.
Per quanto mi ricordo, non ebbi modo di disegnare più alcuna copertina per libri della Red Fox.
Quindi per una somma di eventi come l'interesse verso un tipo di lettura che andava scemando, problemi economici,
riassetti societari, cambi di personale, ecc...si è fermato tutto, quindi per me era ora di trovare un altro cliente. Un pensiero: sarebbe bello un giorno, se i fans, sentendo che la serie che ho per lungo tempo illustrato fosse iconograficamente incompleta,
decidessero di chiedermi di chiedermi le immagini mancanti nel ruolo di "Joint Art Directors" - sì sarebbe divertente.

D: Per quali altri prodotti, sia nel mondo del roleplay che in altri ambiti, hai realizzato illustrazioni?

R: Role playing games, Roleplay Games Books, Giochi in scatola, Trading Cards e Romanzi

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